(Riflessioni completamente mie, che non valgono come verità assolute e/o aforismi)
Il prezzo da pagare per la libertà è la solitudine.
Lo sapevo bene quando ero single.
Ma la solitudine è sempre stata mia amica: non per niente sono figlia unica e ben felice di esserlo.
La solitudine è come la sorella che non ho mai avuto: le voglio bene, ma ogni tanto è pesante. Però le voglio bene.
Purtroppo, la solitudine è incompatibile con la mia vita attuale. Altrettanto, devo ammettere, la libertà assoluta, quella libertà che ti permette di fare qualsiasi cosa senza ferire nessuno che abbia il diritto di sentirsi ferito.
Auguro ai miei figli di provarla, quella libertà. Per me è un caro ricordo.
Attenzione: non un rimpianto.
Non amo Luca per caso, non ho fatto i miei figli per caso.
Ho consapevolmente scelto di dire addio alla mia libertà, per amore.
Perché l'amore ti rende dipendente da chi ami: mio marito, i miei figli. Persino i miei gatti, il mio cane. Io non posso più vivere senza di loro.
Potrei sopravvivere, ma che senso avrebbe farlo di proposito?
E così non ho più la mia libertà. La mia solitudine.
Non sto a dire che in cambio ho un mondo d'amore: è scontato, chi rinuncerebbe al proprio bene più prezioso per qualcosa che vale di meno?
In cambio, ho una me stessa migliore.
Una che supera le paure e i limiti.
Una che urla e spacca, ma per ricomporre.
Una che si sente di poter conquistare il mondo, ma non gliene frega niente.
Perché il mondo ce l'ha già.
mercoledì 1 ottobre 2014
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che bello.
RispondiEliminasono le stesse cose che sento io.
anche se mio marito dice che è palese che di lui potrei fare a meno mentre dei gatti no.
bacioni a tutti voi
♥
Questo va da sé: prima i gatti.
EliminaDopotutto, non a caso in epoche più civili erano divinità.
Da lurker che ha sempre letto con piacere il tuo blog, esco allo scoperto per dirti che questo post e gli ultimi che hai scritto sono proprio molto belli. Mi hai aperto delle belle finestre in testa!
RispondiEliminaGrazie mille!
Elimina(Mi verrebbe una battuta scema sul praticare aperture nella testa delle persone. Ma, non essendo un medico, me la tengo per me)
Awww.
RispondiEliminaScusa, non mi esce un commento più intelligente.
Dev'essere la tastiera... Sì, dev'essere così.
Assolutamente. Cambia tastiera ;-)
Eliminami introduco qua, una che non ha blog ma che ti legge.Ho sempre amato la solitudine, anche solo ...quei due minuti di solitudine....Ho avuto tre figli ( in tre anni e nove mesi) e anche due minuti erano merce rara! Poi non era solitudine...era avere quei due minuti per sè, con il silenzio attorno. Poi non ho più avuto la mia libertà o, almeno, quella che credevo tale. Poi mi sono immersa nell'amore, nella condivisione, in un matrimonio finito, nei ragazzi diventati adulti, nella nascita di un nipotino, nel pensare che tutto ciò che accadeva mi teneva legata...a volte quasi imprigionata.Ma poi ho capito che non è vero. Ed i miei figli vivono di qua e di là per il mondo e poi ripassano di qua.........ogni tanto, a farsi fare i grattini sulla schiena. Hanno la libertà dentro. Ed anche il piacere della solitudine. Ed è bello condividere entrambe le cose. Emanuela
RispondiEliminaSpero, quando i miei figli saranno grandi, di sentirmi come te.
EliminaÈ bello che i figli passino ogni tanto a farsi fare i grattini sulla schiena (ma fanno anche le fusa? ;-P).
Un abbraccio!
Io sono in una fase di pessimo rapporto con la solitudine.... O meglio, con questo isolamento che sento di subire e onestamente fatico a capire. Nonostante potesse pesarmi, non sono fuggita davanti alle amiche che diventavano mamme. Qua invece è un fuggi fuggi generale, e tutte, chi con figli chi senza, si sono date. Comincio a pensare di essere io a fare paura...
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
RispondiEliminaHo eliminato il secondo commento perché era un doppione.
EliminaDopo una settimana dalla pubblicazione del post, i commenti vanno in moderazione. Non perché non voglio che commentiate, anzi, ma perché altrimenti non li vedo.