giovedì 18 ottobre 2012

Nulla dies sine linea

Ammettiamo di cominciare un'attività artistica. Che ne so? La danza. Certo, hai il tuo corso settimanale o mensile. Ma è evidente che i progressi sono maggiori se ti eserciti più volte alla settimana, anche nel segreto della tua cameretta, ancora meglio se tutti i giorni. Pian piano, giorno dopo giorno, acquisti disinvoltura con i movimenti, distingui i vari generi di musica e li sai interpretare, impari a improvvisare. Diventi "brava", ammesso che questo termine abbia un significato.
Ad un certo punto, dopo aver approfondito un po' e aver avuto riscontri positivi sulle tue capacità, potrai persino pensare di farne la tua professione. E lì qualche ora quotidiana di allenamento non te la toglie nessuno, sia che tu insegni sia soprattutto che ti limiti a danzare.
Ecco, questo è sotto gli occhi di tutti: nessuno può pensare di diventare una danzatrice professionista o anche solamente di buon livello senza questa trafila.
La scrittura, invece, per molti somiglia al parlare: tutti sappiamo parlare. A parte che c'è una grossa differenza tra parlare e comunicare, e c'è una differenza ancora più grossa tra comunicare e comunicare correttamente.
Certo, tutti noi che siamo usciti dalle scuole dell'obbligo sappiamo scrivere. Nessuno pensa che anche la scrittura vada esercitata, esattamente come la danza.
Io scrivo più o meno ogni giorno, da 29 anni. A parte gli SMS, curo ogni mia forma di comunicazione scritta: racconti, diario, blog, e-mail. OK, ora non immaginiamoci una che fa la brutta e la bella delle proprie mail o che edita con scrupolo il post sul topo morto. Però, anche in una stesura di getto, cerco di fare attenzione non solo all'ortografia e alla grammatica, ma anche all'effetto della mia comunicazione. Cerco di non essere sciatta, di non fare ripetizioni gratuite, di essere interessante.
E poi, curo la parte di formazione: oltre a seguire corsi specifici, leggo moltissimo e cerco di interiorizzare il più possibile dagli autori che mi colpiscono. Ecco perché in fondo a Sholeh Zard, oltre a un elenco delle persone che devo ringraziare per il loro sostegno, c'è anche una lista degli autori che venero per il loro esempio.
Attenzione: non faccio formazione per cercare ispirazione. Le storie sono la parte facile, basta lavorare un po' di fantasia. Ogni giorno ricevo spunti dalla mia vita, da mio marito, dagli amici. Ne ricevo talmente tanti che non me li segno neanche più e sicuramente me ne dimentico. Le storie spesso vivono di vita propria, io ne vengo posseduta e basta.
Però le mie storie sarebbero poca cosa senza una forma accattivante, una scrittura in grado di veicolarle nella maniera più efficace. È questo che io cerco di affinare, e che non sarà mai abbastanza perfetto.
Non parlo solo di stile, parlo anche e soprattutto di come strutturare la narrazione, che cosa escludere, che cosa sottintende, in che ordine raccontare. Questo non arriva con l'ispirazione: questo arriva col duro lavoro.
Che poi a me non appaia duro, perché mi piace farlo, è tutto un altro discorso. Ma che ci sia e sia tanto è assodato.

8 commenti:

  1. Ecco, io dovrei imparare da te, tanto anche... sono...
    Anzi, facciamo così:
    ero il tipo di persona che per paura di fallire manco ci provava e usava ogni tipo di palliativo per compensare.
    Ecco, adesso che l'ho detto con queste parole devo darmi da fare, perché a me piace essere una di parola :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. OK, mo che siamo quasi socie ci devi provare, e hai tutto il mio appoggio :-)

      Elimina
  2. io quando ero piccola e scrivevo scrivevo scrivevo, lo facevo tutti i giorni. adesso non ne ho il tempo, fisicamente e non sempre sono ispirata però dico la verità, la scrittura ritengo vada esercitata, allenata, se no sì, sappiamo scrivere ma ci perdiamo la mano... ovviamente parlo dal punto di vista di una storia accattivante o di post un po' intriganti

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma anche il diario, quello che vedrai solo tu. Anch'io ho avuto periodi di stanchezza, ma alla fine mi sono resa conto che erano solo apparenti: mi sembrava di non scrivere, ma in realtà tenevo il blog del Mignolo col Prof (ottima palestra per SZ) oppure semplicemente scrivevo mail.

      Elimina
  3. per il diario sinceramente non me ne sono mai curata molto, andavo a momenti...

    RispondiElimina
  4. Mi fa piacere venire qui a leggere le tue parole, sto scrivendo in questo periodo e sto leggendo molto più del solito, oltre che seguendo il secondo corso di scrittura creativa.Proprio oggi ho "creato" un nuovo personaggio per un racconto, il signor Jansen, ora sta camminando tra le bancarelle del mercato di Vancouver :-) eh scrivere é meraviglioso e il potere della scrittura é spaventoso.Io faccio molta fatica non tanto per le storie (anch'io ho fin troppa fantasia!), quanto nell'organizzare in modo ordinato e organico il lavoro di scrittura.Il corso che sto seguendo mi sta insegnando soprattutto a strutturare bene un racconto, a curare la scaletta, a delineare meglio il carattere dei personaggi.Adoro scrivere ed é uno degli atti creativi più pieni e arricchenti per me :-)

    RispondiElimina
  5. Come sai, con me sfondi una porta aperta... Il talento in qualcosa, quando c'è, è solo una base di partenza: va affinato e indirizzato e richiede uno studio e un'applicazione costante, per realizzarsi al suo massimo. Detto ciò, su una cosa non sono in linea con te: secondo me non è così lampante che per fare della danza il proprio lavoro occorrano anni di studio quotidiano, e lo dico perchè ho visto e continuo a vedere gente che con scarsissima preparazione si improvvisa "danzatrice" o, peggio ancora, "maestra".

    RispondiElimina