Ieri sono arrivata a casa e ho scoperto che i miei ordini su Amazon.fr (il secondo, quello ventilato qui) e su IBS (alla fine ho dovuto rinunciare a un libro, che sto cercando per altri canali) erano arrivati insieme: mi è sembrato che fosse Natale, ma Natale quello dei bambini per me che bambina non sono più. Fate conto che sono rimasta per un bel po' a contemplare il mio tessssoro per decidere da dove cominciare: l'Agence o Alan Moore? Damocles o Vivès?
Si tratta di libri abbastanza diversi fra loro, di cui due presi per cultura generale (non si possono scrivere fumetti senza aver letto qualcosa di Alan Moore, ed ho pensato che era meglio rimediare) e due perché avevano un sapore affine a quello che vorrei fare io con Viola.
Ho cominciato dai due "finalizzati", due primi tomi presi senza l'intenzione di proseguire. Due assaggi di prodotti che funzionano e che potrebbero rappresentare, in senso lato, la mia concorrenza. Entrambi partono da un'idea interessante, ma poi la svolgono in modo un po' piatto.
L'Agence, per esempio, parte da un'idea non diversa dalla mia per la serie di Viola: un'agenzia che opera nell'ambito dei beni culturali. Peccato che, prima di tutto, il capo dell'agenzia sia un italiano che si chiama Rafaello (con la dieresi sulla e, di cui non trovo il codice) e i (pochi, per fortuna) balloon in italiano siano spesso evidentemente scritti da uno che non si è dato nemmeno la pena di verificarne la correttezza. Già questo, se sei italiana, ti indispone di brutto.
[Parentesi: la mia stima per Anne Rice è caduta nella polvere quando ho letto alcuni suoi libri in lingua originale ambientati in Italia. Mi dispiace, ma una città italiana non si può chiamare Santa Maddalana. Al limite Santa Maddalena. E poi in Italia le città non hanno nomi di santi, solo i paesi. Chiusa la parentesi.]
Da qui in poi, le differenze con Viola si moltiplicano: l'Agence è un'agenzia con un sacco di soldi di cui non sono chiari né i finanziatori né i beneficiari, mentre l'agenzia di Viola è una PMI finanziata nella fase di start-up da finanziamenti pubblici ma basata sulla ricerca di clienti. Il fatto che Viola abbia dei clienti e che debba cercarli nella medio-alta borghesia fa sì che i suoi lavori siano di entità modesta e poco avventurosa, mentre l'Agence parla di grandi capolavori trafugati e mercato dell'arte a innumerevoli zeri. Il fatto che Viola sia imprenditrice ma senza fondi illimitati fa sì che i suoi mezzi non siano l'elicottero privato o il blindato tecnologico, ma quelli su cui viaggiamo tutti noi. Il fatto che Viola abbia una famiglia e non viva per l'agenzia fa sì che eviti come la peste i casi pericolosi, anche se evitarli non basta.
L'unico elemento che potrebbe trasferirsi alla mia serie è l'ex agente segreto claustrofobico, Saint-Alban. Ma, mentre Saint-Alban è tratteggiato in modo da renderlo più umano (vedi la storia della claustrofobia mentre sta in una fogna - voglio dire: non una bara), Stefan è un personaggio divertente proprio perché completamente disumano e inverosimile in un ambiente invece plausibile e familiare.
Anche Damoclès parte da uno spunto interessante e forse lo svolgimento è un po' meno banale, anche se un po' troppo lento. Si racconta di un futuro prossimo, in cui le agenzie di sicurezza personale saranno la norma per le persone ricche. Gli agenti che fanno questo lavoro sono persone abbastanza normali, che vengono da esperienze diverse e che lavorano lì essenzialmente per avere uno stipendio. C'è quello sposato innamorato di Matrix e di una collega, c'è il reduce della guerra del Golfo, c'è il giovane indiano rampante. E c'è Ely, una donna rossa di capelli che si avvicina abbastanza alla mia idea di Viola quando era ancora nell'antiterrorismo: carina ma non da svenire (mentre nell'Agence la donna del gruppo fa la top model a tempo perso), tosta ma non aggressiva, competente e concreta.
Insomma, letture piacevoli e poco impegnative, interessanti soprattutto perché mi confermano che lo spazio per Viola c'è e che, poco poco che fossimo in un mercato più evoluto, Viola si mangerebbe una bella fetta, vista la mole di lavoro di documentazione che c'è dentro (e pensare che io vedo ancora moltissimi margini di approfondimento).
Ma forse il fatto è proprio questo: Viola io non l'ho pensata per mangiarmi una fetta di mercato. L'ho pensata perché andava a me, perché volevo leggere quella storia lì, nessuno l'aveva scritta e allora l'ho fatto io. E, se non fa le cose solo per sé, le fa al meglio: mica lesini sulla qualità degli ingredienti, se cucini per te stessa, no?
Dedicato a Diegozilla e alle sue recenti riflessioni sulla scrittura
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Interessante, non vedo l'ora di leggere Viola!!io invece sto finendo di scrivere un libro di racconti+fotografie..ma non ho "agganci" professionali..nel senso che lo sto scrivendo per me perchè mi piaceva come storie e perchè ho sempre scritto!certo mi piacerebbe farlo pubblicare ma non so bene come fare.Tutto questo giro di parole per dire:tu hai fatto leggere il tuo libro a qualcuno?poi pensi di spedirlo a delle case editrici per vedere cosa ne pensano?o di stamparlo da sola tipo con case editrici su internet?scusa il mega discorso ma non so come si fanno queste cose e tu magari hai più esperienza..grazie!!
RispondiEliminaSe vai sull'etichetta "viola", vedi un po' la cronistoria del progetto.
RispondiEliminaPer i fumetti, non è la stessa cosa che far leggere il tuo romanzo a qualcuno: di solito fai leggere un soggetto e/o un pezzo di sceneggiatura (il "copione"). Se hai la fortuna di avere già un disegnatore, presenti anche qualche tavola, almeno in bozza.
Io non avevo un disegnatore e la mia prima preoccupazione è stata trovarne uno. Ne ho trovato uno che ha già all'attivo alcune pubblicazioni, quindi sarà lui a guidarmi verso la pubblicazione.
In generale, il mondo dei fumetti è fortunato: ci sono fiere con momenti apposta in cui editori e autori si incontrano.
Per l'editoria tradizionale mi sembra tutto molto più ostico e pesante...
oDDei, l'orrido "Vittorio the vampire" ha colpito anche te come una mazzata.
RispondiEliminasaluti,
the blogger formerly known as
byronofrochdale