Sarà il tempo, che ha fatto un salto indietro di 2 mesi e svariati gradi. Sarà che casa mia si è trasformata in un lazzaretto, con marito esantematicamente malato da lunedì e figlia gastroentericamente malata da martedì (e figlio sano attaccato alle balle della mamma, poveretto lui e poveretta me). Sarà che ho trascorso un bellissimo pomeriggio tra donne ed è raro che ore passate così non diano i loro frutti. Sarà anche che mi sono data lo smalto (color nerorosso, mentre l'aubergine l'ho appena tolto) e per un po' sono rimasta a far niente per evitare di rovinarlo. Sarà anche che ho deciso di inaugurare un nuovo regime alimentare e di movimento, per motivi estetici e di salute.
Insomma, in questi giorni ho avuto tempo e opportunità di occuparmi del mio aspetto e di stare a contatto con una persona che ne ha sta facendo un lavoro.
Frivolezza? Desiderio di evasione? Per niente: l'evasione l'ho avuta con le chiacchiere e il tè, e anche con le uscite da sola con Ettore, ammettiamolo.
Invece questa riconsiderazione del mio aspetto è una cosa molto seria. Molto profonda, perché sono convinta che, al di là dei vecchi adagi, il nostro aspetto rifletta la nostra condizione interiore.
Salto indietro di quasi 10 anni: inizio a lavorare in un ambiente prevalentemente maschile. Sono giovanissima (ho 24 anni) e il fatto di essere minuta e bassa mi fa sembrare una bambina. L'ambiente di lavoro è molto informale, ma ci sono gli incontri con clienti e partner. Dal momento che non mi è mai stato chiesto, non mi sono mai presentata a questi incontri in tailleur: pantaloni a sigaretta e una bella maglia d'inverno, abiti di lino dalla linea sobria d'estate. Ero a mio agio e questo mi permetteva di sentirmi alla pari.
Fast forward di un paio d'anni: comincia la primavera dopo un inverno bello tosto e io non me la sento più di ingessarmi in pantaloni classici e gonne dritte. Ho un'esperienza, non ho più bisogno di sentirmi alla pari. Comincio ad esplorare e a osare qualche gonna lunga, a evitare le camicie, a cercare uno stile più morbido. Ne parlo col mio collega di allora, che mi stava manifestando un desiderio di cambiare modo di lavorare, e lui mi liquida come "frivola". Non ricordo se sono rimasta a spiegargli che quella ricerca non era solo esteriore: a volte penso che gli uomini non abbiano gli strumenti culturali per capire.
Nel corso degli anni, ho variato spesso il rapporto col mio aspetto. Due volte sul lavoro mi sono sentita inutile e vuota, e per due volte ho perso il controllo della bilancia. Ho fatto due figli ed entrambe le volte sono dovuta scendere a patti con la me stessa della gravidanza e del post.
Ecco, con queste premesse, comprarmi due smalti nuovi e vistosi dopo 2 anni che quelli vecchi seccavano nel cassetto non è superficialità: è occuparmi di me stessa, farmi un piacere con un minimo sforzo. E regalarmi qualche seduta di un corso di trucco significa accettare il mio viso, anche se non sono più la silfide di 8 anni fa.
Comprarmi un paio di scarpe da corsa non vuol dire voler tornare indietro di 8 anni, ma accettare la sfida del futuro: invecchiare senza rimpiangere nulla, con un corpo sano pronto a servire la mia mente.
Mi manca solo di caricare le pile dell'mp3.
domenica 5 giugno 2011
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mmmmhhhh... che bel post!
RispondiElimina:-)
ogni volta che leggo un tuo post mi nutro, grazie! ultimamente anche il mio cervello ha avuto vari momenti che ha pensato allo smalto dopo essermi guardata e unghie e sentivo che quel pensiero arrivava dal profondo non semplicemente dalle mie mani!
RispondiElimina@MAQ: grazie! :-)
RispondiElimina@kosenrufu mama: troppo buona ;-) Come dicevo ora a Luca, è come se lo smalto mi facesse da promemoria rispetto agli impegni che ho preso col mio corpo e con me stessa. Però penso che tornerò all'aubergine: questo rosso scuro è troppo vamp, anche se ho le unghie corte.
PS: l'anonimo sopra sono io, Lanterna, ma blogger in qualche maniera non mi fa loggare!
RispondiEliminaBrava. Bello il titolo del post: ciò che appare è nel profondo di noi.
RispondiEliminaSmalto "Red Dragon" (non so se mi spiego): è nell'armadietto del bagno da qualche mese in attesa del momento giusto (?!)
In compenso ho indossato un paio di orecchini vistosissimi dopo 13 anni che non toglievo gli anellini mignon regalati dall'allora fidanzato e ora marito. Segnale di un cambiamento in arrivo?
Comunque le scarpe da corsa io non le comprerei neanche morta...
@nora: sai che anch'io pochi mesi fa avrei detto la stessa cosa? E invece mi è venuta voglia di cimentarmi con una cosa che non mi è mai andato di fare.
RispondiEliminaLo smalto: io l'aubergine l'ho messo mercoledì, appena preso, per andare con Ettore all'Ikea, da Viridea, al Carrefour, al mercato, da Decathlon... insomma, mi sono buttata nella vita mondana!
Ah, il nero rosso è stato il mio colore per tante estati, anche se solo per i piedi, perchè per le mani non c'è niente da fare; il mio smalto preferito è trasparente lucido! Per me la svolta drastica sarebbe perdere un (bel) po' di chili. Non ho mai smesso di prendermi cura di me in altri modi (anche se si potrebbe fare meglio e di più, ma vabbè, ci vorrebbe pure una mente più sgombra ;-P). Quello sì, sarebbe davvero IL modo. É che accidenti, il tempo non sta aiutando: con questo fresco torna anche l'appetito ;-PP
RispondiEliminaIn bocca al lupo a Luca ed Amelia!!
Continuo a commentare da anonima:
RispondiElimina@mammadidue: i chili sono un problema anche per me. Perché li ho messi su in un attimo, ma per perderli ci vuole dieta e fatica. Fatica, perché solo con la dieta non ce la faccio mica: io ho il metabolismo di un pitone, dovrei digiunare o quasi.
Esatto, stesso problema, tiroide lenta e non è che puoi mangiare una carota al giorno! So che la mia unica speranza è dedicarmi a movimento fisico costante, vita natural durante... meglio, come dicevamo, se è un'attività che piace, però... e tu hai la danza! Un bel vantaggio ;-)
RispondiElimina@mammadidue: tu pensa che la danza non è abbastanza per smaltire, solo per mantenere. Quindi corsa. Lunedì e giovedì. Lunedì ho retto per qualche minuto in più di quello che credevo, domani vediamo se fu vera gloria.
RispondiEliminaGuarda, deve essere il periodo.
RispondiEliminaIo ho fatto uno shopping compulsivo per rinnovare il mio look. Mi sento meglio, sarà che la piccola ha fatto i 3 anni e si guarda più fuori casa che dentro.
Quanto agli uomini, sono rari quelli che capiscono che dietro un taglio di capelli c'è un cambio di lavoro o di fidanzato :-)
@MdiMS: ah, dici che mio marito deve preoccuparsi? ;-) Oggi vado a farmi un taglio così:
RispondiEliminahttp://www.celebrityhaircutstyles.com/wp-content/uploads/2010/08/Emma-Watson-Short-Haircut.jpg
(lo so che non divento automaticamente né gnocca né giovane come lei, è un aspirational!)