giovedì 9 giugno 2011

L'eterno ritorno

Stamattina, Amelia si lamenta di un minuscolo fastidio al mignolo del piede e io sospiro, per l'ennesima volta: "Quanto somigli a tua nonna!".
Sua nonna, che è anche mia mamma, è così attenta ai piccoli fastidi che un granello di sabbia nella scarpa potrebbe rovinarle una prima della Scala. Sua nonna, al contrario di me, che sono sua figlia e sono nata 6 giorni dopo di lei, è la rappresentazione perfetta del suo segno zodiacale, la Vergine: organizzata, ordinata, deve avere tutto sempre sotto controllo, non riesce a delegare.
Mia nonna, invece, mi somigliava di più. Infatti innumerevoli volte mia madre è sbottata con me: "Quanto somigli a tua nonna!".
Già, quanto somiglio a mia nonna. Forse perché, mutatis mutandis e per carità, io ho una vita più simile a quella che ha avuto lei.
Mia madre è cresciuta in un ambiente pronto ad aiutarla: i miei 4 nonni lavoravano in negozio e mi potevano tenere nel retrobottega, il suo lavoro era sicuro (e aveva trovato subito un posto statale, a 20 anni, appena uscita dall'ITIS), viveva in una casa dei miei nonni. Per dire: ha potuto permettersi di non mandarmi alla materna.
Io, pur con tutte le migliorie degli ultimi 60 anni, sono più simile a mia nonna: non ho nessun appoggio logistico fisso, a parte quelli che ho pagato. Mi trovo in balia della disponibilità dei nonni, che hanno necessità oggettive da anteporre alle mie (pure oggettive, ma mie). Mi trovo a vedere i miei bisogni disprezzati dallo Stato, esattamente come mia nonna nel dopoguerra.
E mi chiedo a volte se non valga la pena di fare fagotto e andarmene in un Paese civile.

9 commenti:

  1. Il problema è che il gioco al ribasso non conosce confini. E welfare e diritti sono a rischio ovunque - anche in Paesi più civili del nostro come Francia, Olanda o Danimarca.
    Poi, certo, loro non hanno un premier che consiglia alle fanciulle in età da marito di cercarsi un bel maschio Alfa (e Romeo).

    RispondiElimina
  2. Perché dici che i tuoi bisogni sono disprezzati dallo Stato? Alludi a part-time negati, carenze asili?
    Baci

    RispondiElimina
  3. @andrea: il problema che vedo è che per esempio in Francia si parte da uno standard alto: contributi statali alle famiglie, nessun problema se il/la dipendente resta a casa il mercoledì per la chiusura delle scuole, servizi garantiti fin dalla prima infanzia. Se anche smantellassero il 50% di quello che hanno, al massimo si riducono come noi. Non sarà un caso se l'Italia è il paese europeo col maggior tasso di abbandono del lavoro dopo il primo figlio.
    @Igraine: trovo assurdo che la scuola abbia 3 mesi di ferie mentre i lavoratori dipendenti ne hanno al massimo 30 giorni (gli statali, perché mio marito ne ha 21). Trovo assurdo che il tamponamento di questa situazione sia affidato alla buona volontà dei Comuni, a cui è stata tolta l'ICI e quindi si devono arrangiare a trovare finanziamenti. Trovo assurdo che gli eventuali aiuti per i nidi vengano dati a famiglie al di sotto degli 8000 euro ISEE, il che significa in soldoni che uno solo lavora (e allora l'altro può stare a casa con i bambini, no?). Trovo assurdo che non ci sia l'obbligo del nido comunale o almeno di una convenzione con i nidi privati sul territorio comunale. Trovo assurdo che nessun comune tranne quello di Milano faccia campo estivo nelle prime due settimane di settembre. Trovo assurdo, infine, che uno Stato civile trovi normale che il suo welfare e il benessere delle famiglie siano basati su eventuali nonni in pensione. Se un datore di lavoro ci facesse la metà di quello che fa lo Stato ai suoi cittadini, lo denunceremmo.

    RispondiElimina
  4. In confronto all'Italia, anche il Messico fa bella figura (e no, non è un'iperbole: basta vedere cos'hanno combinato negli ultimi 20 anni a livello di scolarizzazione e sanità in un Paese dove lo stato sociale praticamente non esiste).
    Qui, al massimo, ti condiscono via col Family Day, che costa poco e fa allegria. O col buono scuola alle private, che costa un fracco e non fa nemmeno allegria. siggghhh. È il mercato, bellezza.

    RispondiElimina
  5. @Andrea: ma mi vuoi proprio far piangere, eh? ;-)

    RispondiElimina
  6. E vogliamo parlare dei manager (privati ma a questo punto anche pubblici, temo) che sono "amici di" e non sanno "manageare" un beato c....? Potrei fare esempi su esempi...

    RispondiElimina
  7. magari ti regalo un granello di ottimismo: sia in uk che negli usa non esiste la scuola materna pubblica: è un settore interamente privato e costosissimo

    così, per esempio, nella città in cui viviamo adesso una netta maggioranza di mamme con figli under 5 fa la mamma e basta
    a differenza dell'italia va detto che c'è più ottimismo sulla possibilità di riprendere a lavorare una volta che i figli saranno alle elementari - ho già conosciuto molte donne "tornate al lavoro"

    (mi ci è voluto un po' per digerirla, questa cosa, ma adesso l'idea di poter dedicare molto tempo ai miei bimbi in questi primi anni mi sembra una bella cosa - sperando anche io di tornare a lavorare quando saranno alle elementari)

    resta il fatto che la materna pubblica e la possibilità di scegliere se mandarli o no senza che questo dipenda da criteri finanziari è una cosa da tenersi stretti: attenzione alle riforme! si sa che dall estero si tende a copiare sempre il peggio :(

    ciao!

    RispondiElimina