mercoledì 28 novembre 2012

Ormoni ed età

Quando ero adolescente, Richard Gere risorse grazie a Pretty Woman. Di quel film, immagino che tutte ricordiamo la scena di Julia Roberts vestita di rosso, all'opera, che piange guardando la Traviata. Forse non tutti sanno che la scena è presa paro paro da La mia geisha, in cui Shirley MacLaine si commuove assistendo a una rappresentazione della Madama Butterfly.
Ecco, io all'epoca ero una ragazzina, la Butterfly mi sembrava la storia di una donna debole e stupida. Oggi la vedo nella sua pienezza e bellezza: la storia di una donna disperata che si è aggrappata a un sogno d'amore ed è morta per consentire al figlio di avere una vita migliore.
Una volta assistevo impassibile al finale, pensando che quella katana l'avrei usata per tagliare la gola a Pinkerton e alla sua insipida moglie.
Oggi capisco che, se tuo figlio ha fame e la tua unica prospettiva è tornare a fare la prostituta, non hai molta scelta. Io forse non mi sarei ammazzata, nella speranza un giorno di rivederlo, cresciuto e felice. Ma non riesco neanche a nominare il sacrificio di Butterfly (quello di rinunciare al proprio figlio) senza commuovermi.
Altro che eteree fanciulle che muoiono di tisi.

domenica 25 novembre 2012

Musa's Box

L'elenco delle cose belle questa settimana arriva in anticipo di un giorno, perché domani temo sarò troppo sotto un treno col lavoro per potermi prendere anche solo un attimo di pausa.
È stata una settimana strana: piena di cose belle ma anche pervasa da uno scoglionamento che faccio risalire alla SPM. Sono contenta che:
- siamo riusciti ad andare finalmente all'IKEA, dopo mesi che dovevamo, e non prendere troppe cazzate, anzi: direi il minimo indispensabile + 3 confezioni di candele
- la lezione di danza di ieri sia stata bellissima e commovente (sì, Pedretti, mi sono sciolta così bene perché ho riconosciuto l'aria della Madama Butterfly), nonostante i fanveil non siano il mio accessorio preferito (né quello che mi riesce meglio)
- Luca sia andato al posto mio alla presentazione del nuovo libro di Nicolai Lilin e abbia fatto un po' di PR per me
- una cara amica, dopo aver letto il mio libro, stia progettando una performance e addirittura un booktrailer dedicati a Sholeh Zard. Inoltre sono contenta che la compagnia a cui si è unita di recente sia di una figaggine pazzesca
- un'altra amica ed io abbiamo formato una task force anticrisi per risollevare un po' il morale di un'amica che sta attraversando un brutto momento
- in biblioteca mi siano arrivati un sacco di libri stuzzicanti. Peccato non aver avuto più di 10 minuti per aprirli!
- Luca ed io abbiamo passato una mezza domenica insieme, tra una colazione sontuosa e tante coccole
- mi sia arrivato il pacchettino di un'amica lontana, con un sacco di prodotti meravigliosi (Giada, giuro che i tuoi te li porto stasera, cascasse il mondo)
- la visita dalla dietista sia stata un successo e una piacevole chiacchierata
- un'amica che finora ho frequentato meno di quello che vorrei si sia rivelata ancora più piacevole di quello che sospettavo
- con due amiche siamo riuscite a trovarci per fare un po' di sano bidet a un certo numero di persone
- le risate siano state più dei musi e delle urla
- Amelia abbia deciso di fare il saggio di ginnastica di Natale perché le va, senza pressioni da parte nostra. E che Ettore in altrettante libertà abbia deciso di non partecipare allo stesso saggio
- le zucche della Bioexpress si siano rivelate superiori alle mie aspettative
- siamo riusciti a trasformare in aneddoto ridicolo un acquisto a dir poco incauto (non comprate carpe, soprattutto intere e non eviscerate!)
- la moussaka comprata dal kebabbaro fosse veramente molto molto buona
- la salute di tutti abbia finora tenuto botta, nonostante raffreddamenti e tossi varie
Mai come in questo periodo sono consapevole della fortuna che ho e che temo sempre di non meritare.

venerdì 23 novembre 2012

Godersi ciò che c'è

In giorni come questi, complici la SPM, il clima e il lavoro, mi scatterebbe automatica la lagna: sono stanca, mi fanno male le spalle, il mio lavoro di questi giorni mi annoia mortalmente e mi costringe a trascurare una parte dei miei doveri, questa settimana mi sono sempre alzata alle 6 perché il pullmino passava presto, ho una gatta che caga radioattivo e un gatto che mi stordisce di richieste, e via lamentando.
Ma che cazzo, mi dico poi, come può una serie di eventi insignificanti, per quanto fastidiosi, dare il via a una lagna, quando ci sono tante cose belle nella mia vita? No, ora non scatterà la modalità "senso di colpa", mi sono liberata di certi retaggi.
Scatterà la modalità "goditi quello che c'è". Goditi il fatto che oggi andrai al Naturasì con tua mamma e i tuoi bambini. Che hai trovato i fanveil che ti servivano, te li presta un'amica. Che tra una settimana vengono le tue amiche e ti aspetta un weekend super. Che questo weekend farai danza e un fichissimo swap party. Che tra un'ora e mezza sarai a casa, con tuo marito e i tuoi bambini e i tuoi gatti. Che, se la gatta radioattiva cagherà di nuovo, potrai accendere uno dei tuoi nuovi meravigliosi incensi, dono di un'altra amica. Che hai addosso il profumo più buono di sempre. Che questo weekend, cascasse il mondo, finirai di copiare Zohar.
E adesso muovi il culo. Più lo tiri in lungo, questo lavoro noiosissimo, e più patirai.

mercoledì 21 novembre 2012

Rassegniamoci

Non posso più nascondermi dietro un dito: passato il bel tempo dei giorni scorsi, oggi novembre ha deciso di manifestarsi in tutto il suo nebbioso splendore e non ce n'è per nessuno.
Io sono bloccata in entrambi i lavori che sto facendo, aspetto una risposta per poter lavorare. Rispondo alle mail, rassicuro gli ansiosi, faccio quello che posso. E intanto sogno di essere a casa, sotto il piumone, con una tazza di tè profumato, un gatto in braccio e un libro da leggere.
Un BEL libro: è da un po' che non ne leggo. Un libro che mi prenda e mi porti via, come Bartimeus o Educazione siberiana o Il circo della notte.
Probabilmente è solo un po' di spleen, un periodo così. Tanto oggi vado in biblioteca, mi aspettano un po' di libri prenotati. Se riesco, mi porto anche una sorpresa.

lunedì 19 novembre 2012

Musa's Box

Accidenti, che settimana. Forse faccio prima a scrivere che cosa NON è andato bene.
Sono incredibilmente grata per:
- aver scelto il mio nuovo profumo
- un momento di intimità a sorpresa
- una ricetta buonissima e facilissima regalata da una nuova amica per la presentazione di Sholeh Zard del 7 dicembre
- la pizza frutti di mare e cipolle (ma cosa gli costava prendere i gamberetti sgusciati?)
- il meraviglioso spettacolo del Cirque du Soleil, i 340 euro meglio spesi della mia vita
- girare per Pavia il sabato mattina con la mia mamma
- la torta Red Velvet del Peach Pit
- il banco del pesce del mercato, con i pagellini freschissimi
- una recensione meravigliosa di Valewanda
- un pomeriggio dedicato a tre amiche molto diverse tra loro, ma ugualmente piacevoli
- andare a Milano con un'amica (e fare il viaggio con un'altra amica, e incontrare là un altro amico ancora) per ascoltare una conferenza noiosissima nell'esposizione ma molto interessante nei contenuti
- ricevere una lettera come quelle di una volta, piena di complimenti e di osservazioni intelligenti
- leggere ai miei bambini Strega Madrina, per la seconda volta
- fare progetti e locandine per le presentazioni del 30 novembre (Terre Senza Promesse) e del 7 dicembre (Sholeh Zard)
- la copertina di Zohar, il figlio di Sholeh Zard
Qualcosa me lo sarò sicuramente dimenticato, perché questa settimana è stata straordinaria.
L'unico cruccio è sapere che per una mia amica invece questa settimana è stata orribile: spero che questo brutto periodo si concluda come lei desidererebbe e che comunque i problemi personali non le impediscano di godersi la magnifica avventura professionale che sta per vivere. E che, comunque vada, i suoi sogni si avverino.





venerdì 16 novembre 2012

Buon karma abbestia

Non riesco a credere alla mia fortuna: questa settimana mi sta riservando sorprese bellissime, tutte da parte di amici. Dopo la copertina di Sybille, dopo una mail con un regalo che spero di svelarvi presto, ieri torno a casa dopo una serata passata in una libreria bellissima e trovo una lettera. Una lettera scritta a mano, su una delicata carta da lettere giapponese.
È la lettera di un'amica che ha letto Sholeh Zard e che mi dà il suo parere in questo modo quasi antiquato. Un parere alquanto lusinghiero, oltretutto, quindi ne sono doppiamente contenta.
Non le ho ancora risposto: voglio rileggere la sua lettera, assaporarla, prendermi il tempo che questo piacere merita.
Ma, se passa di qui, voglio che sappia che mi ha veramente toccato il cuore.

mercoledì 14 novembre 2012

La ragione di vita

Spesso mi capita di sentire che i figli sono la ragione di vita dei loro genitori. Lo si accetta come un dato di fatto. Ma è davvero così? Ed è davvero così per tutti?
Io amo moltissimo i miei figli, se a uno di loro capitasse qualcosa morirei di dolore, metto i loro bisogni al di sopra di ogni cosa (ho detto "bisogni", eh).
Però, onestamente, non credo che siano la mia ragione di vita. Non l'unica. Così come non lo è il loro papà, anche se lo amo moltissimo.
Credo che la mia ragione di vita sia la mia vita. Tautologico, OK. Ma vero.
Penso di vivere per essere felice, il che ovviamente comporta che chi amo sia sano e felice. Ma comporta anche che io riesca ad avere una qualità di vita decente, un lavoro piacevole, un po' di tempo da passare con gli amici e un po' di tempo per me.
Penso che, se una malattia mi privasse della possibilità di comunicare o di leggere o di scrivere, ne patirei infinitamente, forse quanto patirei per la morte di un mio caro.
Penso che, se la crisi in cui ci troviamo mi impedisse di avere una qualità di vita accettabile, piomberei in una grave depressione.
Penso che sarebbe un durissimo colpo perdere in un botto tutte le persone che mi onorano della loro amicizia, vicina e lontana.
Insomma, pensiamoci davvero prima di ripetere stereotipi: la ragione di vita è, per definizione, una cosa seria.

martedì 13 novembre 2012

Troppa grazia

E poi, dopo che hai scritto un elenco sterminato delle cose belle della settimana scorsa, ti arriva la ciliegina sulla torta: la copertina del secondo libro di Sholeh Zard, che si intitolerà Zohar.


Grazie mille a Sybille, artista impareggiabile e donna straordinaria!

lunedì 12 novembre 2012

Musa's Box

Dopo un weekend così, è facilissimo e difficilissimo trovare tutte le cose belle della settimana. Facilissimo perché sono stata tanto con la mia famiglia. Difficilissimo perché siamo rimasti tappati in casa per il brutto tempo, dopo una settimana di sole: grrr.
Ma cominciamo:
- una domenica passata con Luca
- il Vaporetto nuovo, che lascia la casa profumata di pulito
- il pesce cucinato e mangiato
- il negozietto di cibo bio sfuso in centro a Pavia
- i miei bambini che giocano con gli ombrelli sotto la pioggia
- i negozianti che trattano bene i miei bambini
- ottimo tè al fiore di cactus
- un giro di shopping a Serravalle
- un concerto a Motta Visconti, che mi ha permesso di scoprire una chiesetta deliziosa in compagnia di un'amica
- la lettura su kindle
- la Pinta che mi sveglia in mezzo alla notte, tutta fiera dei topi che riesce a prendere
- il gattino che ormai pretende di essere preso in braccio e coccolato
- una zucca inaspettata e buonissima
- i tempi rilassati
- riguardare le foto del weekend passato
- le amiche che mi procurano occasioni per presentare Sholeh Zard
- leggere per i miei bambini un libro preso a Lucca
- i dolci fantastici di mia zia
- il mio nuovo vestitino Desigual
- contare i giorni che mi separano dalle vacanze di Natale

venerdì 9 novembre 2012

Il dilemma delle madri

Leggo su Pinterest una specie di tabellone sui gatti. E la tipa che l'ha pubblicato commenta che i gatti che vivono fuori casa vivono in media di meno rispetto a quelli che vivono esclusivamente in casa. Argomenta che non è un peccato chiudere i gatti in casa, perché là fuori è troppo pieno di pericoli e i gatti ormai sono animali domestici, mica selvatici.
Mi prudono le mani. Perché mia madre ha una gatta che è stata rinchiusa in casa per i troppi pericoli "là fuori" ed è diventata obesa e nevrotica. E perché mi sembra di sentire le stesse teorie applicate ai bambini: là fuori ci sono troppi pericoli, teniamoli in casa nella bambagia.
I pericoli di "là fuori" fanno paura a qualsiasi genitore. A volte Amelia mi chiede di poter stare fuori dalla sua scuola ad aspettarmi mentre io porto Ettore alla materna, e ogni volta faccio fatica a concederglielo (ma glielo concedo ogni volta). Man mano che cresceranno, le decisioni che prendo oggi mi sembreranno sempre più ridicolmente insignificanti. Eppure è importante abituarsi a lasciarli là fuori, liberi di decidere della propria incolumità.
Ovvio che la relativa libertà di cui i miei figli godono è proporzionata a vari fattori: quanti pericoli effettivi il posto presenta, quanto loro sono consapevoli di questi pericoli, quanto sarebbero gravi le conseguenze in caso di trasgressione. Rispetto a molte madri, in ambiente urbano sono molto più rigida e ansiosa nei loro confronti. Salvo invece lasciarli relativamente allo stato brado in cascina o in ambiente privo di traffico (penso per esempio a Levanto).
Ecco, per i miei gatti non mi sento di comportarmi diversamente. So che la loro libertà potrebbe essere fonte di pericoli gravi, ma perché dovrei limitare la loro natura solo per le mie ansie? Sono io che piango per l'Orsino, mai tornato. Sono io che mi rattristo per la Quarta, che probabilmente ha trovato un posto che gradisce maggiormente. Se un gatto non si sente di vagare, non lo fa: Pinta, Bianca e Bigia sono rimaste per anni in cortile e strette adiacenze.
Ovvio che, se vivessi a due passi da una strada di grande percorrenza, forse farei considerazioni diverse. Ma probabilmente, se non potessi far uscire i miei gatti, manco li prenderei.
Non lo so, è che mi viene in mente un aneddoto che mi racconta spesso mio suocero: quando era piccolo (tipo 2/3 anni), Luca chiese di poter andare all'asilo da solo. Il tragitto era breve e senza attraversamenti: sua mamma lo accontentò (seguendolo o facendolo seguire a distanza, senza farsi vedere). Luca andò all'asilo da solo, senza esitazioni o deviazioni. E poi, forte di questa esperienza, non chiese mai più una cosa del genere.
A me questo aneddoto viene in mente ogni volta che i miei figli mi chiedono un po' di indipendenza in più. E ogni volta che arriva un nuovo gattino e io devo decidere quanto fidarmi della natura e della buona sorte.

lunedì 5 novembre 2012

Bene e insieme

Epperò non basta una lista, più o meno lunga, più o meno sentita. Non basta per dire cosa sento dentro di me ogni volta che Luca ed io stiamo insieme.
Beh, certo, noi in teoria stiamo insieme tutti i giorni: lui è lì quando torno a casa, ceniamo insieme, ci corichiamo insieme. E già questo lo apprezzo moltissimo, non a caso è il senso dell'essere sposati.
Ci sono però occasioni in cui lo stare insieme diventa centrale nella nostra vita, in cui non si fanno cose insieme ma si sta insieme. Per esempio, quando siamo in vacanza. Per esempio, questo weekend.
In cui siamo partiti con tutt'altri obiettivi e siamo principalmente stati insieme: nella mascherata dei cosplay, nell'incontro con gli amici, la sera a cena e poi a letto (a guardare Ulisse dopo anni che non vedevamo più un documentario, che vi pensate?), a colazione, pranzando con una pizza da asporto davanti al mare. Il nostro mare.
Certo che ci riflettevo proprio ieri: Sholeh Zard è stato scritto più a Levanto che a casa mia. Lo so, a casa l'ho accuratamente preparato, ma poi l'ho fisicamente scritto in spiaggia, sulle panchine del lungomare, al parchetto, in stazione. Perché? Secondo me non solo perché a Levanto ho più tempo. Secondo me anche e soprattutto perché per me è un luogo pieno d'amore, dove stare con mio marito e la mia famiglia significa star bene.

Musa's Box

È lunedì, rientro al lavoro dopo una settimana passata sotto un treno e con la febbre alta, ho una trentina di mail da evadere e, dopo un weekend uggioso, c'è il sole. Riuscirò a trovare qualcosa della settimana scorsa per cui valga la pena sorridere?
- il gattino semiselvatico che ora addirittura sale in braccio e si fa coccolare a lunghissimissimo
- le ali da pipistrello dei miei bambini
- le bellissime zucche autoprodotte e intagliate da Luca
- l'arrivo del Vaporetto nuovo
- un tè con un'amica
- un giro in biblioteca
- lo shopping a Lucca
- l'incontro-intervista con Polepole su Sholeh Zard
- una mail su una cosa a cui tengo molto
- conoscere finalmente di persona PianoBi!!!!!
- un giro breve e inaspettato a Levanto
- riconoscere che mio marito è davvero una persona speciale
- The Ayers Zoo
- dormire vicini vicini, e non solo perché sono freddolosa
Ed ora, vado ad affrontare il duro lavoro. Meno male che è una bella giornata, almeno questo.

giovedì 1 novembre 2012

Letture di ottobre

Pastiche letterario: Il caso Jane Eyre di Jasper Fforde. Esatto, quello dei draghi. Qui si contiene un po' (peccato), ma ci si diverte ugualmente moltissimo. Con una pecca: io, se fossi Thursday, mi sarei messa con Spike tutta la vita, la minestra riscaldata mi piace solo da mangiare.
Epic fantasy: La notte del Corvo di James Barclay. Amabile reunion dal solito sapore agrodolce: divertente, epico, avventuroso, con ampio spazio per il dolore che ognuno di noi potrebbe provare. La fine è veramente inaspettata e spiazzante, ma giusta. E adesso scommetto che mi tocca aspettare il quarto romanzo.
Funny romantic: Overbite di Meg Cabot. Fermo restando che tra i suoi due spasimanti impalerei quello umano, Meena Harper mi è decisamente simpatica: non è una superfiga stendivampiri, ma una poraccia che s'è ritrovata col fidanzato sbagliato. O meglio: giusto, giustissimo, ma della specie sbagliata. Un personaggio che non sfigurerebbe nel cast di Sholeh Zard.
Romanzo de paura che Stephen King gli fa una pippa: Notte eterna di Guillermo Del Toro e Chuck Hogan. Basterebbe la copertina a far capire che non stiamo parlando di amichevoli vampiri della porta accanto, bensì di creature feroci e disumane, ripugnanti, che seguono logiche ben diverse dalle nostre. Per provare una paura fottuta: catartico.
Dove i vampiri sono un pretesto: L'accademia dei vampiri di Richelle Mead. Normali meccanismi di potere all'interno di una high school un po' particolare. Dove il vampirismo è un pretesto, probabilmente per adeguarsi al binomio vampiri/adolescenti di moda, ma potrebbero benissimo essere maghi o umani o qualsiasi altra specie da romanzo urban fantasy. Non male, per chi sopporta il genere.
Nuove creature magiche: La chimera di Praga di Laini Taylor. E dopo vampiri, licantropi, maghi, angeli, demoni, djinn e chi più ne ha ne metta, siori e siore, ecco le chimere. In guerra contro gli angeli, chissà perché poi. Nonostante queste orride premesse, la storia è leggibile, ma difficilmente leggerò i seguiti. Una nota poetica: la figura del Mercante di Desideri che non desidera mai, lui spera.
Romanzo di formazione: Thomas Jay di Alessandra Libutti. Bello tutto il lavoro di promozione, con la creazione del sito Free Thomas Jay e tutto il battage che ne è seguito. Il libro non è il mio genere, ma è una bella storia di formazione.
Fiaba: Rosa candida di A.A. Olafsdottir. Confesso: sono stata attirata principalmente dalla copertina, bellissima. Il libro boh, sai quando hai l'impressione che ci si sia fermati a una prima stesura, perché non si sapeva bene dove andare a parare? La storia è bella, il protagonista tal quale a mio marito (e il padre tal quale a mio suocero), bella la storia del roseto e l'aura un po' da realismo magico. SPOILER Forse la mia delusione nasce dal fatto che, in un'atmosfera così fiabesca, la tipa che dice "ho bisogno di cercare me stessa" proprio non ci sta. In un'atmosfera così, non c'è spazio per nient'altro che per il "vissero tutti felici e contenti, con una rosa tra i denti". FINE SPOILER Da provare.
Vampiri adolescenti pasticciati: Bleeding Love di Alyxandra Harvey. C'è la solita tipa adolescente. Solo che in questo caso non scopre improvvisamente di essere la principessa di un'antica casata di creature magiche: lo sa da quando è nata e per lei il sedicesimo compleanno sarà il giorno in cui smetterà di stare alla luce del sole, mangiare cibi normali, eccetera. Diventerà una vampira, come tutti quelli della sua famiglia, e secondo un'antica profezia regnerà su tutti i vampiri. A parte i patetici intrighi politici, di questo romanzo salverei una scena: quella in cui la madre della protagonista, Helena, fa irruzione armata insieme ai suoi sette figli e fa fuori la cattiva con un colpo di paletto in mezzo al cuore. Son finiti i tempi in cui le mamme si limitavano a strillare e piangere.
Per chi non è a dieta: A neve ferma di Stefania Bertola. Non siamo ai livelli di Romanzo rosa, ma questo libro è un piacevole svuotacervello in cui l'amore, gli equivoci e i dolci la fanno da padrone. Ideale per la convalescenza.
Per sognare Istanbul: Scandaloso omicidio a Istanbul di M. M. Somer. Come giallo, non un granché. Come spaccato di vita, da leggere assolutamente.
Giallo metafisico: La ragazza dei fiori morti di Amy Mac Kinnon. Bel giallo, costruito bene, che rimanda solo in qualche accenno ad Amabili resti, cui l'ho sentito paragonare. Peccato che la protagonista abbia nel sedere un palo grosso come quelli della luce, ché a un certo punto ti vien da chiederti perché son tutti lì a sdilinquirsi per lei. Dal mio punto di vista, poteva esserci un lieto fine ancor più lieto.