venerdì 9 aprile 2010

The Real Thing

Mi capita di leggere sporadicamente blog che raccontano una prima gravidanza. Donne che dal test al parto assumono un'aria sognante e ricamano la tela dei sogni immaginando meravigliose scene di maternità. E donne che le leggono e commentano, dicendo che non vedono l'ora di provare anche loro.
Ecco, io sono contenta per loro e un po' le invidio per i meravigliosi ormoni di cui la Natura le ha dotate. Io in gravidanza ero nervosa, inappetente, incazzosissima e alquanto spaventata dalla prospettiva di avere la responsabilità di un essere umano. Nella prima come nella seconda, intendo.
Ma a volte mi fanno un po' di rabbia e paura, perché temo che, caricate di aspettative eccessive, cadano miseramente nel baratro del post partum, in cui non tutto è rose e fiori. In cui può capitare che un bambino abbia le coliche o che semplicemente non sia molto affettuoso. In cui può esserci fatica, sofferenza fisica, senso di oppressione per le tante responsabilità e aspettative.
Mi fanno rabbia perché tutto quello che a me è parso un immenso dono a loro potrebbe apparire "poco".
Mi spiego: quando aspettavo Amelia, credevo che, non so per quanto tempo, la mia vita sarebbe stata principalmente fatica e frustrazione, deprivazione di sonno, eccetera. Animalmente avevo desiderato una figlia, ma razionalmente credevo sarebbe stata una palla colossale per un sacco di tempo. E invece Amelia mi ha sorpresa e conquistata in ogni momento del nostro rapporto: ogni suo aspetto positivo era per me una sorpresa, per cui provavo tantissima gratitudine, mentre ogni aspetto negativo era stato messo in conto.
Pian piano, superando le mie aspettative, avere figli mi è parsa una cosa bellissima. Perché l'ho vissuto sul campo, anziché anticiparlo nelle mie fantasie.
Forse è stato un po' lo stesso processo del matrimonio: quando mi sono staccata dall'idea dell'uomo perfetto, ho trovato un uomo meraviglioso e ho costruito con lui una vita che nel complesso mi piace proprio.
Ogni tanto l'uomo perfetto ricompare nei miei pensieri, del tipo "oh cazzo ho sposato uno che non sa le date della seconda guerra mondiale" (storia vera, eh), ma sono tentativi destinati a fallire sul principio, perché, oggi che ho provato cosa vuol dire stare con un uomo che ti piace sotto tutti i punti di vista e con cui funzioni bene, me ne frego di chissà quale dandy colto e affascinante.
Ecco, io auguro a tutte coloro che vivono la maternità futura in modo idealizzato di riuscire a liberarsi di quell'immagine di perfezione prima che sia troppo tardi, per confrontarsi con la realtà.
Dove la realtà non è quella di madri sfigate con le occhiaie, no davvero. La maternità non è solo un luogo di dolore.
È quel momento in cui tua figlia dice "mamma" e tu quasi la spaventi urlando di gioia.
È quella giornata in cui siete andate a mangiare insieme al bar.
È quel momento in cui lei ti permette di tenere suo fratello per i prossimi 30 anni.
È la volta in cui lei ti chiede di proseguire il libro della sera prima.
È la mattina in cui lui fa la pipì nel vasino, con te e sua sorella che fate il tifo.
È come quando hai passato giorni o settimane a immaginare come conquistarlo e poi tutto si svolge in modo completamente diverso. Più bello, perché inatteso.

6 commenti:

  1. le nostre esperienze di maternità sono molto simili:

    "Sarà capitato anche a voi........prima di avere un figlio di pensare:
    "dio mio più tardi possibile! è la fine della giovinezza, della libertà, dell'indipendenza, del tempo libero, della coppietta innamorata mano nella mano, del cinema, dei viaggi, del sonno. E' la morte!"

    Io pensavo cosi'.
    Poi mi son svegliata un giorno e, uscendo da un aperitivo (in cui ero stata benissimo), ho avuto un lampo, un flash quasi impercettibile e un pensiero chiaro come la luce del sole:

    "tutto qui?"

    Dopo un anno e mezzo da quella sera è arrivato questo bambino e, di fatto, ero libera, felice e spesso mi son sentita più giovane di tanti "giovani" intorno."

    http://leggimy.blogspot.com/2009/01/sar-capitato-anche-voi.html

    anch'io ringrazio sempre di non aver passato quella fase melensa.............è stato tutto una meraviglia dopo!

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  2. Hai ragione... ma io confido nella forza della natura che, anche se sconvolge qualunque aspettativa... alla fine conquista sempre! Quello che auguro a tutte le mamme è di avere il coraggio di seguire il proprio istinto, trascurando tutti i consigli non richiesti e i giudizi incompetenti...

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  3. Io non lo so proprio... per me è stato tutto 'normale', da quando è nata Dafne.

    La gravidanza è stata uno schifo, letteralmente. Non ho mai provato gioia in gravidanza, non ho minimamente nostalgia della pancia e al solo pensiero di passare altri 9 mesi così, mi vengono i brividi.

    Per me il bello è iniziato dopo.
    Avevo letto tantissimo, ma non mi ero fatta nessuna aspettativa. Mi ero detta: boh, vediamo, come viene, viene.
    Credo sia stata la mia fortuna.

    Non ho mai pensato che la maternità fosse rose e fiori, ma non ho nemmeno pensato che fosse un martirio totale. Ma del resto è ciò che penso anche della vita, e allora forse la fortuna è quella di esserci arrivata prima di diventare madre.

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  4. le mie amiche (TUTTE senza figli) alla notizia della mia prima gravidanza si sono divise in due partiti, da una parte le super entusiaste con aspettative eccessive di cui parli in questo post, dall'altra quelle che pensavano che mi stessi rovinando la vita, chiudendendo tutte le porte - nessuna zona grigia

    trovo sempre un po' difficile spiegare a chi non vive con bambini come entrambi i partiti avessero torto...

    (bella l'immagine del piccolo sul vasino con tifoseria!)

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  5. scusa ma chissenefrega se lui non sa le date delle guerre mondiali.... guarda che il dandy colto ed affascinante sicuramente non saprebbe snocciolarti la dinamica della pompa sodio/potassio, tuo marito si!
    A ognuno il suo campo, e poi i tuttologi sono estremamente antipatici!

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  6. Io sono sempre la solita nullipara cui viene generosamente concesso di parlare di temi di cui tutto ignora :-)
    Una cosa mi stupisce e mi stupirà sempre: come mai molte donne sembrano ignorare nozioni della maternità che a me, appunto senza figli, paiono ovvie? Cose, devo dire, più che altro negative. Forse proprio perché desiderano così tanto un figlio da non vedere che il lato meraviglioso dell'esperienza?
    Esempio. Venerdì andiamo a trovare mia cugina, esattamenete mia coetanea (ha 20 giorni meno di me), diventata madre il giorno prima dopo esperienze di inseminazione artificiale cui io non mi sarei sottoposta nemmeno dietro minaccia delle armi e finalmente scaturite in una bella bambina nata un po' in anticipo e assai velocemente: un vantaggio, ma anche una modalità che ha lasciato le sue belle tracce. La neomamma commenta: non pensavo fosse così doloroso. NOOOOOOOOOOOOOOOO????? Ho l'impressione di saperlo io che in realtà non lo saprò mai davvero, quant'è doloroso? Anzi, mi sa che nella mia immaginazione è fin peggio di quanto sia in realtà. E poi: e il dolore non finisce qui, pure allattare non scherza e qui Lanterna pensarti è stato immediato, tant'è che le ho detto: si vede che non leggi le mie blog-amiche...
    Insomma, come mai queste cose non si sanno? Come mai, aggiungo io, non vengono forse dette ai non so quanto utili corsi preparto che a lei peraltro non sono stati fatti fare perché "tanto avrebbe partorito prima"...!!!!!
    Tutto ciò per me resterà sempre un mistero.
    Giuliana

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