L'ultimo post, bellissimo, di M di MS mi ha fatto tornare alla mente i fatti di due anni fa: i primi tempi con Ettore, i nostri primi rapporti con lui.
Scrive M di MS di essere rimasta delusa perché il suo primo figlio non era affettuoso e coccolone. Beh, oggi faccio quasi fatica a ricordarmene, ma anche Ettore era così. Al seno si era attaccato senza problemi, perché la sua passione è sempre stata il cibo, ma non è che se ne sia privato con grande dolore: il biberon era più veloce e meno faticoso.
Ricordo che nei primi tempi non potevamo metterlo nel lettone con noi, altrimenti si svegliava e si lamentava. Non lo tenevamo troppo in braccio, altrimenti cominciava a contorcersi e buttarsi all'indietro (dall'età di due giorni). Se lo mettevo nel suo lettino per la nanna del pomeriggio, dovevo sparire subito, altrimenti si irritava e si svegliava. Preferiva prendere il biberon stando nella culla, mentre tra le mie braccia si dimenava. Insomma, il contatto fisico non gli garbava poi tanto. Era allegro e socievole, anche affettuoso, ma "su da dosso".
Io all'epoca un po' ci ridevo su (alla faccia di quelli che predicano che il contatto fisico DEVE esserci, e via di fasce, cosleeping, eccetera), un po' mi fregavo le mani perché tutto questo veniva a vantaggio di Amelia e diminuiva la sua possibile gelosia.
Poi francamente non so com'è successo che il piccolo asceta sia diventato un gatto coccolone. Penso che sia stato un percorso lento ma costante, di quelli in cui solo chi non li vive quotidianamente può percepire le differenze. Fatto sta che adesso Ettore è il mio quinto gatto, gli manca solo di fare le fusa (del resto, ho sempre pensato che fosse una reincarnazione del mio gatto Orsino).
Però, leggendo il post di M di MS, mi sono ritrovata a chiedermi: e se Ettore fosse stato il primo? Come mi sarei sentita? Amelia era una neonata molto dolce e coccolona (sebbene nemmeno lei amasse il lettone): il rapporto con lei era gratificante. Ma come sarebbe stato avere un primo figlio che non voleva essere coccolato? Ovviamente non lo saprò mai.
Scrivo queste righe per non scordarmi di quei momenti, che oggi mi paiono così incongruenti con l'Ettore di oggi. Ma anche perché, se qualcuna ha un neonato così e passa di qui, sappia che non è né sola né strana.
sabato 13 febbraio 2010
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