sabato 23 gennaio 2010

Questa felicità

All'interno di Opopomoz, c'è una frase che ognuno di noi dovrebbe imparare a memoria. Quando Rocco, il protagonista, dice di voler recuperare la felicità perduta (per l'arrivo del fratellino), la Re Magia gli dice:
"Ma che fissazione! Quando è perduta è perduta: uno se ne deve fare un'altra!"
Ecco, io questa frase la scolpirei nella pietra e/o la regalerei per legge a tutti coloro che vengono al mondo.
Io forse sto per perdere la felicità di prima. Spero di no, ma mi preparo al peggio. Almeno per scaramanzia.
Ma non è necessario che succedano cose brutte per perdere la felicità di prima e cercarne un'altra.
L'ultima volta che mi è capitato di trovare una nuova felicità, è stato quando ho cambiato lavoro, a novembre. La mia felicità sul lavoro l'avevo perduta a ottobre 2008, quando sono rientrata dopo la maternità in un clima che in un'azienda privata avrebbe fatto partire una denuncia per mobbing.
[Apro una parentesi: proprio ieri ho chiesto il conto dei giorni di congedo parentale che mi restano. Risulta che per Amelia mi restano ancora 52 giorni e per Ettore 92, nonostante quest'estate sia stata a casa da giugno ai primi di settembre (come avevo abbondantemente annunciato in una riunione a settembre 2008). Questo vi dice quanto "me ne sono approfittata", nonostante io sia una pubblica fannullona e nonostante mi si prospettasse di rientrare in una situazione lavorativa completamente fuori controllo. Chiusa la parentesi.]
Un'altra volta che mi è capitato di perdere una felicità e trovarne un'altra è stato quando ho partorito i miei figli: ogni volta è stato come fare un upgrade di sistema (ma di quelli fatti bene, io non sono Bill Gates in nessun senso). All'inizio ti trovi un po' spaesato, magari rimpiangi la configurazione di prima perché la conoscevi meglio e ti muovevi in modo più agile. E invece a poco a poco cominci a vedere i pregi della nuova configurazione e pensi che è proprio una figata.
Penso che possa anche capitare di trovare una felicità nuova anche se non la si è perduta in precedenza. Per esempio, Viola è stato un continuo crescere di felicità e soddisfazione, finora: prima la felicità di riprendere a scrivere (questa sì che l'avevo perduta), poi quella di imparare a scrivere un prodotto per me nuovo, poi ancora la felicità di presentarlo a voi e sentire le vostre opinioni, poi quella di trovare un disegnatore che crede in Viola (per scaramanzia non ne pubblico ancora il nome, non mi sembra ancora vero). Spero che seguiranno tante altre felicità, ma già così sono più contenta di un anno fa. Dopo anni in cui credevo di non riuscire più a scrivere narrativa (l'ultimo racconto era del 2005 ed era una riedizione di idee vecchie), sono rinata.
Ecco, una felicità che ho invece perduto e non ne ho ancora trovato una nuova è quella di danzare. Mi insospettisce il fatto di averla persa più o meno in contemporanea alla nascita di Viola come progetto serio, ma so anche che, in passato, la danza e la scrittura convivevano senza problemi. Spero di ritrovare presto un nuovo equilibrio, perché il mio benessere fisico sta rapidamente declinando e i benefici di 8 anni di danza cominciano a scemare.

Dedicato a Mammafelice e al suo "Manuale pratico di felicità".

10 commenti:

  1. Leggendo questo mi rendo conto di avere un bisogno estremo e spasmodico di trovare una nuova felicità. Ci sto provando, in una direnzione, ma dovrei essere più convinta.

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  2. Grazie per questa bellissima citazione. In questo periodo capita proprio a fagiolo.

    Così ad occhio direi che l'interesse per la danza è scemato perché Viola assorbe molto di più delle tue energie. Il che può essere considerato un bene.

    Quando avrai tempo e spazio nella tua testa per una "nuova felicità" scoprirai anche dove andare a cercarla...

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  3. Sposerei parola per parola tutto il tuo discorso. Quanto me lo sento cucito addosso!

    Quella frase che hai citato, poi, cavolo... non la conoscevo, ma mi piace proprio.
    Io l'ho trasformata in un motto un po' brutale: facciamocene una ragione!
    Farsene una ragione e dirsi che:
    - NO, non ho voglia di soffrire.

    Molta gente non mi crede, quando dico che è possibile.
    Perchè in effetti tu sei lì, che affoghi nella tristezza, e a caldo è difficile scegliere la felicità.

    Però funziona, lo prometto!
    Dirsi sempre che:
    - NO, non ho voglia di star male.

    Ti auguro di cuore che Viola possa nascere per tutti noi, oltre che per te. Ma credo che tu non abbia bisogno dei miei auguri, perchè sai già che troverai tante nuove felicità sulla tua strada. Perchè ci credi e sai che è possibile.

    Ti ringrazio tantissimo per la tua citazione: ti sembrerà sciocco, ma ne sono veramente onorata.
    Sono consapevole di aver scritto un librino da poco, ma di felicità ne ho messa davvero tanta, tutta quella che potevo.

    Grazie, grazie di cuore.

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  4. grazie per la frase e il concetto, molto utili e terro' bene a mente! e in bocca al lupo per tutte le tue ricerche di nuove felicità ;)
    F

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  5. grazie per la frase e il concetto, molto utili e terro' bene a mente! e in bocca al lupo per tutte le tue ricerche di nuove felicità ;)
    Flavia

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  6. E' vero che non bisogna avere paura di cercare altre felicità. Bisogna proprio crederci, anzi! E queste arriveranno puntuali, per la legge delle attrazioni.. Grazie

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  7. Hai ragione, in questo weekend abbiamo discusso molto su questo, devo imparare a non oppormi sterilmente alle cose ma a cercare altre soluzioni o visioni ai probl che sopraggiungono.ad esempio non é detto che se tutto non va come avveo progettato sia una tragedia..in effetti é sempe possbile cercare un'altra felicità da altre parti e sapersi reindirizzare veros nuove mete..!

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  8. Ma che bella frase. E che bel programma.

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  9. Sottoscrivo ogni tua parola, anche per me è stato sempre passare da una felicità all'altra, solo che nel mezzo ci si preoccupa a volte un po'.

    Si dovrebbe avere più fiducia nel futuro.

    Un bacione

    Elena da scuola&scuola

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  10. La felicità? Non so se esista. Esistono però, lo so per certo, tante piccole occasioni felici, che mi impegno a ricercare. Sempre sospesa, in equilibrio assai precario sul lungo filo d'acciaio della mia vita. Mi hai fatto riflettere su cose importanti, e sono stata bene. Grazie!

    Sabrine

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