Quando una blogger famosa butta lì una frase tipo "mi piacerebbe vivere là", il suo pubblico come al solito si divide in entusiasti e contrari.
Premetto: io vivo in Lombardia, sono lombarda fino a tutte le generazioni di cui abbiamo memoria e nel nostro stile di vita sguazzo come un pesce nell'acqua. Non parlo tanto dell'ossessione per il lavoro (che comunque è una parte importante della mia personalità), ma piuttosto dell'essere liberi e diretti, pratici, senza tante menate di superstizioni/mentalità/religione. Cosa che poi, quando degenera, si trasforma nell'essere frettolosi, bruschi, aridi. Ma mi riconosco anche in questi difetti.
Premetto anche che, molto spesso, l'atteggiamento di chi viene a vivere al Nord dal Sud mi urta. Mi urta fortemente il vittimismo in malafede di certi meridionali, che buttano tutto in caciara dicendo "non mi fai questa cosa che ti ho chiesto perché voialtri aiutate solo quelli di lì" oppure "non mi dai quel lavoro perché sono di giù". Questo genere di persona non capisce che il lombardo, se non ti aiuta, è perché o non può proprio o sarebbe altrettanto stronzo con il suo compaesano di 10 generazioni, perché non gliene frega assolutamente un cazzo del senso di appartenenza o quelle menate lì. Anzi.
Mi urta leggermente la lamentela di chi viene a Milano (o Pavia, Ferrara, Bologna) e si deprime perché ci sono il freddo, la nebbia e le zanzare. Ora: nessuna di queste cose va a genio neanche a me, ma non prendo il Prozac se mi alzo e non riesco a vedere la casa di fronte per quanta nebbia c'è.
Finita la premessa, vi confesso che anch'io desidererei un clima diverso. Il mio sogno sarebbe tornare a vivere a Genova, e in questa fine d'inverno lo desidero tanto fortemente che, giuro, mi verrebbe da partire anche se la famiglia non mi seguisse.
Dal momento che vivo con un casaro e i caseifici non si trovano tra i carugi, ho valutato l'ipotesi di spostarmi in un'altra zona della Liguria, più all'interno.
Finché si tratta di sogni, va tutto bene: arrivi in mezz'ora al mare, i tuoi figli fanno il bagno tutti i giorni da maggio a ottobre insieme a coetanei di tutte le provenienze, tu esci dal lavoro e ti fiondi in spiaggia, d'estate non ti viene neanche da andare in vacanza.
Ma poi, quando sei lì e devi prendere una vera decisione sulla tua vita reale, cominci a vedere che i tuoi figli dovranno farsi 2 ore di mezzi al giorno per andare alle superiori, poi per l'università o si trasferiscono o si fanno 4 ore al giorno di viaggio, e poi il lavoro? Nella zona che abbiamo preso in considerazione, le sole opportunità concrete di lavoro erano o nel turismo/ristorazione o nelle agenzie immobiliari. Pochissimo spazio, e spesso solo per tradizione familiare, nel settore agroalimentare, nessuna tradizione manifatturiera, nessuna prospettiva nei settori avanzati.
Oltre a questo, i servizi sono decisamente inferiori a quelli della Lombardia. Penso per esempio alla Sanità pubblica, per cui la Liguria è tristemente famosa.
Qui a Pavia, ci saranno la nebbia e le zanzare, ma c'è anche l'offerta completa di scuole superiori a 15 minuti di macchina da casa, c'è un'università prestigiosa sotto casa e diverse università anche migliori a mezz'ora di treno. C'è il mostro Milano a portata di mano, con tutte le sue opportunità e le sue disumanità. C'è un sistema sanitario che non sarà il migliore del mondo ma funziona abbastanza bene (o almeno, questo è ciò che ho visto nelle mie gravidanze, con i miei figli e nelle malattie dei miei cari).
Non parlo di sicurezza e criminalità, perché non sono problemi né qui né nel luogo che avevamo valutato.
Certo, altre volte, disgustati dalla politica interna e dalla società italiana, ci verrebbe da trasferirci in un caseificio francese. In un luogo dove il formaggio sia venerato e la famiglia tutelata. I miei figli crescerebbero bilingue, io potrei usufruire dell'aspettativa per seguire il coniuge all'estero, in Francia i fumetti non sono considerati letteratura di serie B.
Due elementi ci bloccano: Luca non conosce il francese e quasi sicuramente finiremmo in un posto più inculato di dove siamo adesso.
Ma questo è un sogno, e sognare non costa niente.
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Strano, da quando è nato il suo terzo bimbo, mi riconosco molto di più nelle parole della mia famosa omonima. In merito al post che citi, la differenza è che io ogni volta faccio i bagagli e parto.
RispondiEliminaIo che in Francia ci vivo, ne apprezzo ogni giorno l'organizzazione e i vantaggi per le famiglie. Ma, ogni giorno, in un angolino del mio cuore, sogno di tornare in Italia...
Per quanto riguarda la blogger famosa, io sono tra quelli che "ma perché non prende e va a Londra? anzi, perché manco l'ha nominata tra le alternative?" ;-)
RispondiEliminaPer quanto riguarda i sogni, invece, noi ci trasferiremmo volentieri baracca e burattini nella campagna giapponese tra le risaie, in una casa con la veranda e il tatami, ma ovviamente il fattore realizzabilità è pari a zero! ;-)
In realtà, anche Londra non sarebbe male, anzi... e quindi la capisco ancora meno, la blogger famosa.
Quante affinità!
RispondiEliminaPrima di comprare la casa definitiva a Milano, pochi mesi fa, abbiamo seriamente valutato Genova, scartandola per i tuoi stessi motivi. E poi Genova non è una città facile, a cominciare dal lavoro (che non c'è) per proseguire ai rapporti interpersonali.
Quindi ci andiamo spessissimo, avendo una casetta. E continuamo a sparlare di Milano mentre facciamo il bagno ad ottobre. Per poi rientrare la domenica sera.
A me piace viaggiare, mi piace da matti e a breve mi piacerebbe andare a vivere all'estero per un po', da qaulsiasi parte, per curiosità.Molti posti che ho visitato in passato mi sono piaciuti, mi trasferirei in Israele per il clima immediatamente,e mi piacerebbe con Simone tornare a vivere qualche mese in africa come abbiamo fatto, ma in fondo penso che il posto dove voglio davvero vivere é qui dove sono ora.Posso andare all'estero e divertirmi, e ci vado volentieri, ci andrò, ma a lungo termine ovunque andassi mi mancherebbero queste montagne e questa città!
RispondiEliminaParlare di Genova per una genovese non e' facile sicuramente il clima e la dimensione media della citta' si prestano molto ad essere considerati fattori positivi.La logistica visto che e' stretta e lunga fa si che i trasporti siano un disastro e' impossibile l' uso di biciclette causa saliscendi .Il lavoro e' stato gia ' descritto visto che per decenni siamo stati la citta' del nord con le piu' grandi industrie statali che ora non ci sono piu' .Per la scontrosita'e la gentilezza...facciamo del nostro meglio!
RispondiEliminaPur avendo un sacco di buoni motivi, io alla fine non so se seriamente vivrei in un posto diverso da Roma. La verità è che, con tutti i suoi evidenti svantaggi, Roma mi piace, la sento mia. Se poi si parla di fantasticherie, in passato ho considerato Torino e Berlino. Berlino ogni tanto mi torna in mente ancora oggi. Sarebbe l'unica alternativa vagamente realistica anche per Nizam, ma poi il lavoro??? Mah.
RispondiEliminaio vivo a Genova e scapperei a gambe levate.. quante volte ho detto "vado a far hot dog al carrettino a Miami".. chissà che prima o poi non lo faccia!
RispondiEliminaElisa
@claudia: il nostro "problema", se si può chiamarlo così, è che entrambi siamo dipendenti a tempo indeterminato e abbiamo la casa in comodato d'uso. La condizione per trasferirci è trovare un posto che non ci dia esattamente le stesse cose, ma che possa compensare la perdita di alcune con l'acquisto di altre. Finora non l'abbiamo trovato, quindi ce ne restiamo in mezzo alla nebbia e alle zanzare.
RispondiElimina@pianobi: ho già detto che io non accetterei di vivere un rapporto part time come il suo, tanto più che ho diversi amici italiani in Inghilterra e trasferirmi là mi parrebbe un miglioramento (non parlo del clima, ovviamente).
@M di MS: invidia! Se avessi una casetta a Genova, sarei là tutti i weekend!
@DanielaB: beata te che sei contenta del luogo in cui vivi! A me essenzialmente manca il mare, e se vivi in Lombardia c'è poco da fare.
@maddalena: il bello dei liguri è proprio che date l'impressione di essere scontrosi (sai, la storia del mugugno) ma poi alla fine io mi trovo meglio con voi: sarà che Pavia è di origine ligure, ma mi sento a mio agio con voi, belli schietti e senza storie.
@chiara: vabbe' gli svantaggi, ma Roma è sempre Roma, come si fa a non amarla se ci sei nata?
@elisa: secondo me dipende molto dalla zona in cui vivi. In Rione Provvidenza, per esempio, manco se mi ammazzano! Io vivevo sopra Brignole, zona Groppallo, e ci stavo veramente bene.
RispondiElimina:D io abito proprio lì, non in via Groppallo, ma in Monte Grappa!... scapperei lo stesso!! :D :D
RispondiEliminaElisa
Io per la precisione abitavo in via Romani. Mi trovavo bene perché Brignole era lì sotto (lavoravo in Elsag), il centro a un passo e, volendo, potevo arrivare in corso Italia a piedi. Poi, per carità, se vuoi/devi avere un'auto e usarla tutti i giorni Genova è l'inferno, soprattutto quando si parla di parcheggio. Ma ho sempre considerato un indice di civiltà l'abitudine di parcheggiare magari in seconda fila, ma esponendo il bigliettino col numero di telefono o il citofono.
RispondiEliminaDirò una cosa mai sentita prima: sono d'accordo su tutto. Su quelli che vivono (nel mio caso) a Torino sputandoci sopra e non vi dico quanti ce ne sono (ho capito, i tuoi genitori o addirittura nonni hanno dovuto lasciare un ubertoso - ehm - Mezzogiorno per farsi incatenare alla linea della FIAT e non è bello, ma tu hai ben altre possibilità di sfruttare in senso positivo il posto dove sei nato/a), sul fatto che, nello scegliersi una vita altrove, bisogna stare ben attenti a tenere separati il piano onirico e quello pratico, sul fatto che molte fughe dalla città si trasformano secondo me in inferni di stress, fatica e costi ben peggiori di quelli da cui si è fuggiti, per cui secondo me trasferirsi in altro contesto significa farlo al 100%, a partire dalle prospettive di lavoro: se sei statale, trasferimento, se non lo sei, direi che si potrebbe/dovrebbe cogliere l'occasione per rivoluzionarsi anche lì, tentando strade più "naturali", o, come si dice con locuzione a me invisa, "a misura d'uomo". Altrimenti la magione bucolica diventa solo un altro dormitorio, con la differenza che rispetto alla città ti stai pure pigliando per il c**o con le tue stesse mani.
RispondiEliminaChiara (non Lanterna): mai avevo sentito di qualcuno che sognasse di trasferirsi a "Berlino o Torino" (sic!!!) e perdipiù da Roma, sono lusingata a nome della città tutta, posso chiederti il perché di questa predilezione?
Io comunque in questa finta metropoli che in realtà è un gran paesone dove tutti ci si conosce sto benissimo, solo che ultimamente fa troppo poco freddo e la nebbia non si vede più :-)
Giuliana
guarda,io mi sono sempre chiesta come fa la blogher famosa a vivere un raporto del we, per giunta con figli. sinceramente fossi a posto suo prima di pensare al luogo per bellezza o clima, penserei a un unico luogo dove stare tutti insieme, poco cambia se londra milano o bari quando si è insieme dopo anni di rapporto a meta'.
RispondiEliminama sono loro scelte non nostre.
io in quella maniera non ci riuscirei a starci.
noi abbitiamo a torino e ne sofriamo entrambi. siamo entrambi terroni, lui in una maniera io in un altra, ma sempre terroni siamo. è ovvio che stando qui faccio di tutto per cogliere il meglio di torino, vado per mostre/concerti/opera etc etc. non avendo figli non posso capire/conoscere differenze da quello che potrebbero vivere qui o in un altro luogo.
burocraticamente parlando torino è in medai con altre grandi citta italiane, poi magari io burocraticamente parlando sono anomala perche straniera. per quello che riguarda la sanita' noi l'eccelenza non l'abbiamo trovata, anzi. se non hai conoscenze, anche solo per indirizarti al pronto soccorso decente (evitate osp. maria vittoria) ci si trova male. o paghi il privato, ma quello si puo fare anche piu al sud no?
il clima è quello che è, io infatti soffro da ottobre a marzo il grigio e il freddo.
ho vissuto anni a perugia dove d'inverno fa freddo, pero si vede il cielo, qui no :(
e allora perche non ci trasferiamo direte tutti. perche non ce lo possiamo permettere. perche se qui siamo 1 su 2 che lavora (mio marito, io o faccio la promoter nei supermercati o lavo le scale o me ne sto a casa), giu non lavorerebbe manco lui. a pensare che luca è a progetto .
ce da ridere per non piangere, no?
la cosa sfiziosa è che con quello che avremmo con la vendita della nostra casetta in quasi centro torino a trani (provincia di bari) potremmo comprare si un monolocale.
assurdo, no?
percio meglio accontentarsi di cio che si ha e goderselo piu che si puo'.
tanto sogni sono sogni e sogni rimarano :D
ves
@giuliana: secondo me è un po' quella che io chiamo "la sindrome di Asmar", che si traduce in "il mio paese è più bello di qui" - "ma se non ci sei mai stato! Questo è il tuo paese, tu sei nato qui". Ocelot lo usa probabilmente per alludere agli immigrati arabi di seconda generazione, ma potrebbe andare bene per quello che dici tu.
RispondiElimina@ves: non mi parlare del Maria Vittoria, ché ci sono andata quando ero incinta di Ettore. Mai più, veramente!
Allora scusate, sono d'accordo che il Maria Vittoria non è il non plus ultra degli ospedali, ma a Torino buoni ospedali ce ne sono e non mi risulta (ahimé, anche per esperienza diretta) che per avvalersene ci voglia la raccomandazione - sicuramente anche questo succede sarà, mané più, né meno come nel resto d'Italia.
RispondiEliminaQuello che non capisco, Ves, nelle tue parole come in quelle di tanti altri tra i "torinesi per forza" di cui parlavo sopra, è la frase: "a Torino non si vede il cielo". Ma in queste giornate in cui la primavera faceva timidamente capolino dov'eri? Io, chiusa in casa anch'io quasi in centro, ma il cielo lo vedevo eccome. Il cielo si vede in piazza Castello, lungo il Po, dalla collina, ti dico una cosa: io abitavo in estrema periferia, vicino alle Gru, la quintessenza del quartiere anonimo, eppure quando in certe terse mattine invernali vedevo lo speattacolo delle Alpi innevate mi mancava il fiato, altro che non vedersi il cielo. Capisco che il tempo è anche una questione interiore, ma Torino non è così grigia.
Davvero un monolocale a Trani costa come una casetta (monofamiliare?) quasi in centro a Torino? Perbacco!
Giuliana
abbiamo girato diverse città per il lavoro del consorte ed alla fine siamo tornati liguri. L'alternativa era la nebbiosa città dove lavora adesso il marito, ma non ce la siamo sentiti di piazzarci i pargoli e così continuiamo con il matrimonio a distanza. Almeno ho il mio mare là fuori, ho buttato tutti i golf pesanti che avevo e posso mugugnare con i miei conterranei :o))
RispondiEliminapiccola precisazione: tra gravidanza, parto e problemi miei abbastanza seri ho avuto a che fare con ospedali & co frequentemente negli ultimi 3 anni e mi sono trovata benissimo
alchemilla
@giuliana: fai conto che Ves viene da Spalato. Per chi viene dal mare, il nostro cielo, epr quanto ogni tanto sia bello, è sempre un po' velato. Come dargli torto? ;-)
RispondiElimina@alchemilla: fortissima invidia (per il ritorno in Liguria, non per il marito lontano). Per i dati sulla sanità ligure, mi basavo essenzialmente sul fatto che gli ospedali sono pochi e, temo, a rischio e sull'esperienza di una mia ex coinquilina che lavorava al San Martino, oltre a ricordarmi un articolo di comparazione che sottolineava i molti problemi della Liguria rispetto ad altre regioni del Nord.
Spero che la realtà sia più vicina a come l'hai vissuta tu, davvero!
Ciao Lanterna,
RispondiEliminaanch'io sono di Genova (anzi dell'immediato entroterra) e mi fa piacere che qualcuna l'apprezzi. Io ho vissuto 5 anni Londra dopo la laurea e poi sono tornata in patria ormai nel lontano 2004... prima sentivo la nostalgia dell'Italia, mentre ora colgo in pieno tutti i difetti di questo paese e della mia città. Non mi sono mai reintegrata completamente. Per fortuna ho un lavoro freelance che potrei fare ovunque (il mio compagno "furesto" pure) e stiamo qui soprattutto perché con un bambino ci piaceva trovare un luogo dove mettere radici. E questo ci è sembrato il luogo migliore e più comodo. Innanzitutto qui c'è la mia famiglia che ci dà un appoggio (e con un bimbo è sempre apprezzato), da maggio a settembre, un paio di volte a settimana, finiamo di lavorare alle 4 e andiamo a cenare sulla spiagga a Camogli in soli 30-40 minuti di macchina e in generale il clima è davvero invidiabile. Siamo entrambi un po' orsi e viviamo in un piccolo comune che offre davvero poco a parte una vita tranquilla in campagna. Per le scuole superiori bastano 20-30 minuti di treno e comunque Genova qualcosa lo offre (anzi ora con un bimbo piccolo sfruttiamo pochissimo le sue attrattive). Insomma per ora ci è sembrato un valido compromesso, ma a volte il richiamo di una vita diversa si fa sentire anche per noi....
[Donna
RispondiEliminaTieni sempre presente che la pelle fa le rughe,
i capelli diventano bianchi,
i giorni si trasformano in anni….
Però ciò che è importante non cambia;
la tua forza e la tua convinzione non hanno età.
Il tuo spirito è a colla di qualsiasi tela di ragno.
Dietro ogni linea di arrivo c'è una linea di partenza.
Dietro ogni successo c'è un'altra delusione.
Fino a quando sei viva, sentiti viva.
Se ti manca ciò che facevi, torna a farlo.
Non vivere di foto ingiallite…
insisti anche se tutti si aspettano che abbandoni.
Non lasciare che si arrugginisca il ferro che c'è in te.
Fai in modo che invece che compassione, ti portino rispetto.
Quando a causa degli anni non potrai correre, cammina veloce.
Quando non potrai camminare veloce, cammina.
Quando non potrai camminare, usa il bastone.
Però non trattenerti mai!
Madre Teresa di Calcutta]
@ giuliana- si vede che io non sono abbituata a un giorno ogni tanto di cielo, ma di cielo sempre. oggi è una giornata splendida e non mi lamento, ma da ottobre a oggi 70 se non 80 % delle giornate a torino erano grigie. per chi ci è abbituato potrebbe non dare fastidio, a me invece si. i primi 18 anni ho visuto in citta di mare e anche quando faceva brutto/griggio non era grigio torinese. dai 18 a 28 ho vissuto a perugia, citta freddissima d'inverno e una fornace d'estate ma il cielo si vedeva a come :D (probabilmente perche perugia sul cuccuzzo della collina).
RispondiEliminaio che ho una mallatia cronica per fare visite programate dovrei aspetare 3 mesi (e non sono schizinosa, cerco di prenotarmi con sovraCUP) e alla fine mi riduco e la faccio privatamente e mica dal mega professore, dal pincopallo di turno. una mia amica che ha gli stessi problemi miei invece basta che faccia una telefonata e le trovano posto in settimana, se questo non è raccomandazione, non so cos'è.
chi non conosce di fama gli ospedali alla fine finisce in quello piu vicino in caso di emmergenza, cosi noi siamo finiti al maria vittoria e mio marito ha fatto 10 ore in attesa di una visita in piedi o seduto per terra con coliche renali e non ti racconto il resto.
se io avessi saputo la "fama" di tale ospedale avrei scelto un altro. ma come "nuova arrivata" non avevo esperienze pregresse.
io non ci sputo in piatto in cui mangio, ma se ci fosse la possibilita di trovare lavoro piu a sud ci sposteremo sicuramente senza grandi problemi. cosi come volutamente abbiamo scelto di non andare a milano nonostante li lavoreremo entrambi, ma con decisamente meno qualita di vita.
si il monolocale bellino a trani costa sui 100/120 mila euro, noi casa nostra al rondo della forca l'abbiamo pagata 80 mila.
ves
forse dovrei precisare che quenado parlo di casetta nostra parlo di 60 mq scarsi in un condominio? perche è tutt'altro che una casetta unifamiliare :D
RispondiEliminaves
Mi dispiace di sentire dei tuoi problemi. Ripeto, problemi di salute ne ho sperimentati anch'io e di grossa portata, ma le cose sono andate diversamente. Se hai una malattia cronica dovrebbe esserci un ambulatorio che segue le persone come te e che ti programma le visite di controllo di volta in volta, non ne sei mai stata informata quando vai da questi medici?
RispondiEliminaAnche il mio compagno una volta ha avuto una colica renale e l'ho portato al Martini, che per noi è l'ospedale di zona. Gli hanno fatto una flebo piuttosto velocemente, dopodiché abbiamo bivaccato tutto il giorno in Pronto, d'altronde è una patologia benigna per quanto dolorosa e c'era tanta altra gente sicuramente messa peggio. La notte precedente per far venire la Guardia Medica a fargli un antidolorifico ho dovuto incazzarmi, ma questo non capita solo a Torino, capita ovunque. Mio padre è cardiopatico e negli anni '70, quando aveva un attacco e mia madre chiamava un'ambulanza, prima chidevano quanti anni avesse. Udito che ne aveva (all'epoca) 45 circa, rispondevano: "Allora veniamo". E' il cinismo dei conti pubblici e le cose andranno via via peggiorando.
A Milano comunque non vivrei mai.
Ciao
Giuliana