lunedì 12 maggio 2014

Giocare con i "se"

Il ritorno da Torino di solito ci stimola conversazioni speculative. Non so perché: forse perché i figli dormono, forse perché si sono visti luoghi e persone legati al passato di Luca, forse perché di solito è tardo pomeriggio / sera.
Ieri ci siamo trovati a parlare di com'era lui prima di conoscermi e di donne che sarebbero potute essere al mio posto, e invece ci sto io.
Io non posso sapere come fosse lui prima di conoscermi, ma un pochino riesco a immaginarmelo. Un po' mi fa tenerezza, un po' rabbia.
Però so che cosa ho trovato io, dieci anni e mezzo fa. So quanto ho lottato e lotto tutti i giorni perché i suoi hobby e le sue passioni non prendano il sopravvento, ma è una lotta che faccio volentieri.
Luca è come il giardino della casa del polacco: appena ti distrai cresce di tutto, ma che bellezza poterselo godere.
Certo, vivere nella casa del polacco non è da tutti, e neanche stare con Luca. Se non lo ami con tutto il cuore, se non desideri avere non un futuro ma tutto il futuro con lui, meglio lasciar perdere: non è colpa tua.
È solo una questione di gusti. E di onestà.



2 commenti:

  1. anche a noi capita spesso di giocare ad immaginarci possibili percorsi alternativi.
    nel nostro caso sono io quella che tende alla fuga, che si perde dietro mille cose, ma il Capo è un polo di attrazione troppo forte. ed è bellissimo sapere di poter tornare da lui ogni giorno.

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    1. Io tendo alla fuga in modo diverso: mi chiedo se il mio futuro lavorativo poteva essere diverso, senza questa famiglia.
      Ogni tanto mi immagino single, non con un altro. A volte mi piace, altre volte no.
      Però anch'io vedo Luca come il polo di attrazione della nostra famiglia, quanto sarebbe piatta la mia vita senza di lui?

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