Oggi, approfittando della bella giornata, abbiamo deciso di andarci a fare un giro nel bosco, fino a un paio di posti un po' "da fiaba", che credevamo sarebbero piaciuti ai bambini.
Uno è un casottino disabitato ma perfettamente tenuto, con annesso fienile/rimessa, che veniva usato probabilmente dal guardiacaccia o dai cacciatori che venivano da lontano. Adesso viene aperto una o due volte all'anno, non sappiamo neanche bene a che scopo. Sarebbe un luogo ideale per fare feste d'estate, se non fosse che d'estate nel bosco non si può sopravvivere dalla quantità di zanzare.
L'altro è uno stagno dove in primavera, se si sta zitti e attenti, si può vedere un martin pescatore che pesca. Sempre in primavera, lì vicino nidificano aironi e cormorani e, se si ha l'ardire di andarci quando è quasi estate, si può vederne la superficie coperta di fiori di ninfea. Adesso la più grande suggestione è un grande albero caduto di traverso sugli altri, che forma una specie di portale d'accesso (molto basso, a dire il vero).
La nostra gatta Bianca ha deciso di seguirci, richiamandoci continuamente verso casa come se fossimo gattini sperduti (non è la prima volta che lo fa, e poi ci tocca prenderla in braccio per alcuni tratti per non farla perdere - ne sarebbe capace).
Non so se sia stato questo o se semplicemente fosse stanca e rompiballe, fatto sta che Amelia non aveva voglia di venire con noi (diceva di voler restare in casa) e ha piagnucolato fino a quando siamo arrivati alla prima tappa. Noi ci siamo impuntati perché invece noi ed Ettore non avevamo voglia di restare tappati in casa e in particolare ci sembrava un buon momento (dopo mesi di pioggia e neve) per goderci i lati positivi della vita di campagna.
Una volta arrivata (malvolentieri) al casottino dei cacciatori, Amelia si è riposata sull'erba, è stata un po' nel suo brodo mentre noi cercavamo di rassicurare la Bianca. Poi, quando siamo ripartiti alla volta dello stagno, era ritornata allegra e curiosa ed è stata contenta di fare tutto il giro di ritorno, passando dal laghetto delle metasequoie. Ed ora sta disegnando quello che ha visto nel bosco.
Ecco, quando accadono episodi come questo (e capitano spesso, soprattutto quando andiamo in posti naturali a lei sconosciuti), penso sempre a quelle posizioni pedagogiche che tendono ad assecondare le scelte dei bambini. Penso che siano sensate e giuste quando si parla di scelte di cui il bambino può comprendere pienamente le conseguenze e che riguardano solo lui. Quando invece si tratta di qualcosa di anche parzialmente ignoto e/o che riguarda altri, credo sia giusto cercare di forzarli, se possibile attraverso la persuasione ma anche ricorrendo alla costrizione se necessario. Ovviamente questo secondo me vale solo o per i casi in cui c'è una reale necessità (tipo: devo uscire a fare la spesa, altrimenti non si mangia) oppure quando si suppone in tutta sincerità che al bambino piacerà quell'esperienza (per esempio la passeggiata di oggi o un episodio al Trebbia).
Come nel caso del Trebbia, abbiamo lasciato a casa la macchina fotografica e quindi niente foto. Peccato, perché oggi c'era una luce bellissima.
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piccoli scorci di vita quotidiana, fatta di scelte...la tua credo sia stata giusta.
RispondiEliminabuona serata
anche io credo avrei fatto come te. Anzi probabilmente a volte lo faccio pure, e di solito la cosa si risolve come nel vostro caso
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