domenica 11 aprile 2010

In bilico

Ultimamente, mi capita di frequentare (più online che dal vivo, purtroppo) essenzialmente due tipi di madri, entrambe molto fuori dal mainstream.
Uno è il tipo della madre-mamma: una che si documenta su tomi di puericultura che neanche all'università (e parlo con cognizione di causa, purtroppo), dedica quasi tutto il proprio tempo libero ai figli (magari ha anche rinunciato al lavoro per stare con loro). Di solito tutto ciò è accompagnato da una grande attenzione alla natura e all'ambiente (che prende magari la via dei pannolini lavabili), una certa cura per l'alimentazione (che prende la via dell'allattamento "prolungato", dell'autosvezzamento e dei cibi biologici) e dalla preferenza per le attività all'aria aperta (sulla falsariga degli insegnamenti di Steiner).
Badate che non sto parlando di decerebrate che sorridono dagli spot del prodotto Taldeitali: parlo di persone con una cultura generale e specifica che la maggior parte degli educatori se la sogna, molto consapevoli di tutto ciò che vivono, capaci di critiche intelligenti e costruttive.
Se cito come esempi momatwork e Claudia, direi che ho detto tutto, no?
L'altro è il tipo della mamma il cui obiettivo principale non è essere mamma. Detto così, sembra una che se ne frega dei figli: niente di più sbagliato. Questo tipo di madre è contentissima di esserlo, magari anche lei ha rinunciato al lavoro per stare con i bambini o magari ha deciso di togliersi dalle logiche di carriera tradizionale. Semplicemente, non le interessa più di tanto parlare di cose che riguardino i bambini. Io non so se segue un particolare metodo educativo, non so se ha una posizione particolare riguardo all'alimentazione dei suoi figli, non so nemmeno se gli fa vedere la TV o no. Suppongo che nell'educazione dei figli sia tendenzialmente mainstream ma senza cadere nel qualunquismo. Conosco però le sue passioni oltre i figli, conosco il suo pensiero riguardo alcuni temi: confrontarmi su alcuni temi con questo genere di donna è stimolante e divertente. Penso a Manager di Me Stessa o a Bianca, ma sono solo esempi tra le tante.
Spesso queste due categorie si guardano con diffidenza, spesso si commentano a vicenda con pareri poco lusinghieri, a volte (ma son rari casi, che non riguardano certo le persone che ho citato) arrivano addirittura a farsi la guerra.
Io mi sento in mezzo. Ho una passione forte, la narrativa, ma ho messo a cuccia la danza perché toglieva troppe energie al resto. Dedico una gran parte del mio tempo libero ai figli, non mi sognerei mai di andare in vacanza con una tata, ma nello stesso tempo sono gran pronta a cioccare i bambini a chiunque li tenga per ritagliarmi uno spazio tutto mio una volta ogni tanto, con le amiche e/o con mio marito. Vivo uno stile di vita fatto di autoproduzione e alimenti bio, ma sono ben felice di dialogare con multinazionali senza pregiudizi. Aspetto il part time come la manna dal cielo ma poi sono prontissima a farmi tutti i weekend in una fiera diversa per promuovere Viola, quando uscirà (stanchezza a parte).
Non è che io desideri sentirmi per forza ingabbiata in una categoria. È semplicemente che a volte mi sento come se avessi una doppia personalità: mi rendo conto che lo stesso tema, presentato da una parte o dall'altra, mi provoca pensieri, sentimenti, posizioni diverse.
Faccio un paragone forte: a volte mi sento come quei leghisti che "a casa terroni e negri" e poi il loro migliore amico è di Avellino e si trovano benissimo col collega senegalese.
Tradotto: a volte faccio affermazioni assolute per amore di battuta o sull'onda di un'impressione del momento, salvo poi riconsiderare la questione se mi viene proposta "dall'altra parte" in modo circostanziato e pacato.
Ciò non toglie che su alcuni temi non c'è storia, la mia opinione è quella: posso enunciarla in modi differenti per non ferire il mio interlocutore, al massimo.
Del resto, tutti mi dicono che la mia dote migliore è la schiettezza. Spero sempre di essere all'altezza di questo complimento.

11 commenti:

  1. Beh, penso che sei semplicemente equilibrata. Ché l'eccesso, in quasiasi campo, non è mai buono. Penso che sapere spaziare con flessibilità tra posizioni anche differenti tra loro, soppesando le cose, e vagliando in virtù delle diverse situazioni, non è solo buono per te, ma anche per i tuoi figli, che possono sperimentare la diversità e la ricchezza di esperienze.
    Detto così sembra che non ho detto niente, ma dietro ognuna di queste parole che ho scelto c'è l'immagine che mi sono fatta di te, e quello che mi viene da dire, davanti al fatto che sei "tutto-ma-anche-no", è: meno male!
    Personalmente ritengo che essere diversi non implichi né giudizio né competizione, e anche se è un esercizio difficile, sono convinta che "stare nella diversità" alla lunga paga sempre.
    Un abbraccio.

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  2. Sono corsa qui per il titolo "In bilico". Avresti potuto scrivere qualsiasi cosa ma con un titolo così io correvo, eternamente in bilico ;)
    Ti trovo persona "pensante", persona in ascolto, persona con opinioni. Se tutto questo è in bilico, evviva i funamboli.
    Personalmente vorrei trovare una collocazione sicura, per sentirmi più forte e coerente ma per ora non ci riesco. Riesco a cambiare idea e a inseguire più che il mainstream, la long tail ;)
    Sono le minoranze che cambiano le cose dalle piccole cose, sono i fatti e non le chiacchere.

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  3. Condivido il parere di ondaluna. Sei semplicemente equilibrata. Io ho sempre desiderato essere mamma, fin da quando ero bambina, e ora mi godo questa fase finché dura. Sono costretta a svezzare Chiara per questioni di salute (mie) e ne soffro tantissimo. Non che volessi continuare fino a chissà quando, ma il sapere che questa fase della mia vita si sta per chiudere definitivamente mi spezza il cuore. Ora dovrò entrare nell'ottica di mamma di bambini "grandi". Questo non significa però che io non abbia altri interessi. Anche se è vero che al momento ai miei, di interessi, dedico ben poco tempo.

    Non credo ti riferissi a me, ma vorrei precisare che non nutro nessuna diffidenza verso le mamme in carriera, anzi. Durante il mio periodo di depressione mi sono spesso detta che se avessi continuato a lavorare forse non ci sarei cascata. Chissà...

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  4. @tutte: arrossisco :-)
    @claudia: non mi riferivo né a te né a momatwork, tranquilla :-)

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  5. Anche io mi vedo tra una tipologia e l'altra... Cerco di leggere tanto di pedagogia, da quando sono nati i bimbi cerco di interessarmi di nutrizione/biologico, lavoro, dedico quasi tutto il mio tempo libero tutto a loro (quasi perchè anch'io non disdegno qualche uscita con il marito e le amiche)... Non so in quale tipologia io possa rientrare, però mi sento sempre in continua ricerca e mi metto continuamente in discussione (forse troppo a volte!).
    Silvia (che ti legge da un po')

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  6. Ma sì, è proprio come ti scrivevo poco tempo fa. Non sei incasellabile in una categoria e questa secondo me è una ricchezza. Come dice il titolo del post, siamo tutte funambole in cerca di un equilibrio che per sua stessa definizione è precario. Le fasi di crescita dei figli dettano le nostre priorità. E' vero che crescono in fretta, me ne accorgo proprio in questi giorni, e noi cerchiamo di prenderci il meglio di tutte le cose, così come possiamo.

    P.S.: quanto a me, quando ti vedo desidero ardentemente di NON parlare di pedagogia o bambinerie in generale, anche perchè in te vedo certe vecchie compagne di merende dei miei vent'anni. Che a volte mi mancano tanto. I vent'anni.

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  7. Io credo che sia anche bello, essere in bilico. Perchè presuppone, come è stato già rilevato, l'ascolto, e la disponibilità a mettersi in discussione. Poi, per fortuna, il mondo è bello perchè è vario: vivaddio che ci sono opinioni diverse, sai che noia altrimenti ;-) C'è anche un altro aspetto secondo me interessante, connesso alla nostra dimensione virtuale. Alcune di noi hanno il dono di riuscire a trasmettere con la scrittura molte parti di sè, molte sfaccettature. Perchè credo che tutte noi difficilmente siamo solo mamma-mamme, oppure mamme-lavoratrici, mamme-donne... Ma lasciare traccia di parecchi (tutti è impossibile) di questi diversi aspetti di sè, delle proprie passioni, dell'ironia non è così scontato: per continuare a far nomi, mi venite in mente proprio tu (sulla fiducia) e m@w. L'unica cosa certa, secondo me, è che per confrontarsi, anche in modo serrato, su punti di vista differenti, non si debba arrivare alla 'guerra' verbale. Sui recenti accadimenti nel mondo blogghesco ho un punto di vista, ma non parto dall'idea di essere io quella 'nel giusto'. Anzi, mi sfiora costantemente il dubbio che non sia io, quella che è rimasta ancora indietro e non ha capito quali potenzialità (in senso ideologico, non necessariamente materiale) ci siano in serbo in certe iniziative ;-( Però, come te, non posso farci niente, queste sono le 'mie sensazioni'...

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  8. e' un bellissimo post, e mi ci ritrovo abbastanza. Concordo sull'analisi che hai fatto e anche io mi sento in mezzo, a volte. Un bacio

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  9. Doppia? Solo doppia?
    No, direi che dal blog (da questo blog) emerge abbastanza bene il tuo essere poliedrica... Da altri, come il mio, probabilmente no, se non ad un lettore attento ed affezionato. In realtà io parlo molto poco di figli al di fuori del web e sto molto poco al PC al di fuori del lavoro, quindi mi chiedo spesso quale sia l'impressione complessiva che ho dato di persona a chi mi ha conosciuto prima sul web.
    Trovo anche curioso essere accomunata a Claudia in questo post (e, se non sbaglio, non è la prima volta che accade). Pur frequentando il suo blog non ho ancora capito, al di là delle differenza e delle analogie più ovvie, se abbiamo molto o poco in comune e se, di persona, avremmo molto o poco da dirci.

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  10. MAW, ovviamente non dico che tu sia presa solo dai figli (sennò chi è quella che mi ha consigliato Dampyr, mannaggiaalei?), ma, già dal tuo nick, è evidente che li consideri una tua grande passione. Poi noi ci siamo viste con i bambini sempre presenti, quindi penso che dal vivo abbiamo parlato di figli più di quanto abbiamo fatto in chat o via mail, per dire.
    Penso che spesso ti accomunino a Claudia per il semplice fatto che parlate di pedagogia, e di pedagogie abbastanza omogenee (non Estivill vs Gonzalez, per intenderci). Io francamente, prima di leggere le tue recensioni, non mi sarei mai sognata di prendere un libro di puericultura oltre al manualone da 0 a 3 anni. E tuttora sì, mi fa piacere aver letto quello che ho letto, ma magari sono più presa da argomenti collaterali come la formazione culturale della fiaba. Insomma, roba che ha a che fare con quello che mi interessava già prima, ovvero la narrativa.
    A parte questo, io penso che, di persona, tu e Claudia avreste molto da dirvi, come ne abbiamo avuto io e te.
    Tra persone curiose e aperte, credo che il problema sia interrompere il dialogo (nuovo nome della chiacchiera), non tanto avviarlo! ;-)

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  11. a volte di qua, a volte di là: cosi io mantengo un equilibrio...

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