venerdì 22 maggio 2009

Mi fletto ma non mi spezzo

Sono laureata in Lettere Moderne, indirizzo storico-artistico. Mi sono laureata a 23 anni, con 110 e lode.
Non è per tirarmela: è solo per dire che, fino ai 23 anni, la mia formazione è stata dritta come un fuso, per arrivare alla meta presto e bene.
Poi non so se sia successo qualcosa a me o semplicemente al mercato del lavoro, ma ho cominciato a deviare dall'autostrada su cui ero e prendere le classiche strade dell'orto.
Invece di farmi un dottorato e appollaiarmi in attesa di un posto da ricercatore, come auspicava mia madre, ho preferito perseguire una mia indipendenza economica.
Così ho passato un anno al Master in Scienza e Tecnologia dei Media, dove ho conosciuto persone eccezionali e ho imparato cose che fino a poco prima mi sarebbero sembrate impossibili: HTML, Javascript, programmi di grafica (tipo Photoshop) e di editing (tipo Premiere), ecc.
Dopo un inutile stage in Elsag (inutile perché la persona che avrebbe dovuto formarmi se n'era andata e io sono rimasta parcheggiata lì 3 mesi), la prima società che mi ha dato fiducia è stata Ariadne.
Per un anno, ho lavorato come writer per vari clienti, di cui il Casinò di Sanremo (ma il sito attuale non è più quello che progettai io) è quello che mi è rimasto più nel cuore. Per un anno, dopo aver creato i contenuti del nuovo sito, l'ho aggiornato ogni settimana, ho formato il personale all'uso della posta elettronica per dialogare con gli utenti, ho fotografato le sale e intervistato il personale, ho imparato che cosa fa un roulettier e che un sabot non è solo un tipo di scarpa.
Dopo Ariadne, sono passata a lavorare con mio padre, proprietario di una software house che produceva applicativi gestionali. Io e un mio ex collega di Ariadne avremmo dovuto fondare la divisione web, occupandoci io della comunicazione/contenuti e lui della grafica. Purtroppo non abbiamo fatto in tempo a decollare: per varie vicissitudini, la società è stata liquidata prima che riuscissimo a farci dei clienti esterni, un anno e pochi mesi dopo che ci eravamo entrati.
Non riesco ancora ad essere obiettiva su quel periodo. Però sono contenta di aver acquisito tante competenze tecniche, dovute in parte alla disorganizzazione di una società che era voluta crescere troppo in fretta: ho imparato a gestire un web server (purtroppo con sistema operativo Microsoft, ma questo passava il convento), ho imparato a lavorare con le jsp e anzi sono diventata una bravissima cacciatrice di errori nel codice, ho potuto giocare con PHP e MySql, ho persino appreso qualche nozione di Java.
Nei colloqui fatti dopo il fallimento di mio padre, esattamente 6 anni fa, molti elogiavano la mia flessibilità con aria stupita: ma come? Da lettere al PHP? E poi infatti nessuno mi prese in considerazione per un ruolo tecnico: c'era sempre il dubbio che una laureata in lettere, per giunta donna, ne sapesse di meno (invece su un uomo diplomato in chimica non si sarebbero fatti nessun problema). Di buono c'è che nessuno mi fece domande sulla mia vita privata.
Intanto, sia io sia il mio collega eravamo stati ereditati da una casa editrice multimediale, che ci usò come jolly per circa un anno. Poi lui prese il volo per altri lidi, mentre io restai, per mancanza di prospettive.
Dopo aver messo su il sito di un asilo nido, aver ideato il sito di una nuova società compartecipata dall'Università di Pavia, aver fatto mesi di testing sull'ECDL online e aver studiato la comunicazione per un folle software dedicato alla produzione di liberatorie sulla privacy, sono approdata all'ufficio bandi: mi occupavo di cercare finanziamenti europei per progetti e-learning.
Nei primi 6 mesi, il nostro capo era molto intrigato dall'idea: grandi progetti, idee innovative, riunioni ogni settimana... Proprio in quel periodo Ariadne mi cercò ed io, sia pure con rammarico, rifiutai perché in quel nuovo campo avevo ancora tanto da imparare e non volevo perderne l'occasione. Mi era anche stato promesso che, in caso avessimo ottenuto un finanziamento per i molti progetti presentati, io ne sarei stata il project manager.
Il finanziamento arrivò, ma la gestione del progetto fu affidata a una ragazza di 23 anni, carina e senza figli. Nonostante io avessi dato la piena disponibilità a tornare subito dalla maternità nel caso in cui si fosse mosso qualcosa (erano 6 mesi che aspettavamo di partire, perché la Commissione Europea aveva ripetutamente chiesto di essere rassicurata sul nostro bilancio).
Quando tornai dalla maternità, l'interesse del capo nei confronti dei bandi si era affievolito: rendevano troppo poco, secondo lui, nonostante avessimo avuto un altro finanziamento e quindi due progetti approvati in soli due anni di attività. Ebbi sempre meno da fare, finché la mia collega andò in maternità e mi lasciò in eredità un lavoro di tutoring su un ECDL online, per la Regione Emilia-Romagna.
Siccome era chiarissimo che la società per cui lavoravamo non veniva più sostenuta e stava andando a morire per mancanza di attività commerciale, decisi di provare due concorsi in università. A novembre, quando ormai il mio contratto con Multimedia Campus stava per scadere, l'ufficio personale dell'Università di Pavia mi comunicò che ero stata presa: sarei andata ad occuparmi di amministrazione, in una segreteria di dipartimento.
Ed eccomi qui a fare e pagare fatture, a muovermi a tentoni in un mondo per cui non sono preparata e che solo da pochissimo riesco a capire in parte. Questo non è il mio lavoro, né mi ci sento portata come invece è successo per altre cose che non avrei mai immaginato.
Ma imparo, e anche questo mi potrà essere utile.
In questi ultimi 6 anni, ho anche coltivato professioni non proprio convenzionali: ho fatto la cartomante in una compagnia di strada, ho fatto l'agente per una band, ho insegnato danza, ho suonato in un gruppo stumentale arabo. E ora mi appresto all'ennesima avventura, che non necessariamente mi porterà a uno sbocco professionale ma sicuramente arricchirà le mie competenze "artistiche".
Tutto questo per dire che, probabilmente, nella mia prossima vita sarò direttamente un salice o un albero della gomma.

4 commenti:

  1. Caspita, potresti scriverci un romanzo!
    Cmq complimenti, non è a tutti sapersi adattare così alle varie fasi dell vita. Se fossi un'azienda ti farei subito una proposta. Anzi, ti offrirei una partnership.

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  2. Ho peregrinato in modo analogo, sia pur diverso, dopo un percorso formativo dritto e sparato come il tuo (comprensivo di dottorato, nel mio caso). Il lavoro meglio retribuito che ho fatto è stato tradurre e in seguito scrivere guide di città fruibili in wap. Forse siamo rappresentative di un momento storico?

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  3. io sono un chimico-progettista meccanico-IT manager-esperto in logistica:
    il tutto in 15 anni di lavoro;
    adesso sono sicuro che una persona sa fare qualcosa se viene pagata per farlo!! ;-)
    Vittorio

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  4. @vittorio: per me il problema di avere delle competenze così diverse dalla mia formazione base è che non mi hanno mai dato nemmeno l'opportunità di provare che sapevo fare determinate cose. Soprattutto perché si trattava di competenze tecniche e tendenzialmente si esclude che una donna ci possa prendere gusto e acquisirle anche solo per piacere personale. Poco male: devo passare un sacco di anni in università, e sono sicura che prima o poi mi guadagnerò il passaggio a tecnico, magari per poi passare alle biblioteche e poi alle risorse umane e poi chissà :-)

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