mercoledì 26 dicembre 2012

La coppa e il mortaio

Questo Natale mio cognato ci ha regalato uno splendido mortaio fatto da lui al tornio (lo fotograferei, se potessi godere di un minimo di luce decente, ma purtroppo...).
Si tratta di un mortaio a coppa, di ciliegio, con un elaborato pestello di sanguinello. È una coppia di oggetti molto belli, che però, siccome siamo dei cazzari, ha dato origine a una serie di battute (originate anche da una novella salace che non ricordavo se fosse di Boccaccio o dell'Aretino, e che scopro essere la seconda novella dell'ottava giornata del Decameron).
Tornati a casa, tiriamo fuori il mortaio e il suo pestello e li osserviamo meglio, anche per decidere dove metterli. E vengo folgorata da un'idea. Un po' irriverente, ma troppo illuminata.
Facciamo un passo indietro: nella simbologia rituale neopagana così come è stata codificata negli ultimi 50 anni, la Dea è rappresentata dalla coppa (identificata e/o confusa col Graal) e il Dio è rappresentato dall'athame.
Ad un certo punto del rituale, per significare l'unione di maschile e femminile, l'athame viene inserito nella coppa e viene recitata una formula che non ricordo mai. Questa mi è sempre sembrata una forzatura, un'unione non molto felice di simboli che presi singolarmente possono andar bene ma messi insieme non formano nessuna sinergia e non svolgono nessuna funzione. Nessuno, nella vita di tutti i giorni, inserisce un coltello in una coppa.
Invece, nella vita di tutti i giorni, può capitare che un pestello venga inserito in un mortaio. E che l'unione dei due attrezzi produca un pesto o un trito di frutta secca o un masala di spezie.
Il pestello e il mortaio sarebbero il simbolo perfetto per il Dio e la Dea: singolarmente presi sono significativi, e insieme svolgono una funzione.
Sarò l'unica persona a cui è mai venuta in mente questa cosa? Sicuramente no. E allora perché continuare con la coppa e l'athame?
Ho una mia personale teoria. Ma mi piacerebbe che fosse smentita.

lunedì 24 dicembre 2012

Musa's Box della Vigilia

E siamo alla Vigilia. Chiuso l'ufficio, sospese le magagne, benvenuta pigrizia. Ed ecco la cose più belle di questa settimana:
- la recita di Natale di Ettore, le cui maestre hanno sempre idee carine
- guardare tutti insieme La maledizione del coniglio mannaro
- rileggere L'apprendista delle Fiandre e gustarmelo più di allora, perché so già come proseguirà la storia
- cucinare lo storione
- le mie veterinarie, sempre carissime e con l'occhio giusto
- leggere per i miei bambini una storia regalataci da Piattini
- l'arrivo del libro sulle vampire thailandesi
- una bellissima recensione di Sholeh Zard su carta da pacco, accompagnata da altri piccoli oggetti bellissimi
- scoprire che, nonostante non sia proprio in strettissima osservanza della dieta, sono 52,5 kg, sotto ciclo (adesso però non sediamoci sugli allori, se no rischio di prendere 5 chili in 15 giorni!)
- un corposo carteggio culturale
- i baci di dama di un nostro docente carinissimo
- una serata splendida in un ristorante vegetariano goloso, con tutte le amiche della mia scuola di danza, e i miei bambini che, nonostante il sonno, trovano il modo di divertirsi e star bene
- lavorare per appianare i contrasti
- sfornare una cinquantina di omini di pandizenzero e mangiarne un bel po' a colazione, col tè indiano
- svegliarmi con la luce
- il saggio di Natale di Amelia
- prepararmi al viaggio sciamanico alla maniera degli iacuti
- conoscere una persona nuova e aver voglia di approfondire la conoscenza
- l'inizio delle ferie natalizie
- le mie quattro gatte e il mio gattino, sempre più affettuosi man mano che la temperatura scende
- scambiarmi un'occhiata con mia madre e ridere come sceme
- il cibo cinese da asporto, sempre sia lodato
- la casa che profuma di vin brulé e pane all'uvetta
- una candela dorata, bellissima e inaspettata
- la celebrazione del solstizio, al freddissimo ma con tanto calore
- i dolci miei e delle mie amiche
- i miei genitori che ci tengono i bambini per una sera
- la domenica a Torino, in famiglia, e vedere i miei bambini circondati di tantissimo affetto
- la Pinta che cerca le mie coccole
- i miei bambini che giocano con i regali ricevuti domenica
Anche se non sono cristiana, Natale lo festeggio anch'io. Non solo come festa del sole che rinasce, ma soprattutto come festa dei bambini, della speranza, della tenerezza e del calore. Vi auguro che le vostre feste siano un concentrato di tutto questo, e che siano condite da tanto riposo.








giovedì 20 dicembre 2012

Se domani finisse il mondo

Se domani finisse il mondo, personalmente rosicherei un sacco: ma come? Sono 2 mesi che mi trascino sui gomiti verso le vacanze di Natale, e tu stronzo mi dai il riposo eterno? Ennò, non ci sto. Ho diritto al mio Natale con i miei (marito, bambini e gatti), alle mie feste perinatalizie, alla mia settimana a Levanto. Non scherziamo.
Soprattutto, sono settimane che mi trascino verso le 12 di domani per poter scrivere a tempo pieno il terzo libro di Sholeh Zard, ancora senza titolo ma con un sacco di idee che sgomitano per uscire. Non poterlo scrivere mi scoccerebbe un sacco.
Il fatto è anche che quest'anno ho seriamente rischiato che i Maya avessero ragione, almeno per quanto mi riguarda: che io sia uscita illesa dall'incidente di marzo è una specie di miracolo.
Se ci fossi rimasta all'epoca, mi sarei persa un sacco di cose: non avrei finito Sholeh Zard (né l'avrei pubblicato né avrei scritto il suo primo seguito Zohar), non avrei visto Amelia che imparava a nuotare né Ettore che vinceva la repulsione per l'acqua, non avrei fatto snorkeling con Luca, non avrei visto e/o rivisto un sacco di amici vicini e soprattutto lontani, non sarei stata al concerto dei Gogol Bordello né a Viareggio per Rachel Brice, non avrei accolto in casa la Rachel e il suo spasimante né economicamente sostenuto la loro sterilizzazione.
Insomma, è sempre un po' la solita storia: non è (solo) paura della morte, è proprio che ti scoccia da morire lasciare lo spettacolo prima della fine. Oddio, se finisse il mondo lo spettacolo sarebbe finito, ma io avevo un po' di bis da fare, e magari anche un afterhour.
Se domani finisse il mondo, vorrei indietro i 250 euro delle gomme da neve.

lunedì 17 dicembre 2012

Musa's Box sotto la neve

Anche stavolta la lista è lunga, nonostante la settimana sia stata un po' movimentata
- sferruzzare la mia nuova lana marrone (rosicando un po' per non aver preso anche il color prugna)
- prendere un tè con un'amica e guardare insieme foto e video della presentazione di venerdì
- sdrammatizzare una situazione antipatica, ridendo con Luca
- le mie veterinarie, che vorrei curassero anche gli umani (e per me già vederle all'opera è terapeutico)
- i miei nuovi tè, tutti!
- nuove, entusiaste recensioni di Sholeh Zard
- la mia rubrica di fumetti su Zebuk
- fare shopping sul catalogo di Bao Publishing
- una cena tra amiche, e pazienza se lo scopo per cui era stata indetta è passato in secondo piano ;-)
- tramare per far avere a un'amica un regalo fichissimo
- fare progetti per presentazioni e performance
- la promessa delle vampire thailandesi (questa la capiamo in poche, ma buone)
- la Tata che ha passato la revisione
- la prospettiva di una nuova collega, in gamba e piacevole
- il lusso di fregarsene, chiudere la porta di casa e lasciar fuori le incazzature, crogiolandomi nel calore della mia casa e soprattutto della mia famiglia
- la neve, quella seria, in un giorno in cui posso permettermi di restare a casa con i miei bambini
- spadellare senza fretta e fare la torta di mele
- provare a fare il tè indiano: bbbono!
- rilassarsi fino ad annoiarsi
- scrivere e ridere di ciò che ho scritto, e poi ridere ancora leggendolo a Luca
- i miei bambini che giocano come se non ci fosse un domani
- il bellissimo spettacolo Sensation Seeker, con Francesca Pedretti e De Nova Luce, Alessandra Centonze e la Compagnia Odakini, Victoria Ivanova e Francesca Russo
- Amelia entusiasta del suddetto spettacolo
- Ettore addormentato con la sua volpina di pezza in mano, e che si risveglia soltanto durante l'intervallo
- vedere un'amica che non riesco a frequentare quanto vorrei
- provare una nuova ricetta per il plumcake
- passare la mattina con Luca
- guardare il primo episodio di Dexter quarta stagione
- rileggere un romanzo letto 15 anni fa
- progettare di corrompere una persona per indurla a leggere brani di Sholeh Zard in una performance che sta lentamente prendendo forma
- la musica fichissima che verrà usata nel booktrailer di Sholeh Zard
- contare i giorni che mi separano dalle ferie di Natale
- un bellissimo giro nel bosco innevato
- preparare pacchetti per le amiche lontane
- le scaloppe di storione (e l'altro chilo e mezzo che mi aspetta stasera)
- ricevere una telefonata di ringraziamento e auguri inaspettata
Ringrazio come sempre Euforilla, che ha lanciato la moda di questo esercizio fricchettone che fa tanto bene al cuore!




giovedì 13 dicembre 2012

Coccolatemi

Oggi ho bisogno di coccole. È stato un giorno tutto sommato buono: Zebuk ha pubblicato una bellissima recensione di Sholeh Zard e ho ricevuto notizie interessanti per il lavoro. Eppure è bastato un piccolo scazzo per rovinarmi la festa, forse perché questo piccolo scazzo nasconde tutto un modo di pensare che speravo tramontato. E che invece, evidentemente, è vivo e vegeto, se qualcuno pensa di essere divertente scherzando su certe cose, e si offende pure se non stai allo scherzo.
È una cosa piccolissima, che non mi tocca nemmeno in prima persona. Però insomma, mi turba. Più di tutto, mi turba pensare che venga da una madre come me, i cui figli non vedranno niente di male in certi scherzi.
E mi scoccia pensare che il tutto nasca da un abbigliamento non curato e da un aspetto un po' troppo nature per certi gusti. Come se fossimo femmine solo se indossiamo i tacchi e ci trucchiamo. Come se ci fosse un modo giusto e uno sbagliato di essere femmine.

martedì 11 dicembre 2012

Farcela

C'è gente che non ce la fa.
Io per esempio non ce la faccio ad aspettare Natale: non vedo l'ora che arrivi il 21 dicembre ore 12 per tuffarmi in quell'atmosfera full time con i miei bambini (e finalmente dedicarmi al terzo libro, di cui finora sono riuscita a scrivere 4 pagine).
Luca non sa se ce la farà a fare delle ferie serene, dal momento che uno dei suoi colleghi ha problemi di salute non trascurabili e di non immediata risoluzione. Spero che l'azienda capisca e trovi una soluzione, altrimenti, con i ritmi di queste settimane (il suo collega manca già da 3 settimane), il caseificio rischierà di avere due persone con problemi di salute non trascurabili.
E poi c'è tutta quella pletora di gente che non ce la fa in altro senso. Che non ce la fa a guardare più in là del proprio naso. Non ce la fa ad essere gentile a prescindere. Non ce la fa a capire che non è mors tua vita mea, e non è che se mi ferisci tu sei più nel giusto. Non ce la fa a mettersi nei panni degli altri, e vive con la scusa del non rendersi conto.
Per fortuna non sono molti e, se proprio non te li trovi sul lavoro, basta evitarli. Se ce la fai.

lunedì 10 dicembre 2012

Musa's Box del Patrono

Anche questa settimana, la lista delle cose belle è infinita. Adesso che me le segno man mano, mi sembra che siano sempre di più:
- un giro nel bosco con Luca, in una pausa pranzo feriale, con i panini al formaggio e un sole splendido
- la Quarta che mi fa il pelomassaggio e mi dà le testatine
- un'ottima cena thai, preceduta da shopping selvaggio di spezie
- Amelia che cerca di farsi capire da un musicista scozzese
- ritrovare uno stand che credevo non sarebbe più ricomparso all'Artigiano in Fiera (no, non è quello dei tamburi ungheresi, ma non si può avere tutto)
- un'alba spettacolare, con i toni del rosso e del grigio che si intrecciano tra le nuvole
- quando Luca mi sorprende
- un mezzo pomeriggio passato a produrre mandorle e pistacchi speziati
- ridere tantissimo con Ettore, che vuole impedirmi di commentare su FB
- il mio nuovo ombretto Neve Cosmetics color erba
- indossare il mio bellissimo vestito Desigual, abbinato alla collana creata da Euforilla
- scegliere le spezie più gustose per le mandorle della presentazione
- essere sorpresa dalla partecipazione di alcune persone, che non credevo poi così interessate e che mi hanno commossa
- i messaggi e le chiamate di chi non ha potuto partecipare
- ridere ed emozionarmi sentendo leggere le mie stesse parole da Marco (grazie!)
- il vestito fighissimo della mia amica Grazia, e le risate che mi sono fatta leggendo che mi chiedeva il "permesso" di metterlo (Grazia, non ho riso della tua delicatezza, ma non ho potuto trattenermi all'idea di quanta figaggine ci sarebbe stata in biblioteca quella sera)
- le mie amiche Cristina ed Anna, che mi hanno aiutata col tè e le mandorle
- la prospettiva di nuove presentazioni, vicine e lontane
- la presentazione, punto, e chi c'era lo sa :-)
- i miei bambini addormentati sul tappeto della zona bimbi
- una passeggiata nella neve, con il sole, insieme a Ettore
- giocare a SuperFarmer con grandi e piccini
- il merluzzo al forno con le patate
- l'ennesima torta di compleanno di Amelia
- Amelia che gioca a truccarsi
- coccolare Amelia stanca e infreddolita a fine giornata
- una giornata di shopping con le amiche, con i suoi frutti: gli addobbi tribal dell'albero di Natale, una nuova felpa da Chapati, 4 tipi di tè profumati, i biscotti olandesi, 10 gomitoli di lana che chissà...
- riconciliarmi con mia madre davanti a una torta pere e cioccolato (sono una venduta, lo so!)
- ricapitolare gli acquisti con i miei bambini, che hanno passato la giornata con i miei
- Quarta che da una settimana è con noi e speriamo ci resti almeno tutto l'inverno
- l'arrivo dei tè di Acilia
- una cena insieme a Luca, a base di tè e biscotti olandesi (presi insieme a una bellissima scatolina di latta, che è già stata riempita di tè)
- il sole all'alba, enorme e rosso, in un cielo gelido ma limpidissimo
- sapere che certe amiche lavorano costantemente per la mia felicità, anche all'una di notte (questa mi sa che la capiamo solo io e l'interessata, ma colgo l'occasione per dirti grazie!)
Certo, i malumori non sono mancati: per Amelia che ha dovuto prendere l'antibiotico, per il mal di testa fulminante di Luca, per la neve che ha impedito a molti di venire alla presentazione. Ma, a rileggere questa lista, mi sembrano così insignificanti...


giovedì 6 dicembre 2012

Ansia da prestazione

Lo so che domani a Motta saremo tra amici. E che, tra un brano e l'altro, chiacchiereremo, berremo tè e mangeremo dolcetti.
Però sarà la neve annunciata (e speriamo evitata), sarà che ci tengo davvero, oggi non riesco a concentrarmi. Inizio un lavoro, mi lascio distrarre subito da altro, ne inizio un altro lasciando il primo a metà. Mi ricordo questo e quello, a tratti. Non sono certo concentrata.
Sarà ansia da prestazione? Non lo so.
So solo che oggi pomeriggio io e i fornelli diventeremo una cosa sola, per produrre una quantità di mandorle e pistacchi speziati. E domani non vedo l'ora di abbracciarvi tutti, quelli che ci saranno di persona e quelli che non potranno.

lunedì 3 dicembre 2012

Musa's Box

Ommioddio, stilare un elenco delle cose più belle di questa settimana sarà davvero un'impresa titanica!
Con ordine (ma anche no):
- Riuscire a portare la mia amica Chiara, seppure con qualche piccolo incidente, allo swap party e guadagnarci 3 maglioni, 3 magliette e un paio di pantaloni
- Complottare con le amiche per decidere il regalo di compleanno per un'amica comune e innamorarsi di una serie di oggetti visti su Etsy
- Fare le prime prove di lettura per la presentazione di Sholeh Zard di venerdì 7
- Godersi le serate in famiglia, tutti vicini e tutti sereni
- Rendere felice un'amica con un regalo che solo io posso farle
- Ispirare idee imprenditoriali ad amiche molto diverse tra loro
- Fare shopping di giochi e giocattoli in vista del compleanno di Amelia ma soprattutto del Natale
- Sentire Amelia che legge per Ettore un libro di favole
- Ricevere un vassoio di dolci come premio del mio impegno umano sul lavoro
- Essere intervistata alla radio!
- Ricevere un nuovo mazzo di tarocchi da un'amica
- Sfornare una focaccia fatta in quattro e quattr'otto, da leccarsi i baffi
- Vedere che la presentazione che hai contribuito a organizzare è andata benissimo, oltre le tue più rosee aspettative
- La mia collana bellissima, di Refugee Scart!
- La Quarta che torna dopo quasi due mesi e ci fa tonnellate di fusa
- Passare quasi 3 giorni a contatto con due amiche lontane e scoprirsi affiatate come se avessimo sempre abitato nella stessa strada
- Festeggiare Amelia a colazione, senza grandi pretese, e poi scoprire che anche gli amici ci avevano pensato e le avevano fatto regali bellissimi
- Festeggiare una cara amica per i suoi 40 anni, insieme a tutto il Norditalia
- Una veranda stupenda, in una casa bellissima, in cui prima ho coccolato il mio bambino e poi ho chiacchierato con le amiche finché quasi non cascavamo addormentate
- La sensazione che, anche se stessimo insieme per una settimana, non sarebbe comunque abbastanza (ma a quel punto gli uomini si coalizzerebbero contro di noi, mi sa)
- Scoprire un Monferrato bellissimo e insolito, brumoso e colorato
- Conoscere persone nuove e piacevolissime, non mi stancherei mai
- Fare colazione con le brioches appena sfornate
- Portare le mie amiche sulla strada della perdizione
- Assistere con i miei bambini a un concerto di omoni scozzesi
- Scoprire una cosa brutta, che mi fa incazzare da morire, ma avere in quel momento il supporto delle mie amiche accanto
- Pensare che mia figlia, nonostante tutti i culi che le tiro, è davvero una bella persona, e vedere che gli altri lo manifestano con frequenza maggiore rispetto a me
- Avere la conferma che Luca è veramente un uomo speciale, con cui divertirmi e a cui appoggiarmi. E soprattutto è uno scaldapiedi d'eccezione
- Sapere che la mia vita è piena di amore e di bellezza, mi sento così fortunata!
Penso di essermi scordata almeno il 50% delle cose belle di questa settimana, che è stata bella e si è chiusa in modo davvero straordinario.
Questo esercizio settimanale, che all'inizio mi sembrava un po' troppo fricchettone, mi sta davvero aiutando a capire quante cose belle ci sono nella mia vita, è un privilegio immenso poterne godere.
Ovvio che non sono una santa, gli umori neri ci saranno sempre. Ma sapere che non sono fondati, che sono solo attimi e ormoni, è un enorme sollievo.

sabato 1 dicembre 2012

Letture di novembre

Space Opera: Saga di Brian K. Vaughn e Fiona Staples. L'ho voluto dal primo giorno in cui Bao ha annunciato che l'avrebbe pubblicato. E avevo ragione, cazzo. L'unico mio timore, avvicinandomi alla fine di questo primo volume, era che finisse in qualche modo atroce, con un cliffhanger strappacuore. E invece il cliffhanger c'è, ma mi fa venire da sorridere ogni volta che ci penso.
Manga tribal: I giorni della sposa di Kaoru Mori. Regalo di PianoBi, graditissimo. Ho letto i primi 3 volumi, quelli pubblicati in Italia. Gradevoli, disegni da urlo nonostante l'estetica manga non sia proprio la mia. Ora che sono assuefatta, non mi resta che aspettare le prossime uscite.
Paranormal romance: La cacciatrice della notte di Jeaniene Frost. Dev'essere un vizio delle cacciatrici di vampiri: da pudica a puttana nel giro di 2 capitoli netti. Avevamo già visto una cosa del genere in Anita Blake, partita con l'idea di "conservarsi" per il matrimonio e ora impegnata con una quantità imprecisata di maschi di varie specie. Cat si contiene: si limita a fare sesso selvaggio con un solo fighissimo vampiro. Tra una scopata e l'altra, lui le insegna l'arte di piantar paletti (e giuro che in questo caso non è un doppio senso). Uno svuotacervello che si fa leggere, ma dovete promettermi che la mamma di Cat morirà entro il prossimo libro. Di morte lunga e dolorosa, sennò ci penso io.
Distopia, amore e poteri speciali: Schegge di me di Tahereh Mafi. La storia è sicuramente interessante e raccontata bene: la "buona" che si crede un mostro, il "buono" che la vuole salvare, il "cattivo" che però forse non ha poi tutti i torti. L'unica pecca, che ho riscontrato anche in altri romanzi Young Adult, è la gestione dei genitori. Se anche mia figlia fosse capace di uccidere o far star male le persone col suo tocco, troverei un modo per essere un genitore decente, per darle affetto, per non farla sentire troppo diversa: dopotutto basta un po' di latex, diomio. Tutti questi genitori che non vedono l'ora di sbarazzarsi dei figli "speciali" non sono credibili, neanche nell'ottica di un lungo logoramento di nervi. Orrenda la copertina, come il 90% delle copertine di libri YA.
Distopia, amore e poteri speciali 2: Destroy me di Tahereh Mafi. E non ce l'ho, fatta, ho preso il seguito in formato Kindle. E vorrei indietro i miei soldi: si può spacciare per seguito i deliri amorosi del cattivo? Sotto un certo aspetto, geniale. E coraggioso: se facessi una cosa del genere, io vivrei nel terrore di trovarmi qualcuno sotto casa, con una mazza da baseball in mano.
Doppioni apparenti: Jenny Pox di J.L. Bryan. La storia di come sono arrivata a questo libro sarebbe veramente interessante, ma troppo lunga da raccontare in questa sede. Apparentemente, stesso contesto di Schegge di me: una ragazza non può toccare nessuno, pena la morte altrui. Qui però c'è la provincia americana, un padre amorevole (finalmente!), un confronto con persone di pari poteri. Non sono convinta della fine, ma non è poi così grave.
Fantasy per bambini: The Familiars libro 1 di Adam Jay Epstein ed Andrew Jacobson.Gradevole fantasy avventuroso, incentrato sulle figure dei famigli o familiari (per intenderci: Hedwig e Crookshanks). Se i miei figli non fossero in fissa con Strega Madrina, gliel'avrei letto. Al limite, glielo leggerò quando avremo finito di rileggere quello.
Benvenuta depressione: Il bambino indaco di Marco Franzoso. A caldo, mi verrebbe da commentare: storia di un pirla che voleva la moglie New Age e si è trovato a fronteggiare il problema di averla. Ovviamente è un'estremizzazione, ma rende bene l'idea di come per tutto il libro (breve, per fortuna, un racconto in verità) ti venga da dirgli: o pirla, prendi il bambino e scappa, salvalo, salvati. E invece niente, come al solito devono intervenire le mamme. Con tutto il fatto che, se mia nuora affamasse mio nipote per le sue convinzioni del cazzo, non le sparerei: mi prenderei proprio la soddisfazione di prenderla per quel collo striminzito e tirarglielo come a una gallina. Insomma, ci voleva più cattiveria.
Urban fantasy YA rocambolesco: Demon sitter di Royce Buckingham. Morto il suo maestro, un ragazzo rimane solo in una casa polverosa a custodire demoni, qui intesi come creature del caos che vanno tenute a bada affinché non distruggano l'ordine del mondo. In verità la trama è esilina, niente di che, ma alcune scene sono esilaranti e in generale il mondo in cui il protagonista si muove è interessante. Svuotacervello intelligente per ragazzini, godibile anche dagli adulti.
Un punto di vista diverso: Il vangelo dell'assassina di Amanda Lind.  Si può essere moglie, madre e professionista del crimine? La risposta di Francy è "nì". La mia risposta è "sì, se hai le palle di non sposarti con un fantoccio". Ma anche "chissenefrega, ormai il danno è fatto". Il romanzo è bello e originale, neanche un personaggio stereotipato, c'è azione ma anche introspezione. La mia anima bambina avrebbe preferito un finale diverso, ma la me stessa adulta riconosce che è giusto così.