mercoledì 28 ottobre 2009

La solitudine dei genitori

Ennò, questo non vuole essere l'ennesimo post lamentoso sulla triste condizione dei genitori dimenticati dalla società e dallo Stato (anzi, non fatemici pensare, se no mi si guasta l'umore).
Qui si vuole solo prendere spunto da lei per parlare di una cosa che succede spesso ai genitori di bambini piccoli, secondo me.
Quando Amelia era piccolissima, io e Luca frequentavamo quasi in contemporanea due corsi rispettivamente di danza e tai-chi presso una scuola di Pavia. Erano di venerdì sera, e questo ci forniva la "scusa" per lasciare Amelia presso mia madre per tutta la notte e andarla a recuperare il mattino dopo. Tuttora, se non ci sono altri programmi, Amelia passa una notte del weekend dai miei. Ed Ettore? Ettore ogni tanto l'ha spuntata, ma alla fine quella che si diverte di più dai nonni è Amelia e quindi è giusto così. Quando Ettore sarà più grande, ci andranno entrambi, dai nonni.
Prima di Ettore, quindi, ci capitava spesso di avere sere libere, a volte anche interi weekend. Facevamo cose, vedevamo gente. Ma, sempre più spesso, ci dispiaceva essere "da soli". Man mano che Amelia cresceva e capiva sempre di più, eravamo più contenti di portarla con noi a vedere cose belle (uno spettacolo, l'Acquario di Genova, un mercatino) piuttosto che di andarci da soli. Spesso, negli ultimi tempi, l'abbiamo lasciata comunque dai nonni per motivi più di salute o perché lei preferiva così, piuttosto che per nostra scelta.
Mi direte: ma hai Ettore, un figlio è quasi sempre con te. Ma il fatto di essere con lui acuisce il desiderio che ci sia anche lei.
Per esempio: due venerdì fa, spettacolo della mia maestra con la nuova compagnia, De Nova Luce. Amelia ha preferito stare dai nonni, Ettore è venuto con noi. Certo, Ettore era affascinato e rapito, ma vuoi mettere quanto si sarebbe divertito di più se ci fosse stata Amelia? Quanto avrebbero giocato a ballare, con nuovi spunti e nuove musiche, imitando insieme quello che vedevano sul palco? Quanto avremmo parlato poi della "sua amica Francesca" (una delle ragazze del gruppo, che alla scorsa festa di Natale l'ha coccolata e fatta ridere), di quanto erano belle e brave, e del fatto che da grande Amelia ballerà come loro?
Ecco perché, quando qualche neogenitore mi annuncia tutto fiero che sta per partire per un weekend "da soli", rido un po' sotto i baffi: so che, 9 volte su 10, ne tornerà con l'impressione di aver fatto una cosa un po' ridicola e assurda e con una certa nostalgia dei bimbi lasciati a casa. Un po' come quando, a 12 anni, cercavo di giocare ancora con le Barbie ma senza la soddisfazione dell'infanzia.
Non dico che dai bambini non ci si possa staccare mai, per carità: siamo mica simbionti. Ma, la maggior parte delle volte, essere senza di loro mi dà una sensazione strana e mi riempie di nostalgia. Mi muovo veloce e finalizzata, senza nessuno che mi faccia domande o si incanti a guardare un piccione. Divento efficiente, razionale, leggera. Ma inevitabilmente sola.

6 commenti:

  1. capisco la sensazione, ma credo che dipend dai periodi, dalle situazioni, da come va il rapporto di coppia e la vita in generale. io credo che nella relazioni non ci debbano essere degli schemi, ma che va dato il tempo ai sentimenti di crescere e fortificarsi in modo elastico, questo per me vuol dire tempo di coppia, tempo sola, ma anche tempo di famiglia e tempo per ognuno dei miei figli, e etempo solo loro, che più crescono più ne hanno bisogno. ma le proporzioni variano, e intuire cosa sia più giusto fare ogni volta è una sfida

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  2. Assolutamente sì, Piattins, infatti nella nostra vita ci sono anche tutti questi momenti. È solo che il post di Wonder mi ha fatto pensare a tutti quelli (noi per primi) che sono esaltatissimi all'idea del primo weekend o della prima settimana senza bambini e poi si sentono un po' vuoti.
    Ché poi, per carità, quando le cose diventano tese, una pausa è salutare anche tra genitori e figli: vedi quest'estate, a giugno, quando Amelia è andata in vacanza con i nonni proprio quando io non la sopportavo. È stata una pausa che ha permesso a lei di non sentire troppo il mio scontento, a me di sbollire e contemporaneamente godermi Ettore.

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  3. Ho sepre cercto di ritagliare degli spazi per noi due come coppia fin da quando i miei figli erano piccolissimi e non me ne sono mai pentita perchè per quanto mi riguarda fanno benissimo a noi come coppia. Confermo comunque che la nostalgia dei cuccioli comincia circa 30 minuti dopo averli lasciati e non ci abbandona fino a quando non li riabbracciamo; anche se magari dopo 10 minuti ti fanno venire voglia di ripartire :)
    ER' sempre molto bello leggere i tuoi pòost.
    Ciao, Daniela

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  4. sai che l'altro giorno avevo rinunciato all'idea di organizzarmi per uscire per non lasciarli soli, e loro hanno preferito rimanere con i nonni. ho avuto un attimo di sbandamento...poi mi sono ripresa e mi sono goduta la serata a casa, facendo altro. ma credo che questi piccoli distacchi, sia loro che nostri,servano ogni tanto a prepararci a vite indipendenti più tardi, mantenendo un affetto saldo. l'importante è che non venga fatto niente per forza, per imitare qualcuno o perchè si deve fare...

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  5. Ecco, credo che la conclusione dell'ultimo commento di piattini rispecchi bene la mia situazione. Nel senso che per me, quella di dormire una notte lontana dalle mie figlie, per il momento, e sottolineo per il momento (sono certa che con il tempo le cose cambieranno, e questo pensiero non mi crea alcun problema, anzi ;-), sarebbe solo un'imitazione di scelte altrui. So bene che per mio marito, ad esempio, la cosa non avrebbe lo stesso peso. So bene che molti suoi colleghi questi weekend a due li hanno sempre organizzati, affidando ai nonni bimbi anche di pochi mesi. E quindi per lui sarebbe una cosa normale... Ora, sorvolo sui primi mesi, nei quali, nel mio caso, sarebbe stato semplicemente 'contro natura' (la mia, di natura ;-) visto che allattavo. Adesso che la mia primogenita va per i 5 anni, provo esattamente il tipo di mancanza descritta da Lanterna. Mia figlia è entrata in un'età di grande apertura verso gli stimoli, di desiderio di capire e conoscere ed elaborare... Il dispiacere di non poter condividere delle cose assieme mi sovrasterebbe. Mettiamo che volo a londra/parigi/praga per un weekend da favola; e al ritorno? Bastano dei souvenir, pur cercati con amore, bastano le fotografie, i miei racconti, le mie parole a trasmetterle le sensazioni, l'atmosfera di un posto che, inutile negarlo, ormai avrebbe fatto piacere anche a lei visitare? E allora, siccome non sono masochista, per ora preferisco fare le cose insieme, dove arriviamo, arriviamo... e devo dire che ogni volta che siamo tornati da piccole gite e viaggetti, abbiamo visto la nostra famiglia uscirne fortificata...

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  6. Io mi sento un po' "fuori standard", ma sono sicura che a Chiara non dispiacerà. Faccio parte di quella categoria di persone che (per ora) riesce a stare bene anche durante brevi separazioni da mia figlia. Sono stata bene una settimana a Istanbul con il mio compagno, sono stata bene (in modo diverso) una settimana in Irlanda per lavoro. Sono contenta di stare con lei, ma non mi sento sola se mi prendo i miei spazi. Nel futuro, chissà.

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