giovedì 26 gennaio 2012

Col cuore pesante

Ieri verso l'ora di cena c'è stato un po' di trambusto: la vicina indiana ci ha chiesto di chiamare i carabinieri perché il marito ha bevuto troppo ed è diventato ingestibile, le ha dato uno schiaffo. Lei era fuori casa, sulla porta, a piangere con la bambina, che ha un anno in più di Amelia.
Se fossi una persona migliore, le avrei ospitate per stanotte. Invece non ne ho avuto il coraggio. Non solo perché non volevo essere coinvolta, ma anche per non rovinare la mia piccola e felice routine quotidiana.
Lui si è parecchio calmato quando ha visto i carabinieri, lei alla fine ha preferito rimanere a casa con lui (ma mi chiedo se avrebbe avuto un altro posto dove andare: a volte mi rispondo di sì perché ha un fratello vicino, altre volte mi rispondo di no perché non lo so).
I carabinieri hanno finito il giro di domande a casa nostra, per capire com'era la situazione. E noi in realtà non è che facciamo finta di niente, è proprio che non ci è mai capitato di sentire urla da casa loro o cose del genere (sono di fronte a noi, non accanto). La sola cosa che abbiamo potuto riferire è che la bambina ha detto ai nostri figli che una volta il papà aveva picchiato sua mamma tanto da farle credere che fosse morta (ma nello stesso periodo ho osservato attentamente la mia vicina e non ho notato segni, quindi forse la bambina esagera o si riferisce a un'epoca precedente).
Purtroppo i carabinieri hanno concluso che, finché lui non la tocca in modo "documentabile", non c'è modo di fare qualcosa contro di lui. Erano arrabbiati e tristi quanto noi, perché si sentivano impotenti. Ci hanno riferito che lei ha detto di aver sentito un avvocato, ma che la separazione le sarebbe costata 2000 euro, che lei non ha (mantiene marito e figlia con uno stipendio di 700 euro). E, anche se li avesse, dubito che li userebbe: purtroppo la sua famiglia sa dei problemi di alcol del marito, ma non fa nulla per aiutarla, probabilmente perché separarsi è disdicevole nella loro cultura.
Insomma, oggi sono qui col cuore pesante. Non mi sento abbastanza coraggiosa da intervenire, ma sento che in qualche maniera dovrei farlo.
E il motivo per cui non mi immischio è molto egoistico: non voglio che i miei figli, soprattutto Amelia, frequentino la bambina indiana più di quanto facciano già. Questa bambina è particolarmente intelligente, ma proprio per questo molto brava a manipolare la realtà e quella broccolona di mia figlia: quest'estate, quando sono arrivati i bambini egiziani, lei si è inventata cose non vere perché Amelia rimanesse solo sua amica esclusiva. Insomma, se non mi facesse pena e non sapessi perché è diventata così, direi che è una stronza. Inoltre, come molti bambini esposti a un certo tipo di cultura arretrata, ha già malizie e nozioni sulla vita sentimental/sessuale. Io non sono puritana, ma la visione di questa bambina è molto distorta rispetto alla nostra (al punto che ho sviluppato qualche sospetto sul padre), e non mi piace che metta certe idee in testa ad Amelia.
Insomma, vorrei aiutare la mia vicina, che è una bravissima persona, ma con queste premesse ho paura di avvicinarmi troppo. E non so cosa fare, se non sentirmi il cuore pesante e colpevole.

lunedì 23 gennaio 2012

Piaceri a confronto

Forse questo post starebbe meglio sul blog di cucina, ma quello è più un ricettario che altro.
Fatto sta che, come sanno anche i sassi, da settembre sono a dieta. Tra i tanti piacevoli effetti collaterali, questa dieta mi ha aiutata ad abituarmi a prendere il tè senza zucchero né miele né dolcificanti.
Il tè ha sostituito il dolce come finepasto, il che implica che non si tratti del tè in bustina preso tanto per buttare giù qualcosa di caldo: sono diventata particolarmente esigente.
Per esempio, sotto Natale mi sono ritrovata a fare il consueto rifornimento di spezie in un banco dell'Artigiano in Fiera e mi sono fatta tentare dai loro tè. Pessima scelta: oltre ad avere degli aromi chiaramente non naturali, sono per la maggior parte così amari da costringermi a usare il dolcificante. Peccato, perché i profumi non erano per niente male (è così che mi hanno fregata).
Un po' la stessa impostazione, ma per altre ragioni, l'ho trovata nei tè della Kusmi: sono molto profumati, ma il gusto non è all'altezza del profumo. Per carità, basta aggiungere un po' di tè non aromatizzato dello stesso tipo e il gusto migliora nettamente, ma non mi sembra una cosa bella per tè che costano sui 10-12 euro all'etto. Poi il mio giudizio in questo caso non è nettamente negativo per tutta una serie di motivi: i tè sono comunque buoni, le latte sono molto carine (ed è prevista la ricarica), il servizio del negozio online è impeccabile.
Devo dire però che comprare tè in Italia è tutta un'altra cosa. Io ho cominciato bene: da 6 anni a Pavia c'è un negozietto che magari non ha sempre tutto l'assortimento, ma ha tè sempre di ottima qualità. Da loro compro senza esitazione i classici: gunpowder, assam, gelsomino, menta, bergamotto, Christmas tea. Si tratta di tè che non hanno aromi aggiunti, solo ingredienti essiccati. E hanno anche prezzi abbordabili: circa 5-6 euro all'etto. Qui compro anche i filtri usa e getta, che trovo comodissimi anche perché vanno nell'umido.
L'alternativa online al negozietto di Pavia è il negozio di Insieme a tè: i loro tè hanno sempre qualcosa di piacevolmente sorprendente e i loro infusi non sono mai banali. Se dovessi dire quali sono i miei tè preferiti, mi troverei in seria difficoltà. In questo periodo mi piace moltissimo il Tè di Natale, ma per esempio non vedo l'ora che sia riassortito il Sempr'Amore, con frutti rossi essiccati. Devo dire che trovo notevoli anche il Nido di Fata, alle fave di cacao, e la tisana Notte Buona, che abbiamo usato tantissimo nell'ultimo mese non perché avessimo problemi di sonno ma perché è proprio piacevole.
Devo dire che i prezzi sono leggermente più alti di quelli del negozietto, ma mi sembra un costo più che ripagato dall'originalità di questi tè, che ho anche avuto il piacere di regalare questo Natale.

martedì 10 gennaio 2012

230 and counting

Il comodissimo servizio online della mia biblioteca mi informa che negli ultimi 12 mesi ho preso in prestito 230 titoli (che comprendono anche i DVD, i libri dei bambini e i libri da consultazione tipo cataloghi di mostre o libri fotografici). Peraltro, il mio account di Amazon conta 31 ordini effettuati nel 2011 (per un totale di circa 30 libri/fumetti comprati per me, non da regalare).
Quindi ammettiamo che effettivamente io nel 2011 abbia letto 230 libri. Ecco, è vero che io sono particolarmente veloce nella lettura. Ma è anche vero che nel frattempo ho anche lavorato quasi full time (il mio part time significa che lavoro 4 ore in meno a settimana), ho badato alla mia famiglia in ogni modo possibile (la sveglia-vestizione-colazione-scuola alla mattina, cucinare, tenere la casa in modo semidecente, qualche volta anche fare la spesa), il martedì e il mercoledì danza, per non contare tutto il tempo passato con la mia famiglia e le mie amiche di varie provenienze. Eppure ho letto 230 libri: tutte le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco, tutto Bartimeus, una valanga di fumetti (soprattutto americani), una tonnellata di gialli di varie sfumature, qualche fantasy. Non riesco a crederci, e non riesco a credere ai soldi che ho risparmiato grazie alla biblioteca (pur lasciando ad Amazon un buon 300-350 euro come minimo).
Ecco, qua e là qualche impressione.
V per Vendetta, Watchmen, From Hell e in generale tutto quello che sono riuscita a trovare di Alan Moore: boh. Probabilmente non riesco a valutare l'impatto che queste opere hanno avuto all'epoca in cui sono uscite. Ma le consiglierei più per dovere d'informazione che per godimento. Cosa che invece non avevo pensato della Lega degli straordinari gentlemen.
Supereroi & Co: nì. Ancora adesso non riesco a capire il format del supereroe, che è addirittura presente nei primi Sandman e accennato nel primo Hellboy, come se fosse un feticcio impossibile da abbandonare per chi scrive fumetti in USA. Non riesco a capire come possano formare un così complesso sistema narrativo (anzi due, contando la contrapposizione degli universi Marvel/DC), lo trovo ridicolo e infantile se visto da fuori. Eppure ci sono storie, anche di quelle che si avvalgono di questa complessità, che mi hanno presa. Penso al Cavaliere Oscuro colpisce ancora o a Civil War, oppure alle vicende degli X-men.
Di Bartimeus ho già parlato, facendo abbastanza "danni".
Subito dopo, mi sono immersa nel gorgo delle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco, che non ho ancora capito se saranno una goduria massima o un epic fail. Di sicuro c'è che la storia prende, i colpi di scena non sono mai scontati e l'autore è incredibilmente sadico nei confronti dei propri personaggi, soprattutto quelli a cui il lettore tende ad affezionarsi. Sicché non puoi mai indovinare dove si andrà a parare, e questo ti tiene avvinto più che mai.
Buona Apocalisse a tutti è stata una buona lettura da mare, divertente e spiritosa, e mi ha dato qualche spunto per un mio progetto preesistente (oltre a farmi capire come mi dovrò comportare in futuro con le mie piante).
Ho apprezzato alcuni libri di letteratura Young Adult: più di tutti la trilogia di The giver (struggente) e i primi due libri della trilogia delle pietre preziose di Kerstin Gier (divertenti). Ho odiato con tutte le mie forze Scarlett di Barbara Baraldi, sembra una brutta fanfiction di Twilight (dove i vampiri sono sostituiti da mezzodemoni).
Mi è piaciuto proprio tanto il primo romanzo di Stella Rimington, A rischio: una bella spy story ben costruita, in cui traspare la competenza dell'autrice nel mondo dei servizi segreti e in cui la protagonista, pur essendo una proiezione dell'autrice, non è una Mary Sue.
Invece non mi è piaciuto per niente l'albo di RED: un pasticcio pessimistico e malinconico. Per carità, pessimismo e malinconia vanno benissimo, ma magari li inserirei in un impianto narrativo un filo più robusto. A differenza di quanto sbandierato, l'albo dà solo lo spunto iniziale per il film con Bruce Willis e compagnia: infatti il film è molto diverso, è godibile e divertente, un giocattolone con azione e battute sull'età che avanza.
L'aiuto, di cui parla anche PianoBi e che mi è stato consigliato dalla mia bibliotecaria, è stato una sorpresa: riesce a parlare di razzismo nell'America degli anni '50-'60 senza cadere nella retorica, senza una scena di aperta violenza e scuotendoci fin nelle radici del nostro essere. Com'è possibile parlare con una persona che ti sta in casa tutto il giorno e considerarla inferiore? Com'è possibile affidare i propri figli a persone che poi non possono usare il nostro stesso bagno perché "che schifo condividere il bagno con una negra"? Io riesco a capire la diffidenza verso chi non si conosce e ha uno stile di vita diverso dal nostro, ma non ce la faccio proprio quando si tratta di persone che vediamo tutti i giorni, che entrano in casa nostra e accudiscono i nostri figli. Voglio dire: quando ho avuto da dire con la tata di Amelia, ho avuto da dire con lei in quanto persona, non in quanto africana o nera. Anzi, forse il fatto di provenire da una cultura diversa le ha fatto in parte da scusante.
L'ultimo libro letto, che sto consigliando a tutti e di cui parlavo nel post precedente, è Cose da salvare in caso di incendio. Pura poesia, lo sta leggendo anche Luca.
Ecco, lo sapevo, è venuto un altro post lunghissimo. Il fatto è che non riesco a star dietro ai libri che mi son piaciuti volta per volta: dovrei istituire le recensioni del mese. Che dite, lo faccio?

lunedì 9 gennaio 2012

Il sole aiuta sempre

Fa un freddo che a Levanto se lo sognano nei loro peggiori incubi, ma c'è il sole e stamattina riprendere la routine non mi pesa più di tanto.
Anche se il mare mi manca moltissimo, è proprio un bisogno fisico che sento.
Anche se in questi giorni ci siamo riposati e abbiamo visto/fatto/letto cose belle.
Per esempio, abbiamo camminato tantissimo e abbiamo sfruttato la nuova passeggiata che è stata ricavata dalla vecchia ferrovia, nella zona verso Bonassola: è riparata dal vento e sicura per i bambini. E poi, se si ha voglia di proseguire lungo le gallerie, si arriva a Bonassola e ci si può arrampicare su un bellissimo promontorio in mezzo alla vegetazione mediterranea. Ci hanno detto che è molto bella anche la passeggiata che passa sopra la galleria, ma ce la teniamo per la prossima volta.
Siamo stati tanto in spiaggia, quando il tempo ce lo permetteva. I bambini hanno giocato, io e Luca abbiamo letto e scritto. Tra i libri che ho letto, consiglio Cose da salvare in caso di incendio: bello bello bello, e non dico altro.
Per assurdo, eravamo noi adulti i più entusiasti di star fuori: i bambini spesso dovevano essere un po' trascinati, altrimenti se ne sarebbero rimasti in casa a giocare e guardare i cartoni animati del digitale terrestre (eravamo in una casa diversa dal solito, nell'altra non c'è l'antenna e quindi i soli cartoni sono quelli in dvd). Però poi anche loro si lasciavano prendere dalla bellezza di stare in spiaggia al sole, magari in maniche corte, e hanno giocato tantissimo con pietre, bastoni e altre cose portate dal mare (per esempio, un legno a forma di asciugacapelli).
E che bello il fatto che Luca non sia stato con noi solo a Levanto, ma anche a casa per un paio di giorni. Io mi sono davvero riposata, i bambini si sono goduti il papà, lui ha preparato le sue piante per la nostra assenza.
Certo, non sono mancate le cose brutte. Per esempio, ho trascorso tutti i giorni intorno al Natale con un intenso mal di testa. E un'amica carissima ha passato (sta passando) un periodo davvero disastroso. E i miei figli non sono sempre angeli.
Ma oggi sono al lavoro, con il sole. Presto rivedrò le mie amiche rientrate dalle vacanze, cominceremo le nostre attività. Certo, sarebbe bello poter rallentare più spesso, senza avere sempre l'incubo dell'orologio. Ma chissenefrega anche della fretta, oggi c'è il sole.