lunedì 18 aprile 2011

Scene da una cascina

Sabato mattina, Luca fa appena in tempo a fare colazione per precipitarsi a Milano, dove deve provare un pezzo con un paio di persone. Oltretutto, non mi posso nemmeno lamentare, perché sono stata io a incastrarlo con quel pezzo lì.

Io faccio vestire i bambini, poi ci facciamo un giro tra le vacche. Si accoda anche un papà della scuola steineriana, che in questo periodo sta costruendo una casetta di paglia e fango nei weekend.

Arrivati alle stalle dove una volta stava il "mio" manzo, ci trovo il polacco, intento ad occuparsi di due vacche malate e incinte. Colta da un barlume di speranza, gli chiedo che fine abbia fatto quel toro così e cosà, che stava lì qualche mese fa. Inaspettatamente, lui mi racconta che Kojak (l'hanno chiamato così perché è un po' pelatino) è stato trasferito alla Zelata, nella stalla coperta, e con grande gioia soddisfa i bisogni di circa 30 vacche. Poi continua, raccontando a me e all'allibito padre steineriano le prodezze sessuali dell'altro toro da carne, Luxuria, e del misero torello frisone che pare tanto macilento ma poi le vacche non lo mollano per una notte intera.


Ieri, dopo aver passato mezza giornata da sola a fare la casalinga disperata (bambini dai nonni e marito al corso di bonsai), ho portato la famiglia a trovare Kojak, il mio amico ritrovato. Lui ci è sembrato molto contento della sistemazione e socievole come al solito, tutto contento di prendersi i grattini tra le corna. Poi i bambini hanno cominciato a dargli da mangiare un po' di erba e lui ha mostrato di gradire. Dopo un po', anche le altre mucche hanno reclamato la loro parte. Ce n'era una bellissima, tutta nera ma con il musino e una riga lungo la schiena marrone. Ma non riusciva quasi mai a mangiare dalle nostre mani, perché finiva sempre tra una nera e una pezzata molto voraci.


Ecco, è in momenti come questi che POI (ovvero 12 ore dopo) mi ricordo che avrei potuto portarmi la macchina fotografica e mi pento di non averlo fatto. E in realtà, chi si sarebbe messo a fotografare anziché strappare l'erba?

3 commenti:

  1. Per fotografie ben riuscite... a turno ;-)

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  2. Sto leggendo in questi giorni un libro che ha per protagonista una mucca, si intitola "Il dono della dea", editrice Neri Pozza, ambientato in India, vista la tua familiarità con torelli, mucche e manzi penso ti piacerebbe come sta appassionando me che sono cresciuta tra le mucche di mio nonno :-) se lo trovi in biblioteca o da altre parti dacci un'occhiata!

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  3. @nora: sì, ma almeno bisognerebbe ricordarsi la macchina! :-)
    @daniela: lo cercherò, grazie!

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