venerdì 7 maggio 2010

La mamma angelicata e le sue parenti strette

Qualche giorno fa, un'amica mi ha chiesto perché ce l'ho tanto con lo stereotipo della mamma angelicata, che a lei sembra il minore dei mali. Rispetto a cosa?, le ho chiesto io. Rispetto allo stereotipo della donna puttana, risponde lei.
Il fatto è che io penso che la Madonna e la puttana siano le due facce della stessa moneta. Una moneta falsa che però viene spesa munificamente nel nostro Paese (e magari anche altrove, ditemelo se è così, perché mi interessa).
Prima, sei al totale servizio del tuo uomo: sempre perfetta e bellissima, sempre provocante e pronta all'amplesso, capace di irradiare ormoni anche mentre pulisci la lettiera del gatto. Fai schiattare d'invidia gli uomini e le altre donne, così svettante sui tuoi tacchi, così generosa con la tua scollatura, così languida col tuo sguardo. Ti fai la brazilian wax per eccitare il tuo uomo e non sia mai che nella tua scarpiera ci sia un paio di Birkenstock (e anche se ci fossero, diresti che le usi quando interpreti Heidi, la piccola montanara porno).
Poi, il tuo signore e padrone diventa tuo figlio: passi prontamente dal tacco 12 al 5 bon ton, le gonne magicamente si allungano e le scollature sono ammesse solo per allattare, i capelli ti si allisciano per effetto degli ormoni e ti si raccolgono spontaneamente in uno chignon da ballerina. Come prima eri pronta ad ogni tipo di amplesso in ogni momento, bastava che il tuo uomo te lo chiedesse, così ora sei pronta a pulire ogni vomito, cambiare ogni pannolino, porgere ogni volta la tetta / il biberon senza mai lamentarti e con il sorriso sulle labbra. Cucini cibi sani e genuini per il tuo bambino, usi il Napisan per proteggere il tuo bambino, ti preoccupi della salute dei denti del tuo bambino.
Nell'uno e nell'altro caso, la donna non fa mai nulla per se stessa: trae gratificazione dal piacere di un altro, sia il partner o la prole.
Credo, invece, che sostituire la mamma angelicata con un modello più aderente alla realtà potrebbe portare all'estinzione della donna puttana o almeno metterne in pericolo la specie.
Probabilmente si tratterebbe di sostituire uno stereotipo con un altro, non mi illudo. E devo dire che anche lo stereotipo della mamma in carriera mi sta un po' sulle balle, fa molto anni '80 della Milano da bere.
Trovo più sostenibile il modello della mamma incasinata, quella che non riesce mai a fare tutto alla perfezione perché non ha mai tempo, quella che tiene in bilico mille piattini cinesi contemporaneamente e ogni tanto gliene si rompe uno.
Mi rendo conto che questo modello potrebbe diventare uno stereotipo non meno odioso dei due citati poco fa: si fa presto a scivolare nel vittimismo, descrivendo questo genere di mamme come delle sfigate con le occhiaie da panda e i vestiti perennemente pataccati.
Io per prima ricordo un pomeriggio di qualche anno fa, a Torino: ero al tavolino di un bar di via Garibaldi, con Amelia e Ettore piccolissimo. E vedo questa mamma, con due bambini di circa un anno più grandi dei miei, qualche tavolo più in là. Aveva un'aria talmente scoglionata e infelice, terribilmente stridente con la bellezza e la serenità dei suoi bambini, che mi è venuta voglia di andarla a prendere a schiaffi (poi magari aveva appena portato il marito in ospedale e aveva buoni motivi per essere così, ma sul momento mi è sembrato proprio che la sua espressione fosse legata ai figli). Quando Luca è uscito dal bar e mi si è avvicinato, gli ho detto: se un giorno mi vedrai con una faccia così scoglionata, mentre i miei figli sono sani e felici, tirami un pugno.
Però quella madre era vera, anche se sgradevole. E preferisco essere rappresentata da lei piuttosto che dalla prima sgallettata che passa sui suoi tacchi 5 e con la carrozzina firmata.

17 commenti:

  1. a me se ne romper sempre più di uno di " piattino". Dire che sono incasinata, è veramente poco!

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  2. A parte che ti seguo pure nella punteggiatura, ti devo cinque minuti di buon umore perché, giuro, non avevo mai pensato di usare le mie Birkenstock per animare una serata porno vestita da Heidi :D
    poi quando ci vediamo mi dici pure cosa è una Brasilian Wax. Potrebbe migliorare la mia qualità di vita decisamente incasinata.

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  3. @ mammacattiva: ahhhhiaa, sulla qualità della vita non mi esprimo (però so che ci sono pareri discordanti, eh?)... l'unica cosa che so è che per farla, secondo me, bisogna essere... un po'... masochiste!! Scusate se apro così, ma a me 'ste torture inutili stanno proprio quà. Eppure chiacchierando con l'estetista sembra che quella strana sia io, ed è questo a non andarmi giù. Trovo che sia frutto di un'immagine falsata e mi turba l'idea che magari sempre più uomini comincino a pensare che sia ciò che si devono aspettare da noi, che sia giusto così. E, purtroppo, temo che fra i ragazzi stia diventando/sia diventato già così...

    @ lanterna: sì, credo che il punto cruciale sia quello della perfezione. In entrambi i modelli antitetici ai quali accenni non vedo autoironia ma solo molta perfezione (o assillante aspirazione in tal senso)...

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  4. Questo tipo di archetipo mi ricorda incredibilmente le care arpie, e tu sai bene di chi parlo...
    A volte con un sussulto mi scopro a investire un sacco di tempo e di energie nello sforzo di aderire a determinati modelli. Poi rinsavisco però, e mi dico che faccio molta molta meno fatica a cercare di migliorare me stessa, senza cercare per forza di arrivare a qualcosa che non è detto sia raggiungibile. E che in fondo che non è nemmeno giusto per me.
    p.s.: come va Bianca??

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  5. @mammacattiva: vedi qui http://www.girlpower.it/look/beauty/depilazione_intima_brasiliana.php
    @mammadidue: anch'io la trovo una tortura inutile. Però pensiamo anche che per le nostre mamme era "strano" depilarsi le ascelle, per le nostre nonne depilarsi le sopracciglia era da zoccole e per le donne arabe la depilazione quasi totale è un must come per noi fare il bidet (dico bene, Biò?)
    @Biò: la Bianca l'ho vista ieri e mi sembra stare meglio. Però potrebbe essere semplicemente un effetto temporaneo del cortisone. Finché non vedo l'emocromo di lunedì, non sto tranquilla. Grazie!

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  6. Ah, sulle conversazioni dall'estetista cito la Maestra:
    http://www.piattinicinesi.com/necessita-indotte-2/

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  7. Posso dire la mia? A me non va giù nessuno stereotipo nemmeno quello della mamma incasinata...
    Perché incasinata? Perché vorrebbe fare tutto alla perfezione e siccome non è materialmente possibile si incasina o fa finta di esserlo per giustificare l'imperfezione.

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  8. @alchemilla: incasinata perché così è la vita. Almeno, così è la mia vita: sempre di corsa, sempre con mille cose a cui star dietro (anche se delego quello che posso), sempre con qualche novità che salta fuori e ti scombina la tabella di marcia già stretta. Non perché si aspiri alla perfezione, e nemmeno perché si voglia rappresentare una mamma imbranata o inadeguata. Se tu riesci a non essere incasinata, tanto di cappello, anzi, insegnami.

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  9. La mia impressione è che vogliamo fare molto di più di quello che serve.
    Corsi di qua e di là sia per noi che per i nostri figli, shopping, estetista, parrucchiere senza sconti, casa pulita ordinata, caffé con le amiche, riunioni per ogni ragione, parenti da andare a trovare in continuazione, chiacchere e telefonate, computer e letture, televisione etc.
    Ecco io credo che in tutto questo qualcosa si possa togliere.
    Lavoro, marito e figli, naturalmente no (anzi il marito molto spesso lo togliamo...) ma il resto...a che pro?
    Io non so come si fa ma ci sto riflettendo, qualche bel no ogni tanto non farebbe male.

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  10. Allora, io non faccio più nessun corso (ma dovrò riprendere a danzare, perché quest'anno di pausa ha fatto molto male alla mia salute), i miei figli e mio marito non fanno nessun corso, la triade shopping/estetista/parrucchiere non perviene se non come fai da te o appuntamenti una volta ogni 3 mesi, con le amiche mantengo i contatti via mail e nel weekend, i miei genitori li vedo una volta alla settimana e i miei suoceri una volta al mese, la mia casa non è uno specchio e la mia religione mi vieta di stirare, la TV non la guardo più (solo la radio in macchina e a colazione), non faccio quasi la spesa perché mi arriva quasi tutto a domicilio. Eppure sono incasinata o almeno mi sento tale: devo tenere a mente tante informazioni e non riesco a stare dietro a tutte, ho tempi abbastanza stretti nelle giornate lavorative e qualsiasi imprevisto mi incasina ulteriormente. Non aspiro alla perfezione né al fare tanto, faccio il minimo che devo. Quando delego (non a mio marito, ma anche lui fa quello che può nella lotta contro il tempo), lo faccio a caro prezzo e, siccome non navigo nell'oro, evito se posso. Cerco di ritagliarmi del tempo libero a casa per non sbroccare, ma facendolo lascio indietro cose che altre persone riterrebbero indispensabili. Certo, se avessi i soldi per pagare la colf e nonostante ciò avessi un lavoro part time, le cose cambierebbero.
    Ma nel modello della mamma (e del papà) incasinata mi ci rivedo. Ovviamente parlo di modello, non dello stereotipo o della macchietta.

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  11. E allora vuol dire che sei incasinata perché dedichi tanto tempo alle cose più belle come i tuoi figli, te stessa e tuo marito...e questo sì che è un ottimo modello!

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  12. Ah, no! Adesso sono io a pretendere il copyright! io ho fatto dell'incasinamento cronico il layout del mio blog (oltre che il tema conduttore della mia casa...). Quello che non mi piace è il casino "in sofferenza", quello in cui una madre sente sulle sua spalle tutta la responsabilità del casino e ci soffre.
    In quanto alla donna/mamma angelicata io vorrei spostare il peso sulla famiglia se non angelicata (ma chi vuole immedesimarsi in una donna sciatta che vive in una casa brutta con due figli pestiferi e un marito a cui puzza l'alito? A me le tavolate radiose, dove più generazioni si incontrano a condividere un pasto, sia pure bagnato da vino in cartone no dispiacciono a livello di messaggio) almeno positiva, dove ciascuno si divide i compiti, ma lo fa con naturalezza e non in maniera caricaturale, come quando i piatti li vuol lavare lui. Proprio ieri ho notato che sulla scatola della mia famigerata giostrina delle api a vezzeggiare un roseo bebè c'è... un papà!

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  13. Per un problema tecnico, copioincollo il commento di momatwork:
    "Ah, no! Adesso sono io a pretendere il copyright! io ho fatto dell'incasinamento cronico il layout del mio blog (oltre che il tema conduttore della mia casa...). Quello che non mi piace è il casino "in sofferenza", quello in cui una madre sente sulle sua spalle tutta la responsabilità del casino e ci soffre.
    In quanto alla donna/mamma angelicata io vorrei spostare il peso sulla famiglia se non angelicata (ma chi vuole immedesimarsi in una donna sciatta che vive in una casa brutta con due figli pestiferi e un marito a cui puzza l'alito? A me le tavolate radiose, dove più generazioni si incontrano a condividere un pasto, sia pure bagnato da vino in cartone no dispiacciono a livello di messaggio) almeno positiva, dove ciascuno si divide i compiti, ma lo fa con naturalezza e non in maniera caricaturale, come quando i piatti li vuol lavare lui. Proprio ieri ho notato che sulla scatola della mia famigerata giostrina delle api a vezzeggiare un roseo bebè c'è... un papà!"

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  14. Ma infatti, quando in Mammacheridere abbiamo parlato dell'immagine che volevamo dare, abbiamo detto chiaramente: la mamma non deve uscirne come una sfigata, né tantomeno mi piacerebbe che i padri venissero rappresentati in modo caricaturale e i figli come pesti.
    Quello che invece trovo vero e rappresentabile in più sfumature è la famiglia incasinata o trafelata. Che, per carità, a volte è tale perché si vuole fare troppo (ma se in un weekend ti invitano 4 amici, come fai a considerare "di troppo" l'amicizia?). Ma a volte lo è perché, anche dividendosi i compiti, il risultato non cambia.
    Mi piace l'incasinamento perché non è tipico di un genere: è solo umano.

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  15. ti do ragione al 100%! le mamme-madonne che mi è capitato di incrociare mi sono sempre state sui maroni. io lancerei un prototipo di mamma-donna (che poi vale anche nella versione moglie quando ancora non sono nati figli), ovvero quella mamma che, pur amando i propri figli e facendo del suo meglio per loro, non si annulla in nome della maternità nè rinuncia a essere se stessa, a coltivare i propri interessi e a parlare di altro che non siano pappe-pannolini-compiti a casa-corsi di nuoto dei pargoli-eccetera... il che non è facile, me ne rendo conto, viste tutte le cose che ci sono da fare, ma penso serva a mantenere la sanità mentale della mamma/donna in questione e che getti le basi di un sano futuro il giorno in cui i figli sono cresciuti e non hanno più bisogno di lei. i miei per esempio cominciano ad essere grandicelli, e ne conosco di mamme che o si ostinano a trattare i figli come infanti anche quando hanno trent'anni, o vanno in crisi perchè, non avendo più nessuno da accudire, perdono lo scopo della loro vita. parere puramente personale...

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