sabato 27 febbraio 2010

La narrativa è il mio peccato

Mi sono sempre chiesta perché la narrativa non sia l'ottavo vizio capitale. O forse è solo il mio vizio capitale, che sostituisce l'invidia (vizio di cui non sono minimamente provvista, se non in senso migliorativo, del tipo: vorrei fare come quella persona lì, quindi mi do da fare).
Anzi, credo che sia l'unico vizio che non riuscirei a correggere. Probabilmente perché non voglio.
La narrativa non ha risvolti negativi se non quelli economici (ma esistono anche le biblioteche), non ha controindicazioni (come invece la gola o l'accidia), non ha rischi (come invece l'ira o la lussuria).
La narrativa ha un'altra caratteristica: è contagiosa. A furia di vedermi leggere con gusto e concentrazione, tutti i membri della mia famiglia ormai si interessano ai libri.
Luca forse un po' di meno, perché già legge le sue riviste, i suoi saggi e compagnia, quindi magari si fa raccomandare proprio i libri più imperdibili.
I miei bambini, invece, spesso giocano a leggere. Se prendono libri che abbiamo già letto tante volte, li recitano quasi a memoria. Se invece prendono una rivista o un libro nuovo, se lo inventano.
E poi mi chiedono di leggere per loro. A volte per ore.
Ieri sera, abbiamo finito "Il gatto del rabbino". Vi dirò: sono arrivata alla fine con un certo sollievo, perché c'erano dei passaggi veramente un po' ostici da leggere a bambini di 4 e 2 anni. E invece, candida candida, Amelia mi chiede: domani lo ricominciamo? E così da stasera lo rileggo per la terza volta.
Ora, non credo che per Viola proveranno lo stesso entusiasmo. Prima di tutto, in Viola non ci sono animali (o meglio, c'è un gatto, ma compare in 5 vignette al massimo). E poi, la storia non si presta ad essere raccontata a dei bambini più di un Dampyr o di un Demian (anche se Amelia, da quando ho fatto un codino a Ettore dicendo "così sei bello e dannato come Demian" - ovviamente per presa in giro - , ha voluto guardare uno dei miei albi).

Un aspetto che invece non è condivisibile ma che spero sia ereditario è il fatto che io sogno delle storie. Ovvero spesso, nel sonno, nei periodi in cui sono serena, non sono io la protagonista dei miei sogni: è come se fossi al cinema e assistessi a un film.
La volta più esilarante è stata quando ho assistito a un remake di Superman con Bruce Willis come protagonista (eravamo nel '98, quindi ancora ancora ci stava). Una roba che a realizzarla davvero ci vorrebbero un sacco di soldi, e invece me la sono fatta gratis nella mia testa.
Più di recente, ho visto un film che parlava di una guerra tra angeli e demoni (un po' barocco come impostazioni, immaginatevi una roba tipo Guillermo del Toro come stile). Mi sono svegliata e ne ho scritto il soggetto, così come ho fatto per un altro sogno in cui immaginavo una specie di squadra di supereroi.
Sempre da sogni derivano alcune delle mie intuizioni migliori come narratrice.
Insomma, se lavorassi ad Hollywood dovrei chiedere per contratto di dormire almeno 8 ore al giorno, in modo da avere sempre materiale fresco.

Un'altra cosa che faccio (e ho scoperto che non sono l'unica) è raccontarmi delle storie per addormentarmi. Quando sono in fregola da scrittura (ovvero quando sono nella fase creativa di un personaggio o di una storia), ricamo sopra quello che potrebbe succedere al mio personaggio. Quando invece sono in fregola da lettura (ovvero ho letto qualcosa che mi è piaciuto molto o che, pur non piacendomi granché, apre spiragli alla mia fantasia), mi faccio delle fanfiction la cui lunghezza dipende dal mio grado di stanchezza.
Credo che lo faccia anche Amelia, perché spesso, quando crede che noi dormiamo già o ancora, la sento che si racconta qualcosa sottovoce. Chissà se anche Ettore ci somiglierà in questo.

7 commenti:

  1. posso farti una domanda? come gestisci (hai gestito finora) il momento della lettura serale che due figli di età diverse?
    mi spiego: ora simone ha 3 anni, leggiamo storie complesse e fumetti. Fra poco vorrei inserire il rito della lettura serale a irene, che oggi ha 6 mesi, inizialmente per favorire l'addormentamento in autonomia. Ma poi? lei avrà la fase del "chetto cos'è?" e dei disegni...mentre quell'altro vorrà la sua storia...pensavo toccherà fare due fiabe diverse (magari una io e una il papi a turno) ma leggo che tu leggi a tutti e due contemporaneamente. Puoi darmi qualche consiglio?
    grazie!

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  2. Allora, il fatto è che le risposte sono tante, molto dipende dal momento in cui me lo chiedono e dal tipo di lettura.
    Premesso comunque che la differenza tra 3 anni e 6 mesi non è la stessa che tra 4 e 2 anni :-)
    Prima di tutto, c'è una forte tendenza all'imitazione del fratello più piccolo rispetto al più grande. Questo significa che il piccolo spesso sta ad ascoltarti solo perché lo fa anche il grande, ma senza capire un'acca di quello che leggi.
    Secondo: a volte, mentre leggo ad Amelia, Ettore ci interrompe continuamente (come supponi tu) e gli dico di aspettare. Poi leggo una volta principalmente per lui.
    Altre volte, Ettore si stufa e va a farsi un giro.
    Altre volte ancora, leggo il libro serale ad Amelia mentre Ettore viene cambiato da suo padre o lo segue in bagno.
    Nelle sessioni di lettura diurna, alterno: Amelia mi propone un libretto e glielo leggo, poi Ettore, poi Amelia e così via. Finché non dico basta, stremata :-)
    Anche le due fiabe separate possono essere un'idea, ma, vedendo come sono i miei, ho come il sospetto che chi legge per il grande se li troverà addosso tutti e due ;-)

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  3. io mi sono sempre raccontata un sacco di storie. Ma le sceneggiavo, da piccola. Dialoghi e tutto. Parlavo spessissimo da sola... ;-)

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  4. Ho sempre detto che i libri e la scrittura sono la mia droga!! :-)

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  5. Quando leggo questa cosa mi emoziono molto: primo perché io amo leggere, e anche mio marito. E sperare (come dicono) che anche i figli apprezzino perché imparano imitando, è davvero un bel sogno.
    Secondo perché quando racconti di qualcosa di te che rivedi nei tuoi figli è davvero da brivido dietro la schiena, soprattutto quando è qualcosa di così bello: dev'essere splendido guardarli da questo punto di vista.

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  6. @my: detto così, sembra "penitenziagite!" ;-)
    @onda: non ho mai conosciuto nessuno che, vedendo i suoi genitori leggere con passione, sia cresciuto senza amare i libri. Il contrario invece sì, per fortuna :-)
    @monica e daniela: lo so di essere in buona compagnia ;-)

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