mercoledì 2 novembre 2011

Il ciondolo della nonna

Questo weekend lungo è stato molto bello per tanti motivi, alcuni dei quali si possono dire e altri no ma si possono immaginare.
Ma è stato anche disastroso per un motivo apparentemente insignificante ma decisamente antipatico: lunedì le gatte si sono scatenate a pisciare in giro. Nella ciotola di Monterosso, in bagno, sulla scrivania (e relativa stampante) e, dulcis in fundo, su alcuni libri che Amelia aveva lasciato per terra in camera da letto.
Di quest'ultima cosa mi sono arrabbiata con Amelia, anche perché erano 3 dei miei e suoi libri preferiti: 2 cartonati che hanno patito poco e un libro di Azur e Asmar che ora è ad asciugare sul termosifone del bagno.
Dopo essermi arrabbiata, ho fatto la doccia. E, sotto l'acqua, mi sono resa conto di essere stata ingiusta con lei: è vero che non è bello lasciare i libri per terra, ma non è nemmeno la fine del mondo, e se sono stati pisciati la colpa è delle gatte (anzi, probabilmente in questo caso della Pinta).
Le ho chiesto se mi scusava per essermi arrabbiata e se voleva far pace. E, spinta da un'improvvisa ispirazione data dalla festa dei morti, le ho chiesto se le sarebbe piaciuto mettere un ciondolo della nonna Agnese (una piccola A di ceramica legata in oro giallo, con la sua catenina).
Le ho spiegato che è una cosa preziosa, non un giocattolo come gli altri suoi gioielli, e che si deve mettere sempre a posto dopo averlo usato. Amelia è stata molto emozionata, ha capito che la investivo di una responsabilità, che le davo fiducia e le affidavo un oggetto a cui tengo.
Le ho detto che la nonna Agnese sarebbe stata contenta di conoscerla, se avesse fatto in tempo, e che sicuramente sarebbe stata entusiasta di sapere che lei indossava il suo ciondolo.
Io stessa quella sera ho indossato un cameo che apparteneva alla stessa nonna, uno degli ultimi regali di mio nonno per lei.
E, dentro di me, irrazionalmente, ho sperato che il ciondolo della nonna Agnese potesse dare ad Amelia le qualità e le forze che le mancano, che quella bisnonna dura e cazzuta potesse proteggerla e guidarla.
Lo so che quella bisnonna dura e cazzuta è in decomposizione da 7 anni e che di lei non rimane altro se non i ricordi e i pezzi di DNA che ha lasciato in noi. Ma sperare nella sua protezione impossibile mi ha dato un po' di conforto, perché anche lei ha avuto una bambina che le appariva troppo fragile e anche lei ha dovuto cedere al fatto che non possiamo essere tutte dure e cazzute.
Ecco, lei non è mai arrivata alla conclusione che essere dure e cazzute non è per niente necessario, e ha reagito alla fragilità di mia madre con un'ansia eccessiva.
Ma io sono qui per fare meglio di lei, no? Sono qui per diventare mite e forte come le mucche che ho coccolato ieri, e che hanno dato a me e alla mia famiglia la pace e il buonumore.

11 commenti:

  1. hai fatto una cosa bellissima. e anche quei/questi pensieri sono bellissimi. un abbraccio, paola

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  2. Quanto è difficile fare la mamma!!!Mi ritrovo tanto nelle tue parole perchè spesso mi rendo conto di avere tante aspettative sulla mia bimba "grande" (quella piccola è ancora troppo piccola) e mi rendo conto di quanto sia complicato cercare di equilibrare il mio carattere "duro e cazzuto",come dici tu, con le sue esigenze, i suoi tempi...
    Il fatto stesso di essere qui a scriverne è però la prova che ci stiamo interrogando e cerchiamo una via di mezzo tra le nostre impulsività e il loro temperamento....mi sembra un buon passo avanti!

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  3. @sybille e paola: grazie!
    @mcomemamma: nì, nel senso che non dobbiamo indulgere nell'autocompiacimento e non dobbiamo fermarci lì. Io mi rendo conto di aver fatto i primi passi, ma che la strada sarà lunghissima.

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  4. Guarda, i miei fino a che non ho figliato si preoccupavano pure loro che fossi troppo fragile, timida eccetera. E sono la piu stronza di tutte, quando serve e mi ci metto. Dai tempo ad Amelia e lasciatevi in pace.

    Poi pure tu, ma a casa mia i libri stanno perlopiu per terra vicino al letto, specie quelli che ami e che stai leggendo e rileggendo. Mandamela in vacanza, dai.

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  5. non mi ricordo più chi diceva che noi non abbiamo un'anima. l'anima è ciò che si è, perciò noi abbiamo un corpo, ma siamo un'anima... e quella è fatta anche del ricordo e dell'amore di colore che restano quando non ci siamo più.

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  6. @mammamsterdam: in casa nostra il problema non è tanto che i libri stiano per terra, quanto che una certa gatta, se vede un giornale/libro piatto cartonato/borsa di carta/coperchio di scatola per terra, ci piscia. E insomma, uno dei libri pisciati (per fortuna quello con meno danni) era mio, i bambini lo adorano ed è ormai introvabile. Azur e Asmar pazienza, se non perde la puzza lo ricompriamo!
    @byron: è un pensiero che rispecchia quello che penso anch'io.

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  7. Teresa ha lasciato per terra il suo primo quaderno di prima elementare e il cane ci ha pisciato sopra. Lei ne ha fatto una tragedia e io ho dovuto/cercato di mantenere la calma e razionalizzare, spiegandole che se lascia libri per terra con un animale in casa, è del tutto probabile che ci pisci sopra. Per il resto, è vero, quando ti arrabbi poi sei tu la prima a pentirtene. La storia del ciondolo con la A è bellissima, è una di quelle storie di famiglia che mi commuovono. E Agnese è un nome bellissimo, era tra le mie scelte quando sono rimasta incinta del primo.

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  8. @lorenza: oltretutto un cucciolo di cane è anche più giustificato (una gatta adulta decisamente meno!). Agnese è un nome molto bello, ma totalmente inadatto a mia nonna: più che un agnello, lei pareva un ariete incazzato.

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  9. Una curiosità: ma da quel che ricordi e quel che ti hanno raccontato tu all'età di Amelia eri già "dura e cazzuta"? Certo, alcuni tratti del carattere si notano già da piccoli, ma credo le rimangano ancora ampi margini di cambiamento. Per quel che mi riguarda, credo di essere stata molto più sicura di me e determinata prima delle elementari, solo dopo mi è scattato il "devo far contenti tutti". Magari per Amelia sarà il contrario, chissà. E poi, io non mi definirei mai "dura e cazzuta" e non credo di esserlo... però nella vita non mi pare di cavarmela poi tanto male, dai! ;-)

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  10. @pianobi: da quello che mi ricordo e da quello che mi dicono, da piccola ero una tosta, molto simile a Ettore ma senza essere una seduttrice come lui. Ma ripeto: non c'è bisogno di essere dure e cazzute. Mia nonna lo è diventata anche perché veniva da una situazione in cui doveva sopravvivere. Io non devo più farlo, posso rilassarmi ed essere solo forte, non perché devo ma perché mi piace. E spero che i tempi della durezza non debbano tornare mai più, per nessuno.

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