giovedì 30 gennaio 2014

Neve


C'è chi la ama. E chi la odia, soprattutto se deve fare un chilometro e mezzo di sterrato con una C3.
Ma difficilmente lascia indifferenti.


Se vivi in un posto come la casa del polacco, è inevitabile che la bellezza vinca sulle considerazioni pratiche.


Soprattutto quando il meteo ti rassicura: stanotte pioverà (ha già cominciato) e domani la neve sarà tutta sciolta.


martedì 28 gennaio 2014

Amarsi un po'


Ci sono persone che si piacciono e altre che no. Questo è pacifico.
Ci sono persone che mettono gli altri (chiunque altro) prima di se stesse. E altre che non vedono se non se stesse.
Se fosse per come sono fatta io, tutte queste frasi incoraggianti sull'amarsi di più non le capirei. E invece poi conosci persone fantastiche, a cui vorresti assomigliare, che non potrebbero amarsi di meno. E che pensano di meritare ciò che gli succede o di non poter aspirare a nulla di più.
Penso tuttavia che le persone con problemi di questo genere siano immensamente meno numerose di quelle che hanno il problema opposto.
E non parlo tanto dei narcisisti, di cui pare ci sia una vera e propria epidemia nelle ultime generazioni. Parlo di tutte quelle persone che non sollevano mai il naso dal proprio ombelico, seguono i propri desideri e i propri istinti senza degnare di un pensiero le reazioni altrui e poi si giustificano dicendo che fanno quel che fanno perché hanno poca autostima, manie di controllo, complessi di inferiorità, ecc.
Mi dispiace dirlo così brutalmente, ma son tutte palle: voi vi amate fin troppo. Vi amate a tal punto da idolatrare i vostri stessi difetti, come le madri decerebrate che vantano i figli vandali dicendo "essere vivaci vuol dire essere intelligenti". Mi dispiace, ma dopo una certa età, qualunque sia il vissuto di una persona, le giustificazioni non sono più valide. Potete provare a manipolare la realtà come preferite, ma i fatti restano.
E c'è persino qualcuno che se ne ricorda.

lunedì 27 gennaio 2014

Pace, lana e musica


Vengo da un weekend davvero stupendo, anche se troppo breve.
Partiti sabato mattina, ci siamo goduti il tempo luminoso e sereno già in viaggio: niente preoccupazioni per la nebbia, un sole quasi fin troppo caldo.
Siamo arrivati a casa di Stefania, che gentilmente ci ha ospitati nella sua nuova casa, nonostante il trasloco recente. Nel pomeriggio ci siamo mossi verso Laives e il meraviglioso Geena's Own, un locale che invidio enormemente a chiunque possa raggiungerlo in meno di quattro ore.
Là ci attendeva Sybille, circondata dai suoi favolosi disegni. A proposito, se siete in zona o prevedete di andarci, la mostra chiude tra una decina di giorni, l'8 febbraio. Per favore visitatela per il vostro bene, è bellissima e il posto la ospita splendidamente.







Il giorno dopo, dopo una colazione da re, siamo andati al lago di Caldonazzo a goderci il sole e disturbare un po' di pennuti.







Per pranzo ci siamo riunite a Sonia in un ristorante che non ho fotografato perché obnubilata dalla fame, ma che meritava eccome.
Dopo un'incursione a casa di Comida, che ci aspettava con un'alzatina colma di chouquettes, ci siamo diretti al Café de la Paix, altro posto che invidio enormemente ai locali, in cui una volta al mese si svolge un altrettanto invidiabile Knit Café.
Tra ferri sempre in movimento, bambini di ogni età e centrifugati favolosi, abbiamo parlato di Sholeh Zard, letto qualche brano (il Patrono spopola sempre) e preso qualche deriva (Jasper Fforde mi deve una percentuale sulle vendite, per esempio).





Devo ringraziare Stefania e Sonia, per l'ospitalità e per l'organizzazione. E Sybille, favolosa artista con un cuore grande così, che mi ha regalato gli originali delle copertine di Sholeh Zard.
Un ultimo enorme grazie va a G., marito di Stefania, che si è prestato per tutto il tempo ai giochi con i miei bambini, come la migliore delle tate.
Ma quante belle persone si conoscono via blog?



venerdì 24 gennaio 2014

Sole!


Dopo giorni in cui un po' si faceva vedere e un po' no, oggi c'è il sole. C'è anche vento, e fa freddino, ma che meraviglia rispetto ai giorni scorsi, di buio e umidità.
Viene voglia di fare più cose, anche in casa, anche se stiamo per passare il weekend a Trento e Bolzano.


Viene voglia di indossare colori accesi e togliersi di dosso il grigiore delle ultime settimane.


Nel frattempo, ogni giorno le giornate si allungano e qualche pianta timidamente suggerisce che la primavera è sempre più vicina.


I miei bambini giocano fuori, anche se il fango è ben lungi dall'essersi asciugato. In realtà Amelia dovrebbe fare i compiti, ma come faccio a rinchiuderla con questo sole, dopo settimane di pioggia? Li faremo lunedì, se tornerà il brutto tempo.

giovedì 23 gennaio 2014

Trento e dintorni


Siamo in partenza per Trento e Bolzano.
A Bolzano andremo a vedere la mostra di Sybille, che ha disegnato le copertine di Sholeh Zard, in un posto che solo a leggere la descrizione sembra il paradiso.


Saremo là sabato, nel tardo pomeriggio e per cena.
Domenica invece presenterò Sholeh Zard presso il Café de la Paix di Trento, alle 17.30. L'evento è stato organizzato da Per scherzo e per caso, all'interno del Knit Café mensile che ha ospitato autori ben più importanti di me.
Si leggerà qualche brano, si sferruzzerà (non obbligatorio, ovviamente) e si tirerà tardi in chiacchiere.
Chi viene? Vi aspetto!

martedì 21 gennaio 2014

Invidia

Ci sono persone che si stupiscono di me. Pensano che la mia sia una facciata, che viva nell'ipocrisia.
Perché non provo invidia.
Sola tra i sette vizi capitali, l'invidia non mi tocca.
Non voglio essere qualcun altro, voglio essere io.
Non voglio la roba di qualcun altro, a meno che non me la regalino.
Non voglio lo stipendio di qualcun altro, voglio il mio. Certo, potrebbe essere più corposo, ma non intendo ingrandirlo a spese della perdita della mia mansione attuale: non voglio più responsabilità, non voglio far carriera.
Una persona che ottiene un successo non mi toglie nulla. Se quel successo l'ha ottenuto per meriti, chapeau. Se invece l'ha ottenuto per favori, saranno affari suoi e della sua coscienza.
Se qualcuno vince qualcosa per cui concorrevo anch'io, vuol dire che non mi sono impegnata abbastanza. O che c'era dietro qualcosa di più grande di me, se la competizione non era leale.
Arrabbiarmi mi arrabbio. Ci rimango male, anche. Ma non provo invidia, al massimo ammirazione.

mercoledì 15 gennaio 2014

Visioni


Ieri eravamo a casa da soli, Ettore ed io. Lui è arrivato col pullmino verso le cinque. Tutto era buio e un po' ovattato, silenzioso, mentre facevamo merenda l'uno seduto di fronte all'altra.
Eravamo contenti ma silenziosi, lui preso dal suo yogurt e io dal mio tè. E da lui, che ultimamente mi sembra crescere a vista d'occhio.
Improvvisamente l'ho visto, anzi, mi sono vista con lui tra vent'anni: lui non è più il mio bambino, non vive più con noi, è solo di passaggio, e io sono la sua vecchia mamma che gli prepara la merenda come una volta (ovvero gli versa lo yogurt, cosa che per l'epoca sarà perfettamente in grado di fare da solo).
Il gatto che lo tormenta non è la Pinta, che non è più con noi.
Ci godiamo questo momento tutto per noi, senza parlare.

Ho già avuto visioni del genere. Quella più vivida riguarda Luca e il mio futuro con lui, esatta fin nel minimo dettaglio di una gatta bianca in braccio a me.
Di solito ci becco. Lo spero con tutto il cuore anche per questa volta.

domenica 12 gennaio 2014

Strani propositi

Questo nuovo anno mi ha regalato 3-4 chili in più.
Come mai? È presto detto. A parte che venivo da un'estate di cibo da asporto, durante queste feste non siamo andati a Levanto. Che per me significava, oltre alla bellezza del posto e del clima, camminare un sacco, mangiare pesce e lasciare a casa i dolci natalizi.
Quindi il primo proposito del 2014 è perdere la zavorra che mi si è accumulata sul sedere. Prevedo di riuscirci in breve tempo, ho fissato un appuntamento dalla dietista per il 10 marzo e per allora sono intenzionata a non parlare più di questi chili.
Il secondo proposito è meno salutista.
Fino a quando sono rimasta incinta di Amelia, reggevo l'alcol come un birraio irlandese. Anzi, probabilmente meglio.
Poi i bruciori di stomaco della gravidanza mi hanno fatto smettere di assumere cibi piccanti e alcolici.
Il piccante l'ho recuperato negli ultimi 2 anni: prima col pepe, poi con rafano e zenzero, infine col peperoncino, che mi causa ancora una certa difficoltà nei suoi stadi avanzati ma non voglio esagerare.
Ora è il turno dell'alcol. So che durante il premestruo sono a rischio mal di testa, in quei periodi eviterò. E non voglio neanche bere tutte le sere, per carità, ché poi mi viene la pancetta da birra.
Però voglio tornare a potermi godere un buon vino senza stramazzare morta di sonno dopo mezzo bicchiere. Voglio uscire e prendermi qualcosa di più di una birretta chiara.
Cum grano salis e senza esagerare, come con i dolci del resto.
Così magari le mie amiche smetteranno di sentirsi in colpa quando cenano col vino e io le guardo pensando "magari".

giovedì 9 gennaio 2014

Profondo nero



Sono state belle vacanze. Ma, come tutte le cose belle, sono finite e hanno lasciato l'impressione di essere durate troppo poco.
Ci siamo riposati, ci siamo goduti per bene la casa nuova, abbiamo passato tanto tempo insieme.
Abbiamo diviso il nostro tempo tra noi stessi, le cose che amiamo fare, gli amici e i parenti.
Rispetto agli anni scorsi, in cui andavamo a Levanto, siamo usciti molto meno. Ma abbiamo speso meno soldi.
Abbiamo guardato serie TV e vecchi film, da soli e tutti insieme, io quasi sempre con un lavoro a maglia tra le mani.





Ho concluso un cardigan avviato prima di Natale, iniziato un maglioncino per Amelia, improvvisato un velocissimo scaldacollo per mia madre. Ho attaccato 13 bottoni al suddetto cardigan, mentre Amelia ripeteva le tabelline: la mia personale idea di inferno, altro che fratelli Winchester.
Ho atteso invano una lana vinta all'asta e spedita prima di Natale, arrivata oggi.



Per consolarmi, ho tinto della lana col legno di campeggio, ed ho ottenuto un viola episcopale e vari rosa variegati nei bagni successivi.
Ho fotografato tutto il fotografabile nei giorni e nei momenti di luce, ma negli ultimi giorni di luce non se n'è vista per niente. Stamattina credevo di aver sbagliato fuso orario, per dire.
E adesso tornare al lavoro è durissima. La pigrizia ha avuto il sopravvento, rimettermi nei ritmi di prima è come togliermi improvvisamente una droga.
Mi consolo pensando in prospettiva: cose da fare, gente da vedere, progetti da realizzare. Ma in questi giorni di strana quiete, in cui il tempo sembra immobile, vince l'umore nero.
Salvo poi pensare al sushi di ieri, il cui avanzo ho mangiato oggi in ufficio. O ai cartoni che condividiamo con i bambini in queste sere. O alle serie TV che sto scaricando e che mi faranno compagnia nei prossimi progetti di maglia.