mercoledì 14 novembre 2012

La ragione di vita

Spesso mi capita di sentire che i figli sono la ragione di vita dei loro genitori. Lo si accetta come un dato di fatto. Ma è davvero così? Ed è davvero così per tutti?
Io amo moltissimo i miei figli, se a uno di loro capitasse qualcosa morirei di dolore, metto i loro bisogni al di sopra di ogni cosa (ho detto "bisogni", eh).
Però, onestamente, non credo che siano la mia ragione di vita. Non l'unica. Così come non lo è il loro papà, anche se lo amo moltissimo.
Credo che la mia ragione di vita sia la mia vita. Tautologico, OK. Ma vero.
Penso di vivere per essere felice, il che ovviamente comporta che chi amo sia sano e felice. Ma comporta anche che io riesca ad avere una qualità di vita decente, un lavoro piacevole, un po' di tempo da passare con gli amici e un po' di tempo per me.
Penso che, se una malattia mi privasse della possibilità di comunicare o di leggere o di scrivere, ne patirei infinitamente, forse quanto patirei per la morte di un mio caro.
Penso che, se la crisi in cui ci troviamo mi impedisse di avere una qualità di vita accettabile, piomberei in una grave depressione.
Penso che sarebbe un durissimo colpo perdere in un botto tutte le persone che mi onorano della loro amicizia, vicina e lontana.
Insomma, pensiamoci davvero prima di ripetere stereotipi: la ragione di vita è, per definizione, una cosa seria.

14 commenti:

  1. Più che altro sai cosa? A me spaventa molto chi dice "Questa persona, questa passione, questa attività, questo qualunque cosa è la mia vita": la lezione che forse ho imparato in questo 2012 è che quel qualcosa può venirti a mancare, in qualunque momento, per le ragioni più disparate. E poi che fai? Smetti di vivere? Non credo. Far passare la propria felicità, addirittura tutta la propria vita, in qualcosa che non sia il proprio se, secondo me è potenzialmente molto pericoloso, e denota anche poco amore verso se stessi... Perchè limitarsi così?

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    1. Io conosco una donna il cui unico figlio, 19 anni, bello come il sole e intelligente, è morto in un incidente stradale. È come morta dentro, ma non si uccide. Perché? È una cattiva madre una che trova i motivi per sopravvivere a un figlio? Allora non è vero che i figli sono l'UNICA ragione di vita?

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  2. Perfettamente d'accordo con te e aggiungo che dire "tizio caio (o l'attività X) è la mia vita" è qualcosa di profondamente egoista, perché m'è capitato di essere "la ragione di vita" di qualcun altro. Che quando mi sono stufata di avere il peso della mia e della sua vita sulle spalle mi ha fatto scenate alla "mi pianto una carabina in bocca" (true story!), non vi dico i titoli di giornale che mi sono immaginata da quel momento e per qualche mese ancora.
    E poi cosa? Poi ognuno è andato avanti con la sua vita (emmenomale aggiungerei!).
    Quindi sarà tautologico ma sì, la mia ragione di vita è la mia vita. E credo che dovrebbe essere così per tutti.
    Anche perché, per l'appunto, se non sto bene/non sono felice io, come faccio a far felice chi mi sta intorno?

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    1. Ah guarda, a quelli che "sei la mia ragione di vita" non credo neanche per un secondo. È solo un'ipocrita forma di controllo.
      Ti pianti una carabina in bocca? Ma ben venga, un idiota di meno al mondo!

      PS: ehm, avvertenza: andiamoci comunque cauti con i suggerimento. Una volta, al culmine dell'esasperazione, ho detto a uno di impiccarsi. Quando l'ha fatto davvero (anni dopo e per motivi personali per nulla dipendenti dal nostro scazzo), mi sono sentita quasi in colpa: non vorrei avergli dato un'idea.

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    2. Tranquilla, in genere io auguro... come dirlo in modo fine... disturbi gastrointestinali. Fulminanti. E cronici. Possibilmente che colpiscano in situazioni del tipo imbottigliato nel traffico.
      :)

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    3. Io di solito auguro emorroidi: nessuno ne è mai morto, ma che male!

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  3. Io mi sono chiesta, di tanto in tanto, quale fosse la mia ragione di vita. Cioè, a essere del tutto onesti, ancora un po' me lo chiedo. Ma certo non è un'altra persona, su questo sono d'accordo con te.

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    1. Eccaspita, mi sembra sano continuare a chiederselo. Io per ora sono arrivata a questa conclusione, che fa un po' Madame de La Palisse :-)

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  4. bah, io non è che sto tanto lì a chiedermi qual è la mia ragione di vita. ci deve per forza essere ?
    cerco di fare bene le cose del mio piccolo, di essere rispettosa e attenta, di trasmettere un po' della mia serenità. e vivo. senza grandi motivazioni se non il sano egoismo di star bene.

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    1. Beh, che ci sia è sicuro, se no non saresti contenta di stare al mondo. Che poi sia una cosa sola o l'insieme di tante piccole e grandi cose non importa. E giustamente non importa neanche saperlo.
      Mi piace moltissimo il tuo sano egoismo di star bene!

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  5. io penso soprattutto che poi quando questa unica ragione di vita se ne va per la sua strada tu (genitore) non puoi rimanere senza niente! Perchè a dio piacendo la tua strada è ancora lunga!

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    1. Beh, però sai, un minimo ci sta: sei la mia unica ragione di vita e sì, te ne andrai anche per la tua strada, ma io sarò sempre felice che tu sia felice.
      Il problema è che temo che chi definisce drammaticamente i suoi figli "la mia unica ragione di vita" siano quelli (quelle) che poi li limitano in tutto.
      Ho un'amica ridotta così dall'egoismo dei genitori: figlia unica, praticamente mai uscita di casa, ad accettare un lavoro del cavolo a condizioni del cavolo quando altrove (magari all'estero) una ricercatrice con le sue doti non vivrebbe di borse di studio e collaborazioni precarie. Tutto questo perché i genitori, adesso anziani ma con una buona pensione entrambi, non hanno avuto il coraggio di farle spiccare il volo quando era il momento giusto. Una rabbia...

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  6. Quoto l'ultimo commento di Lanterna, e condivido i ringraziamenti di Silvietta. E mi rendo conto di quanto sia importante (e difficile) condurre la propria vita basandosi su ciò che è davvero importante...

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