PianoBi, sul suo blog, annuncia un giveaway di tè, in collaborazione con Acilia. Ci chiede anche quale sia il nostro tè preferito.
Di getto, superficialmente, ho risposto col tè del momento: una miscela chiamata "Sacher", mista di earl grey e tè nero al gelsomino. Ci è stata regalata da un cugino di Luca e mi piace tantissimo.
Però, se devo pensare a un tè speciale, più che preferito, penso ovviamente a Istanbul. In particolare, a un tè alla mela preso all'Arasta Bazar, insieme a un commesso della nostra età.
Spesso le gentilezze dei commercianti orientali mi danno noia, mi sembrano inutili servilismi nei confronti del cliente, per indurlo a comprare. Invece questo ragazzo non aveva motivo di indurci a un bel niente: gli avevamo già comprato una decina di cinture a sonagli (da rivendere al ritorno), qualche regalo per i nostri cari e una lanterna che ora pende sul tavolo della cucina.
Non c'era in giro molta gente, nel negozio si stava bene e Mohammed era curioso di parlare con noi. In particolare, voleva sapere la nostra opinione sull'ingresso della Turchia nell'Unione Europea. Penso che fosse il periodo in cui se ne discuteva a livello internazionale.
Mohammed era addolorato che la Turchia fosse stata respinta. Noi cercammo di "consolarlo", facendogli capire che l'Unione Europea non è tutta rose e fiori.
Noi gli parlammo di come l'euro aveva fatto lievitare i prezzi da noi, di come spesso la nostra economia fosse sottoposta a regole assurde in nome dell'Europa. Confrontammo il nostro potere d'acquisto e scoprimmo che lui, pur ricevendo uno stipendio di circa 300 euro, poteva permettersi di vivere da solo (sebbene a circa 30 km dal suo luogo di lavoro, nel centro di Istanbul). Ci diede un'idea delle aspettative dei giovani turchi nel 2005, e le trovammo molto simili alle nostre. Anzi, ci sembrò che loro avessero un'economia più vivace e quindi prospettive migliori.
Non pretendo di poter interpretare tutta la società turca alla luce di una chiacchierata con un commesso, ma ricordo che uscimmo da quel negozio con una bella sensazione: quella di aver fatto breccia, di essere riusciti a passare oltre i rapporti commerciali e di aver capito qualcosa di più del Paese dove ci trovavamo.
Tutto grazie a un tè alla mela.
sabato 6 febbraio 2010
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Grazie per aver partecipato al giveaway e aver condiviso questo bel momento. Io lo dico sempre che una tazza di tè è il complemento perfetto a delle belle conversazioni.
RispondiEliminaTrovo che sia una bellissima storia.
RispondiEliminaMi è sembrato di vedere il bazar, mohammed, e la lanterna sopra il tavolo della cucina.