mercoledì 3 febbraio 2010

La normalità schizofrenica

La cosa che mi è sempre sembrata più pazzesca della vita è che un solo essere umano si trova a doversi dividere tra diversi percorsi contemporanei, spesso in contrasto tra loro.
Vi faccio un esempio lontano: 7 anni fa, a maggio 2003, la società di mio padre fallì e mio nonno scoprì di avere un tumore all'intestino. Io vivevo fuori casa, avevo una storiella di sesso con un marinaio (un uomo in ogni porto...), cercavo un nuovo lavoro, cercavo di aiutare mio nonno almeno durante i ricoveri e mi dedicavo alla danza presso ben due insegnanti. Spesso passavo da un binario all'altro senza soluzione di continuità, e le differenze di registro erano talmente estreme da farmi sentire un po' dissociata.
La situazione di oggi non è così esasperata, ma a volte mi fa sentire schizzata: passo dall'essere presa da un lavoro (molto irritante, perché il software con cui ho a che fare si impalla spesso e mi è già toccato rifare lo stesso lavoro per 3 volte) al pensare a che torta fare (o prendere) per il compleanno di Ettore all'asilo, dall'ansia per la storia della scuola di Ettore al conto alla rovescia per il ritorno a Levanto, dalla paura che sapete al pensare come organizzare la festicciola per Ettore a casa (mi piacerebbe fargli trovare tanti palloncini e i regali appena entra in casa). Mi sento un po' schizofrenica, perché, nella mia testa, tutte queste incombenze hanno lo stesso peso.
Mi spiego: so bene che la scuola è più importante di qualche palloncino, e sicuramente sto dedicando più tempo alla questione della scuola che a quella dei palloncini, ma anche i palloncini sono comunque una cosa da fare, da organizzare sia pure in 5 minuti.
Alla fine, grandi o piccole, tutte queste voci sono elementi di una to do list, caselle da spuntare.
Ecco, probabilmente la mia mente fa come farebbe un computer: si stila una lista in ordine cronologico, fregandosene del peso che l'una o l'altra cosa possono avere sul mio cuore.
La cosa che a volte mi stupisce è che questa è la normalità, per una persona adulta. E mi chiedo come ci si arriva, a partire da un'infanzia dove il sentimento è tutto, tanto da stravolgere persino le priorità della razionalità. Non c'è speranza di arrivare a un equilibrio? Di vivere nell'hic et nunc, come gli animali?
Ci sono momenti in cui essere umana mi sembra una gran fregatura.

3 commenti:

  1. E'ancora bello "stressarsi" per i palloncini sapendo che basta anche un loro sorriso per annullare tutti i pensieri .Scendete all'acquario o no?

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