venerdì 31 maggio 2013

La donna che vorrei essere

Sto girellando su Pinterest, mentre Amelia fa i compiti. Tiro l'ora di andare a prendere Ettore e Hoda (una delle bambine egiziane, all'asilo con lui) che tornano dalla gita.
E mi colpisce questa immagine:


Mi piace, ma non capisco perché. Sì, il maglione è carino, ma non è quello. Il vestito in sé non è un granché, pizzo acrilico probabilmente.
Poi capisco: per istinto (un istinto idiota), a volte mi innamoro di ciò che a me non potrebbe mai star bene.
Quel look farebbe per me se fossi medioalta, slanciata, un po' androgina, con colori diversi. E se fossi più romantica, meno presente, se sorridessi di più.
Già, perché io non sorrido spesso. Rido, piuttosto.
E non mi perdo mai, no. Me lo dice la ruga tra le sopracciglia, quella che mi è spuntata a 23 anni, la maledetta.
Sono piccola, culona, incazzosa e sempre sul pezzo. Non sono una donna a tinte pastello, no.
Da ragazza, un po' ne pativo. Adesso quel patire affiora a tratti, quando vedo un modello che starebbe bene a un'altra. Oppure quando mi pesa il culo ad essere come sono.
Però poi penso alla vita che ho. Immagino come mi vedono gli amici e gli estranei, al ruolo che di solito ricopro quando sono con gli altri. Penso alla direzione che avrebbe preso la mia vita se fossi stata un po' meno decisionista su certe cose, se mi fossi lasciata portare dagli eventi.
Certo, in alcuni casi aspettare sarebbe stato meglio. Ma in altri proprio no, e in altri ancora avrei dovuto prendere in mano la situazione molto prima.
Insomma, se fisicamente l'unica cosa che posso fare è limitare i danni della mia gola, in tutto il resto dopotutto sono la donna che vorrei essere. E in culo ai colori pastello.

mercoledì 29 maggio 2013

Autoreferenziale per autoreferenziale


Diciamolo: bell'esercizio la Musa's Box, ma un filo tanto autoreferenziale. Ovvero, fuor dal parlar raffinato: serve solo a me, ma a quel punto tanto vale che mi tenga un'agenda aggiornata.
Mi ha insegnato una cosa importante, ovvero che, anche quando l'umore mi fa pensare "ma che periodo di merda", la mia vita è piena di cose bellissime e importanti. Una di esse, per esempio, sta facendo le fusa accanto a me in questo momento. Un'altra si sta facendo la doccia, mentre altre due giocano fuori in cortile.


In questo periodo ho appena finito di lavorare tanto (ma come, non lavoro nello Stato? Essì, mi hanno fregata) e sto per ricominciare un periodo di superimmersione.
Quindi non ho molte energie, e quelle poche vengono risucchiate dalle passioni del momento: la casa del polacco e la lana.
Non ho dimenticato Sholeh Zard, niente pericolo: Zohar, il secondo, è in canna e verrà pubblicato tra non più di due settimane, il tempo di dare l'ultima revisione ai refusi e alla grafica, e sistemare il file convertito per Kindle.


Quindi dicevo: casa del polacco e lana.
Sulla prima, penso che ammorberò i miei pochi lettori con una serie di post peggio che autoreferenziali (ne ho già uno in canna) e pieni di richieste di aiuto a chi ne sa di più e/o ci è passato prima di me.
Per esempio, che fiore sarà questo? Il polacco lo ha piantato ai bordi del cerchio di pietre ed ora le piantine si stanno insinuando verso l'interno (seguiranno altre foto).


Per la seconda, mi attende un seminario di tintura naturale in un agriturismo vicino a Genova, e non vedo l'ora. Oltretutto credo che il seminario avrà una ricaduta anche sull'orto della casa del polacco, in cui vorrei ricavare un angolo dedicato alle piante tintorie.
Nel frattempo, continuo caparbiamente a perseguire i miei obiettivi e mi beo di quelli raggiunti.


lunedì 20 maggio 2013

Musa's Box torinese

Ammettiamolo, non è stata la settimana più brillante del mese: ciclo, mal di testa, tosse e, ciliegina sulla torta, sono afona come un pesce. Ho fatto poche foto, la luce faceva perlopiù schifo.
Insomma, cara grazia che c'è la lista:
- Luca che mi chiama per mostrarmi i pipistrelli che svolazzano sopra casa nostra
- la mia vicina che dice con trasporto: "Ma Amelia è bellissima!"
- pranzare con gli amici genovesi in visita a Pavia
- proseguire con le prove di tintura al papavero
- la Quarta che mi si incolla a suon di fusa
- scoprire che gli idraulici hanno già scaricato i termosifoni a casa nostra (che poi non si montino da soli è un'altra storia)
- liberarsi di quasi tutto il ciarpame del polacco, addio banco frigo inutilizzabile!
- sfruttare i momenti di insonnia da mal di testa + raffreddore per collocare mentalmente i nostri mobili nella casa nuova, e scoprire che il nostro tavolo in cucina ci sta. Poi parlarne con Luca e scoprire che anche lui ci pensa nei momenti morti
- parlare del mio progetto di acquario marino mediterraneo con polpo e trovare qualcuno che mi dà retta anziché guardarmi come una mentecatta
- fare gomitoli seduta sulla sdraio nella luce del tramonto
- prenotare l'amico imbianchino
- ascoltare Luca che rilegge il Ramayana ai bambini (la prima volta era a Pasqua, a Bobbio)
- comprare due abiti di cotone a 30 euro totali
- attaccare i bottoni al maglione di Ettore e fotografarlo, fregandosene della vecchia che guarda
- i miei bambini che si divertono con le bolle di sapone e i fischietti ad acqua
- fare colazione in un vecchio caffè torinese
- un fruttuoso giro al Balon
- trovare un braciere arabo come lo volevamo e un mobile perfetto per la casa nuova, il tutto a meno di 100 euro
- i mercatini dell'usato di Torino, miniera di ogni meraviglia
- scoprire che il mobile di Andezeno che vogliamo usare è messo molto meglio di come lo ricordavamo, anzi, non vedo l'ora di riverniciarlo e rimettergli le maniglie
- trovare in un baule cose bellissime e curiose
- l'agrigelateria di Poirino
- tricottare al sole, e fare un passo in avanti con il pattern
- una lunga telefonata con un'amica, per quanto io fossi senza voce
- perdere la voce: il mondo ti lascia molto più in pace (a parte rari mentecatti)

mercoledì 15 maggio 2013

Tingere con i papaveri


Negli ultimi tempi, la mia passione per la lana ha preso una china pericolosa.
Tutto è cominciato con 4 gomitoli di lana e alpaca, presi per il loro prezzo incredibilmente basso ma di un colore tristissimo: bianchi e grigi.
Pensa che ti ripensa, mi sono ricordata di un vecchissimo post della Casa nella Prateria. E ho colorato di rosso ciliegia 3 gomitoli su 4, ottenendo questo effetto:


Però chi mi conosce un minimo lo sa: non potevo accontentarmi di un successo così "facile". Quindi mi sono procurata della lana ancora da tingere (su eBay si trovano rocchettoni industriali a prezzi davvero bassi) e, con l'aiuto di un manuale comprato tanti anni fa per altri scopi, ho cominciato a sperimentare.
Alcuni esperimenti (es. l'ortica) sono falliti miseramente, forse a causa del periodo in cui ho colto l'erba. Altri (es. la romice) sono andati così così. Il papavero invece è stato un clamoroso successo.


La foto qui sopra mostra il colore di partenza (rocchettone centrale) e le diverse colorazioni che sono riuscita a ottenere dai vari bagni.
Il papavero è entusiasmante per due motivi:
1 - ha un grande potere tintorio, quindi il bagno colore si può usare svariate volte (al momento sono al quarto bagno)
2 - il colore finale tende al blu o al rosso a seconda del mordente usato: se si mordenza la lana con l'allume di potassio, vira al blu, mentre se si mordenza con l'aceto il colore finale tenderà al rosso.
Nella foto, si vedono, a partire da ore 8 e andando in senso orario:
- un primo bagno mordenzato con allume
- un secondo bagno mordenzato con allume
- un secondo e terzo bagno mordenzati con aceto (la differenza di saturazione è minima, ormai non li distinguo più)
- un primo bagno mordenzato con aceto

Il procedimento è davvero semplice:

Andate in un campo di papaveri e raccoglietene quanti volete, con l'aiuto possibilmente di manodopera minorile e stando attenti a prendere solo i petali (tanto si staccano da soli, basta prenderci la mano). La quantità minima per ottenere un bel colore è 3 etti di petali per un etto di lana, ma cogliendone di più si ottiene un bagno colore più carico.
A casa, bollite i petali in poca acqua e lasciate riposare per qualche ora.
Contemporaneamente, mordenzate la lana.
Se volete che il colore viri al blu, sciogliete un cucchiaio di allume di potassio (si trova in farmacia in panetti, poi basta pestarlo per polverizzarlo) nell'acqua necessaria a coprire abbondantemente un etto di lana in matassa e portate a ebollizione a fuoco lento. Bollite per un'ora.
Se volete che il colore viri al rosso/vinaccia, bollite la lana per un'ora in acqua e aceto bianco in pari quantità.
Filtrate il bagno colore strizzando bene la poltiglia di petali cotti e mettetelo in una pentola. Immergetevi la lana mordenzata, aggiungete eventualmente acqua per coprire la lana e riportate a bollore a fuoco lento. Quando bolle, spegnete e lasciate riposare per una notte. Scolate per un'oretta senza strizzare.
Poi risciacquate la lana in acqua fredda finché non cola più colore e asciugate all'ombra.
Dovete solo usare due accorgimenti: non sottoporre la lana a shock termico (se no si infeltrisce) e usare pentole di acciaio.

A questo punto, visti i risultati ottenuti da completa inesperta, non vedo l'ora di seguire il seminario di tintura a cui mi sono iscritta e mettere in pratica ciò che imparerò.

lunedì 13 maggio 2013

Musa's Box ittica


Settimana di delirio sul lavoro e di grandi decisioni per la casa (ebbene sì, i lavori stanno cominciando). E piena di cose belle:
- Amelia che impara ad andare in bicicletta
- ritrovarsi tutte e 3 a stendere i panni di prima mattina


- fare shopping informatico (un hard disk esterno e una chiavetta)
- il colorificio, con le sue infinite attrazioni
- fare shopping con Ettore (sandali per lui, tazze per me)


- comprare delle bellissime tazze da tè per la casa nuova
- chiacchierare con la vicina, provata per la persecuzione della vecchia
- il pranzo con un'amica, sebbene di corsa
- raccogliere papaveri e camomilla


- trovare una sistemazione soddisfacente per termosifoni, attacchi del gas e prese elettriche
- trovare un piccolo tritone vicino allo stagno delle rane, che meraviglia!
- le prove di tintura col papavero, di cui parlerò più diffusamente


- la pizza asparagi e mondina (formaggio fatto da Luca, a immagine del brie)
- fare colazione con la focaccia genovese
- un giro in Canneto
- Slow Fish, tutto diverso ma sempre interessante


- il mercato ittico con guardaroba del pesce: 4 sugarelli, 3 pagelli e un codarossa
- Luca che scampa un calcinaccio per un soffio (poteva rimanere offeso!)
- i bambini che giocano al Porto Antico
- il barbiere tedesco nei vicoli


- la tartare di orata della Cooperativa Aqua di Lavagna
- arrivare a casa appena in tempo per evitare un acquazzone di tutto rispetto
- fare la spesa di frutta e verdura in via del Campo
- Luca, sempre e comunque


- trovare un intero banco dedicato alla liquirizia
- il sidro brut messo in fresco
- le infinite coccole con le gatte
- fare gomitoli al sole
- decidere la collocazione dei mobili nella casa nuova
Dopo un finesettimana così, è davvero difficile staccarsi da casa e tornare in ufficio, soprattutto quando la prima telefonata del giorno è quella di un docente che pretende di fregarsene delle regole e si incazza non con chi ha fissato tali regole (peraltro sensatissime) ma con te che le fai rispettare.
Immaginatemi con una faccia così:


lunedì 6 maggio 2013

Musa's Box dei lavoratori



Settimana strana, con un giorno di festa che per certi versi è stato più dannoso che vantaggioso. Però pienissima di cose belle (e relative foto):
- La corsa delle onde di Maggie Stiefvater, il contrario dello stereotipo della narrativa Young Adult
- fare gomitoli di un enorme rocchettone di lana verde
- intraprendere un progetto a maglia forse un po' troppo ambizioso ma molto stimolante (e reiniziarlo 4 volte prima di capire del tutto, ma vabbe')


- avere la certezza che saranno termosifoni, e non stufe del cazzo
- tante coccole con la Pinta, ma anche con la Quarta e col Quarto
- Supernatural, da sola e in compagnia
- un primo maggio magari senza sole splendido, ma con un tempo tutt'altro che disprezzabile



- rivedere il mio animale sciamanico, dopo tanto tempo che non ci parlavamo, e riceverne consigli saggi
- Ettore che fa il grande con i mostri, ma poi si vuole addormentare vicino a me, caldo e profumato
- riuscire a portare Ettore dal barbiere, e trovare posto immediato per un colpo di gran culo


- incontrare per vie traverse una persona che potrebbe esserci molto utile per il trasloco, piena di energie e buonumore
- stare con Luca, sempre
- celebrare con il cerchio, dopo mesi in cui non ci si trovava più, e sentire una grande energia
- il pic-nic nel cerchio di pietre del polacco, sotto la betulla



- Officinalia, con le sue cosine belle (2 abiti e una maglia) e utili (detersivi ed erbe aromatico-officinali)
- incontrare per caso un'amica col suo bambino più recente
- mostrare la mia casa nuova a mio papà, e sentirlo entusiasta
- un gelato con calma, sentendo di avere tutto il tempo del mondo


- Ettore che fa conquiste
- un weekend di sole, finalmente (ehm, al 75%, dai)
- E poi, Paulette...: molto carino, anche se secondo me la fine è un po' affrettata
- il gelato all'acerola, con tutto il ridere che abbiamo fatto


- un pomeriggio passato a camminare, tra il bosco allagato, i campi e gli animali
- guardarsi negli occhi e decretare: pizza
- conquistarsi la stanza verde, dopo aver trattato sul colore dell'altra
- fare esperimenti di tintura, o almeno provarci