venerdì 29 novembre 2013

Quel che non è

Non è versare fiumi di lacrime. Non è aspettare che ti chiami. Non è dipendere dalle sue decisioni, senza poter dire la tua. Non è giustificarlo/a sempre e comunque. Non è te e lui/lei contro il resto del mondo, anche quando il resto del mondo ha ragione. Non è perdonare a prescindere. Non è farsi mancare di rispetto. Non è stare insieme per il bene dei figli. Non è tenerselo/a per paura di restare soli. Non è servirlo/a e riverirlo/a. Non è avere paura delle sue reazioni.
L'amore non è subire.

PS: Questo non è un post ritardatario per il giorno contro la violenza sulle donne. È una riflessione su quanto sia sbagliato che l'amore venga confuso con la violenza, la sopraffazione e il possesso, a tutte le età, in tutti i sessi e a qualunque grado.

martedì 26 novembre 2013

Lana compulsiva

Il sole autunnale e gli arresti domiciliari mi hanno fatto venire una voglia pazzesca di fotografare tutto il mio stash, in prospettiva di metterlo nel mio profilo Ravelry.
Sono malata, e non solo di raffreddore.










E questa non è una lana, ma non ho resistito a cercare di fotografarla in questa luce.



lunedì 25 novembre 2013

Una bella giornata


Sono malata. E la foto qui sopra è la summa di ciò che mi attende in questi giorni: gran tisane (specialmente quella miorilassante preparata dalla mia amica Isabella), lana, riposo.
Oddio, riposo. I bambini sono a casa perché il pullmino comunale è rotto ed io, essendo malata, non posso portarli. E quindi non posso proprio sbracarmi sotto le coperte, anche se loro sono bravissimi e coccolosissimi.


Il weekend in trasferta mi ha fregata: Torino è tanto bella, ma lo sbalzo di temperatura e il tempo pazzo di sabato e domenica si sono alleati con la debolezza del ciclo.
Poco male: sul lavoro non siamo chissà come pressati in questo periodo, se manco un paio di giorni non succede nulla.
A casa con i miei doloretti cucino qualche verdura e mi godo una piccola anteprima di vacanze di Natale.





Anche le gatte sono un po' acciaccate: Quarta ha avuto un raffreddorone settimana scorsa, adesso cominciano a starnutire Rachel e Pinta.



Io mi metto nei tanti sunny spot della casa del polacco e fotografo gli oggetti baciati dal sole.




venerdì 22 novembre 2013

Tè al cioccolato: recensione

Fonte: Pinterest

 Sono approdata al tè al cioccolato con un certo scetticismo: nella mia visione veteroculinaria tè e cioccolato erano due mondi che non dovevano entrare in contatto.
E invece poi mi si sono aperte le porte della percezione: merito del Nido di Fata di Acilia. Un tè piacevolissimo, non incentrato solo sul gusto di cioccolato, che mi ha fatto capire: si-può-fare!
Da lì ho cominciato a provare tutti i tè o rooibos al cioccolato che mi capitassero a tiro: Kusmi, varie erboristerie tra Pavia e Torino, Yogi Tea, eccetera.
Sabato scorso ho trovato il vincitore incontrastato di ogni classifica: il tè Chocolat della Teiera Eclettica. Profumato, piacevole e delicato, cioccolatoso ma senza esagerare. La mia amica Cristina ne ha dato la definizione perfetta: sa di impasto di torta al cioccolato. È il tè ideale da sorseggiare in grandi mug davanti al computer o in delicate tazze di porcellana al tè delle cinque. Magari accompagnandolo con i biscottini al cioccolato dello stesso negozio, una goduria ineffabile.
Perdipiù, grazie alla passione e alla competenza del personale del negozio, mi sono portata a casa due tè che non avevo ancora assaggiato ma che si sono rivelati altrettanto entusiasmanti: Autunno, che mantiene tutte le promesse del suo nome, e American Breakfast, con una base di malto che lo rende quasi equivalente a una buona birra.
Il premio della critica va ex aequo a due rooibos: quello del mio negozietto di fiducia e il rooibos vaniglia e cioccolato di English Tea Shop, assaggiato al Sana di Bologna. Quest'ultimo purtroppo non viene commercializzato in Italia: mi toccherà andare su Amazon UK e procurarmene una quantità industriale.

domenica 17 novembre 2013

L'invidia degli dei e degli uomini

Sto leggendo un grande classico dell'antropologia culturale, Sud e magia di De Martino. Nel clima descritto nel libro, aleggia un enorme spettro: l'invidia. Gli altri ti invidiano, magari anche involontariamente, e questo genera il malocchio.
C'è tutta una serie di riti da compiere per evitare di riceverlo ma anche di darlo, in particolare in occasioni felici come matrimoni e nascite.
Ecco, io per tutta la vita ho temuto l'invidia degli dei. Ho temuto e temo che la mia felicità, pur umile e non sbandierata, possa essere scambiata per hybris.
Non ho mai temuto l'invidia degli umani, non a livello magico/scaramantico. Ho la convinzione che, anche se tale sentimento avesse il potere di generare eventi infausti, ciò andrebbe a svantaggio di chi li genera, alla fine di tutto.
Credo in una specie di karma per cui, se fai il bene e cerchi di tirare fuori il meglio da te stesso e dagli altri, in qualche maniera e in qualche momento se ne terrà conto. E, anche se così non fosse, tu sarai stato bene con te stesso e con chi ami, oltre che con la tua coscienza.
Questa riflessione la faccio non tanto per me, quanto perché una mia cara amica sta vivendo un momento molto importante della sua vita. E, invece di essere circondata di affetto e gioia, come dovrebbe essere, deve ad ogni momento difendersi dalle pretese e dalle pressioni che vengono dagli altri: chi vorrebbe vivere quello che vive lei, chi è in pena per lei e le scarica addosso l'ansia, chi non è contento della propria vita e invece di scavarsi dentro rompe fuori.
A lei dedico queste foto. Perché le ricordino la gioia e la relativa serenità di questi giorni, e le guardi quando ne avrà bisogno.





venerdì 8 novembre 2013

Elogio della follia

La mia vita non è quella che si aspettava mia madre: non sono una luminare di successo, non ho un sacco di soldi e non vivo tra una conferenza a Oslo e un convegno a New York.
Nemmeno mio marito è quello che si aspettava mia madre: ha problemi con alcune nozioni elementari di cultura generale (ma non sbaglia un solo nome scientifico, quando si parla di piante), ha l'aspetto di un cane da pagliaio ed è brillante quanto un cinghiale selvatico (però decisamente più mite). In verità non è neanche come me l'aspettavo io, ma il colto sofisticato mi aveva enormemente deluso e quindi ero aperta a tutta una serie di possibilità inedite.

È che stamattina ero lì ad attizzare il fuoco e mi son vista da fuori. Io che attizzo il fuoco in una casa di campagna, con 2 figli in via di risveglio e un bosco tutt'intorno? Dove sono i sogni di gloria del passato?

Poi ci ho pensato. La mia unica vera aspirazione per tutta la vita è stata scrivere. Dove come e quando non sono mai stati importanti. E quale posto migliore di casa mia per scrivere? Lo stereotipo dello scrittore che si ritira nella natura per trovare ispirazione avrà pur un motivo di essere.
E poi, la mia famiglia. Non la prevedevo, OK, ma mica è un ostacolo. Anzi. Sembrano usciti di un libro di Jasper Fforde, soprattutto mio marito. Sono fonte di disastri, e disguidi, e imprevisti. Tutti strumenti del mestiere, per uno scrittore.

Mio marito sembra un animale mansueto e poco interessante, a una prima occhiata. Ma poi mi trascina in imprese assurde e folli. La nostra casa, per esempio, oppure l'orto col laghetto. Oppure l'acquario marino, che un giorno ospiterà un polpo.

Sì, la mia vita non è quella che si aspettava mia madre. Per fortuna.

lunedì 4 novembre 2013

Per Luisa


La mia più vecchia amica si chiama Luisa: ci conoscevamo da quando eravamo bambine e andavamo al mare insieme, tutti gli anni stessa spiaggia stesso mare. Ci tenevamo in contatto attraverso le lettere e per fortuna il nostro legame è sopravvissuto nel tempo.
Luisa è una persona straordinaria, una di quelle che ammiro di più. La più disinteressata che conosca, e questo le ha causato dei bei dispiaceri sul lavoro e immagino nella vita in generale.
Per esempio, i funghi non li mangia, ma le piace tantissimo andare a cercarli, per il gusto di vederli e riconoscerli.
A lei dedico questo viaggio fotografico.

















domenica 3 novembre 2013

Il primo weekend di autunno

In questo stranissimo anno dallo stranissimo clima, quello in corso è il primo weekend di vero autunno, con il freschino, i funghi, l'umidità e i giri nel bosco con le foglie che cadono tutte intorno.
Sui funghi farò un post a parte: ne ho fotografati un'infinità e devo sistemare le immagini.
Ma per ora, giusto come promemoria, posto le immagini che rappresentano meglio questi bei, sereni giorni di ozio e calore.