lunedì 31 marzo 2014

La bella vita


Nel senso comune del termine, non è che stiamo facendo proprio "la bella vita": niente champagne né ostriche (al massimo qualche cozza), se andiamo al mare non ci troviamo il nostro yacht personale e invece del fuorisalone frequentiamo il fuoriporta.
Ma non lo so, sarà ignoranza. A me la vita sembra più bella se è semplice. Mi basta una giornata di sole, magari con la prospettiva di invitare amici a cena. Una giornata al mare, poi, è un lusso prezioso.







Se poi il giorno dopo c'è la possibilità di riposarsi, si prende un po' di sole facendo la maglia e si mangia fuori.





E nel pomeriggio si fa un po' di vita sociale, in un posto dove puoi incontrare i maestri di capoeira dei tuoi figli così come vecchie e nuove conoscenze con cui chiacchierare e giocare.




Questa per me è la bella vita.

lunedì 24 marzo 2014

Piacere di rivederti


Circa un anno fa, quando il polacco è tornato in patria e noi abbiamo preso possesso della sua casa, una delle prime cose a colpirci sono stati questi fiori gialli, sparsi un po' ovunque.
All'epoca, non siamo riusciti a scoprire di cosa si trattasse. Quest'anno sono fioriti con un mese buono d'anticipo, e grazie ad amici che ne sanno abbiamo scoperto che si tratta di Kerria japonica cultivar Pleniflora.
Rivedere questi fiori mi fa un effetto indescrivibile: mi ricordano i miei primi passi in una casa ingombra di schifezze altrui, che puzzava di fumo e che ci prometteva mesi di duro lavoro. Ma che era già mia, fin dal primo momento in cui ci ho messo piede.


giovedì 20 marzo 2014

Maschi e femmine

Ieri, mentre Luca lottava in caseificio contro gli scarafaggi ed Ettore si appisolava sempre di più, mi è capitato di parlare con Amelia di cose importanti: uomini e donne, omosessuali ed etero ("mamma, ma le donne che amano le donne si chiamano donnesessuali?" Anche no...), amici e fidanzati.
Mentre condividevamo lo sconforto per l'omosessualità di un ragazzo molto carino (sconforto dovuto al fatto che manco nei nostri sogni più sfrenati potremo ormai vederci al suo fianco, mica per altro), mi sono chiesta perché sia così facile per noi e per i miei figli accettare che il tale sia fidanzato con un ragazzo e il talaltro ami vestirsi da donna.
Sbagliato, mi son detta: la domanda dovrebbe essere "perché per tante persone è così difficile accettare che i propri conoscenti abbiano una sessualità diversa da quella standard?".
Ammetto: se un domani uno dei miei figli mi confessasse di amare il sadomaso, proverei un bel po' di imbarazzo. Se mi venissero a decantare lo scambio di coppia, farei fatica a rimanere indifferente. Ma anche se mia figlia diventasse fan di Gigi D'Alessio.
Insomma: ci sono cose che sono nel mio gusto e altre che proprio no.
Ma non è una questione di principio, è una questione di gusto.
Facevo ad Amelia l'esempio: io non riesco a concepire che ad alcune persone non piaccia il cioccolato, eppure qualcuna ce n'è. E non fa niente di male a non amare il cioccolato, anzi, ce ne sarà di più per noi.
Io penso che nella vita l'importante sia essere brave persone. Vivere bene, facendo e cercando il bene.
E per fare questo non importa se amiamo uomini, donne, marziani o capre, purché ricambiati e nel rispetto reciproco.
Credo che le persone vadano apprezzate per quello che sono e che fanno, non per lo stereotipo che rappresentano.
E credo che, se esistesse il Dio dei cristiani, il Dio d'amore infinito, almeno in questo sarebbe d'accordo con me.

mercoledì 19 marzo 2014

Ti conosco mascherina


Quest'anno "sentivo" molto il Carnevale. Venivamo da un inverno non freddo, ma tetrissimo e umidissimo, in cui non si è potuto fare neanche una passeggiata nel bosco perché era perennemente allagato. Un inverno che, pur caldo, io avevo vissuto come "brutta stagione", rintanata in casa con la mia maglia, i miei libri e le mie serie TV.
Avevo voglia di stare in mezzo alla gente, di ridere, di vedere colori. Anche la mia amica Euforilla condivideva questa mia esigenza e, approfittando della scusa dei bambini, ci siamo preparate a un Carnevale coi fiocchi.
I suoi preparativi li potete vedere qui, così come i risultati di una domenica insieme.
Siccome il Carnevale romano di Pavia era saltato per la pioggia battente, la mia famiglia ha deciso di andare a Milano per celebrare il Carnevale ambrosiano (ho sempre pensato che il Patrono ci vedesse troppo bene).


Io e i bambini avevamo già provveduto a dipingere le nostre maschere e tagliare (e cucire, a mano!) i nostri mantelli, ma Luca, preso dal demone dei travasi, non aveva pensato a nulla.
Allora, presa da pietà coniugale, un pomeriggio ho fatto un blitz in un negozio di Pavia e per soli 32 euro (! - ma non crediate che le stoffe e le maschere bianche siano costati tanto meno) gli ho preso un mantello nero e una bellissima maschera di piume (che poi mi sono riciclata la domenica, tanto per cambiare).


La giornata era stupenda. Ci siamo fatti un giro in Sempione, dove abbiamo trovato la gradita sorpresa delle giostre, e all'acquario, dove il nostro amico polpo ci ha snobbati. Ettore ha voluto controllare se le mummie dei musei Civici erano sempre al loro posto o se, come gli avevo prospettato, si erano mischiate alla folla di gente mascherata.


E infine abbiamo fatto merenda al bar della Triennale, per poi prendere la metro e tornare alla macchina e quindi a casa.


In una farmacia ci hanno fatto i complimenti, anzi MI hanno fatto i complimenti per i costumi. Che in sé sarebbero stati una cazzata, se non avessi dovuto cucirli a mano (la macchina da cucire della nonna è allergica alla maglina).

Insomma, avrei potuto prendere due costumi alla LIDL, lo so. E invece ho preferito fare la Soulemama. Ma che soddisfazione.


lunedì 17 marzo 2014

Normalità


Ci sono periodi strani, in cui ciò che dovrebbe essere straordinario (una gita al mare, per esempio) non ti colpisce così tanto come la vita di tutti i giorni.
Sì, sabato siamo andati a Chiavari. Forse il cielo un po' velato, forse il fatto che ero partita con il mal di testa, forse il fine ciclo. Non sono stata male, tutt'altro: mi sentivo felice e fortunata, ma in modo oserei dire normale (se esistesse la normalità in questo genere di cose).


Ieri invece è stata una banale domenica come tante: sveglia, colazione, lavatrice, compiti. Le solite cose di tutti i giorni, nella solita casa di tutti i giorni.



Eppure il mio ricordo è come se fosse più luminoso: i miei bambini che giocano, Luca che lavora nell'orto, i gatti che si godono il sole e la nostra presenza, il nuovo scialle che ho sui ferri.


 Mi fa persino tenerezza pensare ad Amelia che non voleva perdersi un solo secondo di Junior Masterchef.
E oggi non vedo l'ora di tornare a casa.

giovedì 13 marzo 2014

Il colore viola


Ho sempre creduto di non amare il viola: troppo modaiolo, troppo applicabile ai vari trend dal gothic allo shabby chic passando per varie sfumature.
Nella mia casa, non c'è quasi nulla di viola. Sì al blu, al verde e al rosso. Persino giallo e arancione hanno il loro spazio nella stanza dei figli. Ma il viola no, non ho neanche un oggetto che lo riporti.



Nel mio armadio, sono già più possibilista. Principalmente perché spinta dai capi che ho trovato negli swap party, ma anche di mia iniziativa.
Ultimamente, però, c'è un aspetto della mia vita in cui il viola si sta facendo notare di prepotenza: il giardino.
Quando abbiamo cominciato a lavorare nella casa del polacco, dalla metà di aprile, il colore prevalente nel nostro giardino era il giallo, da quello delicato del gelsomino d'inverno al giallo deciso dell'hypericum, fino al rosso scarlatto delle trombette d'angelo.



Facevano eccezione alcuni fiorellini bianchi di varia statura e natura e il rosa delicato del sedum. Sì, abbiamo anche qualche pianta di ibisco di un rosso violaceo, ma si trovano al margine del giardino.
Da questa primavera, invece, il viola si è manifestato eccome. Nei primi crochi, che ci parlavano di primavera quando eravamo ancora sotto la pioggia perenne.



Ed ora nella distesa profumata di violette, umili e bellissime.



Tra le tinture naturali, il viola è uno dei colori più facili da ottenere: si ricava da svariate bacche, dal papavero mordenzato con aceto, dal legno di campeggio e dalla cocciniglia.



Penso proprio che, con i miei prossimi lavori, il viola entrerà di prepotenza anche nel mio guardaroba. E non solo in quello invernale.


martedì 11 marzo 2014

Vita per immagini



Circa un anno fa, alcune mie amiche si complimentavano per la svolta fotografica del blog. Scelta felice anche per me: mi dà la possibilità di fissare in immagini alcuni momenti, colori, situazioni che magari per il mio album privato avrei tralasciato.


Il fatto è che, da qualche tempo, la vita va più veloce della mia macchina fotografica. E, da quando sono tornata in possesso del mio cellulare "bello" (talmente bello che è rimasto in assistenza per 3 mesi), le foto che riesco a fare sono abbastanza soddisfacenti da non farmi rimpiangere una digitale compatta, se pur abbastanza bellina.


Mi ritrovo sempre più spesso a preferire Instagram, dove sono le immagini a parlare. E qui sul blog mi resta ben poco da scrivere, in questi giorni di vita all'aria aperta e sole (finalmente).