lunedì 30 marzo 2015

Brera in fiore


Avvisati dalla newsletter di un vivaio di cui siamo clienti, sabato ci siamo incamminati alla volta di Floralia, un mercatino di fiori e ammenicoli vari in piazza San Marco.
Vi dico subito che è stato un bagno di sudore, perché ci siamo andati con la Daisy. E per lei tutto era nuovo e un po' spaventoso, nonostante non sia la sua prima volta a Milano: la metropolitana, tutte quelle macchine in giro e tutti quei cani.
È stata bravissima, per carità, ma ci ha fatto capire che dovremo insistere un po' per farla abituare a quello che per noi non è normale ma non ci crea alcun patema.


I bambini si sono voluti portare la macchina fotografica regalata loro a Natale. E hanno fatto bene, perché le loro foto sono bellissime.





martedì 24 marzo 2015

Innamorarsi di una storia

Non so se capita a tutti quelli che scrivono.
Magari c'è chi riesce a mantenere un sereno distacco. Magari chi lo fa per mestiere, e quindi scrive narrativa tutti i giorni, non prova questo senso di godimento e gratitudine.
Perché sì, dopo 2 anni torno a scrivere sul serio. E no, non ho niente contro Sholeh Zard, ma non sto scrivendo il quarto.
Il mio spunto viene da lontano, addirittura da 5 anni fa.
No, non ho magicamente trovato il tempo per fare le ricerche che un romanzo storico di quel genere avrebbe richiesto.
La soluzione che ho trovato è ben più semplice: ho ambientato la mia storia nel passato di Sholeh Zard. Il passato ipotetico di un mondo immaginario, con regole molto simili alle nostre ma non per forza uguali. Con creature magiche che vivono ai margini della società e fanno finta di non esistere.
Ma nessuno dei miei personaggi principali è una creatura magica. Sono tutti umani, un bel po' di umani, che cercano di tirare avanti facendo del loro meglio.
Difficilmente in una mia storia si vedrà il boia sadico o l'inquisitore fanatico. Al limite, se ne avrò bisogno, introdurrò qualche testa di cazzo, che poi sono quelli che davvero rovinano il mondo.
Intanto, mi godo l'intensa beatitudine del ritorno alla scrittura e la mia mano cerca di star dietro alla mia fantasia.

martedì 17 marzo 2015

Aspettando la primavera


Ci aveva illusi ai primi di marzo ed ora sembra sparita, inghiottita dalla pioggia e dal vento.
Intanto, ha fatto in tempo a far ammalare Luca, che venerdì aveva 39 di febbre.
Ma tornerà, l'aspettiamo al varco.
Intanto, la casa si colora del giallo dei narcisi, mia madre fa scorzette candite con le ultime arance, i bambini hanno già progetti per l'estate.
Io lavoro a maglia pensando al prossimo anno, come se questo inverno fosse già finito.
E scrivo.
Sono tornata a scrivere dopo mesi di blocco. L'inattività totale di 4 giorni di febbre mi ha dato la soluzione a una situazione che non sapevo risolvere.
Con una piccola marcia indietro, ho ripreso slancio. Mi dispiace solo che, dopo un intero weekend passato con la penna in mano, non sono più riuscita a scrivere una riga tra ieri e oggi. Ma stavolta si tratta solo di quell'attesa che ti rende ancora più ansiosa: so come proseguire, anche se non tutti i passaggi narrativi mi sono chiari.
Cosa sto scrivendo? Una cosa nuova, che con Sholeh Zard ha solo qualche piccolo punto di contatto. Diversi i personaggi, l'epoca, l'ambientazione. Uguali il piacere e il divertimento con cui scrivo.
In attesa della primavera.

domenica 8 marzo 2015

Knitting abbestia



No, non sono solo lavori degli ultimi due mesi quelli che ho fotografato.
Il più anziano, già completo a fine giugno, è il mio Brown Hitofude:


Realizzato con una lana e alpaca artigianale, comprata in un mercatino di filati naturali a Crema, è un jolly: va sia sopra a un capo estivo a fine settembre sia su un maglioncino o una tunica in filato fine in inverno.
Nel mio ufficio fa freddo, quindi io lo metto spesso sopra la tunichetta con cui l'ho fotografato, che è a maniche lunghe.


Per secondo viene il maglioncino fair isle Vinella, realizzato in alpaca boliviana equa e solidale.
Sono molto legata a questo progetto, forse perché ci ho passato circa due mesi e mezzo e l'ho dovuto rifare completamente quando l'avevo già quasi finito.
È un ottimo pattern, con un disegno bello e romantico. La mia versione è un po' particolare: prima di tutto perché ha solo due colori, e poi perché cambia colore di sfondo da prima a dopo lo sprone.


Terza l'amata Green Light Tunic, da un pattern di Veera Valimaki che desideravo fare da almeno un anno.


Per lei ho comprato la stessa alpaca di Vinella (anzi, sarebbe più corretto dire che per Vinella ho comprato la stessa alpaca di questa tunica, dal momento che l'avevo presa prima). Ho ordinato mezzo chilo di stupenda alpaca verde felce, e poi l'ho lasciata lì ad aspettare intanto che testavo Vinella.
Alla fine ho usato solo 400 grammi, e per le tasche ho usato gli ultimi rimasugli del color ciliegia di Vinella.



È leggera e calda, con una linea che sta bene a chiunque. Io la metto spesso con una maglietta a maniche lunghe lilla, che richiama il colore delle tasche.
E adoro il bottone del retro, vero vintage torinese.


L'ultimo modello è Purple Saffire, realizzato con una stupenda seta tinta col campeggio, comprata al Villaggio Leumann insieme alla mia amica Vesnuccia.
In quell'occasione, lei mi aveva rimproverata di vestirmi troppo oversize ed io le rispondo con questo:


Scherzi a parte, era un po' che questo coprispalle estivo mi solleticava. I due etti che ho comprato si sono rivelati fin troppi per la realizzazione del capo, ne sono avanzati circa 80 grammi.
Ciò è dovuto al fatto che sulla fascetta non era riportata la lunghezza (cosa normalissima per un filato artigianale) ed io non avevo idea fino ad oggi della straordinaria resa della seta.


I bottoni, di cui le foto non rendono la lucidità e la piacevolezza al tatto, sono vero vintage andezenese. So che il contrasto rosso/viola è un po' controverso, ma lo adoro in questa versione.


E infine ho pensato di fotografare due matasse che avevo comprato dal mitico signor Antonio del mercato di Lagosta a novembre (forse le amiche che erano al MammaCheBlog Creativo se ne ricordano).
Una è una matassa grigia, ora trasformata in un enorme gomitolo:


Questa la vorrei trasformare in uno scialle o poncho o mantella. Qualcosa in cui avvolgermi alla svelta per portare fuori Daisy quando sono a casa, insomma.
L'altra mi è saltata in mano e non ha voluto saperne di andarsene. Era così bella, sia per il colore sia per la consistenza setosa (ma si tratta di 100% lana), che non ho potuto lasciarla sola.


Foto che non sapevo di avere


Rientro da una decina di giorni davvero infami.
Prima si è ammalato Ettore: pensavamo a una delle solite febbri alte ma brevi, e invece si è fatto 5 giorni oscillando tra i 38 e i 39 gradi.
Proprio allo scadere di questi 5 giorni, mi sono ammalata io. E ho fatto 4 giorni a 38 e mezzo, io che non sono mai proprio così precisa.
Da ieri sono sfebbrata, e ieri ho passato tutto il giorno a guardare il termometro con aria incredula. Oggi sto decisamente meglio, e ho deciso di sfruttare il sole per fotografare un po' di miei lavori a maglia che finora sono stati immortalati solo con la triste lente dello smartphone.
Quando poi ho scaricato le foto, ho trovato un paio di tesori: alcune foto di Daisy durante il giro di gennaio a Levanto e un tramonto a Baldissero.


Il giro a Levanto non lo ricordo con grande piacere. È stata l'occasione in cui è stata evidente la necessità di farsi aiutare ad educare Daisy, ma non è per colpa sua se Luca ed io abbiamo litigato.




È che a volte mio marito si fa prendere più dalle cose che vuole fare che dalle persone che ha intorno, e questo mi ferisce.
Poi però per fortuna riusciamo a parlarne e a trovare un punto di incontro.



Il tramonto a Baldissero invece sarebbe stato un semplice bel tramonto, se non fosse che è coinciso con l'ultima volta che abbiamo visto la zia Rosa Maria, morta due settimane dopo.
Luca lo ha fotografato per confrontare le prestazioni della nostra compatta con la supermacchina di suo zio, appassionato di foto e bravissimo a farle.
Mi fa piacere pensare che per zio Francesco sia stato un momento di sollievo nel mare di dolore che stava affrontando, una distrazione gradita.
Spero che, se mai dovessi trovarmi nella stessa situazione, arrivi una persona amica a farmi vedere della bella lana, o un catalogo di rose, o a chiedermi consiglio su un mobile da sverniciare.