giovedì 21 gennaio 2010

Caos creativo

No, non voglio raccontarvi la storiella che casa mia è un casino perché siamo artisti e vogliamo stimolare la nostra e altrui creatività. Son palle: casa mia è un casino perché siamo pigri e abbiamo sempre voglia di fare altro.
Il caos di cui parlo è quello che sto covando da ieri sera, complice la mancanza di sonno. Un turbine di facce (conosciute e nuove, e che belle sorprese!), di voci, argomenti, risate, indignazioni, commenti, domande. Ché vi dico la verità: non ricordo neanche il gusto di quel che ho mangiato, tanto ero presa.
L'unico neo? Non so se sia un neo, ma mi dispiace che Luca non faccia parte di queste serate. Mi dispiace che le possa vivere solo attraverso i miei racconti. Non tanto perché siano vietate agli uomini o perché non sappiamo a chi lasciare i bambini (una baby sitter ogni 2 mesi ce la si può permettere!), quanto perché comunque non si divertirebbe come si diverte a sentirmele raccontare. Perché spesso parliamo quasi in codice, di avvenimenti e argomenti che sono circolati nel nostro piccolo mondo, di persone che ne fanno parte. Lui avrebbe bisogno dei sottotitoli quasi ad ogni parola.
E non è, come si diceva ieri sera, perché una si senta o no in colpa ad avere uno spazio tutto suo. La colpa non c'entra. È che, quando vivo qualcosa di bello, vorrei condividerlo con lui.
Ora ci penso ancora un po'. Ci dormo su, magari. E nei prossimi giorni riuscirò a vedere tutti questi spunti come uno separato dall'altro, invece che come un inestricabile groviglio.
E vedremo se gioveranno più ai blog, più a Viola o più alle chiacchiere di famiglia.

6 commenti:

  1. Anche io mi trovo spesso a fare questi ragionamenti. Marito si informa, chiede di queste amiche che non conosce, partecipa rispettoso a distanza. Però se me lo portassi dietro si divertirebbe, lui è uno che nel gineceo sa stare zitto senza annoiarsi e sogghigna malizioso. Spesso alle cene si accorge di un sacco di dettagli che io non noto nemmeno lontanamente, presa come sono dal chiacchierare. Quando siamo state al Grande Prato i mairti si erano trovati bene, magari si potrebbe provare a fare qualcosa tutti insieme come ti dicevo.
    Cmq, dall'appetito che mostravi sembravi gradire molto la cena!

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  2. Ma infatti l'ho gradita, cucinano veramente bene e il vino era ottimo. Però di solito non mangio in modo così meccanico, mi soffermo un po' di più a gustare quello che ho nel piatto e sono curiosa dei piatti degli altri. Anche perché poi prendo spunto ;-)
    Mi piacerebbe proprio riuscire a organizzare qualcosa anche con i mariti (e i bambini). Per esempio, mi sembra che i vari brunch milanesi (noi siamo stati a quelli del Blue Note e del Sana Gola, entrambi in zona via Farini, e a quello dell'Osteria del Granaio a Settimo) siano propizi a questi incontri.

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  3. Ciao, da un po' leggo i tuoi commenti sul blog di Claudia, La casa nella prateria, ma non ero ancora venuta a trovarti.
    Passo oggi casualmente dopo che la mia maestra di Danza del Ventre lunedì ci ha parlato di Francesca Pedretti invitandoci a guardare i suoi video su you tube. E dico: che coincidenza!
    A volte è incrediile!
    Vedo anche che leggevi il blog di Black Cat. Mi manca molto. Spero che prima o poi avremo sue notizie.

    Passerò ancora a trovarti. A presto!

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  4. Beh, la Pedretti è stata la prima danzatrice italiana a insegnare tribal bellydance e tribal fusion, quindi penso sia abbastanza conosciuta. Se ti può interessare, tiene anche corsi mensili delle 3 discipline, puoi guardare qui:
    http://www.francescapedretti.it/Corsi/Corsomensilepluridisciplinare/tabid/57/Default.aspx
    Per Black Cat, in realtà mi sento un'orrida perché io potrei chiamarla o andarla a trovare in negozio, ma ho sempre quell'inerzia del sentirmi invadente, sai com'è quando con una persona hai confidenza ma non fino a quel punto.
    Grazie per la visita!

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  5. Oh... il mio, di marito, credo che avrebbe tanto voluto esserci!
    E' dai tempi in cui veniva a prendermi da fidanzato e assisteva a qualche minuto esilarante delle mie serate per sole donne che ha capito quanto sappiamo divertirci insieme...

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  6. Anche il mio si diverte molto a vederci in azione. Infatti il primo/secondo anno che stavamo insieme partecipava volentieri alle serate della mia scuola di danza di allora (ma c'è da dire che non eravamo sempre solo donne, dopo mezz'ora si univano anche i 3 ragazzi del corso di teatro). Però là sapeva più o meno di che cosa parlavamo, mentre mercoledì sera si sarebbe trovato spiazzato per un buon 60% della serata.

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