Incrollabili certezze: Il fulmine di Sethos di Elizabeth Peters. Dopo la pesantissima Cassandra de La torcia, ho pensato che un po' di sana Amelia Peabody non potesse che giovare. OK, l'ennesimo libro della serie non è molto originale, ma proprio per questo ci ritroviamo tutti gli elementi che ci piacciono in Amelia: azione, mistero, un pizzico di archeologia, humor britannico e persino un goccino di romanticismo.
Romanzo familiare: Un giorno mi troverai di Kim Edwards. Storia interessante e non scontata, nonostante le premesse pessime (un padre morto, una figlia che si sente in colpa, una storia del passato).
Inquisitori seriali: Rex Tremendae Majestatis di Valerio Evangelisti. Il vecchio Eymerich se ne va (?) col botto: bella storia, buon ritmo, degna conclusione di fili narrativi lasciati in sospeso da tempo. Godibile, per gli estimatori del genere.
Parentesi cinematografica: The Hunger Games, il film. Era da un pezzo che non vedevo un libro così ben adattato per il cinema. Cinna si conferma nella top ten dei miei personaggi del cuore. PS: appena riesco, voglio vederlo in lingua originale, ci sono espressioni e giochi di parole tradotti malissimo.
Puro godimento: Olive comprese di Andrea Vitali. Mi piace l'ambientazione lacustre, in periodo fascista. Mi piace l'atmosfera di paese di una volta, i soprannomi arguti (l'Uselanda...), le piccole rivalità tra "notabili". Come mi anticipava la mia bibliotecaria, mi sono ribaltata dal ridere quando ho capito il senso del titolo. E non potrò più pensare al nome Oliviero con la stessa indifferenza di prima.
Romanzo psico-sociologico: Le osservazioni di Jane Harris. Lo stile è la cosa che mi è piaciuta di più in questo romanzo: fresco, terra terra senza essere sboccato, mai eccessivo. La storia è curiosa, anche se alla fine costruita intorno a un nucleo inconsistente. Originale, interessante.
Giallo (?) giapponese: Una storia crudele di Natsuo Kirino. Penso di non essere fatta per la letteratura giapponese: troppo lenta per un thriller, troppo morbosa per un romanzo di formazione, troppo fredda. Il mio cervello ha apprezzato l'idea e la costruzione, ma la mia pancia e il mio cuore non ce la fanno ad appassionarsi. Forse sbaglio proprio in questo: forse la letteratura giapponese non è fatta per appassionare.
Romanzo (breve) corale: Venivamo tutte per mare di Julie Otsuka. Storia delle spose in fotografia che dal Giappone emigrarono in America. Toccante e poetico, oltre che interessante dal punto di vista stilistico: non ho mai letto in libro scritto tutto in prima persona plurale.
Romanzo corale: La leggenda del morto contento di Andrea Vitali. Meno fulminante di Olive comprese, ma piacevole e interessante. Vitali sarebbe da leggere anche solo per i nomi dei suoi personaggi.
Vampiri adolescenti: Winter e Silver di Asia Greenhorn. Ancora vampiri affascinanti, ancora adolescenti innamorati che fanno grosse cazzate. Però in un contesto in cui si accenna persino un tentativo di intrigo politico. Ma sì, piacevole lettura per periodi impegnativi.
Parentesi televisiva: Sherlock seconda stagione. Una figata. La figata. Trama incalzante, intreccio perfetto, dialoghi entusiasmanti (ah, l'inglese permette una sintesi così felice in questi casi!). E l'assoluta certezza che Moriarty sia ispirato a mio figlio Ettore.
venerdì 1 giugno 2012
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