domenica 9 agosto 2015

Expoentusiasti


Quando abbiamo sentito parlare di Expo la prima volta, non avevamo le idee chiare su cosa ci fosse di interessante. Avevamo la percezione di un evento importante, questo sì, ma non riuscivamo a metterlo a fuoco. Tanto che, al primo giro di biglietti scontati del CRAL, ho passato.


Invece poi si sono moltiplicate le voci di quelli che c'erano andati e l'avevano trovato bello e interessante. Il costo del biglietto serale, 5 euro, ci ha invogliati a provare anche noi, nella settimana in cui eravamo senza figli.


Abbiamo girato, abbiamo assaggiato, ci siamo guardati intorno.
Bello, interessante. Il cibo è decisamente caro, ma ne può valere la pena per assaggiare cucine che non ci sono nel nostro Paese o che vengono distorte per incontrare i nostri gusti (per esempio la cucina cinese, tutta un'altra cosa).


E poi, come rinunciare all'occasione di rivedere il Cirque du Soleil per soli 35 euro a testa? Dopo alcuni tentennamenti (dovuti anche al fatto che il sito su cui si comprano i biglietti è fatto veramente male), abbiamo preso i biglietti per ieri sera.


Dal momento che per accedere allo spettacolo bisogna comprare anche il biglietto d'ingresso a Expo, abbiamo deciso di prendere il serale, per noi, i bambini e gli amici che erano con noi, e approfittarne per girellare un po' in attesa dello spettacolo (che cominciava alle 21.15, quindi ci dava almeno un'ora e mezza di margine).
Ecco, tutto ciò che si può dire di buono di Expo sbiadisce di fronte alla grandezza del Cirque. Per quanto sia stato ideato in relativamente poco tempo e con strumenti più modesti di quelli a cui il Cirque è abituato, questo spettacolo non è meno magico.
Mi ha emozionata, commossa, divertita. La dimensione più teatrale mi ha fatto sentire più intensamente la fatica e la bravura degli artisti. Ho apprezzato l'ingegnosità e la semplicità delle scelte di regia.
Insomma, bravi. Bravi bravi bravi.
Varrebbe la pena di aver messo in ballo Expo solo per questo spettacolo.

PS: per alcune immagini dello spettacolo vi rimando a questa recensione. Il mio preferito, il fauno, l'ha fotografato davvero troppo poco!



giovedì 6 agosto 2015

La bellezza del carnefice


Facendo una piccola ricerca iconografica sulla rappresentazione del carnefice nell'arte sacra, mi sono imbattuta in Caravaggio.
Non che fosse proprio una nuova conoscenza per me, dal momento che rappresenta una pietra miliare della pittura, ma ogni volta che mi ci soffermo trovo uno spunto nuovo.
Ero partita dai carnefici che crocifiggono San Pietro: gente umile, alla buona, che non sembra proprio divertirsi a far del male a quel povero vecchio. Passando da un paio di flagellazioni e qualche seguace, ho riscoperto questo Martirio di San Matteo.
Magnifico, bellissimo, strastudiato in mille corsi monografici e per mille ragioni.
Ma l'avete visto come è rappresentato il carnefice? È di gran lunga la figura più bella ed elegante del quadro, il vero fulcro su cui è attirato il nostro occhio.
Se la memoria non mi inganna, direi che è il personaggio più bello mai dipinto da Caravaggio (forse se la gioca con San Paolo, che però è vestito).
Che significa? Non lo so.
Quando ho cominciato questa ricerca, mi aspettavo che i carnefici venissero sempre rappresentati come brutti e cattivi. Ho scoperto, soprattutto nelle flagellazioni, che non è così. Anzi, spesso vengono rappresentati con fisici superbi e caratteristiche che, almeno nella nostra epoca, non li renderebbero propriamente disprezzabili.
È possibile che questa rappresentazione corrispondesse alla realtà? Ne dubito fortemente, viste le connotazioni del carnefice in epoca medieval-rinascimentale, soprattutto in Italia.
Ma godiamocelo, quest'uomo che riesce ad essere bellissimo nell'infliggere il martirio a un vecchio: è semplice e pura goduria per gli occhi.