venerdì 30 maggio 2014

Aiuto


Ciao, sono Chiara e ho un problema di dipendenza.
Da quando sono nella casa del polacco, amo i fiori. Non posso vivere senza.


Lo testimonia la quantità di foto di fiori presenti nel mio cellulare. Quando mai in precedenza avevo scattato più di una foto al mese a un fiore?


Sono certa si tratti di una malattia, ma non voglio essere curata.
Anzi.


Vorrei un consiglio.
Oltre all'area che adibiremo a roseto, l'orto del polacco ha un altro spazio di dieci metri per cinque, in cui vorrei piantare qualche fiore da taglio, possibilmente perenne.


Dal momento che vorrei usare quei fiori per i vasi di casa, mi piacerebbe che le fioriture fossero di lunga durata.
Consigli?

martedì 27 maggio 2014

Consoliamoci


Veniamo da un gran bel weekend, in cui abbiamo fatto tutto ciò che ci piace fare.
Siamo stati tanto all'aperto, siamo andati per mercatini, abbiamo visto amici, abbiamo mangiato bene.


Non abbiamo dormito quanto avremmo voluto, anche perché ci svegliamo presto nonostante le ore piccole fatte di sabato. Però ne è valsa la pena: era un po' che non ci si trovava a chiacchierare e suonare, in un bel posto poi.




Domenica invece è stata all'insegna del relax, compiti di Amelia a parte (di cui però si è voluto occupare Luca, mentre io stavo con Ettore).
Abbiamo provato la tenda che ci porteremo in Grecia, soprattutto per capire se è complicata da chiudere. Ed Ettore ha finalmente imparato ad andare in bici senza rotelle (dobbiamo ancora lavorare sul fatto che la bici lo "porta nelle piante spinose" ai bordi del vialetto).
Non ho foto né video, perché in quel momento ero impegnata a chiudere il mio Caviar Dress ed ero terrorizzata all'idea di perdere qualche punto.
Però abbiamo festeggiato con una pizza, secondo me vale anche di più.


Oggi siamo a casa perché Ettore ha mal d'orecchi, e c'è brutto ed umido. Consoliamoci col ricordo del weekend, dai.

martedì 20 maggio 2014

Letture

È un periodo veramente incasinato per le mie letture: vorrei leggere un mare di libri ma anche lavorare a maglia ma anche vedere le mie amiche ma anche giocare a Monopoli con i miei figli. Per non parlare di ciò che DEVO fare: lavorare quelle 8 ore al giorno, stendere, mettere a posto i panni lavati, pulire, cucinare, litigare con la pipì di Castigo (e con la cacca di tutti gli altri gatti).
In casa mia, si è creato un ingorgo letterario dal quale non riesco a districarmi.
Il Kindle è occupato dall'ultimo libro della serie di Jennifer Strange, The Eye of Zoltar, che mi sto gustando in inglese e mi piace molto.


In biblioteca mi è arrivata una sfilza di libri che voglio leggere, ma quello che mi ha catturata fin dalle prime pagine mi è stato consigliato dalla Simo e subito dopo dalla mia meravigliosa bibliotecaria Grazia.


E poi e poi. Già sapete che mi sono da poco regalata il secondo volume di Dog Mendonça. Ma Amazon è tentatore, e non ho saputo resistere a ben 3 albi di Hellboy, che mi sono arrivati ieri.



Due li ho già "smaltiti" in pausa pranzo, manca il terzo.
E poi, oltre a leggere, vorrei avere anche il tempo di scrivere. E di guardare la mia nuova droga.

venerdì 16 maggio 2014

Fonti d'ispirazione


Domenica scorsa, forti del periodo favorevole e della comune passione per le rose, mia suocera ed io abbiamo trascinato le rispettive famiglie in un vivaio di cui avevo sentito favoleggiare da lungo tempo, Anna Peyron.
Luca lo conosceva perché 25/30 anni fa era ben fornito di piante grasse, anche di notevole valore. Per mia fortuna, la proprietaria è rinsavita e si è completamente dedicata alle rose, che io reputo ben più meritevoli.
(Lo so, sarà un mio limite, ma trovo che le piante grasse siano rivoltanti e dolorose)


Come offerta commerciale, non l'ho trovato né particolarmente fornito né particolarmente vantaggioso. Nel senso: è un ottimo vivaio, con una scelta molto vasta, ma nulla che non abbia già visto online.
Poi mettiamoci pure che probabilmente le rose più belle sono state già vendute e quelle che stavano vendendo erano probabilmente le ultime scorte.
Ma, passata la parte "commerciale", comincia invece la pura meraviglia: una valletta fatta ad anfiteatro, interamente coperta di rose.
Ed ogni cespuglio era chiaramente individuato con nome, cognome e anno di creazione di quella varietà, in modo che i clienti possano farsi un'idea del portamento e delle dimensioni di ogni rosa.




È così che mi sono innamorata dei grappoli di fiori e degli enormi cespugli delle rose Moschata, in particolare di Penelope e Danae.






Nel mio progetto per l'orto del polacco, queste due rose chiare andrebbero posizionate sul lato sud, verso le api, a fare da sfondo a una vasta quantità di rose colorate.
La nostra idea, per non spendere un capitale, sarebbe di comprare queste due rose e poi, in autunno, fare innumerevoli talee di rose colorate a cespuglio da mio nonno, mia suocera e chiunque vorrà contribuire.
Ci sarebbe poi da spostare una certa piramide, per farci arrampicare una bella Mermaid o una Pierre de Ronsard (suggerimento di Paola, mica farina del mio sacco), ma per quello avremo bisogno di molte robuste braccia, adeguatamente motivate.


giovedì 15 maggio 2014

La bellezza non è un lusso


Non so se sia il retaggio cristiano o semplicemente pigrizia, ma nella nostra società sembra quasi che non valga la pena di fare qualcosa di bello solo nel proprio ambito privato.
Ci si depila per andare al mare, ma in inverno vabbe' se cresce la foresta nera.
Si mette a posto la casa quando viene gente (o la si tiene sempre in ordine per non fare figure in caso di visite improvvise).
Ci si trucca per uscire.
C'è la tavola di tutti i giorni e la tavola dei giorni di festa: con il servizio bello, i fiori, la tovaglia ricamata.
Si taglia il prato perché se no chissà cosa penseranno i vicini.


Da sempre, a questo gioco non ci voglio stare.
So di non essere una gran casalinga, anche se adesso mi posso nascondere dietro la scusa del trasloco. E so anche che il mio prato è parecchio più lungo di quello che ci si aspetterebbe (anche perché al momento lo taglio a mano).
Però uso tutti i giorni il servizio bello e l'argenteria, dal momento che mia nonna me li ha lasciati. E ci tengo ad avere fiori freschi in casa, ogni volta che posso.


Certo, i fiori recisi costano. Ma io mica li compro. E neanche li rubo, come faceva una certa vecchiaccia di mia conoscenza.
Da quando sono dal polacco, ho potuto tagliare alcuni fiori che erano stati piantati da lui e da sua moglie: i narcisi, la kerria, l'hypericum.
Però devo sempre prenderli dalla periferia, perché non voglio spogliare il mio giardino della sua bellezza (anche se mi rendo conto che si tratta di un giardino ancora fortemente in fieri).
Poi, qualche tempo fa, l'illuminazione: nel numero di aprile di The Simple Things (rivista che ho conosciuto a casa di PianoBi e di cui mi sono subito innamorata), si suggerisce di adibire un'area del giardino (o dell'orto o uno spazio che non può essere goduto diversamente) alla coltivazione di fiori da recidere.
Io ho tutto l'orto del polacco. Luca ed io abbiamo concluso che difficilmente lo terremo ad orto, ma sarebbe un peccato lasciarlo incolto.
Ecco dunque l'idea di trasformarlo in un giardino.
Non un giardino dove stare: abbiamo già quello di fronte a casa e perdipiù l'orto del polacco è un po' troppo frequentato dalle api delle arnie vicine.
La nostra idea è di trasformarlo prevalentemente in un roseto, con cespugli di altri fiori tra una rosa e l'altra.
Per far contente le api e avere sempre una scorta di fiori per la casa.







martedì 13 maggio 2014

Mistero svelato


Vi ricordate il misterioso regalo di alcuni post fa? È stato consegnato. A quel che mi risulta, con gran soddisfazione sia del corriere (che si è liberata di un pacco piuttosto ingombrante e che ringrazio ancora per la gentilezza) sia della destinataria (che però non potrà usarlo per parecchi mesi, o almeno spero sia così!).
Si tratta di uno scialle a cui ho cominciato a pensare appena la mia amica ha superato la soglia critica delle 12 settimane.
Il pattern giusto mi è praticamente caduto in mano dopo circa una settimana di ricerche: si chiama Faraway So Close ed era perfetto.
Perfetto per vari motivi:
1 - è uno scialle che viene proposto in due dimensioni, una delle quali è più sciarpetta ma l'altra è la dimensione giusta per avvolgersi e scaldarsi quando ci si alza dal letto o si resta di sera sul divano.
2 - essendo una combinazione di vari minipattern, è facilmente espandibile. Per esempio, io ho lavorato una quindicina di righe in più rispetto alla taglia L, per finire la lana.
3 - sembra fatto apposta per lavorare con lane di vari colori (cosa che mi ha permesso di prendere 7 etti di lana di 3 colori diversi, anche se poi ne ho usati solo 6 circa)
4 - last but not least, il costo del pattern viene devoluto a un'associazione che sostiene le famiglie vittime di morte perinatale, orribile esperienza che purtroppo la mia amica aveva abbondantemente sperimentato.
Il pattern è facile da seguire e da eseguire, e il risultato fa un figurone. Si lavora velocemente e senza rischi, è il lavoro ideale da fare mentre si guarda un film o si chiacchiera: anche se non segui esattamente lo schema, non sbagli davvero, devi solo ricordarti di fare i 4 aumenti ogni 2 righe (ma per questo hai i segnapunti).
Insomma, se volete un bello scialle caldo da usare e da regalare, lo consiglio vivamente: è uno dei pochi schemi che in futuro vorrei ripetere.


(Non ho saputo resistere e l'ho provato. Ecco perché ne voglio fare uno anche per me!)

lunedì 12 maggio 2014

Giocare con i "se"

Il ritorno da Torino di solito ci stimola conversazioni speculative. Non so perché: forse perché i figli dormono, forse perché si sono visti luoghi e persone legati al passato di Luca, forse perché di solito è tardo pomeriggio / sera.
Ieri ci siamo trovati a parlare di com'era lui prima di conoscermi e di donne che sarebbero potute essere al mio posto, e invece ci sto io.
Io non posso sapere come fosse lui prima di conoscermi, ma un pochino riesco a immaginarmelo. Un po' mi fa tenerezza, un po' rabbia.
Però so che cosa ho trovato io, dieci anni e mezzo fa. So quanto ho lottato e lotto tutti i giorni perché i suoi hobby e le sue passioni non prendano il sopravvento, ma è una lotta che faccio volentieri.
Luca è come il giardino della casa del polacco: appena ti distrai cresce di tutto, ma che bellezza poterselo godere.
Certo, vivere nella casa del polacco non è da tutti, e neanche stare con Luca. Se non lo ami con tutto il cuore, se non desideri avere non un futuro ma tutto il futuro con lui, meglio lasciar perdere: non è colpa tua.
È solo una questione di gusti. E di onestà.



venerdì 9 maggio 2014

La festa della mamma


Questo è il mio regalo a me per la festa della mamma.
(In realtà si tratta di una coincidenza, lo devo specificare?)
Ovviamente non so come sia questo albo, ma il precedente era il contrario dello stereotipo di letteratura femminile: lupi mannari, demoni, gargoyle, vampiri che liberano bambini umani rapiti da zombie nazisti.
Dal mio recente acquisto non mi aspetto niente di meno.
Dopo aver pagato, mi sono fatta cogliere dalla tentazione di andare a vedere quali regali venivano proposti appositamente per le mamme: stoviglie, borse, scarpe, robot da cucina, letteratura melensa.
A parte la caduta letteraria, niente che mi faccia dispiacere ricevere. Ma neanche niente che mi entusiasmi.
Per dire: ricevere gli ultimi 3 volumi di Hellboy mi renderebbe veramente felice (e infatti appena riesco ricarico la Postepay e me li compro). Oppure la nuova serie di Mike Mignola.
Poi nutro anche una serie di desideri più tipici del mio sesso, ma insomma, sarò proprio l'unica mamma che legge fumetti? Secondo me è ora che il marketing esca dagli anni Cinquanta.


martedì 6 maggio 2014

Un abbraccio a distanza


In questi ultimi giorni, ho lavorato molto a un progetto iniziato non per me, ma per una cara amica. In realtà qualcuno potrebbe pensare che sono strana: invece di farmi trovare pronta col regalo finito per la nascita della sua bambina, ho aspettato che partorisse per avviare il lavoro.
Trattasi di un caso di scaramanzia acuta, ma so che lei avrà sicuramente apprezzato.
Anzi, tanto per dare un aiutino in più alla sorte, ho usato anche un oggetto che avevo vinto per il 2012 più sfigato.


È un orecchino apotropaico, proveniente tra l'altro da un'amica comune. L'ho usato, come consigliato dal pattern, per marcare il lato dritto.
Non vi rivelo ancora di cosa si tratta, né che pattern ho seguito: la mia amica ancora deve riceverlo e non voglio rovinarle la sorpresa.
Mi rende molto felice il fatto che non sarà un postino qualsiasi a portarle il suo regalo, bensì la stessa amica comune dell'orecchino, che si è gentilmente prestata a farmi da corriere.
Insomma, purtroppo la sua bambina posso vederla solo in foto e l'unico aiuto che posso darle è quello telefonico, ma spero che il mio regalo le porti tutto il calore dei miei abbracci.

venerdì 2 maggio 2014

Appuntamenti fissi


La mia famiglia ha alcuni appuntamenti fissi, non perché abbiamo il pallino delle tradizioni ma perché proprio certe cose ci piacciono e non ce le vogliamo perdere.
Uno di questi è Officinalia, al castello di Belgioioso. Sono ormai 10 anni che Luca ed io ci andiamo, e ogni anno troviamo nuovi motivi.
Quest'anno, oltre a fare le spese che ci prefissavamo di fare (un coltello meraviglioso e 2 fustini di detersivo bio), abbiamo trovato un interessante vivaio di piante officinali e ci siamo interessati più del solito al Taiji Festival.



Dal momento che Amelia era un po' sottotono e Luca era contento di stare tranquillo con lei, Ettore ed io siamo andati in esplorazione del parco, che offre sempre piacevoli sorprese.






Dopo un giorno così caldo e sereno, non sembra vero che oggi invece piova a dirotto. Ci consoliamo rimettendo a posto le foto.
E cominciando nuovi progetti.