Ho seguito con orrore e stupore una conversazione dai toni isterici che si è accesa nei commenti di un post ironico e tutto sommato innocuo.
OK, una certa categoria di mamme è stata definita talebana. Potevamo definirle "allattomani rompicoglioni" (perché esistono anche le allattomani non rompicoglioni, e ne conosco parecchie perché sono mie amiche ;-)), ma sarebbe stato troppo incentrato sull'allattamento, che non è il loro esclusivo ambito di competenza. Potevamo definirle "integraliste della maternità", ma non avrebbe reso la loro missione di instillare il senso di colpa nelle altre madri: una può essere integralista ma non voler fare proseliti (ho diverse amiche e conoscenti integraliste di varie religioni e ideologie, ma non per questo si sentono autorizzate a convertire me, semplicemente rivendicano il loro diritto ad essere così anziché cosà). Potevamo correttamente definirle "integraliste della maternità rompicoglioni", e avremmo risolto la cosa con un acronimo impronunciabile, IDMR. E allora chiamiamole talebane, tanto si offendono ugualmente.
Le caratteristiche della mamma talebana le ha già elencate Raperonzolo in modo efficace. Le ricapitoliamo in questa sede per completezza: la mamma talebana può essere allattomane o no, può coslippare o no, può essere bio o omeopatica o steineriana o quel diavolo che vuole, l'importante è che tutto quello che fa lo fa per i figli e tu, se fai tot in meno, dovresti sentirti in colpa. L'arma preferita della mamma talebana è il senso di colpa, attraverso l'esempio ("io ho allattato con i capezzoli fessurati in due" - ma non vi fa schifo e orrore solo a sentirvi? Io non vengo a raccontarvi delle piaghe della mia dermatite invernale) o attraverso presunte "prove scientifiche" manipolate a loro piacimento ("se non allatti, i tuoi figli avranno anticorpi rachitici e svilupperanno tutti i mali compresa la peste bubbonica" - ovviamente il fatto che si tratti di meri dati statistici e non di verità assolute non le sfiora minimamente).
[NdA: faccio esempi tratti dall'allattamento perché mi sembra che sia il problema più sentito, per cui fare osservazioni colpevolizzanti su questo argomento è il colpo più basso che si possa dare a una madre, neo o avanzata.]
Di solito, già quando espongo la definizione di mamma talebana, l'interessata (se è talebana veramente) non sta neanche ad ascoltare quello che dico e parte a testa bassa con argomenti tipo: la LLL non costringe nessuno ad allattare, sei tu l'intollerante perché mi bolli come talebana, guarda che i pediatri impongono la dittatura del LA (sono una pediatra io? no, giusto per chiarire), in Italia allattare è guardato come una vergogna se lo fai in un luogo pubblico (vero, ma alla stessa maniera ti guardano male se cambi un pannolino, come se l'Italia fosse piena di fasciatoi pubblici).
Diciamolo forte e chiaro, ancora una volta: io non ho niente contro la LLL, so che ha aiutato ad allattare tantissime donne che ci tenevano e che la maggior parte di esse non è talebana. Tuttavia l'atteggiamento di chi crede fortemente nell'allattamento al seno è di solito militante, ovvero cerca di combattere la parte avversa che propone il LA, e nella battaglia spesso si feriscono donne che sono solo doloranti e disorientate e avrebbero bisogno di qualcuno che le mettesse in condizioni di scegliere serenamente e autonomamente. Oh, stesso discorso per chi crede fortemente nel LA, ma non posso parlare per esperienza diretta perché finora ho incontrato estremiste solo dell'allattamento, non del LA.
Chiuso il discorso allattamento, passiamo a quello delle maiuscole. Se guardate in una qualsiasi grammatica italiana recente (o anche no: la mia è del 1990), vi definirà l'uso delle maiuscole per evidenziare concetti astratti come retorico e desueto. Probabilmente i linguisti non hanno incontrato mamme talebane, che si definiscono Mamme il cui Amore per i Figli è con la A maiuscola, Mamme per cui i Figli sono tutta la loro vita (con la minuscola, nel caso in cui sia la vita della Mamma, con la maiuscola in caso si parli d'aborto o di ricerca scientifica - ma questa cosa si interseca con un'altra parrocchia, non mettiamo troppa carne al fuoco).
Si sottintende che una madre deve annullarsi per i figli, che rimanere con i figli a ventosa sulla tetta per mesi deve essere vissuto come una profonda gioia, che il nostro corpo non ci appartiene (ma non erano i nostri figli a non appartenerci, seconto Gibran?). Insomma, una versione mammesca della donna oggetto: prima di diventare madre, sei l'oggetto degli uomini adulti (modello velina) e, dopo, sei l'oggetto di tuo figlio.
[NdA: so che ci sono madri che allattano anche a lungo senza sentirsi così. Ribadisco che stiamo parlando di talebane, ovvero di persone che si annullano nel loro ruolo di madri. Se tu che leggi stai allattando tuo figlio, fatti un esame di coscienza: se riesci a dirmi almeno una cosa che ti piace oltre a stare insieme ai figli, allora sei già a buon punto. Se poi hai sempre vissuto il tuo rapporto con i figli come una scelta tua e non te ne frega niente di quello che fanno gli altri, allora non sto parlando di te.]
Fin qui, non ci sarebbe nulla di male: a ognuno le sue preferenze. Il dubbio sulla sanità di questo atteggiamento mi viene quando scopro che queste madri che si annullano per i figli passano 24 ore al giorno a cercare blog e forum da insultare in nome dell'allattamento. Non tanto per l'essere dipendente dal web: ci mancherebbe, io parlo? Ma, insomma, vi racconto un attimo com'è la mia giornata: mi sveglio, preparo me e i bambini, vado al lavoro (e, tendenzialmente, anche se sono nel pubblico e quindi posso essere un po' più rilassata, lavoro, al limite con un occhio alla mail), torno dal lavoro e riprendo i bambini, cucino e/o gioco con i bambini, magari mi collego nel frattempo che cucino ma giusto per vedere se ci sono novità, ceno. Dopo cena, ho un momento in cui mi posso collegare e guardare i siti che mi interessano. Più spesso leggo o scrivo o crollo. Quando ero a casa, lo ammetto, mi prendevo qualche momento in più mentre i bambini dormivano e/o mentre preparavo il pranzo, ma sempre all'interno dei miei ennemila interessi. Cerco sempre di rispondere alle mail e mi piace anche parecchio, scrivo sul mio blog, seguo alcuni blog che mi piacciono. Ma, accidenti, ieri, dopo aver scritto un commento su Veremamme, mi sono addormentata, mica sono stata lì ad aspettare se qualcuno mi rispondeva. Certo, se mi fossi aspettata una risposta su Viola, forse sarei stata più trepidante e curiosa, ma volete mettere l'eccitazione di riuscire a realizzare un progetto sognato da tempo rispetto all'attesa di una risposta polemica nei commenti di un post? Mi sembrano pesi completamente diversi.
Questo per concludere che secondo me le mamme talebane hanno un problema: vivono un'ossessione più che una causa, amano più la polemica (molte partono con l'atteggiamento di dover combattere il biberon, più che diffondere la cultura dell'allattamento) che il dialogo.
Insomma, non mi sembrano molto diverse, mutatis mutandis, da quei missionari che per diffondere l'amore di Dio massacravano le popolazioni "pagane" che avrebbero voluto convertire.
Per diffondere un messaggio di amore e rispetto, per quanto valido e impellente, imbracciare le armi non è mai una buona idea: si rischia di passare da angelo della casa a demone della rete, mettendo in cattiva luce la propria causa e quella delle persone che ogni giorno la diffondono col proprio esempio. E di dare ragione a quelle come me, che non sono né angeli né demoni, ma solo esseri umani che hanno figliato e non ne fanno l'unico vanto della propria vita.
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Completamente d'accordo.
RispondiEliminauna mamma.
e brava!io ho letto il tuo post allattando mio figlio di 10 mesi,poi l'ho sbolognato a una nonna che lo portasse ai giardini perche' devo scrivere una tesina,per passione e,si spera,anche un po' lavoro.ho riso un po',ora vado a dare un'occhiata suveremamme,veloce che c'e' altro da fare!,magari lo scrivo anche li che allatto e leggo blog in contemporanea e sto a vedere cosa mi dicono le talebane.che,sia chiaro,mica se la prendono solo con chi non allatta a lungo,ma anche con chi non allatta Bene...eh eh eh!
RispondiEliminaanna
Or ora che sto per diventare mamma mi pongo il problema delle mamme talebane...aiuto..ma dove si nascondono???e come si contrastano??c'è il pericolo di diventare una mamma talebana??boh forse un po'di buon senso può aiutarci e anche il non perdere di vista ciò che eravamo prima di diventare mamme.
RispondiEliminaun abbraccio!
anch'io sto allattando e scrivo con una mano sola
RispondiEliminaapplausi x ogni tua parola
anch'io ho notato "ansia" nell'aspettare trepidanti un commento del nemico per replicare subito. nient'altro da fare?
quello che non capiscono è che fan la guerra a gente che ha allattato quanto loro ehehe (penso a Valewanda che ha allattato due gemelli, credi che lo sappiano?).
Ciò che le rende talebane è che fanno la guerra, e mietono vittime innocenti. E quel che han commentato in quel post, purtroppo per loro, ne è la prova.
Un fiuuu di sincero sollievo... grazie all'NdA mi pare di capire che non dovrei rientrare nella categoria delle [tetta]talebane ;-)) Sottoscrivo appieno le tue riflessioni finali. Anch'io penso che un certo attegiamento effettivamente integralista ed esaltato faccia più male che bene; più che aiutare a diffondere la cultura dell'allattamento che, anche secondo me, dovrebbe essere il nocciolo di tutto, dà la zappa sui piedi a chi vorrebbe semplicemente una diffusione più capillare (e univoca, e coerente!) delle informazioni. Giusto per poter scegliere liberamente. Come dici tu, imbracciando le armi in modo così sterilmente polemico, si può solo passare dalla parte del torto. Offrire la possibilità di sapere a chi rivolgersi per avere informazioni, SE lo si desidera, è un'altra cosa. Evitare che nei telefilm, ad esempio, si dicano scemenze infondate che dis-informano, anche. Ed è su questo che, secondo me, si dovrebbe puntare. Ma non bastano le mamme volenterose. Bisogna arrivare alle istituzioni. Come è accaduto nei paesi dove si allatta di più. Le polemiche lasciano il tempo che trovano. Ecco, anche il mio commento è centrato sull'allattamento, ma lo stesso discorso vale per tanti altri ambiti...
RispondiElimina@valentina: il rischio di estremizzare qualcosa che ci sta molto a cuore c'è sempre, soprattutto quando si è in una tempesta ormonale come quella del post partum. Ma penso che, se una persona conserva il rispetto per se stessa e per gli altri, il rischio di essere talebana sia veramente minimo. Se ti basta lo stomaco, vai a leggere i commenti al post che ho citato e chiediti se avresti mai potuto esprimerti così. Io, per quanto sia arrabbiata, anche se intervenissi su un blog di neonazisti, non lo farei. Piuttosto passo oltre e non ci torno, se proprio quelli con cui parlo mi sembrano cerebrolesi totali. In questo caso, mi sembra che qualcuna abbia scatenato la rissa per lo stesso gusto per cui si guardano i reality, non certo in nome di principi alti e sublimi.
RispondiElimina@mammalisa: anch'io sarei per una maggiore diffusione della cultura dell'allattamento o, meglio, della libera scelta. Il problema è che la disinformazione della comunicazione pubblica riguarda tutti gli ambiti: l'alimentazione, la sicurezza stradale (hai mai sentito un giornalista puntualizzare che il bambino X è morto nell'incidente Y perché non era correttamente legato al seggiolino?), la salute pubblica (il caso della suina e del suo testimonial Topo Gigio è sotto gli occhi di tutti), l'integrazione culturale (perché a scuola i bambini non vedono le differenze, mentre la TV insiste a sottolineare la nazionalità dello stupratore o dell'automobilista ubriaco, quando non è italiano?). Quando una produzione italiana si fa carico di un messaggio, spesso lo fa in un modo stereotipato e inefficace, una roba da farti venir voglia di agire all'opposto.
RispondiEliminaMa anche la LLL che in homepage mette battute acide sull'allattamento... boh, mi lascia un po' perplessa come presentazione.
Purtroppo me lo aspettavo da tempo, e con l'aumento delle visite è successo e forse succederà ancora. Penso che il tuo post qui sia utile per chi, neomamma o futura mamma o semplicemente un po' in ansia, può vedere in questo un esempio talmente assurdo da sviluppare finalmente i suoi anticorpi. Non è utile purtroppo ad arginare il fenomeno, per farvi capire l'assurdità: qualcuno mi scriveva in privato tempo fa "ti seguo e mi piaci, ma non partecipo perchè mi sembra di tradire il forum" - oppure ieri su FB "i commenti dovrebbero averti edificata". ommioddio ma di cosa stiamo parlando? di sette, davvero?
RispondiEliminaIo oggi mi sono chiesta seriamente chi me lo fa fare di stare in rete esposta a questa roba sconcertante.
Il fanatismo è sempre negativo, perchè non prevede una parola per me fondamentale: RISPETTO. Il fanatico è generalmente un insicuro, che non riesce a reggere il confronto con gli altri e ha bisogno di assoluti per andare avanti nella vita. Non c'è niente di più pericoloso in una mamma! Personalmente ho sempre pensato che i miei bambini fossero li apposta per smentirmi, sono fiumi in perenne movimento e in continua mutazione. Appena credi di avere stabilito un punto loro cambiano e tu devi farlo con loro ed è così che ti senti viva e attiva. Un ultimo pensiero sull'allattamento. La mia esperienza è stata 3 giorni per il primo figlio e 2 mesi per la seconda (non avevo latte), ma non mi sono sentita in colpa, i bambini sono sani e forti (come tutti) e io serena. Trovo che chi si vanta di allattare per oltre un anno, (oltre a volere farsi notare) abbia un attaccamento morboso con il bambino e se anche gli da splendidi anticorpi, può instaurare un rapporto sbagliato.
RispondiElimina@anonima: penso che chi si vanta in generale abbia dei problemi e che chi ostenta è perché non è sereno in ciò che fa (magari anche per motivi validi). Detto questo, ho anche amiche che hanno allattato fino a molto tardi e che lo hanno fatto con serenità. Così come sono certa di avere molte amiche che sono Mamme con la M maiuscola (molto più della maggior parte delle talebane) ma non gliene frega niente di gridarlo al mondo.
RispondiEliminaEh eh eh...prima di commentare il tuo post ho voluto leggere quello di Raperonzolo e ho trovato una gravissima mancanza nel suo post: Secondo me infatti 9 volte su 10 le mamme talebane vengono mollate (e a ragione)dai mariti :D :D :D Grazie al cielo non ho mai conosciuto le talebane nè lo sono stata pur avendo allattato al seno. Un abbraccio, Daniela
RispondiEliminaHo visto tutto il carteggio tra ieri sera e stamattina ,e mi ha stupito, come sempre mi succede quando ci sono gli integralismi di mezzo, l' acredine con cui ognuno pensa di sopraffare l'"avversario".Con il mio lavoro di mamme ne incontro di tutti i generi ,ma credo che la costante che le accomuna sia aver bisogno di qualcuno che le ascolti in rete o dal vero.
RispondiEliminaConcordo appieno con te sul fatto che la moderazione sia nel parlare che nello scrivere sia una delle doti che spesso manca .Resta il fatto che sia stato poi il luogo poco adatto visto che Flavia come te sia stata una delle prime a dar spazio all' iniziativa di supporto all' allattamento tenutasi nelle farmacie genovesi in Ottobre !Incrociamo le dita per Viola ,facci sapere
Ciao, a me c'è una cosa che fa accaponare la pelle ancora più della maleducazione di certi commenti: l'abitudine di farsi la guerra fra poveri! Che si tratti di battibecchi fra "mamme talebane" e "mamme menefreghiste" (spesso è cosi' che ci si definisce a vicenda...) o del disoccupato italiano che se la prende con l'immigrato clandestino perché gli ruba il lavoro, mi sembra che sempre più spesso si perda il vero nocciolo della questione e che si cerchino dei capri espiatori piuttosto che le vere radici dei problemi.
RispondiEliminaSono 4 anni che frequento (sempre più sporadicamente) diversi forum, sia italiani che stranieri, e ancora non mi è capitato di poter discutere di questioni importanti come l'allattamento, le punizioni fisiche, la scelta di lavorare o sospendere temporaneamente, senza che la discussione non sollevasse un vespaio, con insulti da parte di tutte le fazioni presenti in campo. Non sono sociologa e non ne conosco le cause (insicurezza, sensi di colpa, anonimato e telegraficità di internet...), pero' ogni volta mi assale una grande tristezza pensando all'ennesima occasione persa per trovare una vera soluzione ai problemi...
Anche io non posso fare a meno di chiedermi cosa ci fanno queste mamme davanti al pc per così tanto tempo. Ma non dovrebbero essere Attaccate ai loro Figli?
RispondiEliminaCome sai io sono una mamma "attaccata". Lo sono per natura, non per ideologia. Non voglio essere giudicata in merito, né mi permetto di giudicare chi è diverso da me...
@claudia: se dovessi indicare una persona con idee e stile di vita diversi dai miei ma assolutamente non talebana, saresti tu! :-)
RispondiEliminail senso di colpa è la cosa che metti in evidenza e che distingue l'integralista dalle altre. a me quello che intristisce è che questo fare conrrapposizioni estreme, cercando nemiche nelle donne diverse, è sintomo della nostra condizione subalterna.
RispondiEliminaBeh, piattini, subalterne lo siamo di sicuro, inutile negarlo. Penso però che lo scontro col diverso, l'estremizzazione delle differenze, siano più tipici dello scontento e dell'ignoranza, il che è ancora più triste: io Madre ti impongo di seguire il mio modo di essere perché è quello giusto e non perché ti farà sentire bene.
RispondiEliminaPuzza un po' di Inquisizione, no?
Ti amo!
RispondiEliminaNon ho di proposito commentato il post ironico di Rape per lo stesso identico motivo per cui decisi in tempi non sospetti di isolarmi dalle conversazioni tra mamme. È un dialogo tra sordi e per quanto sia una che si inalbera per poco decido di dire la mia solo quando sono certa di essere ascoltata. Non a caso solo in quei casi trovo possibile conciliazione tra persone che hanno pensieri e modalità diverse. Tra gli estremisti si usano parole e mai l'ascolto. Con Flavia, personalmente, ho espresso un solo concetto, che ce la racconteremo nel momento in cui tutte/i saremo uguali, alla prova dell'adolescenza, della fase della ribellione, quando prima o poi qualsiasi figlio penserà o ci dirà di "odiarci". Evitando di annullarci, in quel momento, ci sentiremo sufficientemente forti per tenere loro testa e capire che non serve l'abnegazione ma solo l'auto-stima.
RispondiEliminaparole sante! condivido appieno, anche perchè son stata vittima del talebanismo dell'allattamento, e ci son pure stata male non poco. E già che ci sono, tanto per difendere il LA, la mia bimba allattata al seno per soli 5 giorni e con l'aggiunta di LA tutte le volte la prima volta che ha avuto la febbre aveva 16 mesi e la prima volta che ha preso l'antibiotico aveva 3 anni! Tanto per smentire le statistiche.
RispondiEliminaIn generale secondo me hai ragione a dire che ci vuole tolleranza, ed è poi quello che mi dice sempre la santapediatra: uno deve fare quello che si sente, e per far star bene un bimbo prima deve star bene la mamma. Se una sta bene se è completamente dedicata unicamente ai figli per carità, buon per lei, ma certo non sarà una mamma migliore di chi per stare bene ha bisogno di prendersi i suoi spazi come persona.
@elena: anche i miei figli contraddicono le statistiche sul LA. Sia nel campo nella salute sia in quello dello svezzamento: hanno sempre accettato nuovi sapori e nuove consistenze con una certa facilità.
RispondiEliminaNello stesso tempo, io sono assolutamente convinta che il latte materno sia un alimento migliore: ci sono chili di prove scientifiche a sostenerlo, e alle talebane che mi danno dell'ignorante ho sempre risposto di conoscere a menadito tutti i vantaggi del LM. Solo che per me i vantaggi oggettivi non superavano gli svantaggi soggettivi, e basta.
Non si può imporre la dittatura della "cosa migliore da fare", altrimenti dovremmo far sentire in colpa tutti quelli che vivono in pianura padana anziché al mare, o in città invece che in campagna, o al Nord invece che al Sud... Diciamocelo chiaramente: se uno vive a Pavia invece che a Vernazza, vuol dire che i vantaggi di stare a Pavia superano quelli di stare a Vernazza. Per le questioni di bambini, è la stessa cosa: io ho trovato più vantaggioso il LA, il marsupio anziché la fascia, il lettino anziché il cosleeping, il lavoro con nido anziché lo stare a casa. Ma la tolleranza sta nel non giudicare le scelte di altri, anche se sono diverse dalle nostre.
molto inquisizione, e inquisizione dei poveri tra l'altroo. ma non la vedo solo sull'allattamento, la vedo ogni volta che si vuole imporre un modello su un altro. c'è un senso di rivalsa in quei commenti che mi intristisce molto, anche perchè ne ho fatto le spese in prima persona su temi tipo il lavoro ma anche l'orientamento politico e la cultura. credo che prima o poi scriverò qualcosa, ma sui conflitti tra donne in generale, non su questa discussione in particolare
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