Sono in ufficio. Squilla il telefono e rispondo. Mi fanno domande che esulano da quello che so e devo sapere, ma consiglio, fornisco riferimenti utili, do indicazioni. Entra un docente che ha bisogno di aiuto per compilare un modulo banale, gli do una mano. A uno studente manca la fotocopia del libretto per fare domanda per un tutorato, gliela faccio io sulla nostra fotocopiatrice. Tutti quelli che hanno a che fare con me (e con le mie colleghe, beninteso) lodano la mia gentilezza e la mia pazienza.
Torno a casa, stanca (anche se a volte, tra rispondere al telefono e indirizzare persone, mi sembra di non aver fatto niente). Anzi, prima di tornare a casa passo a prendere i bambini e alla minima bizza li fulmino. Appena in casa, spesso mi si presenta un buon numero di motivi per incazzarmi o almeno essere delusa: devo portare 4-5 borse (borsetta, pranzo, lavoretti dei bambini, magari spesa) e nessuno mi aiuta (magari perché Luca si è tumulato nell'orto) oppure ho fretta di ripartire e scopro che Luca non ha ancora fatto la doccia oppure mi aspettavo di trovare la lavatrice stesa e invece non ha nemmeno raccolto quella precedente. Altre volte scopro disastri fatti dalle gatte o non ho voglia di assecondare le richieste dei miei figli.
Forse la pressione non è superiore a quella che provo in ufficio, ma a casa sbotto. Faccio le cose di fretta e incazzata, mi trasformo in una specie di caporale abbaiante, recrimino con Luca e a volte faccio la vittima. Do il peggio di me, come già mia madre.
E mi dispiace, perché loro sono la mia famiglia e meriterebbero il meglio. Ma è anche vero che, a differenza degli utenti con cui sono gentile sul lavoro, loro sono la mia famiglia, abitano lì e dovrebbero avere più a cuore quello che è il nostro bene comune. Mi aspetto di più da loro, proprio perché mi vogliono bene.
Sono io la prima a rilassarmi in pausa pranzo, ma credo proprio che se a pranzo fossi a casa come Luca farei qualcosa in più per la casa, fosse anche solo sparecchiare dopo pranzo o far partire la lavastoviglie. Lui invece, appena il clima glielo consente (ovvero, quest'anno, dai primi di marzo), mangia di fretta e corre nell'orto. Anche di pomeriggio, quando finisce di lavorare, bisogna sradicarlo dall'orto con la motosega.
Possibile che io chieda così tanto? Capirei se lavorasse ancora quando torno, ma possibile che sia così difficile immaginarsi che mi farebbe piacere trovare a casa un marito pulito e profumato, pronto ad aiutarmi con le mille borse, anziché dover trascinare via dall'orto un uomo maleodorante, ovviamente dopo essermi smazzata borse e figli? È vero, lui non mi chiede quasi niente, a parte il fatto che gradirebbe che fossi un po' meno incazzosa. Ma vorrei vedere: i figli al mattino li smazzo io (lui è già al lavoro, per carità), li vado a prendere a scuola, alla cena penso io nell'80% dei casi, la maggior parte delle volte penso io a lavastoviglie, lavatrice e relativi svuotamenti/riordini (per carità, se gli dico "fai la lavatrice" lui la fa).
OK, non sono la moglie sorridente di Pleasantville. E mi dispiace, perché a me piacerebbe di più essere contenta. Non ci godo a incazzarmi o a lamentarmi, anzi, mi sento in colpa.
Mi piacerebbe dare il meglio di me in casa. Ma per farlo dovrei avere qualche aiuto in più.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
spero che luca legga il tuo blog. Questo per dire che per me la risposta è: parla, racconta e pretendi. Io se ho delle difficoltà in casa lo dico e pretendo. E visto che mio marito è una persona molto intelligente come il tuo, capisce e si arriva ad un compromesso buono per tutti.
RispondiEliminaVa bene lo sfogo, ma queste mi sembrano normali dinamiche di vita famigliare, di quelle che noi si discute la sera sul divano, e si ridiscute fin che tutti non sono sereni.
Anche io sono così ma devo ammettere che le cose vanno molto meglio da quando abbiamo imparato a prendere un piccolo impegno reciproco alla volta: http://lostrettoindispensabile.wordpress.com/2011/06/06/propositi-ordinanti/. Alla fine mediare, mettendo sul piatto le esigenze di ognuno, per me aiuta più che chiedere. Anche perché ho scoperto che ci sono cose di me che sono quasi altrettanto seccanti e che il Partenopeo preferisce dimenticare rimettendosi al computer. Forse a PleasentVille le cose erano più facili in partenza, ognuno aveva il suo ruolo. Oggi no, si vive di bilanciamenti, e costano. Capisco però quello che dici quando dici che non ti piaci, capita anche a me. E poi penso che questa è una ragione più che valida perché preferisca il computer (o chissà, l'orto) allo stare con me. Dai, che poi le verdure sono buone! :-)
RispondiElimina@my: gliene ho parlato e gliene parlo, ma le cose migliorano per un po', poi ognuno torna alla sua natura (esattamente la stessa cosa che mi diceva lui ieri di un suo collega, e io gli ho risposto che le stesse lamentele che ha lui su G. sono quelle che ho io su di lui). E io francamente sarei anche un po' stufa di continuare a spiegare alla gente ciò che potrebbe fare per rendermi un po' meno incazzosa. Ad un certo punto, ti viene anche da pensare che a lui vada bene così!
RispondiElimina@lisa: sta nell'orto per i bonsai, mica per le verdure ;-P
E' un discorso talmente lungo e complesso che non saprei cosa scrivere in un solo commento. A volte però credo che si creino delle dinamiche, nelle relazioni (non solo tra marito e moglie, come dici anche tu!), in cui manca il riconoscimento di ciò che uno fa per gli altri e la presa in carico della responsabilità comune. Quello che tu racconti (orto compreso!) l'ho visto per 20 anni tra i miei genitori e lo rivedo, in modi diversi, anche ora. Poi c'è il capitolo delle "priorità", che sono inevitabilmente differenti per entrambi... Post difficile! (vita difficile! ;)
RispondiEliminaallora sottoscrivo lorenza: l'affare si complica parecchio.
RispondiEliminaTi dico, io sono martellante. Essendo l'orto (bonsai) un hobby io con mio marito ragiono così: gli dico "tu devi pensare se io potrei fare altrettanto". Tu (chiara) potresti tornare a casa e fiondarti in una stanza chiusa a ballare 2 ore prima di cena? no. E allora non lo può fare nemmeno lui, o potete fare un'ora per uno e un'ora di faccende insieme.
Per me questa cosa è inderogabile.
Forse sono solo fortunata che dall'altra parte c'è uno che potrebbe NON arrivarci da solo (a volte sì) ma poi capisce che semplicemente IO NON POSSO, anzi NON VOGLIO, fare tutto, perchè mi imbruttirei.
@my e lorenza: penso che da un lato sia inevitabile che si creino dinamiche come questa. E per carità, è vero che, se lui si fionda nell'orto in ogni momento libero, io due volte la settimana faccio lezione (pagata, però) e non esito a uscire con le amiche una volta ogni tanto. È anche vero che io non faccio un lavoro pesante come il suo, però io metto sul piatto il fatto di fare un lavoro che mi costringe a usare la macchina e fare da taxi ai figli. Ed è anche vero che a volte la mia rabbia è frustrazione di voler/dover fare di più ma essere troppo stanca o a corto di tempo.
RispondiEliminaPer carità, rispetto all'80% dei mariti Luca è una perla, ma mi chiedo come fanno le mogli il cui lavoro non viene minimamente riconosciuto, davvero.
Infine, non pensiate che questo sia uno sfogo affranto. Sto solo brontolando contro la vita ;-)
Io credo che quello che fai sia percepito come ovvio e dovuto, e contemporaneamente, proprio perchè Luca è uno super easy, quasi invisibile.
RispondiEliminaCioè l'ordine in casa può esserci o no, la spesa? non mi pongo il problema etc.
Ti faccio un esempio mio.
Se a cena ho la grazia della presenza di Marito e gli dico "occupati della carne dei tuoi figli" mentre finisco di cucinare per noi due e gli porgo il piatto con dentro una fetta di carne, mi aspetto che: la tagli, la sali, metta il limone, metta il formaggio sulle zucchine.
Bene. Credi che faccia qualcosa di tutto questo?
Mette il piatto sotto il naso dei figli e sbocconcella un pezzo di pane rilassandosi. Allo stesso modo non mette manco un bicchiere sulla tavola, ma in compenso chiacchiera con me.
Poi chiaro che io mi incavolo e gli dico con linguaggio manageriale (quello che almeno lui capisce): "Se ti delego sei responsabile del task fino in fondo!".
Fai bene a sgridarlo per il fatto di essere presentabile, profumato e disponibile per quando torni. Anche io rompo per queste cose: non è che siccome uno è dedito al lavoro e non esce con gli amici per il calcetto allora può fare solo i cavoli propri.
E cmq sì, è questione di priorità ma anche di rispetto. Io gli dico sempre che allora non si tromba!
io ho una fortuna: il moschettiere è quello che si occupa della cucina (perchè uno dei suoi hobby è cucinare, eh? non per altro :D), quindi quando lui è a casa non tocco una pentola. mentre lui cucina, io posso lavare francesco, prepararlo, ecc.
RispondiEliminae quando lui fa tardi per cena, francesco mangia prima e quando arriva cucina per noi due (non vuole proprio che lo faccia io, si incazza).
un altro suo hobby è la spesa: mentre a me rompe da morire, lui gode in giro per il supermercato con il carrello. quindi io compro le cose di tutti i giorni se finiscono e ce n' è bisogno (tipo il latte per il mattino dopo, ecc) e lui fa la vera spesa...
non che questo risolva tutto, ma mi rendo conto che fa molto. perchè io la sera non devo occuparmi della cena + francesco + lavatrice, ecc
per quanto riguarda la pulizia: io sono una di quelle che ama l' uomo che sa di terra, quindi quando il moschettiere torna dall' orto, a me piace il suo profumo.
ma lui si affretta sempre a fare la doccia.
...insomma, non siamo mai contente :D
scherzi a parte, secondo me quando arrivi a casa dovresti fermarti sulla porta con le borse, andarlo a chiamare, pretendere di farti aiutare a portarle e a svuotarle. e mentre tu prepari i bambini, pretendere che lui cucini (o metta su l' acqua per la pasta, per esempio...) o che almeno carichi la lavastoviglie...
è anche questione di incastri e abitudini. una volta che si prende il giro secondo me anche a lui può venire naturale farlo. e se anche non gli venisse naturale, lo dovrebbe fare comunque, no? :D
dai, resisiti :)
paola
@MdiMS: se io parlassi così a Luca, mi guarderebbe come se gli avessi parlato in aramaico ;-)
RispondiElimina@paola: il moschettiere non viene da 10 ore in caseificio, credimi ;-) Il fatto è che a me non pesa tanto l'aspetto operativo (se gli dico di fare le cose, le fa), quanto che io debba spesso essere il caporale che dice che cosa si deve fare, che ci pensa, che si organizza, che fa le valigie per i figli e che ripone la loro roba, che rileva i buchi logistici nella cura dei figli (es. vacanze inaspettate) e trova una soluzione (magari chiedendo a lui di prendere qualche ora di ferie, per carità). Ogni tanto vorrei poter spegnere il cervello e prendere ordini.
(commento come anonima perché da casa rischio di perdere tutto il commento)
che bella questa discussione (sapete che mi piacciono tanto!!). Nell'ultimo commento secondo me hai sollevato ancora un altro punto, che va ben oltre la quotidianità e in cui moolto spesso mi trovo anch'io. Gestire una famiglia di 4 con 4 esigenze diverse, 2 lavori, equilibri etc non ti permette di abbassare mai la guardia, devi sempre SEMPRE avere la visione avanti, anche di qualche mese, prevedere il prevedibile, devi averci "già pensato". Non puoi mai spegnere il cervello e lo vorrei tanto anch'io. E in questo anche mio marito è carentissimo. Ma per dire anche nella gestione delle amicizie. In una famiglia è fondamentale continuare ad aprirsi, a coltivare le amicizie: devi proporre, invitare. E se devi invitare devi pensare avanti almeno di 1 settimana, e se fai la spesa 1 volta la settimana devi pensare che fra 6 giorni avrai gente a cena e se devi avere gente a cena il venerdì è bene che il giovedì' i tuoi figli piccoli non vadano a dormire a mezzanotte. ecc ecc ecc ecc Perchè l'alternativa è svegliarsi una mattina e accorgersi che è un anno che non vedi una persona che ti è cara. Perchè poi è così che finisce con le nostre vite impossibili. E questo era sono un esempio fra i più banali visto che tu ne hai fatti di seri.
RispondiEliminaEpppperò ti devo dire che oggi ti ho pensata: mio marito ha preso mezza giornata di ferie per fare un giro lungo in bici. Perchè per me non esiste che sistematicamente il marito, perchè ha un hobby, se ne sparisca per una mezza giornata nel w.end. Può capitare ogni tanto. Per diversi motivi: perchè si potrebbe fare qualcosa di bello, certo, ma anche perchè è festa anche per me, echeccazzo, perchè io mi devo fare il culo triplo con i bambini, devo rinunciare a qualche gitarella o a qualcosa di bello, perchè lui deve andare in bici? boh per me non esiste proprio.
Nel w.end si fa giri di un paio d'ore mentre i bambini dormono, e oggi ferie.
E quand'è venuto a casa a cambiarsi ha svuotato la lavastoviglie e l'ha ricaricata con quel che c'era nel lavello. ;-)
Cara Lanterna, quando mi sono sposata, ben sapendo che avevamo stili di vita diversi, ho fatto una lista (che novità) con tutte le faccende domestiche divise per giorni, mesi ecc. l'ho data a Luca e gli ho fatto scegliere cosa si sentiva di fare. Qualcosa di giornaliero, settimanale e così via. Per qualche anno ha funzionato. Poi con l'aumento esponenziale degli impegni di entrambi tra lavoro e figlie questa ripartizione si è arenata. Credo che le incombenze domestiche siano il motivo ricorrente delle nostre litigate. Luca non ben chiaro il concetto di tempo lavorativo non retribuito. E comunque rimango convinta che la donna abbia una capacità tutta naturale di prendersi cura degli altri e di dimostrarlo nei piccoli dettagli. L'uomo invece sa cacciare...dicono ;-)
RispondiElimina@my: per me invece esiste che lui una volta al mese abbia il corso di bonsai, una volta al mese (di solito in concomitanza con la mia lezione di danza) lui prenda lezione di tamburo, che sotto gli spettacoli faccia le prove, eccetera. Per questo mi incazzo così tanto quando lui si prende tutto il braccio e dedica il 100% del suo tempo libero a un hobby: è come un bambino, non ha limiti se non glieli dai tu. Per le amicizie non sono solo io a coltivarle, ma mi scoccia ogni tanto dovergli dire "chiama tuo fratello, chiama tuo padre", per decenza.
RispondiElimina@nora: io non sono naturalmente portata alla cura, quanto lui non è portato a cacciare ;-) Se dobbiamo parlare di attitudini, spesso credo di essere io l'uomo. Mi occupo di queste cose perché se non lo faccio io andiamo a catafascio, ma non mi viene naturale. Infatti mi pesa. E meno male che Luca, quando l'ho conosciuto, viveva da solo da 10 anni (senza armadio, senza aspirapolvere ma con un sacco di cereali e legumi strani).
Uh mamma, quanti spunti e quante cose da dire! Una alla volta, che tra l'altro rischio di dover mollare il computer da un momento all'altro.
RispondiEliminaMi sono riconosciuta nel discorso "gentile con gli altri, scassapalle in famiglia". Io con estranei, amici, ecc. sono tendenzialmente sempre sorridente, accomodante, gentile, ho la sindrome del "piacere a tutti a costo di rimetterci" e fino a pochi anni fa facevo addirittura fatica a esprimere opinioni contrarie agli altri. Tranne in casa. Con chi ho confidenza anch'io rischio sempre di mostrare il peggio di me, i miei me l'han fatto notare per anni, che con gli altri ero fin troppo buona (da noi si dice "tre volte bon, tre volte c..on") e con loro rispondevo malissimo, scleravo, mi sfogavo, ecc. Con G tendevo a farlo all'inizio della convivenza, ma lui è un uomo zen che non risponde alle provocazioni e non accetta gli scleri immotivati, quindi ho imparato a ridimensionare la cosa e a non scaricare troppo su di lui cose con le quali lui non c'entra e discutere (più o meno) civilmente quelle in cui secondo me ha delle colpe. Però ogni tanto il mio Gozilla interiore tenderebbe a risvegliarsi ;)
(fine prima parte, sul discorso faccende casalinghe magari ci torno su in seguito, che ci sarebbe da scrivere un trattato!^^)
È vero, il caseificio è pesante, ma noi, oltre al lavoro in ufficio, abbiamo quello del terreno e della casa...con tre ettari di terra, un cavallo, 4 pecorelle, galline e cani, credimi, c' è tanto da fare. Quando ci alziamo tardi sono le 6,30 del mattino e non lo facciamo capitare spesso perchè altrimenti rimaniamo indietro con i lavori ed è peggio.
RispondiEliminaDetto questo...io ti capisco. Perchè è vero che il mio compagno cucina e così io posso fare altro nel frattempo, ma è anche vero che lui lo fa perchè gli piace. La cucina è per lui quello che il giardinaggio è per me. Quindi lui è anche felicissimo di invitare gente a cena - e spesso succede senza preavviso per me - perchè lui può cucinare e stare con gli amici. Per me significa tutto il resto, come il sistemare una cucina disastrosa o smacchiare la tovaglia o fare 3 lavastoviglie, per esempio.
In casa nostra non esiste un minimo di programma. È tutto - o quasi - un imprevisto. Le cose importanti sono nutrire gli animali e sistemare l' orto...poi per lui si può gestire la giornata - ma anche la settimqna, le vacanze... - come viene.
E in tutto questo devo stare mooolto attenta a dare "ordini" perchè non sono graditi :)
Quindi per ora l' "equilibrio" è questo...lui gestisce i pasti sia degli umani che degli animali, io la "lavanderia" e la casa, l' orto (ma mia aiuta) e i fiori (che sono un altro lavoro!). Francesco è gestito alla pari, per fortuna mi aiuta molto.
E cmq, a me piacerebbe da matti poter fare il caporale :D (ovviamente è una battuta perchè ho capito quanto sia pesante per te, ma è per dire che mi piacerebbe anche poter gestire davvero le cose come dico io e avere in casa un po' più di organizzazione...)
Paola
Per me, da quando ha aperto questo maledetto kebab, è iniziata una fase nuova: lui, non essendoci, si sente esonerato in automatico da tutto. E intendo tutto. Bisogna vivere come se non ci fosse. Questa cosa mi fa impazzire, perché prima pensava lui a quasi tutte le incombenze pratiche, pure troppo: faceva la spesa, cucinava, puliva, metteva su le lavatrici, stendeva, stirava quel che gli serviva (io non stiro nulla e basta). Dal troppo al nulla il passo è tosto, anche perché io non guido (e non ho nemmeno la macchina, del resto), ma soprattutto la pianificazione mi manda al manicomio. Per paura di finire col buttare roba ho perennemente il frigo vuoto, per dire. Io stringo i denti, mi dico che finirà (non piace neanche a lui questa vita da matti). Però, intanto... Una cosa però la solitudine, a cui non ero affatto abituata, me la sta insegnando: sono un filo più controllata. Prima di fare una sparata ci penso tre volte. Faccio sedimentare. Cerco forme di comunicazione meno aggressive. Il tempo insieme è così poco che se lo si spreca per litigare tanto vale lasciarsi!
RispondiElimina@pianobi: c'è da dire che anche Luca è molto zen: ci rimane male ma non risponde alle provocazioni. Ma perché devo farlo rimanere male? Perché devo essere tagliente con i miei figli, al minimo intoppo? È un modo meschino di sfogarmi, ma non so come fare diversamente: essere men che gentile sul lavoro mi farebbe sentire male, e comunque sarei frustrata.
RispondiElimina@paola: lungi da me sminuire la fatica del moschettiere! È che io proprio odio l'odore del caseificio, è un odore rivoltante che impregna i capelli e la barba, complice il sudore e il fatto che le magliette si bagnano e si asciugano addosso. Non è il semplice odore di terra e sudore.
@chiara: questo è uno dei motivi per cui prego tutte le divinità che Luca non diventi mai imprenditore. È una vita dura per entrambi, ma almeno a lui dà soddisfazioni, tu la vivi di riflesso e spesso a casa lui porta solo i problemi. Almeno, per i miei era così. Ti auguro che lui riesca a organizzarsi in modo da non dover più lavorare così tanto!
ahhhhh! adesso ho capito perchè hai parlato del caseificio! l' avevo interpretato in un altro senso. :)))
RispondiEliminaun abbraccio, paola
ogni tanto penso che sia anche una questione di aspettative alte... forse potresti ogni tanto mollare un poco, senza per questo veder crollare tutto... (non riesco ad elaborare meglio, ma è la sensazione che ho leggendo)
RispondiElimina@monica: io non sono una freak control, tutt'altro. Quello che sto tenendo in mano è solo l'indispensabile: scuola per i bambini, lavoro per me e minimo regime per mangiare e vestirsi. A parte questo, a richiesta eseguo, ma solo se la richiesta è decisamente pressante.
RispondiEliminanon ho letto tutti i commenti, però sono solidale.
RispondiEliminaDomenica sera stavo per raccontare la favola: una s'è messa a urlare perchè il pigiama non era di suo gradimento; l'altra giocava al posto di lavarsi i denti. Alla fine me ne sono andata in malo modo, e non ho letto la favola a nessuna, neanche a quella che era buona.
Dopo mi sono sentita una merda, ma ero stanca, molto stanca. Non vorrei essere una madre stanca.
Baci.
@polly: a me è successo sabato mattina: volevo far vedere il mio assolo (o meglio: un'idea di quello che avrei potuto fare come assolo) a Luca e Amelia, ma Ettore mi ha spento le casse. Per dispetto puro e semplice. Così mi sono irritata e ho lasciato perdere: non ero proprio più nello spirito. Amelia ci è rimasta male, ma come fai? Non siamo robot, un minimo di predisposizione ci vuole.
RispondiElimina