sabato 27 marzo 2010

Punti di osservazione

Sabato e domenica, ho avuto la possibilità di osservare diversi bambini di città, venuti in cascina al seguito dei loro genitori.
Sabato, si trattava dei bambini di Lorenza, che ho accompagnato in giro col loro papà mentre la loro mamma seguiva la visita guidata.
Il confronto tra loro e i miei bambini è spiazzante: i miei bambini sono abituati a vedere poche auto e tanti animali, mentre i bambini di città sono abituati a vedere tantissime auto e quasi nessun animale. I miei bambini considerano normale l'odore di stalla e puzza l'odore di smog, mentre i bambini di città considerano puzza l'odore di stalla e sono indifferenti ai gas di scarico. I miei bambini si rapportano agli animali quasi come a compagni di gioco, mentre per i bambini di città gli animali sono delle curiosità da ammirare.
Ho notato inoltre che i bambini di città sono come accelerati rispetto ai miei: gli fai vedere una mucca e già vogliono vedere un cavallo, una pecora, una gallina. Vedono probabilmente la campagna attraverso il filtro dei libri o dei cartoni animati o di Farmville: un luogo il cui scopo non è produrre latte o carne o riso, una specie di zoo di animali "canonici" che non possono mancare e dove le mucche magari vengono ancora munte a mano in stalle come casette.
Queste differenze che ho notato non sono giudizi che emetto, anzi. Però mi danno la misura di quanto la mia vita è differente da quella della maggior parte delle persone. Migliore? Peggiore? Non lo so. Mi ci sono ritrovata: se fossi stata libera di scegliere, avrei cercato un posto diverso in cui vivere e crescere i miei figli.
Quello che so è che, man mano che passano gli anni, vedo sempre meno i lati negativi (sempre per il famoso discorso del cilicio che dopo un po' non si sente più) e sempre di più quelli positivi. O forse è solo che i miei figli sono nell'età migliore per apprezzare il posto in cui vivono. Ne riparleremo quando inizierà la pubertà.

7 commenti:

  1. Condivido con un po' di tristezza, da mamma cittadina, quanto scrivi... i due mondi dovrebbero incontrarsi più spesso! La prossima volta spero di riuscire a partecipare alle vostre iniziative!!

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  2. Ai tuoi bambini resterà l'amore per la natura e la curiosità per un modo di vivere "diverso".A me quello che disturba del vivere in montagna sono gli spostamenti difficili, soprattutto in inverno o se c'é neve..ma é anche vero che li trovo difficili perchè devo condividere l'auto con i miei e quindi non sono del tutto autonoma.Penso che quando i bambini saranno grandi saprete trovare il modo di organizzarvi anche a livello logistico..e la cosa non gli peserà poi così tanto!

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  3. sto leggendo i "racconti quotidiani" di camilleri
    http://www.ibs.it/code/9788804578475/camilleri-andrea/racconti-quotidiani.html
    ce una paginetta che parla di polli a 6 cosce :D
    ves

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  4. Quand'ero piccola io, in provincia si favoleggiava di questi bambini "di Milano" (perché di Milano, poi e non di Roma o Torino?) che credevano che i polli nascessero al supermercato, già spennati ed avvolti nel cellophane. Quello del rapporto bambini-natura, nella chiave di lettura futuri adulti-natura, è quello che mi appassiona al momento. Come sempre credo che la verità stia nel mezzo, che non è un luogo geografico tra Piazza Duomo e la tua cascina, ma nel dare ai bambini di città l'opportunità di sperimentare gli aspetti positivi della campagna e ai bambini di campagna l'opportunità di usufruire gli aspetti positivi della città. La chiave credo sia una razionalizzazione vera della mobilità, non una di quelle che ci spacciano per razionalizzazioni e sono soltanto riduzioni autolesioniste.
    Sulla pubertà: Quand'ero pubere io, andammo dalla provincia a trovare dei parenti a Torino e lì ebbi modo di sperimentare il diverso punto di osservazione dei genitori di una mia lontana cugina, quasi coetanea. Per i miei, il mio fidanzatino di allora, seppur non patentato, era il massimo rischio che stessi correndo. Per i suoi (e per lei) un fidanzatino qualsiasi, purchè automunito e quindi in grado di prelevarla depositarla alla porta di casa, era il lasciapassare per poter uscire.
    Guardatela dal lato positivo: avete ancora qualche anno per mettere via i soldi per un 4X4, via!

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  5. Anche io noto le stesse differenze ogni volta che torno a Torino. E ogni volta ringrazio il cielo per la scelta che abbiamo fatto. Non credo che la mia vita sia migliore di quella dei torinesi (anzi, alcuni provano per noi una sincera compassione...). Ma credo che la mia, di vita, sarebbe tristissima in città.
    Quella del "vedrai quando saranno adolescenti" è una sorta di minaccia che spesso mi viene rivolta. Quando saranno adolescenti, si vedrà. Per ora siamo felici così.

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  6. questa è l'età più bella per i bambini per vivere in campagna. goditela. poi quando le cose cambieranno ci penserai. tanto la situazione ideale non esiste, ed è comunque un misto tra quello che fa stare bene noi e loro.
    comunque quella cosa della puzza e soprattutto l'abitudine alla lentezza, a gustare la sopresa, le trovo molto vere, e profonde

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  7. Noi viviamo a 60km da Torino. Per chi vive a Torino siamo in montagna. Per noi che ci viviamo, siamo in un paesotto ai piedi delle montagne, con i campi con le mucche e la loro cacca, la neve in inverno che rallenta un po' la circolazione (ma se ci nasci, in questi posti, non ti spaventa nemmeno un po'!), le farfalle, i fiori, aria pulita. La prima cittadina è a 18km quindi nè troppo lontana, nè troppo vicina.
    Io avevo sei anni la prima volta in cui ho visto un tram e lo guardavo terrorizzata. Ma se dovevo correre lungo un prato in salita battevo tutti. Crescendo avrei voluto scappare e poi...la casa l'ho comprata proprio lì.
    Mio figlio adesso ha un anno e se siamo in città passa il tempo a indicare le macchine BRUMBRUMBRUM continuamente...Io rido e lo chiamo il montagnino. Ma qualche volta mi pongo le tue stesse domande...

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