martedì 19 gennaio 2010

L'ozio è il padre dei vizi

Spesso le persone pensano che io sia superindaffarata. Quando accenno al fatto che vorrei fare di più (per la casa, per la danza, per Viola, per una qualsiasi attività), vengo quasi subito bloccata da una frase che vorrebbe assolvermi: "Eh certo, con due bambini...".
La mia impressione è che spesso le persone che pronunciano questa frase lo facciano per sottintendere "Se sono superindaffarata io che non ho figli o ce li ho ormai fuori di casa, figurati tu". E di solito infatti proseguono dicendo che non hanno tempo libero, giusto una mezz'ora alla sera.
E io a queste persone vorrei dire: organizzatevi meglio. Se siete statali a 36 ore la settimana, abitate a un quarto d'ora / mezz'ora di mezzi pubblici dal lavoro, siete single e/o senza figli, non avete animali e vivete in appartamento, non potete dirmi che dedicate al riposo mezz'ora al giorno. Mi offendo.
Io ho due figli piccoli, non ho nessun aiuto domestico, ho una casa in campagna su due piani che affaccia direttamente sul cortile e 4 gatte, eppure ho cercato di organizzarmi in modo tale da non diventare schiava del dovere.
OK, casa mia non è impeccabile. Ma per terra c'è pulito (per quanto possibile, passando l'aspirapolvere una volta ogni 2-3 giorni e la scopa ogni volta che serve), la cucina è decente (soprattutto ora che ce n'è lo spazio) e i bucati vengono fatti regolarmente. Non stiro, è vero, ma soprattutto perché mi sono organizzata in modo da non farlo (niente camicie, e chi vuole incamiciarsi se la stira). Mi dedico soprattutto al piano terra, perché è quello dove viviamo. Il disordine spesso è appena appena sotto controllo e la presenza delle gatte non è proprio d'aiuto, sia per la lettiera sia per le marcature sia per i peli.
Riesco persino a cucinare. Cerco di cucinare sempre almeno una verdura (anche perché se no che la prendo a fare la biocesta?), di solito in un modo che piaccia anche ai bambini e che mi permetta di non doverci star dietro troppo: padellate, zuppe, torte salate, sformati. Insalate poche, ché a loro non piacciono e poi in inverno non è che ne vada matta. Anche se mio marito è casaro (e a volte mettere in tavola un bel formaggio risolve la situazione e l'umore), cerco di variare e mettere in tavola carne e legumi. Ammetto che ultimamente (Levanto a parte) di pesce ne mangiamo poco, perché non mi piace prenderlo congelato e non mi capita spesso di passare a prenderlo fresco. Ammetto anche che fino a poco tempo fa i soli legumi che mi veniva comodo cucinare erano le lenticchie e i piselli surgelati, ma ora sto cercando di organizzarmi anche per fagioli, ceci e cicerchia. Faccio il pane in casa, ma con la macchina del pane è la cosa più semplice del mondo. E ho preso la lavastoviglie, il che ha giovato immensamente all'ordine della mia cucina.
Insomma, non è che non mi dia da fare. Però un'oretta per fare quello che ci pare (separatamente o insieme) io e Luca ce la ricaviamo quasi sempre, soprattutto ora che i bambini sono un po' più grandi e giocano a lungo per conto loro. Se hanno voglia di noi e non hanno niente di specifico in mente (es. leggimi un libro), di solito riusciamo a coinvolgerli in qualcosa che vogliamo fare noi, si tratti di suonare o ballare o fare la pizza o tagliare i biscotti.
Quando sono a casa, questo tempo si dilata a diverse ore (approfitto vergognosamente del fatto che i miei figli sono dormiglioni, anche se ultimamente Amelia sta perdendo il sonnellino del dopopranzo). Quando siamo a casa sia io che Luca, le ore dedicate a ciò che ci piace aumentano ulteriormente.
Ecco, io queste ore le considero ozio nel senso dell'otium latino: quello spazio che ogni buon cittadino dovrebbe dedicare alla cultura e al benessere. Io le dedico principalmente alla lettura e alla narrativa: leggo libri o riviste o fumetti (o blog), scrivo, guardo qualche DVD oppure cerco qualcosa di decente in TV (per esempio, quest'estate, durante il pisolino dei bambini, guardavo Numbers e mi è piaciuto assai). Mi piacerebbe anche riprendere a danzare, ma forse la mia pausa di riflessione non ha ancora deciso di finire.
Per me questa dose di narrativa è indispensabile per vivere, è un vizio radicato quanto quello di un fumatore incallito. Toglietemi tutto, persino il cioccolato, ma non la narrativa. Probabilmente perché sono figlia di un'altra viziosa, una che preferisce comprare il minestrone surgelato piuttosto che perdere in lava-e-taglia una mezz'ora di tempo che potrebbe dedicare alla lettura.
Mi ha invece colpita un episodio a cui ho assistito a casa di una mia amica. Questa mia amica era stata costretta dai suoi datori di lavoro a prendere ferie durante la settimana di Ferragosto. Lei l'aveva fatto controvoglia perché lei non voleva andare via in quel periodo e invece tutti gli amici erano via. Si annoiava, a casa, al punto di aver scoperto qualche vecchio libro ed essersi messa a leggerlo, ma senza granché di passione. Sua madre la rimproverava, dicendo che avrebbe fatto meglio a imparare a fare gli orli, perché poi non si sarebbe più trovata a non aver niente da fare.
Ecco, sono rimasta colpita perché mia madre mi avrebbe detto tutto il contrario: mi avrebbe detto di andare in biblioteca a cercarmi qualche bel libro, così non mi sarei più annoiata.
Quello che non mi avrebbe detto mia madre è che gli orli non causano dipendenza, mentre i libri sì. E così ci si può ritrovare con una magnifica influenza intestinale che ti blocca sul water, quasi contenta perché hai la scusa per leggere e non fare nient'altro. Oppure una malattia dei figli (quelle vie di mezzo bastarde per cui non puoi risolvere la situazione con un antibiotico, ma nemmeno mandarli tranquillamente a scuola) diventa un'occasione per leggerti un libro di V.M. Manfredi (che ho scoperto da poco e non mi dispiace), un paio di fumetti francesi arrivati da Amazon e gli ultimi due numeri di Vanity. E per rosicare per il ritardo dell'ordine che hai fatto su IBS e che come sempre ci mette di più di quelli fatti all'estero. E quasi quasi, se non fosse che la PostePay (prudentemente) non la ricarichiamo mai di tanti soldi, ti verrebbe una voglia di tornare su Amazon e ordinare un sacco di altre cose...

9 commenti:

  1. il mondo è bello perche avariato :P
    mia madre non amava granche leggere, leggeva piu che altro le riviste. mio padre non lho mai visto leggere piu di un quotidiano o fumetto. quello che leggeva in famiglia era mio nonno ed è morto quando io avevo 8 anni. figurati che i miei finche avevo raporti con loro mi hanno sempre rimproverato che "leggo troppo e sono asociale".

    per quanto riguarda la noia. io ritengo che si annoia solo esclusivamente la gente non curiosa.
    io ho passato periodi di non lettura dei libri. è come se periodicamente mi dovessi disintossicare :P perche ne leggo molti. ma non per questo mi sono mai annoiata.
    magari vivo di entusiasi come te, e imparo molte cose ma nessuna a "regola d'arte". negli ultimi anni mi sono studiata un casino le cose per conto mio , per dirne una l'edilizia ecosostenibile, cosa che mai mi potra servire, visto che apurato che comprare un terreno edificabile con quoziente di edificabilita adeguato al mio sogno gia da solo costa una cifra per me irragiungibile, le nozioni sono state catalogate in un casetto del mio cervello.
    ho imparato a ricamare (e anche se faccio hobby femminili il mio cervello funge ancora bene, contrariamente a quello che pensano alcuni), cucino bene e volentieri, anche se anche quello è a periodi.

    ritengo che l'ozio, ovvero tempo dedicato a se stessi è piu importante di qualsiasi cosa al mondo. il periodo piu pesante della mia vita per assurdo non è quello passato sotto i bombardamenti e in giro con i caschi blu, ma il periodo di un 5 anni di lavoro pesante, lungo, in orari assurdi in cucina. quando si stacava dal lavoro si aveva la forza solo di buttarsi sotto la doccia e mettersi al letto puntando la sveglia 1 ora prima che si rinizia di lavorare. si mangiava al lavoro.
    pensandoci anni dopo, quello che mi è mancato e c'era durante la guerra, era "la fuga" dalla realta, l'estraniarsi dai dolori/quotidianita/incombenze e mettere al riposo il cervello. durante la guerra ho letto tanto letteratura di serie z, ovvero gli harmony :P, ma mi hanno fatto molto molto bene :D
    scusa il papiro
    ves

    RispondiElimina
  2. Mi verrebbe da scriverti che faccio prima a citare i punti che non condivido con te, ma la verità è che non ce ne sono..."Se siete statali a 36 ore la settimana, abitate a un quarto d'ora / mezz'ora di mezzi pubblici dal lavoro, siete single e/o senza figli, non avete animali e vivete in appartamento, non potete dirmi che dedicate al riposo mezz'ora al giorno": pensa che io sono pubblica (anche se non statale) a 32 ore per via del san venerdì a casa, la cosa migliore che sabbia mai fatto da quando sono stata assunta...; "OK, casa mia non è impeccabile": appunto; "non stiro, è vero, ma soprattutto perché mi sono organizzata in modo da non farlo (niente camicie, e chi vuole incamiciarsi se la stira)": la mia organizzazione consiste fondamentalmente nello stare con un uomo che in dieci anni di vita da single ha elaborato un sistema infallibile per appendere il bucato in modo da ritirarlo praticamente stirato e che comunque, se proprio gli serve una camicia, se la stira impeccabilmente, mentre io il ferro non lo so manco accendere; "riesco persino a cucinare" e devo dire che la casa nuova, con spazio adeguato, e il passaggio alla biocesta e agli acquisti del GAS mi hanno moltissimo incentivata in questo, anzi direi che per me cucinare fa parte di quell'"otium" da te giustamente definito tempo dedicato alla crescita, per me che da sempre incarno lo stereotipo dell'iperintellettuale negata a usar le mani.
    Aggiungerei ancora una cosa: anche gli orli creano dipendenza, quella dalla sarta da cui te li devi far fare, pagando una cifra che li rende proporzionalmente più cari dei pantaloni da accorciare. Quando mi ritrovo ad ammettere questa mia mancanza mi vergogno un po', come mi vergognerei a non saper fare neppure un piatto di pasta; e nel mio "otium", se non fossi così prona a sprofondare in libri, riviste, blog e tutto quanto da te citato, farei volentieri rientrare un apprendistato in materia di lavoro a maglia, per esempio :-)
    Giuliana

    RispondiElimina
  3. @ves: sei il mio mito, sappilo. Senza scherzi
    @giuliana: beh, sul cucinare dipende. Se, come stamattina, sono a casa, mi piace prendermi il mio tempo e giocare un po' con le ricette (sto facendo l'ultima di Ves, il pane ripieno, poi vi dico). È diverso da cucinare per dovere, se no non si mangia. E devo dire che i bambini limitano un po' (ma non tantissimo) la creatività.
    Io ho fatto un corso di cucito e mi era piaciuto tanto (nota che anch'io sono negata con tutte le cose manuali), peccato che la mia maestra avesse deciso di non continuare. La maglia in teoria saprei farla, ma in pratica alla fine preferisco sempre un libro o un giro ;-)

    RispondiElimina
  4. Ah, attenzione: con "gli orli" non intendevo cose tipo cucito creativo, ricamo o maglia. I cosiddetti hobby femminili per me hanno la stessa dignità della lettura, della scrittura e della danza.
    Gli "orli" per me sono il simbolo di quella femminilità che vede solo il dovere e il sacrificio, che cerca la mortificazione per sentirsi martire. Sono l'equivalente del pulire il cesso o il forno, del pelare le patate o pulire le seppie: qualcosa che è necessario ma che non è proprio possibile trovare bello e/o creativo.

    RispondiElimina
  5. Io cucio vestiti e pupazzi per i miei figli a tutto andare, ma gli orli restano lì per mesi, a volte quando mi decido a farli non ce n'è più bisogno... è vero, non è la stessa cosa.

    Personalmente non so cosa sia l'ozio. Sono un'iperattiva e mi rifugio nella meditazione per impormi delle pause. Come vorrei saper oziare...

    RispondiElimina
  6. Lanterna, giusto due parole per dirti che ho scoperto da poco il tuo blog e l'ho praticamente letto tutto (anche gli archivi intendo!!), mi piace moltissimo come scrivi, il tuo stile di scrittura e il tuo linguaggio, é una lettura piacevole.E ci sarebbero altre cose da dirti, tipo che trovo molte rassomiglianze tra me/te e luca/S. mio moroso, ma c'é tempo per spiegarle con calma un' altra volta!
    ciau
    Daniela
    www.ilcoltellodibanjas.blogspot.com
    ps anche io sono una drogata di libri, potrei spenderci tutti i miei soldi (ed in effetti spendo in libri il 90% dei miei danari, menomale che guadagno poco!!)

    RispondiElimina
  7. Daniela, mi auguro che le somiglianze siano nelle cose belle (se invece vuoi vedere se si somigliano nei difetti, vai sul Mignolocolprof)!
    Grazie per i complimenti, anche per me è stato bello scoprire il tuo blog (ti seguo da un po', ma non so se ho mai commentato).

    RispondiElimina
  8. Bello spazio!

    Condivido tutto ciò che hai detto, io vivo un po' di più la cucina ma perchè mi piace molto e leggo un po' di meno, perchè leggo molto a scuola.

    Prediligo le attività pratiche e le seghe mentali (concedimi l'espressione) a cui mi abbandono tutte le volte che passo dal bagno. In ogni caso è sempre rigorosamente il mio tempo.

    Marco s'è abituato ai miei ritmi stiro camice una volta al mese e si è comperato un po' più di camice. Inoltre abbiamo fatto un patto: per ogni ora passata a stirare per lui, lui ne passa una a programmare per il mio giochino di ruolo. *_*

    Poi si va al cinema AVATAR è stato bellissimissimo.

    Insomma, la vita va goduta. Io non credo manchi il tempo. A volte manca l'energia psicologica ma da quando mangiamo BIO siamo decisamente più attivi. Persino mia mamma con i suoi quasi 60 anni esce quasi tutte le sere e fa le 2 di notte.

    Passerò spesso a trovarti ora che mi hai attaccato sta malattia del BLOG...XD un bacio a tutti voi.

    Elena da scuola&scuola

    RispondiElimina
  9. ecco, io ricamo, o lavoro a maglia per rilassarmi, perchè la mia bimba ahimè non gioca da sola, ma se sferruzzo o ricamo possiamo chiacchierare mentre lei gioca e va bene a tutte e due (che leggere non riesco, con una che mi parla, purtroppo)
    E chissenefrega se ci sarebbe da riordinare i giocattoli o pure da stirare :-P

    RispondiElimina