mercoledì 15 ottobre 2014

Educare alla libertà

Lo ammetto: nel post di Genitoricrescono ho visto sì una possibilità di crescita per mia figlia, ma anche un'occasione per semplificarmi la vita.
Il fatto è questo: il mercoledì, subito dopo l'uscita da scuola, Amelia ha il corso di nuoto. La piscina è accanto alla scuola e vi si può accedere senza uscire dalla cancellata: si percorre il marciapiedi che corre intorno all'edificio ed ecco l'ingresso.
Quando l'abbiamo iscritta, ho subito pensato: sarebbe bello che potesse andarci da sola. Dopotutto, lei e Ettore sono piuttosto autonomi e mi fido della loro capacità di prevedere e comprendere i pericoli della strada.
Pensavo che la scuola me lo potesse impedire e invece no, non può. Ci sono addirittura scuole che prevedono questa possibilità e predispongono moduli che parlano di scelte educative e di maturità del bambino.
La mia scuola ha storto il naso, ha recalcitrato e alla fine ha prodotto un modulo che parla di impossibilità del genitore, obbliga a specificare il percorso del bambino (non più di 500 metri) e dichiara che al suo arrivo a casa il bambino troverà un adulto pronto ad accoglierlo.
(Ora, non so voi. Ma io penso che, se un adulto è impossibilitato ad andare a prendere un bambino a 500 metri da casa, non potrà aprirgli la porta 5 minuti dopo. A meno che non sia a casa in malattia o agli arresti domiciliari.)
Per quieto vivere, ho dichiarato il falso: io non sono impossibilitata ad andare a prendere Amelia, ho deciso di farla uscire da sola per scelta.
Ho scelto di dare fiducia a mia figlia, di permetterle un piccolo spazio di autonomia, di farla sentire grande. Ho scelto di darle la possibilità di muoversi in un ambiente sicuro e protetto, perché si faccia le ossa per il futuro. Ho scelto di renderla orgogliosa della sua piccola conquista.
E non riesco davvero a stimare una scuola che non riesce a capire una scelta del genere.

10 commenti:

  1. ho questa sensazione fastidiosa, sotto pelle, che non si voglia dare la possibilità ai bambini di crescere e diventare , un pochino alla volta, grandi. La scuola non si assume alcun responsabilità, così è molto più comodo.
    Mi chiedo perchè, nel 1993, Giulia, la mia bimba grande...( che ora ha 31 anni) poteva andare a prendere a scuola i suoi fratelli, che facevano la prima elementare ( e lei la quinta). Avevano i loro punti di riferimento, nel quartiere. Il negozio dei formaggi, il panificio , sapevano dove erano i vigili......e la scuola non faceva storie.....A me sembra tutto un gran lavarsi le mani.... i moduli da compilare, il naso storto....I bambini sono più responsabili di quanto crediamo, se sono da soli lo sono ancora di più. Per loro è una gran botta di autostima, percorrere quei 500 metri è davvero importante. PERSEVERA.Sei una grande manna, hai dei grandi bambini. Emanuela
    ps. non sopporto quando mi sento dire che...ora ci sono più pericoli. Posso dire che non è vero, l'ho vissuto con i miei figli e sulla mia pelle, che dal secondo giorno della prima elementare mi facevo 10 minuti di strada per andare a scuola. I pericoli vanno spiegati, ai bimbi vanno dati punti di riferimento ai quali, eventualmente, appoggiarsi e poi......si cresce così e così si diventa grandi. Emanuela...e scusa questa intrusione e questa mia grafomania!

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    1. A me i moduli da compilare non danno fastidio, purché mi diano la libertà di esercitare la mia patria (matria?) potestà.
      Mi dà fastidio il naso storto, il costringermi a dichiarare il falso perché questa dirigente non concepisce l'autonomia come forma di educazione.
      Quando, secondo me, in un ambiente di paese come quello che viviamo, l'autonomia andrebbe incoraggiata.

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    2. Anch'io quei pericoli li ho vissuti sulla pelle. Subito dietro casa, senza dover nemmeno attraversare la strada.
      I pericoli vanno spiegati ai bimbi, sì. Ora come allora.

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    3. Eccome! Certo, senza spaventarli al punto di paralizzarli.
      Come invece spesso mi sembra accada alle istituzioni.

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  2. Da educatrice mi dissocio nell' idea che la scuola non si assume alcuna responsabilita'... La prende nel momento in cui i bambini entranoma scuola fino a quando escono. Poi sono delle famiglie. Io non posso consegnare i bambini ai fratelli minorenni proprio perche' sono responsabile dei miei alunni... Vero e' che lavoro a Milano, ma davvero non posso sentire che i moduli servono a lavarsene le mani! Se ce ne lavassimo le mani, lasceremmo che tutti i bambini, dai sei anni, escano da soli e fuori da li, chi si e' visto si e' visto.
    Non si vuole far crescere i bambini? Chi? Mai visti i genitori che infilano le scarpe ai figli in quinta elementare? Non Chiara, la conosco, ma ne vedo molti nella mia vita lavorativa. Non voglio innescare la polemica genitori contro insegnanti in quanto dovrebbero collaborare al benessere dei bambini, ma non mi va il generalizzare e lo scaricare sulla scuola una responsabilita' che, di fatto, deve partire dalle famiglie.
    Scusate la lunghezza

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    1. Mi dissocio dall' idea, non "nell'idea"... Mi assumo la responsabilita' di aver detto una cazzata :-)

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    2. Ape, penso che ci sia un'enorme differenza tra gli insegnanti e i dirigenti.
      Quando mi incazzo con la scuola, al 90% mi incazzo con i dirigenti: degli insegnanti dei miei figli, a parte quella che violentava la grammatica italiana, non posso dire che bene.
      Infatti ieri ho mostrato il modulo alle insegnanti di Amelia e loro non hanno fatto una piega: ne hanno preso atto come di una scelta educativa nostra, punto.
      Se avessero avuto qualche obiezione, perché non ritenevano Amelia pronta, le avrei ascoltate. Magari poi avrei deciso diversamente, ma non senza aver soppesato il loro parere.
      Ma non posso avere stima di una dirigente che non concepisce che una bambina di 9 anni possa percorrere 100 metri nel quartiere più tranquillo di un paese tranquillo.

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  3. Amelia in effetti è stralunata, ma le prove che abbiamo fatto in questa e in altre occasioni mi hanno spinta a darle fiducia.
    Dopotutto si tratta davvero di una cosa piccola, che però per lei è un grande salto di autostima.

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  4. Certo, io parlavo del fatto cne la scuola non si assume responsabilita', vuole tutto comodo... Anche io mi irrito con la dirigenza, figurati, ma non amo le generalizzazioni, forse perche' so come lavoriamo noi...

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    1. Per carità: quante volte sento parlare degli statali fannulloni e inutili, ed essendo statale non fannullona né inutile mi offendo? Ti capisco eccome, le generalizzazioni non fanno mai bene.
      Però è un fatto che, ogni volta che c'è di mezzo la segreteria/dirigenza di una qualche scuola, io mi devo incazzare. E giuro, io lo eviterei volentieri!

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