martedì 24 marzo 2015

Innamorarsi di una storia

Non so se capita a tutti quelli che scrivono.
Magari c'è chi riesce a mantenere un sereno distacco. Magari chi lo fa per mestiere, e quindi scrive narrativa tutti i giorni, non prova questo senso di godimento e gratitudine.
Perché sì, dopo 2 anni torno a scrivere sul serio. E no, non ho niente contro Sholeh Zard, ma non sto scrivendo il quarto.
Il mio spunto viene da lontano, addirittura da 5 anni fa.
No, non ho magicamente trovato il tempo per fare le ricerche che un romanzo storico di quel genere avrebbe richiesto.
La soluzione che ho trovato è ben più semplice: ho ambientato la mia storia nel passato di Sholeh Zard. Il passato ipotetico di un mondo immaginario, con regole molto simili alle nostre ma non per forza uguali. Con creature magiche che vivono ai margini della società e fanno finta di non esistere.
Ma nessuno dei miei personaggi principali è una creatura magica. Sono tutti umani, un bel po' di umani, che cercano di tirare avanti facendo del loro meglio.
Difficilmente in una mia storia si vedrà il boia sadico o l'inquisitore fanatico. Al limite, se ne avrò bisogno, introdurrò qualche testa di cazzo, che poi sono quelli che davvero rovinano il mondo.
Intanto, mi godo l'intensa beatitudine del ritorno alla scrittura e la mia mano cerca di star dietro alla mia fantasia.

4 commenti:

  1. Sulle teste di cazzo che rovinano il mondo si potrebbe scrivere un trattato.
    Che segua le leggi di questo, quello e quell'altro mondo ancora... tanto sono intergalattiche, le teste di!

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    1. È che in questo periodo coi figli siamo in fase Star Wars: grandi eroi, imprese memorabili e cattivi iconici.
      Mi ci diverto immensamente, eh, non fraintendere.
      Però quello che mi piace raccontare è l'umiltà della vita di tutti i giorni. Anche quando il mio personaggio è un boia che sposa una vedova alchimista ed è alle prese con un licantropo accusato di un delitto.

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  2. NO ma è bellissima, 'sta storia! Io non vedo l'ora di leggerla! Già mi perdo nei vicoli poveri di quella vecchia Lombardia, col buio, la nebbia, l'odore del sangue...
    Quanto a teste di, bah, l'argomento è troppo attuale, lascia stare! preferisco "l'umiltà della vita di tutti i giorni", c'è molta più verità... :)

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