lunedì 3 giugno 2013

Questo non è un craftblog


Probabilmente qualcuno si starà chiedendo se chi scrive questo blog sono sempre io o il mio replicante alieno: la maglia, il giardino, i progetti sull'orto e sulla casa nuova... mi sto persino attrezzando per ridipingere i lampadari che mi ha lasciato in eredità il polacco!
Tranquilli: sono sempre io. Sto solo attraversando un periodo in cui ho voglia e occasione di usare le mani. E l'impostazione da storica dell'arte innamorata delle arti applicate non fa che aggravare la mia passione.
Eggià, perché potevo semplicemente limitarmi a lavorare a maglia e usare i banali filati che ci sono in commercio.
E invece ho cominciato a cercare filati naturali, e poi ho cominciato a tingerli. Prima con i coloranti alimentari, poi con varie erbe (e finora ho avuto successo solo con i papaveri).
Alla fiera dei radical-chic, ho incontrato per caso un'associazione che di radical chic ha ben poco: genovesi pratiche e creative, le ragazze di Fili, Trame e Colori non pretendono di salvare il mondo, ma "solo" di trovare un modo diverso ed originale di accostarsi alle arti tessili.
Purtroppo non abito così vicina a Genova da poter seguire le loro attività infrasettimanali (sigh! sob!), ma non avevo nessuna intenzione di perdermi il loro primo corso di tintura, che si è svolto presso l'agriturismo Artemisia di Montoggio (peraltro graziosissimo, gestito da persone splendide e collocato in una zona poco valorizzata ma bellissima).
Siamo arrivati sabato mattina e come prima cosa ci siamo installati in una camera che mi ha dato un sacco di spunti malvagi per la casa del polacco.


La mattina è stata dedicata all'orto tintorio, in cui abbiamo piantato guado, girasole, althaea nigra e rosea, basilico rosso, cosmos, rudbeckia, cartamo, tagete e camomilla tintoria.
Abbiamo lavorato le aiuole, sotto gli occhi curiosi di Vitalba, l'asina morbidissima della fattoria didattica.


I bambini, che si annoiavano ad aiutarci nell'orto, ad un certo punto sono andati a guardare gli animali (e a farsi beccare dal gallo, buono ma con un limite).


Non so che resa avranno le piante che abbiamo seminato, ma mi sono fatta l'idea che, se vuoi avere un orto tintorio, ti conviene dedicarci un sacco di spazio (per avere una quantità consona di materiale). L'abbondanza di spazio dedicato probabilmente verrà compensata dalla scarsità di cure che l'orto tintorio richiede, dal momento che la maggior parte delle specie tintorie mi pare rustica, quando non è infestante.


Al ritorno dall'orto, animati da sano appetito, ci siamo seduti a tavola. E questo è stato un altro aspetto notevole del weekend: Emanuela e Daniela cucinano in modo sublime.
Il corso vero e proprio ve lo racconto nel prossimo post.

3 commenti:

  1. ti ho pensata questo week end !
    mi chiedevo proprio quali meraviglie avresti scoperto al corso di tintura e mi auguravo anche che le condividessi presto !
    detto fatto, eccoti qui !
    e io ho già preso nota del nome delle piante nella mia magica cartellina nominata "tinture" ma mi chiedo a quali colori corrispondano i fiori perchè la maggior parte mi sembra virare sul giallo e io son più interessata ai colori scuri ( è che c'ho l'anima dark !).
    bene, resto in attesa del tuo nuovo post a tema e nel frattempo elaboro !
    buona settimana a tutta la famiglia !

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    1. Aspe', aspe', poi racconto bene :-)
      Quello che mi è piaciuto di più del corso è stato imparare che i colori della tintura si possono sovrapporre, con effetti personalissimi.
      Quindi magari non mi metterò mai una sciarpa gialla, ma il giallo mi serve come base per fare un verde petrolio bellissimo con un successivo bagno di indaco.
      Poi, per esempio, l'althaea nigra dovrebbe dare il violetto. E poi ci sono tutta una serie di bacche, non ancora disponibili per via della stagione (fitolacca, sambuco), che danno colori dal viola al grigio.
      Insomma, mi sembra che l'unico limite, una volta appresa l'arte, sia la fantasia :-)

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