lunedì 10 gennaio 2011

Il primo giorno

Eccomi, sono tornata in ufficio e sono qui, in attesa di una telefonata. Quella di Luca che è andato a prendere Ettore dopo il primo giorno di scuola materna.
Sono un po' in ansia, perché stamattina non è andato tutto come avrei voluto. Sono arrivata a scuola con i due bambini e la nuova maestra di Ettore non mi ha dato molto margine per poter gestire la situazione come avrei voluto. Me ne sono "dovuta" andare via quasi di nascosto, in un momento in cui lui non era pronto (ed eravamo arrivati da 2 minuti al massimo, secondo l'orologio). A tradimento, contro i miei principi (e contro ciò che ho visto essere efficace con i miei figli). Ma ho pensato che fosse più controproducente mettermi a discutere con la maestra.
Se conosco bene mio figlio, penso di poter affermare che per lui questo episodio sarà senza gravi conseguenze: è un bambino abituato al nido, c'è sua sorella, ci sono diversi bambini che conosce. E in più ha una mamma bastarda, che domani se ne fregherà delle indicazioni delle maestre e porterà i due bambini alle 8.30, ovvero a un'ora in cui potranno stare insieme per un po' nel salone comune (e sono quasi certa del fatto che in questo modo il distacco sarà ben diverso da quello di oggi, ben più naturale e sereno).
Però mi viene da non giudicare bene questa maestra, da ritenerla presuntuosa e incompetente. Mi viene da chiedermi perché non si è fidata di una mamma che ha già una figlia a scuola e ha portato i suoi bambini al nido per 4 anni, senza alcun problema di inserimento. Mi viene da chiedermi perché non mi abbia fatto completare il piccolo rito di inserimento (ovvero il trasferimento della roba di Ettore nel suo armadietto) che avrebbe ricordato a Ettore il rito di entrata del nido (dove le sue cose andavano nell'apposito cassetto): era roba da 30 secondi, dopodiché l'avrei salutato e me ne sarei andata.
Così, mi ritrovo a dover trovare una mia via per inserire Ettore, NONOSTANTE le maestre e non grazie a loro. Ché poi lo so benissimo che Ettore si inserirà senza problemi, l'ho visto tante volte e lo conosco bene. Ma mi chiedo perché, quando c'è di mezzo una struttura pubblica, ci si trovi sempre a dover fare contorsionismi e sacrifici, quando la via semplice sarebbe lì davanti a noi.

PS: per il prossimo anno scolastico, avevo pensato di far ripetere a Ettore la prima, dal momento che cambierebbe scuola e si ritroverebbe così a pari con i suoi coetanei del 2008. Ma or ora, pensando di dover riaffrontare un inserimento, mi vien così voglia di iscriverlo direttamente alla seconda e vaffanculo al mondo...

8 commenti:

  1. Penso una cosa: povere mamme. E non solo perché lo sono io.
    Ti parlo anche "dall'altro lato del pulpito", abituata ad ascoltare i genitori sui questioni "familiari".
    Credo che nessuno si fidi abbastanza della consapevolezza di una madre, e anche se non ritengo che una madre abbia sempre ragione per partito preso, penso che chi si occupa dei bambini, come le insegnanti, dovrebbero almeno tenere in considerazione l'opinione di un genitore, soprattutto come te, nel tuo caso.
    Sì, presunzione. E "miopia".

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  2. Ma se tu pensi che Ettore si inserirà senza difficoltà, qual è il problema?
    Io sto cercando di inseganre ai figli a chiedere, educatamente e rispettosamente, quando c'è qualcosa che non va. Da parte mia sono un po' in difficoltà a farlo, ho sempre timore di urtare la suscettibilità altrui, ma insomma, tutto per dire: perché non parlarci, con questa maestra? Le puoi dare l'opportunità di capire che sei una persona ragionevole e di buon senso, e se non lo capirà il tuo giudizio non cambierà, e tu almeno ci avrai provato ;-)
    E poi, perché violare consapevolmente le regole del nido?

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  3. sono d'accordo, sai? come mamma e come maestra...noi abbiamo trascorso oltre venti minuti con Sorley in classe, aiutandolo ad acclimatarsi, e cosi' i tre quarti degli altri genitori...

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  4. Allora, penso che prima di tutto ci sia una differenza tra "accettare" una situazione e "trarne piacere": Ettore sicuramente si acclimaterà, perché ha la fortuna di avere un bel carattere e una sorella lì dentro (oltre ad alcuni amici), ma se fosse stato un altro bambino magari questo brutto inizio avrebbe pregiudicato il resto della sua permanenza in quella scuola. Penso che, se la maestra avesse aspettato quei 30 secondi in più, Ettore non avrebbe accolto suo padre dicendogli che ha pianto perché non ha più visto la mamma. Penso anche che darò molte altre possibilità alla sua maestra, che tutti mi dicono brava e che in altre occasioni mi è sembrata una persona in gamba, ma in questa occasione non mi è proprio piaciuta e non mi ha dato il margine per esprimere quello che mi sembrava meglio fare (o meglio: ha finto di ascoltarmi quando l'ho espresso e poi se n'è fregata). Penso che violerò consapevolmente la regola delle 9.30 che mi è stata data (ma solo per il primo giorno, degli altri non si è parlato) perché so che stare con sua sorella in mezzo a tutti i bambini aiuterà moltissimo Ettore (che non resterà attaccato ad Amelia, ma la userà come "innesco" e nel tempo di dover andare ognuno nella sua classe si sarà messo a suo agio). Infine, mi rode terribilmente di essere dovuta essere sleale con mio figlio, proprio non mi va giù che questo sia il metodo di inserimento di questa maestra.

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  5. Andarsene di nascosto in effetti è una cosa che in nessun inserimento (ne ho fatti finora 3) nessuno mi ha consigliato. Quindi lo trovo bizzarro. Quanto a portarlo lì un'ora prima, io non so se lo farei. Anche se sai che è meglio, ti metti sicuramente in aperta sfida. Fatto 30 non è il caso di fare 31?

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  6. Questo metodo nn ha dato adeguata attenzione alla sensibilità del bimbo...perchè a quell'età certi bambini sono cosi' fragili che può risultare traumatico non rispettare i tempi del distacco tra figli e mamma. Sono d'acordo con te :)

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  7. Non avevo capito che ne avevate già parlato, scusa.
    E' che anch'io mi sono trovata (spesso) a dover fronteggiare situazioni di incomprensione con le maestre - ora con i professori - dei miei figli e sto cercando di fare su di me questo esercizio: se i ruoli fossero invertiti, come mi comporterei? E se osservo il comportamento di molti genitori, be', capisco molte reazioni del personale della scuola.
    Poi, è chiaro che una cosa è essere osservatore esterno, una cosa è essere protagonista...

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  8. Secondo giorno: l'ho portato un pochino prima, ma non alle 8.30. Mi sono messa d'accordo con lui che l'avrei spogliato presso il suo armadietto, gli avrei dato un bacino e me ne sarei andata. La maestra non ha fatto una piega, ha visto il materiale, mi ha dato i moduli, mi ha detto che poi ieri è andata bene. Nel tempo in cui io ho scambiato due parole con la maestra, lui era già al tavolo con i suoi nuovi amici.
    @LGO: anch'io, essendo amica della direttrice del nido, mi rendo conto che ci sono genitori pazzeschi. E mi sta benissimo seguire i consigli delle maestre, salvo quando mi dicono di agire contro i miei principi. Hai idea di quanto me l'ha menata Ettore perché ieri sono andata via di nascosto? La sua fiducia in me è minata, c'è poco da fare, anche se mi sono scusata e gli ho detto che non succederà più.

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