sabato 11 aprile 2009

La mia vita in fumetto

Ho cominciato a leggere fumetti da piccolissima, con Topolino, prima ancora di imparare a leggere: c'è una raffinata foto di me sul water con un albo in mano, tanto per testimoniare.

Crescendo, ho scoperto anche il Corriere dei piccoli e altri fumetti per ragazzi, più o meno conosciuti. E ho letto alcuni Tex di mio padre.

Stramanente, al liceo non sono diventata fan di Dylan Dog, come molte mie compagne. Sarà che Rupert Everett, il modello usato da Sclavi per il suo protagonista, era l'idolo della mia compagna di banco e io ne avevo fin sopra le orecchie di lui.

I fumetti sono scomparsi dalla mia vita fino al tempo del lavoro: mi parevano una cosa lontana da me, forse un po' da ragazzini, niente che mi potesse interessare. E invece.

Invece, durante un interminabile viaggio dall'aeroporto di Genova a Sanremo, il mio capo di allora mi mise una pulce nell'orecchio riguardo un fumetto che mi sarebbe potuto interessare, Dago.
Dago racconta la storia di un nobile veneziano, Cesare Renzi, che in seguito al tradimento del suo migliore amico perde tutto e diventa un rinnegato al servizio dei turchi, viaggiando in lungo e in largo nell'Europa del '500.
Mi misi a comprare e a cercare gli albi mensili, che poi scoprii essere fuori dalla continuity e un po' raffazzonati. Comprai gli arretrati di Lanciostory e di Scorpio, su cui venivano pubblicate le storie collegate tra loro. Finalmente, nel 2002, Eura Editoriale si decise a ristampare Dago dal primo numero, e da allora alla fine del mese, dovunque io sia, mi metto in cerca di un'edicola che tenga la Ristampa Dago.

Nel frattempo, stimolata da Dago, mi misi a gironzolare tra i vari mondi bonelliani e manga, scoprendo un mondo decisamente più vivo e non-convenzionale rispetto a quello della narrativa in forma tradizionale. Mi attirava questo mondo più aperto e vitale, ma non sapevo come accostarmici.

Ho avuto anche una parentesi d'autore con i primi due volumi dei Borgia di Manara / Jodorowsky, ma un libro, sia pur bello, ogni 2 anni, non si può trasformare in passione.
Anche Corto Maltese, di cui un periodico pubblicò tutte le storie nel 2006, mi piacque molto. Ma purtroppo 10 albi, pur grandi, finiscono subito.

Poi l'anno scorso un'amica, sapendomi appassionata come lei di storie di vampiri, mi consiglia Dampyr. Io ne avevo sentito parlare, ma, stranamente, non avevo approfondito.
Ne compro un albo arretrato, in una bancarella, e me ne innamoro. Scatta la caccia agli arretrati, su eBay e sulle bancarelle. Mi faccio una scorpacciata di storie, tre mesi di pura delizia.
E, come era successo per Dago, il mio appetito in materia di fumetti cresce: compro qualche manga (tipo Angel Sanctuary, ma non mi prende), qualche numero di Jan Dix (bell'idea, ma con poca anima), valuto Brendon (ma senza grandi risultati), riprendo un numero di Nathan Never (sempre ben fatto), provo Nemrod (bello ma cupissimo).
Infine, una bellissima scoperta: Lilith di Luca Enoch, edito da Bonelli a novembre (tristemente, per il secondo devo aspettare il 13 giugno). Il mito di Lilith mi attira da sempre (ma questo è un altro post) e la storia è davvero intrigante, per non parlare dell'ambientazione del primo albo: la guerra di Troia, quella di Ettore.

E, ora, da incosciente inesperta, sto scrivendo i soggetti per un anno o forse più di serie mensile, dedicata al mio ultimo personaggio, Viola. Negli ultimi 4 giorni, sono riuscita a scrivere un'ora al giorno senza interruzioni, durante il provvidenziale sonno dei bambini malati. Mi è sembrata la cosa più vicina al paradiso che possa esistere.
Certo che se il paradiso bisogna conquistarlo a suon di bronchiti...

3 commenti:

  1. Io sono un fumettaro fino al midollo. Da Topolino ai supereroi, dai Manga al fumetto italiano (che, al contrario di altre cose in Italia, vanta una certa qualità), ho letto e leggo di tutto.
    Se ti piace Lilith di Enoch, ti consiglio di recuperare gli arretrati di Gea, se non l'hai mai letto. Semplicemente spettacolare!!! L'unica pecca è che essendo i fumetti di Enoch scritti e disegnati solo da una persona ci mette sei mesi a produrre un albo, e al quinto mese e venti giorni io e mia moglie schiumiamo per leggere il nuovo numero :)

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  2. @lone: vedo che capisci bene il problema :-) Gea non l'ho mai avvicinato seriamente, non mi ispiravano i disegni della protagonista. Proverò, anche se Lilith mi sembra più il mio genere.

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  3. Un consiglio da un fan sfegatato di Enoch: recupera, se riesci, i vecchi Sprayliz. Sono assolutamente strepitosi e, come tematiche, decisamente attuali.
    Poi vabbè, io ho adorato Gea dall'inizio alla fine e ora attendo con pazienza il secondo numero di questo nuovo ciclo mitico (mi sembra proprio la parola giusta visti gli inizi..).

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