venerdì 25 ottobre 2013

La casa stregata

Dacché abitiamo in casa del polacco, la mia vita ha preso una piega che non mi sarei mai aspettata, tantomeno 10 anni fa quando ero una giovane single urbana (ancora per poche settimane).
A parte un imprevedibile interesse per orto e giardino (sono arrivati i semi di guado e iperico, evviva!), il fatto è che in questa stagione di mezzo i miei tardi pomeriggi/serate ruotano intorno al fuoco, che sia del camino o della caldaia a pellet.
Ci mettiamo sul tavolone della sala a tagliare e cucire pipistrelli, fantasmi, spettri e altre decorazioni per Halloween. Ieri mi sono ritrovata a cucire a mano per la prima volta da probabilmente un anno, e mi è piaciuto come mi piaceva da piccola sedermi vicino a mia nonna che lavorava a uncinetto e far finta di rammendare le calze (ovviamente mia nonna mi dava calze da buttare, perché ci facessi tutti i pasticci che volevo, usando l'uovo di legno blu).
Oppure abbiamo sfruttato il calore del camino per la lettura collettiva prima di andare a letto, e sembravamo una famiglia della borghesia ottocentesca, una cosa tipo Heidi.
Forse è il nostro modo di abituarci alla casa nuova, i cui tempi e climi devono ancora essere esplorati. O forse è la casa del polacco a tenerci più uniti, a vegliare sulla nostra felicità, a proteggerci.
Al contrario di quello che succede negli horror, mi sono sempre sentita bene accolta dalla nostra nuova casa. Forse le siamo simpatici perché un po' matti come il precedente inquilino. Forse, dopo 20 anni di abitante quasi singolo, aveva voglia di ravvivarsi un po', di ospitare bambini, di fare un po' di casino. Forse in cantina c'è qualche spora psicotropa che ci fa assomigliare alla famiglia Ingalls.
Fatto sta che ogni giorno non vedo l'ora di tornarci insieme alla mia famiglia, di stare tutti insieme. Anche quando significa sopportarci a vicenda.

PS: se siete della mia generazione, scommetto che il titolo del post vi ha fatto venire in mente questo film qui.

10 commenti:

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    1. L'unica pecca della casa del polacco è che mi ha tolto tempo e slancio per il terzo libro di Sholeh Zard. Ma entro Natale, rimedio, promesso!

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  2. E leggerti fa sentire un po' Ingalls anche noi, credimi!

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    1. Tenete presente poi che anche gli Ingalls nel loro piccolo si incazzano. Soprattutto quando qualche gatto piscia random o porta a casa qualche piccolo amico non peloso.

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  3. secondo me è il potere del cerchio magico.

    e comunque hai descritto perfettamente l'atmosfera della tua nuova casa ed è la stessa che respiro io e secondo me è quella che deve esserci in ogni casa dove abitino dei bambini.
    buon fine settimana.

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    1. Infatti lo curo e lo pulisco meglio della casa stessa ;-)

      Per carità, non è che nella casa vecchia le cose andassero male e che ora magicamente tutto sia OK. Ma è come se ora tutto fosse al suo posto.
      Metaforicamente, perché nella pratica di roba fuori posto ce n'è ancora parecchia...

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  4. Che meravigliosa atmosfera deve regnare in casa vostra, una casa così è anche il mio sogno, anche se, alla fine, "casa" è stare con chi amiamo, ovunque.

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    1. Ovviamente penso che staremmo bene insieme anche in un monolocale alla periferia di Rozzano, eh, non sono le case a fare la felicità.
      Ma certamente l'aiutano (anche se le gatte non sono proprio di questa idea, il concetto di trasloco non gli entra!)

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  5. @lasimo, hai perfettamente ragione. Secondo me l'atmosfera da casa, da nido e da coccole ci vuole in ogni casa che sia abitata da famiglie (o da bambini piccoli, ecco)

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  6. Ti leggo spesso e ti invidio spesso :)
    Non mi adotteresti??? :)
    No, dai, dovrei portarmi dietro la tribù di Marito, Bambino, Gatta, Gatto Grosso e Gatto ex-Piccolo: siamo troppissimi!
    Però, davvero, quanto è bello leggerti.
    Monica

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