mercoledì 13 maggio 2009

Viola: la genesi

In principio era Stefan. E Stefan era una specie di dio: bello e un po' tenebroso, innamorato, proveniente da un altro mondo rispetto a quello dei "normali". Ovvio che il mio alter ego dei 17 anni, guardacaso anche lei Chiara, se ne innamorasse cotta.
Diciamo che forse, se fossi stata americana e fossi nata un decennio più tardi, la storia di Stefan che scrissi allora sarebbe potuta diventare una specie di Twilight del mondo delle spie: l'amore tra uno "speciale" e una ragazza (poco più che adolescente, ma evidentemente concepita da un'adolescente) in cui chiunque avrebbe potuto identificarsi.
Fu il mio fidanzato dei 20-23 anni a rompere l'idillio: non poteva sopportare Stefan e mi diede qualche suggerimento per toglierlo di mezzo. Ne fui intrigata e seguii i suoi consigli: Stefan diede retta alla sua parte più oscura e malata, e morì. Fine della storia.
Pochi anni dopo, però, la storia tornò a suggestionarmi: provai a girarla in vari modi, per renderla più verosimile e meno sterotipata. Addirittura, arrivai a ribaltare i generi dei protagonisti: ed ecco nascere Viola, l'agente segreto che si innamora di un comune civile.
In un primo tempo, Viola doveva essere molto più 007 e la storia doveva avviarsi verso una fine non lieta: avevo immaginato che il "comune civile" in realtà si rivelasse un nemico e che Viola dovesse eliminarlo.
Poi i cambiamenti avvenuti nella mia vita hanno plasmato l'idea che avevo di Viola, fino al risultato attuale.
Per esempio: ho frequentato per un breve periodo un ragazzo più giovane di me, e il "comune civile" si è trasformato in un ragazzo molto giovane e inconsapevole, ideale vittima di una sparatoria in cui Viola si sarebbe trovata.
Da quando ho conosciuto Luca, il "comune civile" ha sempre di più assunto le sue caratteristiche e io ho sempre meno avuto il coraggio di fargli troppo male.
Nel frattempo, Viola mi pareva sempre meno credibile e interessante nel ruolo del classico agente operativo. Che però ci voleva, altrimenti come si sarebbe arrivati all'azione? Ed ecco resuscitare Stefan: non ho visto invano quasi tutte le puntate di Alias.
Stefan non era morto, ma aveva dovuto farlo credere perché l'aveva fatta troppo grossa. E' un operativo estremamente abile, ma è anche una persona con grossi traumi alle spalle e con l'enorme rimpianto di aver perso la donna che amava. Questo lo rende pericoloso, e lo porta a morire per la seconda volta nella sua vita e così si chiude il racconto del 2005.
Ero davvero convinta di averlo ucciso, ma mi mancava un personaggio su cui scaricare l'inverosimile e l'improbabile, nella serie a fumetti ideata negli ultimi mesi. E poi, i dialoghi tra Viola e Stefan erano i pezzi più riusciti del racconto: scarni, un po' surreali, molto giocati sul filo dell'ironia e della presa in giro. Insomma, mi ero divertita un sacco a far interagire Viola e Stefan, e mi chiedevo: perché la madre dell'agente Bristow può morire e risorgere 3-4 volte nel telefilm e Stefan no? Fanculo il verosimile!
Ed eccomi qui, dopo quasi 15 anni di entusiasmo, arroganza e incertezza, ad avere per le mani un prodotto in cui credo, un prodotto maturo di cui vedo i possibili difetti ma anche i molti pregi. E questo prodotto racchiude così tanto della mia vita.
In più, Viola come serie a fumetti si presta a ospitare anche altri personaggi e storie che ho abbozzato nel corso degli anni, per unificarli in un progetto comune: il poliziotto filosofo e curioso, i due Cesari, l'inquisitore Olevano, il rinnegato albino, il faccendiere Hraven e tanti altri. Oddio, elencati così, sembrano più un circo che un rispettabile parco personaggi. Ma possono contribuire alle storie di Viola e Viola, facendo loro da collante, li può valorizzare.
E ora bando alle ciance e partiamo: ché, dopo il corso di sceneggiatura, ci sarà tanto ma tanto da fare.

2 commenti:

  1. alcune storie hanno genesi lunghissime, e così deve essere.
    comunque a me sta Viola piace

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  2. Ho letto ora tutti i vecchi post sull'argomento... e Viola mi piace terribilmente!
    Penso che aver fatto riposare lei e questa storia dentro la tua testa per tutto questo tempo non possa che fare bene, adesso che è finalmente venuto il momento di tirarla fuori.
    In bocca al lupo...il vostro viaggio comincia ora!!! :-)

    Giulia, in fase di scrittura compulsiva e che spera tanto di riuscire a tirare fuori qualcosa di buono da questa improvvisa esplosione grafomane...

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