domenica 1 luglio 2012

Letture di giugno

Romanzo di formazione e "de paura": Il circo dei vampiri di Richard Laymon. America anni '50, adolescenti ossessionati dal sesso in modo decisamente imbarazzante (ma probabilmente veritiero), un finale degno di un romanzaccio pulp, con belle denudate e scene raccapriccianti. Mhe.
Fantasy realistico (?): La valle degli eroi di Jonathan Stroud. Azzardo un'ipotesi: che questa sia un'opera prima riesumata dopo il successo di Bartimeus. Per carità, una misura al di sopra di un fantasy "normale". Ma molto al di sotto di Bartimeus.
Fantasy di ventura: La compagnia del corvo di James Barclay. Una compagnia di mercenari con un'etica, una maga con due figli da salvare, un'imminente fine del mondo: tutti ingredienti che potrebbero fare un gran pasticcio, e invece diventano parti integranti di un romanzo dal ritmo sostenuto e dalla retorica fantasy ai minimi storici. Ottimo intrattenimento: ho prenotato in biblioteca il secondo della serie.
Urban fantasy divertente: Insatiable di Meg Cabot.  È una scemata leggerina, ma con situazioni e battute davvero divertenti. E mi ha fatta riflettere su un punto: anch'io potrei uccidere chi tentasse di impossessarsi del mio portatile e/o della mia borsa preferita. Senza nessun rimorso.
Urban fantasy divertente 2: I promessi vampiri di Beth Fantaskey (orrenda traduzione di Jessica's guide to dating on the dark side). Non l'avrei neanche avvicinato, se non avessi avuto la dritta dalla mia bibliotecaria. E invece ho letto un libretto divertente e godibile, nella prima metà davvero spassoso. Mi è stato sconsigliato il sequel, e io mi attengo.
Largo ai vecchietti: Un calcio in bocca fa miracoli di Marco Presta.  Immaginiamo due vecchietti: uno angelico e l'altro diabolico, legati da un'amicizia decennale. E scopriamo che non sempre il diavolo è proprio così cattivo, soprattutto quando è stato traviato per tanti anni dalla compagnia di un angelo. Divertente, agile, profondo e vero.
Ricordi e attualità: Cosa tiene accese le stelle di Mario Calabresi. Ringrazio pubblicamente Paola di La margherita e il lappio per aver consigliato questo libro. Forse, quando prenderò il coraggio, riuscirò anche ad affrontare Spingendo la notte più in là.
Umorismo norvegese: Saluti e baci da Mixing Part di Erlend Loe. Si legge in un lampo, e questo è un pregio. In alcuni punti lo stile è davvero interessante. Però lo stile non è tutto, e la storia è inconsistente.
Spunto sprecato: Il Djinn e la bella locandiera di  Michele D'Angelo. Mooolto interessante lo spunto: un djinn contenuto nel corpo di un umano anziché nella classica lampada o bottiglia, perennemente in lotta per emergere a dispetto della personalità di chi lo ospita e imprigiona. Nella pratica, però, la gestione della trama si rivela affrettata e dilettantesca: scritto così, al massimo può essere la prima stesura di un capitolo. Peccato, perché l'idea di partenza mi ingolosiva proprio.
Il senso della vita secondo i danesi: Niente di Janne Teller. Non mi stupisce che la Danimarca sia uno dei paesi con il più alto tasso di suicidi. Deprimente.
Imitazione di Tim Burton: La meccanica del cuore di Mathias Malzieu. Prendete Edward Mani di Forbice 100 anni fa e modificatelo con una serie di luoghi comuni. Tristemente inutile.



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