Di solito si dice "core de mamma" per indicare la classica figura angelicata della mamma che perdona tutto, pronta a farti un piatto di pasta anche se torni senza avvisare all'una di notte, quella che si sveglia alle 5 del mattino di domenica per farti i tortelli di lepre affumicata che ti piacciono tanto.
Ora, io credo fermamente che questo tipo di madre sia o un parto mitologico della nostra cultura o un soggetto patologico che dovrebbe stare nei testi di psichiatria.
Perché io, di madri così, non ne ho mai incontrate. Ho incontrato donne eccezionali, le cui gesta come madri io non eguaglierei neanche in 1000 vite, ma nessuna con questo proverbiale cuore di burro. Perché? Perché il lavoro di madre è un continuo indurimento del cuore. Essere madre è come portare il cilicio: nei primi tempi sanguini, ma poi ti viene una pelle che neanche un elefante.
E questo, sgombriamo il campo da equivoci, avviene sia che tu sia una madre tradizionale sia che tu segua l'Attachment Parenting: i motivi di indurimento saranno differenti, ma ci sono in entrambi i casi.
Appena il tuo primo figlio nasce, comincia tra te e lui una battaglia (spesso inconscia) per la sopravvivenza di entrambi: lui chiede sempre di più, tu hai le tue esigenze. Il suo pianto ti è insopportabile, anche se sai che si tratta di niente di grave. Se decidi di evitare il più possibile che pianga, ti ritrovi a inventare accrocchi assurdi per andare in bagno, farti una doccia, cucinare. Se invece decidi di fregartene perché nessuno è mai morto piangendo perché la mamma andava in bagno, devi sopportare il suono del pianto, che non a caso è uno dei suoni a cui siamo più reattivi. In entrambi i casi, ti indurisci, impari sempre di più a sopportare.
Andando avanti, devi porre dei paletti e delle regole: non esiste nessuna "buona" famiglia senza regole, non fosse altro che per la salute dei bambini e la tranquillità degli adulti. La regola può essere che non si gioca con la candeggina oppure che si va a dormire alle otto di sera oppure ancora che si mette a posto quando si finisce di giocare.
Che i figli contestino piangendo o che cerchino di arruffianarsi la mamma con la dolcezza o la simpatia, rimanere fermi nel proprio proposito educativo è difficilissimo. Ci sono momenti in cui ci si scardina la mandibola pur di non scoppiare a ridere davanti a certe facce. E ci sono (tanti) momenti in cui non si avrebbe voglia di impuntarsi o arrabbiarsi, sarebbe molto più comodo lasciar perdere e far finta di niente.
Non oso immaginare, poi, quando arriva l'adolescenza: tu per certi versi saresti disposta a capire, perché ricordi com'era per te, ma devi sostenere il ruolo del genitore. Non sono assolutamente per il genitore autoritario: io e mia mamma spesso eravamo complici, quasi amiche, ma lei comunque manteneva una posizione di genitore e io quella di figlia.
Capisco, a questo punto, perché le nonne poi si abbandonano a ogni genere di nefandezza nel viziare i nipoti: si sono trattenute tutta la vita e adesso vengono completamente esonerate da qualsiasi compito educativo. Che sollievo!
Forse sarebbe più corretto dire: core de nonna. Quella sì che può permettersi il cuore di burro.
lunedì 7 dicembre 2009
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..succede proprio così! mia mamma da quando è nato Riccardo è letteralmente impazzita e da libero sfogo alla sua fantasia per poterlo accontentare in tutto e per tutto.Anche io con lei ho sempre avuto un buon rapporto , quasi da amiche , ma lei non ha mai perso di vista il suo ruolo principale e cioe' quello del genitore.Sono del parere comunque che sia giusto che i nostri figli debbano vederci come delle persone ( esattamente come lo sono loro ) con tutte le caratteristiche del caso.Saremo cosi sempre noi stessi in maniera sincera e leale e loro lo saranno altrattanto con noi.ciao Memole
RispondiEliminaPuoi ben dirlo: che sollievo dev'essere poter viziare impunemente senza preoccuparsi di troppe regole. Tanto ci pensano i genitori...
RispondiEliminaDa nonna tris (ben tre in due anni!), posso dire che approvo e sottoscrivo!!!
RispondiEliminaElenabenfelicediviziareinipotini!!
Che parole Lanterna, che parole.
RispondiEliminaQuel silicio me lo sento proprio penetrare nelle carni. Ed il mio povero cuore certe volte pare che non ce la faccia.
Sono appena all'inizio, eppure sto già provando questa strana anestesia che attutisce ma mai del tutto...
Sante parole! anche se devo confessare che queste donne esistono: mia suocera è stata ed è tutt'ora(sopratutto dal punto di vista alimentare) una core de mamma...ammirevole, per certi versi, ma dal mio punto di vista eccessiva.
RispondiEliminaUn abbraccio, Daniela
mi piace molto leggere i tuoi blog perchè normalmente un sorriso me lo strappi.. beh.. non sempre, sempre, mi capita anche di non condividere certi tuoi punti di vista, magari perchè non li capisco, ma comunque passo di qua perchè i tuoi post sono belli, interessanti e decisamente acuti: sono sicuramente una delle migliori pause nella mia giornata lavorativa!
RispondiEliminascusa lo sbrodolamento di complimenti, ma sai da quand'è che ti leggo e non lascio una firma?? oserei dire "da sempre" e ora avevo proprio voglia di dirti: BRAVA!
Elisa, Genova
;-)
Sì, ma bisognerebbe mettere un freno all'eccesso di regalini!
RispondiEliminaSpero solo quando sara'il mio compito di core de nonna di riuscire a ricordarmi cosa ogni tanto adesso mi scatena qualche necessita' di contare fino a1000 prima di sbottare!
RispondiEliminaSpero solo quando sara'il mio ruolo di core di nonna di ricordarmi cosa adesso mi fa contare fino a1000 prima di esplodere!
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