martedì 15 febbraio 2011

Cumuli e nembi

Qualche settimana fa, ho accennato a Luca che magari potevamo farci mettere a posto l'antenna e comprare il decoder per il digitale terrestre.
Ripensandoci, mi sa che preferisco continuare con la radio e internet, anziché farmi inondare della merda che oggi chiamano informazione: faziosa in entrambi i sensi, sensazionalista, approssimativa.
Se merda dev'essere, preferisco fare un giro nelle stalle.

Non riesco a seguire tutti i dibattiti su cose che mi appassionano. Forse non mi appassionano abbastanza. Forse sono stufa di assistere sempre allo stesso schema per cui nessuno alla fine cambia idea, neanche un po'. Forse non me ne frega neanche più niente di far cambiare idea agli ottusi. O forse sto diventando un po' ottusa anch'io.

Non parliamo poi dei dibattiti o le iniziative sulle cose che NON mi appassionano. Oggi per caso mi si apre una pagina che parla di box e girello, nei soliti termini un po' terroristici con cui si parla di questi terribili mezzi di contenimento del passato. Un commento la rincara. Mi verrebbe da scrivere che non è proprio così, che a volte ci si può accorgere che a un bambino farebbe proprio piacere provare il girello e che potrebbe essere il compromesso giusto, senza doversi per forza spaccare la schiena ogni volta. Comincio a scrivere, poi chiudo: ma cosa diavolo me ne frega di dire la mia su una cosa tanto insulsa e lontana da me? Se una è tanto decerebrata da non poter valutare da sé una cosa del genere, come feci io a suo tempo, non sarà certo la mia opinione a ridarle magicamente il senno.

Mi incanto per la passione. Non tanto per le passioni amorose, quanto per quella che le persone mettono nel lavoro. Ecco perché mi piace guardare i documentari sui making of dei film, soprattutto quando c'è stato dietro un grande lavoro artigianale (di make-up, di costumi o anche "semplicemente di studio" delle scene e dei set). Ultimamente ho guardato un documentario sulla produzione del film "Hellboy" e sono rimasta allibita dalla quantità di artisti che lavorano nel campo cinematografico: scultori, make-up artist, realizzatori di animatronics (pupazzi animati), esperti di computer grafica, eccetera.
Per la maggior parte di queste professioni, mi sono chiesta: perché Cinecittà non diventa un centro di formazione per operatori del mondo del cinema? Perché buttiamo i soldi nell'istituzione della laurea in Scienze del giardinaggio e del fiore (giuro, esiste) e poi un ragazzo che desideri lavorare nello spettacolo deve imparare da autodidatta?

Mi incanto anche per il talento. Ci sono persone che ne hanno una quantità inverosimile, accompagnata da altrettanta umiltà.
Per esempio Francesca Pedretti, la mia maestra, che riesce sempre a superare se stessa e a creare coreografie splendide e innovative.
Per esempio Mike Mignola, che con un semplice "Non esiste" riesce a farci sorridere e riflettere insieme. Per non parlare di quando ci commuove con un "Vaffanculo".
Per esempio mio marito, che riesce ad essere splendido e pasticcione in ogni cosa che fa, e alla fine riceve complimenti da ogni parte (sperando che compensino le urla di sua moglie).

8 commenti:

  1. anche io rimango sempre affascinata dalla quantità di lavoro che c'è dietro ai film, ai documentari, la quantità di artisti ai quali la gente spesso nemmeno pensa.

    Riguardo il girello, io ho un ricordo infantile, una singola immagine di me nel girello in un certo luogo (ricordo vero, confermato da mamma). E quando rievoco a questa immagine mentale sono felice, è un ricordo di quelli "caldi". Non so cosa altre abbiano contro il girello, ma non deve esser stato questo orrendo strumento di tortura se me lo ricordo e il ricordo mi fa felice, no?

    bacioni

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  2. però non puoi smontarmi così la laurea in scienze del giardinaggio e del fiore!!!:DDD
    capisco che possa sembrare una gran cazzata per chi non ha questo tipo di passioni, però il mondo è bello perchè è vario.
    scherzi a parte, secondo me ci sono delle "discipline" che potrebbero tranquillamente essere insegnate tramite corsi professionali (pluriennali, magari - insomma, fatti bene) anzichè dei corsi di laurea.
    fino ad ora per lavorare in un vivaio era richiesto un diploma (o una laurea in agraria, ma è una laurea che è utile anche per molti altri lavori, non è a senso unico come quella sul giardinaggio)e ora si devono fare le cose in grande per forza.
    che poi per curare i fiori ci vuole competenza (ma è appunto una competenza che secondo me si può acquisire anche senza una laurea) ma soprattutto tanto, tanto, tanto amore :)

    come hai già scritto tu, tutto gira intorno alla passione. soprattutto in certi campi.

    paola

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  3. sono d'accordo con te, noi la Tv non la guardiamo più e la usiamo solo per vedere dvd. i dibattiti politici mi hanno stufato già da anni, sempre le stesse persone, sempre le stesse chiacchiere, loro sono sempre più anziani e le cose in questo paese non cambiano mai (o forse peggiorano solamente).
    riguardo ai documentari sul making dei film e simili, io sono una che si vede fino all'ultimo contenuto speciale del dvd. proprio domenica dopo aver visto "UP" (film della pixar, molto molto bello), mi sono vista il documentario del viaggio che i realizzatori hanno fatto in venezuela per poter ricostruire quei paesaggi straordinari... davvero molto interessante! mi è piaciuto quasi più quello che il film! :-)

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  4. @orka: ah guarda, a volte nel mondo della puericultura ci si lancia in crociate assurde, quindi rinuncio a capire cosa ci può essere di male a tenere per il tempo giusto e all'età giusta un bambino nel girello. Amelia lo adorava, le dava un senso di indipendenza. Ettore non ce l'ha neanche fatto tirare fuori, si vedeva che non gli interessava.
    @paola: beh, vedi, io non ho niente contro una laurea del genere, purché sia giustamente contestualizzata e indirizzata. Della laurea specifica mi fa specie: a) che venga erogata da un ateneo che non ha la facoltà di Agraria, ma solo Scienze b) che la spaccino per formazione per giardinieri: adesso ci vuole la laurea? Ho un lontano cugino che è un architetto di parchi e che lo è diventato senza una laurea specifica: non è che per ogni professione debba esserci una laurea...
    @cosmic: "Up" non l'ho ancora visto, anche se mi è stato caldamente consigliato. Prima o poi ce la farò!

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  5. Ma quali urla??!!! Basta saper leggere tra le righe e si capisce quanta considerazione per lui c'è nelle cose che scrivi, ironia a parte.....
    Silvana. Vorrei avere più tempo per scriverti, per parlare con te..... quando ti capita di venire a Pavia , telefonami, non si sa mai................

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  6. Anche io sono in un periodo di riflessioni simili. anche se senti solo radio e usi internet (come me) ci sono comunque troppe informazioni ormai e la parola chiave è proprio "appassionarsi". Tutto il resto penso che vada "sfrondato", bisogna ritornare un po' all'essenziale, ma che ci lascia qualcosa.
    Volevo anche dirti che mi piace quello che scrivi, e come lo scrivi. ciao a presto!ele

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  7. Incantarsi è una parola meravigliosa. Me la prendo e me la porto via!!

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  8. @silvana: più tardi ti chiamo.
    @ele: grazie e benvenuta!
    @lorenza: :-))))

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