mercoledì 17 giugno 2009

Due destini

Ho due figli, e credo di amarli entrambi. Da qualche tempo, però, ho dubbi sul mio rapporto con Amelia: non capisco se si è spezzato qualcosa, se ho sbagliato io o se semplicemente è una fase che ha a che fare con la crescita.
Il motivo è presto detto: non la sopporto più. Mi innervosisco per il suo continuo parlare, per alcuni suoi "vizi" che mi disgustano (tipo mettere in bocca o leccare qualsiasi cosa), per la sua sistematica opposizione a qualsiasi cosa io dica o faccia, per i suoi "volevo solo", per il modo in cui rifiuta di comunicare ogni volta che viene minimamente contrariata. C'è chi dice che è viziata. Io mi chiedo come abbia fatto ad acquisire questi supposti vizi, perché ho sempre cercato di darle ciò che era giusto.
Penso spesso a come vedevo le altre madri di femmine, quando Amelia era piccola: mi sembrava che avessero perso la tenerezza che io ancora provavo e giuravo a me stessa che a me non sarebbe successo. Io non sarei diventata quel concentrato di critiche e frasi asciutte, io avrei sempre continuato a godere del contatto con mia figlia.
Invece è successo, e non so nemmeno quando. Forse è colpa dei terribili due o forse del fatto che apparteniamo allo stesso sesso. Forse è colpa anche dei confronti che, consciamente o no, giusto o no, faccio con gli altri bambini, che mi sembrano più maturi di lei e questo mi innervosisce non perché siamo in una gara, ma perché anch'io a volte vorrei poter ragionare con mia figlia. O forse è colpa del fatto che sta diventando altro rispetto a me, e le interessano cose che io trovo noiose e me ne parla per tanto, troppo tempo.

Ettore invece è facile. Ancora piccolo, ancora immerso nella mia luce, ancora senza questo tipo di autonomia. Ettore mi fa sorrisi accattivanti, non mi parla della Giulia o di Lorenzo. Ettore fa cose disgustose, è vero, ma non ha neppure un anno e mezzo e quindi il mio istinto lo giustifica. Ettore a volte mi disubbidisce deliberatamente, come lei, ma ancora una volta qualcosa dentro di me lo giustifica (ancora!) perché non capisce che ci possono essere conseguenze serie.
Di Ettore sono ancora innamorata, per lui provo quella tenerezza che un tempo era anche per Amelia. Non capisco se anche la tenerezza per Ettore sia destinata a passare brutalmente o se, col fatto di essere maschio o di avere un carattere molto piacevole, lui riuscirà a conservarsene almeno un po'.
A volte guardo questo mortadellino traballante e mi sciolgo. Ma poi ricordo che anche per Amelia mi scioglievo, alla stessa età, e vengo presa da tanti sentimenti contrastanti: rimpianto per non essermela goduta di più, rimorso perché non provo più le stesse cose, paura di finire così anche con Ettore, timore di rendere Ettore un maschio rincoglionito perché me lo vorrei tenere piccolo per sempre.
Più di tutto, temo il confronto: temo che un giorno Amelia possa dirmi che voglio più bene a Ettore che a lei e temo che in un certo senso abbia ragione. Temo che la differenza dei sentimenti che provo per loro esasperi le loro differenze, che li separi. Temo che Amelia un giorno mi dica qualcosa del tipo "mio fratello, quello perfetto", anche se conosco il rischio e cercherò sempre di scongiurarlo.

Non lo so. So solo che ieri sera Ettore mi si è addormentato in braccio, a teatro, e io ho quasi goduto nel cullarlo nel sonno (il "quasi" è dato dalla spalla massacrata). Se al posto suo ci fosse stata Amelia, non so se mi sarei intenerita tanto. Chissà come andrà l'anno prossimo.

7 commenti:

  1. Lo sai che ci pensavo proprio oggi? Dai tuoi racconti quello che espliciti qui già traspariva. Come madre di femmina mi domandavo se è il figlio maschio che fa la differenza. Vedo anche mia sorella più istintivamente indulgente nei confronti del suo maschio minore. Al contrario un'altra sorella, che ha tre maschi, ha un vistosissimo conflitto con il secondo, che del resto la sfida di continuo. Chissà da cosa dipende. Una cosa è certa: essendo i figli persone singole, non credo che li si ami tutti di default allo stesso modo.

    RispondiElimina
  2. difficile post da commentare. credo che si sono sommate un po di cose: caratere, il suo essere femmina e last but not least il fatto che lei è la primogenita e adesso la "grande" dei due. non so come ci si comporta in queste situazioni ma so come non ci si comporta visto che una situazione analoga l'ho vissuta ma io ero nei panni della primogenita. il sentimento non si comanda, l'istinto invece si. cerca di crescerli uniti, se avrano un legame forte tra di loro il resto (se ce ne sara) cadra in secondo piano.
    ves

    RispondiElimina
  3. Sai, mi incuriosisce il fatto che le cose che ti racconta Amelia le trovi noiose e vedi un interesse 'diverso' rispetto, ovviamente, ai nostri di adulti... E' il modo in cui racconta, il modo di parlare o l'oggetto, diciamo così, dei suoi discorsi? Magari è impetuosa nelle sue narrazioni perchè vuole concentrare tutto nel tempo in cui vi vedete? Per il resto credo sia normale sentire in modo differente i differenti temperamenti dei nostri figli e non credo ci sia niente di brutto o anormale in questo. Credo anzi possa diventare importante regolarci singolarmente su ciascun figlio; la stessa cosa può richiedere di essere detta in un modo diverso ad un figlio piuttosto che ad un altro (anche quando sono grandi, adolescenti ecc) e credo che tenerne conto possa rappresentare anche una forma di rispetto nei loro confronti... Mentre è a livello 'materiale' che è bene non fare differenze (camerette di dimensioni palesemente diverse, per fare un esempio visto parecchie volte con i miei occhi), né, ovviamente, nei gesti affettuosi: se la mia bimba piccola 'mi strappa' una carezza e c'è anche la più grande, ne faccio subito dopo una anche a lei, e magari ci aggiungo pure un baciotto, vah (se è dell'umore di accettare coccole, altrimenti è lei che mi dice subito 'non voglio la carezza!')... E poi... i rapporti personali conoscono fasi alterne, è normale, e i rapporti con i figli non credo facciano eccezione. L'importante secondo me è mantenere il filo della comunicazione più profonda. E quando si spezza (mi è capitato con coccola, quando sono stata ricoverata in ospedale nei primi mesi della gravidanza di paciocchina) non smettere di cercarlo. Cerca che ti cerca, prima o poi lo ritrovi (per noi è stato l'inizio dell'asilo. Penso sia stato perchè abbiamo fatto una cosa importante insieme, solo io e lei. Ne ho seguito l'inserimento e per tutto quell'anno l'ho sempre portata alla mattina, da sola e da sola sono andata a prenderla dopo pranzo. Senza sorellina. Che invece quest'anno viene anche lei :-)

    RispondiElimina
  4. l'amore di una madre non è perfetto e immacolato, è pieno di ambivalenze. e si costruisce su misura dell'esserino che tanto potere ha su di noi. sarebbe già scorretto fare paragoni a parità di età e di fasi, perchè sono bambini diversi, figuriamoci con una in fase di ribellione vs. un koala ancora abbarbicato tra le tue braccia...è facile cascarci dai, non ti colpevolizzare! l'unica cosa da cui mi guarderei bene è la tentazione di noi mamme italiche di assolvere più facilmente i maschi e voler invece educare le femminucce ad essere brave signorine. ecco, andate al parco dopo una acquazzone e fatevi una bella lotta nel fango tu e Amelia, così tu ti fai anche passare la fase schifiltosa.

    RispondiElimina
  5. Mammamia mi assento qualche giorno e ti trovo 'sta situazione?
    Voglio solo domandarti una cosa:
    cosa proveresti se Amelia si rompesse un braccio e fosse costretta a passare un paio di giorni in ospedale compresa anestesia totale per riduzione della frattura e quando varca la soglia del complesso operatorio tu la senti piangere ma non puoi raggiungerla?
    E' inutile raccomandarti di essere mooolto introspettiva ed onesta....sai esserlo anche troppo ;)
    Ci risentiamo tra qualche giorno, intanto tu cerca di vivere un poco più leggermente :)
    Ti abbraccio forte, Daniela

    RispondiElimina
  6. Io ho due maschi, ma non li amo nello stesso modo: con il primo ho meno pazienza, per una serie di motivi che hanno a che fare con i nostri caratteri, con le difficoltà del primo figlio, con l'età sua; col secondo (che è molto più demoniaco del primo) ho un rapporto più tollerante, di pancia. Cioè, come intensità mi sembra proprio di amarli uguale, mi strappano la pancia tutti e due, è la modalità che cambia. A me sono capitati dei momenti di intolleranza e rigetto, ma erano dovuti più a un rigetto del fatto di essere mamma e di avere quindi due soggetti sempre dipendenti, che mi mettono in discussione di continuo, che si aspettano molto da me, che mi lasciano nuda in balìa del giudizio del prossimo come "buona o cattiva madre"... il tutto si scaricava più facilmente col primo, perché è l'unico con cui posso parlare e ragionare, perché non mi chiede solo cibo ed entertainment ma mi fa già le domande difficili.
    Forse capita anche a te, Lanterna? E immagino che con una femmina, lo "specchio delle nostre brame", sia ancora più difficile... probabilmente io finirei davvero come la matrigna di Biancaneve. Ci possono essere tante questioni non risolte magari nel nostro passato di figlie, che rispuntano fuori da mamme. Però secondo me il consiglio di Daniela di vivere un po' di leggerezza, cercare di entrare in sintonia con le paturnie puerili (nel senso dell'età) di Amelia, lasciarsi prendere e divertire dalle loro sciapate (a me toccano gli indovinelli sui gormiti, a te non so...) può fare.
    Un supermegabacio.

    RispondiElimina
  7. @tutte: grazie. Chi in un modo chi nell'altro avete tutte centrato il problema. In più, metteteci il carico da 11: il carattere di Amelia somiglia abbastanza a quello di mia madre e, mentre mia madre se ne compiace, io non ne sono per niente contenta. Ovvio che mia figlia non verrà fuori esattamente come mia madre: c'è sì il carattere, ma anche l'educazione, l'ambiente, la cultura, le abitudini. Ma il vedere in lei alcuni atteggiamenti di mia madre mi fa vedere rosso in automatico.
    Ettore invece, pur non essendo un santo, ha proprio un modo di fare completamente differente...

    RispondiElimina