Quando si scrive, inevitabilmente ci si scontra col concetto di verosimile. Si può decidere di dargli diverse connotazioni, a seconda del genere che si decide di affrontare, ma non si può completamente aggirare.
Per esempio: se mi trovo in un romanzo fantasy, il mio lettore non troverà inverosimile che un drago appaia sul più bello e abbrustolisca un personaggio. Ma, se lo stesso drago apparisse in un racconto di Montalbano, penso che lo stesso identico lettore rimarrebbe molto perplesso.
Ma anche: in un racconto fantasy, è accettabile che si pratichi la magia e si assista ad eventi che nella realtà riterremmo assurdi. Ma, se uno dei personaggi agisse in modo incoerente con le regole stabilite dall'autore in quel mondo, il lettore ne sarebbe disturbato, a meno che di non ottenere una spiegazione plausibile.
Nel mondo di Viola, il concetto di verosimile è abbastanza vicino a quello della nostra vita quotidiana, tranne che per un particolare: con lei lavora Stefan, che viene dal mondo dei servizi segreti e lavorava insieme a lei nella squadra antiterrorismo. Tutto ciò che è connesso a Stefan segue la logica che si ritrova nei racconti di spie più assurdi: dimenticatevi la cupa verosimiglianza di LeCarré, benvenuti nel mondo di 007 e Alias. Un mondo dove si muore e si risorge molto più che nel Vangelo e dove l'etica è quasi completamente ribaltata rispetto alla nostra.
La difficoltà principale (ma anche il più grande divertimento) nello scrivere di Viola è proprio doversi barcamenare tra queste due realtà.
Credo, tutto sommato, che Viola sia un personaggio con una sua verosimiglianza: è consapevole di appartenere a due mondi (quello del suo passato, rappresentato nel presente da Stefan, e quello del presente, rappresentato dalla sua famiglia e dall'agenzia) e gioca sul crinale, tenendo sotto controllo il proprio dualismo. Dopotutto, la cosa non è nemmeno poi tanto stupefacente: non stiamo parlando di un'ex 007 in gonnella, ma di una che lavorava più come analista e stratega, con qualche innocua missione in incognito. Parliamo di una che, per carità, si sa difendere e sa maneggiare un'arma per mettere a posto un ex un po' troppo invadente, ma che non disdegna di avere le spalle coperte da Stefan. Insomma, Viola gestisce l'aspetto più insolito della propria vita mantenendo un profilo basso e valorizzandone la parte più "normale", senza però disprezzare ciò che il suo passato le ha lasciato (Stefan compreso).
Stefan, che è un personaggio con una certa importanza (oggi è il braccio destro di Viola, ma in passato diciamo che non è stato un santo, soprattutto nei confronti della sua amica), il problema della verosimiglianza non se lo pone proprio, in senso convenzionale: è morto e risorto un paio di volte, ha infranto molte regole senza pagarne le conseguenze, ama la stessa donna da 15 anni (da circa 8 anni non ricambiato)... Questo non significa che non abbia una sua coerenza, anche morale, solo che non sappiamo benissimo come sia delineata (ammetto: in questo momento sto pensando a quali potrebbero essere i suoi tabù e forse, a fatica, ne ho trovato uno, ma non sono neanche tanto sicura).
Quello che mi pone un sacco di problemi dal punto di vista della verosimiglianza è Luca, il marito di Viola. Luca è delineato su mio marito, anche se Viola non è la mia immagine precisa. Alla fine però, per amore della verosimiglianza, nemmeno Luca è l'immagine precisa di mio marito, perché mio marito è un personaggio inverosimile: se a Luca personaggio avessi dato tutte le caratteristiche di Luca reale, l'avrei trasformato in una macchietta o in un personaggio comunque non credibile. Perché? Perché in letteratura prevale la nozione di verosimile, non di vero. Quindi, nella vita reale, è accettabile che uno abbia tutti gli hobby di Luca, che sia smemorato come lui, che faccia i pasticci che fa lui e i suoi ragionamenti. Nella vita letteraria, ho dovuto togliergli una consistente dose di hobby, aggiungergli un po' di memoria e un po' di buone maniere, rendere un pochino più evidente l'amore che prova per la sua famiglia, cercando però di non snaturarlo. Ed è una faticaccia, perché mantenersi in equilibrio sul crinale non è facile, soprattutto per me che con questo personaggio inverosimile ci vivo, e quindi tante sue stranezze non le vedo neanche più.
Gli altri personaggi della serie sono occasionali, quasi tutti fortemente verosimili perché radicati nella realtà che noi conosciamo e quindi agiscono secondo regole che ci appartengono. Tra questi, collaboratori e clienti dell'agenzia in genere non conoscono nulla del passato di Viola e Stefan, quindi la loro verosimiglianza non è messa a repentaglio. Quando capita che qualcuno scopra qualcosa del loro passato (che non nascondono, ma non sbandierano neppure), la sua reazione è coerente con il personaggio: la vecchia contessa navigata non si scompone più di tanto, il poliziotto ne è stupito e incuriosito ma senza giudicare. In realtà, come ritengo sia plausibile, la cosa che suscita più sospetti è che Viola e Stefan siano così legati, senza che Luca sia geloso. Anch'io l'avrei ritenuto inverosimile, prima di conoscere mio marito.
Il verosimile è un concetto molto relativo.
domenica 10 maggio 2009
Solo il vero è bello?
Etichette:
comunicazione,
divagazioni,
letteratura,
luca,
scrivere,
storie,
viola
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
A me Viola piace sempre più e Stefan mi incuriosisce...continua? Ciao, Daniela
RispondiEliminala gelosia pero è un mondo talmente variegato che il non essere gelosi palesamente non vuol dire non esserlo :D anzi. il mondo interiore di ognuno di noi è alquanto inverosimile :D
RispondiEliminaves
@daniela: chissà ;-)
RispondiElimina@ves: mah, ne parlavo proprio ieri con Luca. In realtà, la gelosia non è neppure un meccanismo automatico per cui una persona è sempre e comunque gelosa di tutti quelli che si avvicinano al suo compagno. Per esempio: Luca lavora con due mie insegnanti, di cui una è single, ma non sono minimamente gelosa, perché loro hanno un atteggiamento molto cordiale e affettuoso ma per niente seduttivo. Mi sarei trovata in difficoltà se invece avesse dato lezioni o avesse lavorato con una mia compagna, che invece ama avere un'immagine da Lolita. E questo indipendentemente da quello che lui FAREBBE, potrebbe bastarmi l'apparenza a mettermi a disagio.
Quello che penso di Luca personaggio è che lui abbia identificato Stefan come io identifico le mie insegnanti e quindi lo veda più come una specie di cognato.
mi sembra un'idea bellissima che di sicuro porterà sviluppi interessanti questa coesistenza di mondi tanto diversi. la coerenza interna non la vedo a repentaglio, e sono assai curiosa di vedere come continua. :)
RispondiEliminabyron