Ci sono giorni, nella vita di una come me, in cui sarebbe tanto comodo e rassicurante avere un posto in una casellina, e in una sola.
Mi chiedo come sarebbe, per esempio, essere come la Fata del Bosco [vicina di casa ribattezzata così per la sua mania di notare quando, chi e come fa rumore, lei compresa - N.d.A.]. La Fata del Bosco è per me l'immagine del mainstream: lavoro statale, bambine affidate a sua madre quando non vanno a scuola, in procinto di traslocare in casa di proprietà vicina a quella di sua madre, mai un cinema o un teatro al massimo una pizzeria, in casa presto perché bisogna cucinare e lavare le bambine (di 4 e 7 anni), mai vista con un libro in mano ma in compenso sa tutto di TV e gossip. Lei la spesa la fa al supermercato e non gliene importa una beata fava di vivere nella cascina biodinamica: sì, c'è un'aia bella grossa dove le bambine possono andare in bici, ma il paese è meglio. Ca va sans dire che le sue figlie vedono le mucche con la stessa frequenza dei bambini di città, perché le stalle puzzano e ci si sporca.
Normalmente non la invidio, anzi, però ci sono giorni in cui la testa mi fuma per lo scontro delle mie tante anime. La sua testa, invece, sa sempre cosa pensare: la cena, i compiti, la pediatra, le vacanze da prenotare.
Alla diversità, lei reagisce nel modo meno faticoso: la elimina, la ignora. Io invece ne sono attratta, la studio, la faccio mia. Qualsiasi diversità, anche quella del pulotto che mi fa la piazzata contro gli extracomunitari senza sapere che ho una cognata africana e ne sono ben contenta.
Mi andrebbe bene anche una qualsiasi altra casella: quella della direttrice del nido di Ettore che dedica anima e corpo al lavoro e in questo si realizza, oppure quella dell'amica alternativa in contatto con l'anima dell'universo che abbraccia gli alberi.
E invece io sono lì davanti al casellario, con un pezzetto in quasi tutte le caselle, sempre affannata ad evitare di perderne qualcuno e sempre un po' preoccupata che qualcuno mi prenda per falsa: com'è possibile che tu mi dia ragione su una cosa e che poi tu decida di fare quell'altra? Gesù Cristo, in cui non credo ma che stimo abbastanza, dice che non si può servire Dio e Mammona contemporaneamente. Beh, in effetti non servo nessuno se non me stessa. Con tutte le conseguenze del caso.
E così chi si aspetta che io usi farmaci omeopatici si trova nei miei armadietti ibuprofene e antibiotici. Chi si aspetta che io guardi la TV la trova muta e limitata, senza neanche un decoder. Chi si aspetta che io ami gli animali (ed è così) mi trova ad abbuffarmi alle grigliate. Magari c'è persino qualcuno che si aspetta che io sia una maliarda orientale, e si trova una rotondetta con occhiali e Birkenstock.
La casella per me non c'è. O meglio, ci sarebbe se demolissi tutti i tramezzi tra le caselline, facendo di tutto il casellario un'unica grande casella. Per me non c'è una casella: c'è un open space.
E dire che, sedere a parte, non occupo neanche tutto questo spazio.
mercoledì 28 aprile 2010
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Senti, se per caso alla fine quella casella la trovi dimmi dov'è e se c'è posto (ne occupo nella stessa quantità e direzione di te come ormai sai) pure per me...questo tuo ritrattino mi è risuonato moltissimo.
RispondiEliminaDesolante il ritratto di Fata del Bosco e centratissima la tua osservazione: ha eliminato la fatica. Io invece a farmi tutte le mie s***e mentali ne faccio così tanta, mentre quelle come lei pensano che non faccia un piffero perché, oltre a tutte le mie mancanze, ammetto beatamente di non stirare neppure :-)
Giuliana
E che bisogno hai di un casellario o di una casella? Tu sei meravigliosa perchè sei come un brillante pieno di riflessi e sfaccettature. La tua grandiosità sta nel non avere etichette, il tuo fascino nell'essere le cento donne che sei...e qui mi fermo prima di chiederti la mano.
RispondiEliminaCiao, Daniela
Di gente incasellata ce n'è fin troppa in giro... Io adoro leggere il tuo blog perché "è come una scatola di cioccolatini".. sempre una sorpresa!
RispondiEliminabellissimo questo post!!!
RispondiEliminaA volte mi piacerebbe essere incassellata, sarebbe tutto più facile. Invece mi ritrovo ad essere tutto e il contrario di tutto e ne sono ben felice
gli incasellati sono soooooo over ! :)
RispondiEliminaanzi, non si spiega come mai ce ne siano ancora in giro, in un mondo che in genere ti spinge a reinventarti da zero con scadenze brevissime
il futuro è degli open spaces! (o almeno così mi piace pensare...)
C'è di bello che proprio prendendo determinate posizioni permetti anche ad una persona forse più incasellata come me di gettare uno sguardo in ambiti che altrimenti non la lambirebbero... e questo è senz'altro un arricchimento (almeno io lo considero tale), anche nel caso in cui si resti ciascuna della proprio idea... qualche semino te lo porti dietro comunque ;-)
RispondiEliminaIo sono ancora "peggio" se così s può dire, nel senso che di essere pluri-casella ho fatto e faccio una questione di principio.Cioè volendo potrei anche incasellarmi molto facilmente, ma guai, ogni mio sforzo tende ad aprire sempre più caselle, lo faccio proprio apposta a voler essere contraddittoria e ricca di contrasti, mi piace poter contenere cose diverse, mi diverte, é un po' uno scopo alle mie azioni.. lo so sono strana :-) ho sempre voluto essere Bastian Cuntrari come si dice qui (bastian contrario) in ogni situazione, lo faccio apposta, é più forte di me!!Nello stesso tempo ricerco persone con molte caselle, così sono la maggior parte delle mie amiche e così é Simone, una delle persone più multi caselle che io conosca, un enigma continuo, bhe mica me ne sono innamorata per caso :-) eh eh
RispondiElimina@giuliana: come si sa, stirare è contro la mia religione.
RispondiElimina@tutte: non fraintendetemi, io sono contenta di essere così come sono e spero che i miei figli siano come me. La maggior parte delle volte ci gioco pure, mi piace che la gente venga "disturbata" dalle mie discrepanze (anche perché magari così perde l'abitudine a etichettare/incasellare). Però a volte trovo che la casella sarebbe riposante, sia per me sia per quelli che hanno a che fare con me.
Quando qualcuno mi parla di un suo sogno nel cassetto, io ho l'impressione di avere una cassettiera di quelle cinesi. O finte-cinesi.
RispondiEliminaAlcuni cassettini li ho aperti di più, di altri ho aperto solo un spiraglio, per sbirciare. Alcuni li ho chiusi, ma non dispero di riaprirli. Altri non li ho ancora aperti, ma magari un giorno lo farò. O forse no.
In alcuni so cosa c'è dentro, o credo di saperlo. Altri potrebbero riservare delle sorprese.
Ma so che se cercassi di aprirne uno fino in fondo, finirebbe per bloccare quelli che gli stanno intorno e allora preferisco tenerli così.
Aperti a metà.
Come ti capisco, mia cara. Anche io sono in vena di riflessioni sulle identità multiformi...
RispondiEliminaMa no, che dici?
RispondiEliminaE' così meno faticoso stare dentro una casella?
Secondo me è il contrario!
Pensa solo alla tua Fata, che muore dalla voglia di andare in discoteca fino alle 5 del mattino ma ormai non lo può più fare perchè da lei questo uno non se l'aspetta.
In fondo tutte pensiamo di essere uniche e non classificabili. Ed infatti è così. Ciascuno di noi ha una propria multiforme unicità. Sicuramente è così anche per la Fata nel Bosco, solo che forse non vi interessa andare oltre la superficie "mainstream". Non è che siete tutte un po' snob? Suvvia, state applicando la teoria "guarda quella, è messa peggio di me...". E' un po' banale, non è da voi. Siete interessanti da leggere (vi leggo molto e imparo), consapevoli o quantomeno curiose, autoironiche...ma un po' snob. Silvia
RispondiElimina@silvia: sì, credo proprio di essere una gran snob. Così come sono una che ama mangiare bene, per dire. Mi piace frequentare gente interessante e, se posso, evito le persone che mi annoiano o peggio: ci sono sono già il lavoro e le faccende di casa ad annoiarmi.
RispondiEliminaSono però anche convinta che da vicino quasi nessuno è normale e per questo, dal momento che viviamo vicine, ho sperato che sotto la superficie mainstream della Fata del Bosco ci fosse qualcosa. Ho scavato, giuro, ma non c'è proprio niente, è un monolite. E a questo punto ti vien da dire: beata lei che nella vita ha delle certezze.
Ripeto, il 99% delle volte non farei cambio con lei (ma nemmeno con la vicina wiccan che fa craniosacrale, per dire), ma quell'1% di volte avrei voglia di avere delle certezze che non ho, di non mettere in discussione sempre tutto, di avere la sicurezza per mandare affanculo chi mi fa opposizione. È un po' come quando guidi da tanto tempo e vorresti poter mettere il pilota automatico: io ho l'impressione che lei ce l'abbia.
Ok, se hai fatto il tentativo di scavare mi sta bene, anche con le conseguenze che ne hai tratto.
RispondiEliminaSe FdB vive con il pilota automatico, peggio per lei, metti che i sensori abbiano qualche interferenza: al primo ostacolo si schianterà, dovendo scegliere autonomamente da che parte girare!
Basta che non fondiate tutte quante la casella "quelle con l'identità multiforme", che se no me ne vado subito al parchetto progettando tette marmoree...
Ancora una considerazione: è risaputo che i blogger sono un po' narcisisti (lo dico da ex blogger). Certe coerenze sono anche letterarie, nel personaggio. Molta parte di vita non è descritta. E lì ci si arrangia anche un po', suppongo. Silvia
No, giuro che è l'ultima volta che la meno con questa storia ;-)
RispondiEliminaPermettimi però un'ultima considerazione: immagina di essere stata strana per tutta la tua vita. Alle medie, mentre le tue compagne ascoltavano i Duran Duran, tu sentivi la lirica. Al liceo eri integrata con i tuoi compagni, ma eravate pur sempre un liceo classico e passavate i pomeriggi a ripetervi verbi greci mentre le altre studiavano due ore e poi limonavano in piazza con i fidanzati. Hai fatto Lettere in un soffio e poi sei finita a fare la web programmer con passione. Hai avuto un fidanzato vecchio mentre le altre andavano alle feste universitarie e hai fatto la single folle mentre le altre si fidanzavano.
Insomma, anche a non voler fare per forza quella dal multiforme ingegno, se non altro ti viene qualche dubbio di soffrire di personalità multipla! ;-)
...mmm, che ridere...alle medie sentivo i Duran Duran, poi sono entrata nel loop di Prince ed è durato qualche anno...al liceo classico ero talmente timida che mi innamoravo dei pochi maschi gay, così non ero costretta a confrontarmi veramente con l'altro sesso...Ho fatto lettere in un soffio, mentre improvvisamente facevo innamorare di me aspiranti filologi... ho sempre fatto lavori un po' per caso... in ambienti creativi, ero considerata quella organizzata e ordinata; in ambienti seriosi ero considerata quella creativa e svampita; ora boh, con il poco che mi pagano non osano fare considerazioni... cigliegina sulla torta, da qualche tempo mi accosto empiricamente a yoga e tai chi... strana tu???? comunque mi stai troppo simpatica!
RispondiEliminaSilvia
Anche tu innamorata di maschi gay? Sorella, abbracciamoci! ;-)
RispondiEliminaE l'incasellamento a tempo? Dai parliamone. Tanto io lo so che sono falsa come un soldo che non tintinna, che sono più mutevole di zelig, più mutaforma di Odo. Che sono ecomamma con le ecomamme, donna in carriera in ufficio mentre ballo le danze ottocentesche nel tempo libero, mamma degenere e mamma da attaccamento insieme. Mica è colpa mia se mi piacciono la fantascienza e la lirica, se vivo in un appartamento ma faccio la raccolta differenziata, se mi piacerebbe comprare più scarpe che vestiti ma proclamo sobrietà e continenza e se è troppo complicato gestire questo tutto insieme.
RispondiEliminaEcco, questo te lo invidio molto. Sei come sei, almeno da blog. Penso sia questa la tua casella.
@lisa: calma un attimo, vai a leggere qui:
RispondiEliminahttp://luccioleelanterne.blogspot.com/2010/04/in-bilico.html
Se poi conti che a me, oltre, alla lirica e alla fantascienza, piacciono anche la musica araba e lo spionaggio, capisci che la cosa si complica ;-)
PS: il mio problema non è tanto la differenziata, è che mi hanno tolto i cassonetti e passano porta a porta, col problema che mi devo tenere il secco / la plastica / il vetro ad accumularsi per una settimana. La carta per due! Sei nello stesso pantano e perdipiù in appartamento? Ti ammiro.
No, ancora i cassonetti li abbiamo. Ma nel mio soggiorno troneggia lo scatolone della carta. E si trattasse solo di carta ma ci sono anche i tetrapack. Nella minicucina tutti i bidoni non entrano, e quindi pazienza per la forma. Ecco, questo per me è un sacrificio, ma poi che figura ci farei con le altre ecomamme e con i miei figli con cui mi voglio vantare alla nausea della loro bassa impronta ecologica data dai pannolini lavabili e dalle pappe bio fatte a mano? :-)
RispondiEliminaIo i bidoni ce li ho fuori, all'ingresso, così chi mi viene a trovare vede tipo, quantità e consistenza di tutto il rudo che produciamo!
RispondiEliminaYeats potrà sollevare il morale a noi schizofreniche non patologiche (non troppo, almeno)?
RispondiElimina"sono immenso, contengo moltitudini, mi contraddico..."
Direi che possiamo farci entrare ordine e creatività, bidoni in sala, lirica in discoteca limonando con vecchi filologi (provai, temporibus illis, ma con filologi esordienti) e anche cognate africane. Io ne ho nove, in più due cognati e un marito. Spiace al pulotto? Pazienza.
Fose entra anche il desiderio di vita da Fata del Bosco. Tanto dura minga. Comunque posso assicurarti che le fate del bosco VERE sono molto più sgarrupate.
E' stato un vero piacere incrociarti in un commento ad un post di Claudia- La casa nella prateria.
Hai una nuova, logorroica, lettrice affezionata che ora va a nanna perché domani alle 7.30 sarà al nido coi suoi nani metropolitani.
Un abbraccio.
Anna
Bellissimo post che leggo solo ora, approdata al tuo blog per caso.
RispondiEliminaLa Fata del bosco assomiglia molto a mis cognata (sigh...)